3. PRECEDENTI COSTRUTTIVI
3.4 L’architettura micenea
3.4.5 La pseudocupola in giro per il mondo
Fin dagli albori della storia numerose civiltà, localizzate in disparate regioni del globo, hanno utilizzato la pseudocupola, anche denominata cupola impropria, per realizzare la copertura dei propri edifici, siano essi di carattere amministrativo, residenziale e religioso. È da evidenziare come civiltà lontane tra loro, senza alcuna possibilità di scambi culturali reciproci, nate in regioni dalle caratteristiche geomorfologiche e climatiche completamente agli antipodi, aventi tradizioni e disponibilità di materiale differenti, abbiano realizzato diverse costruzioni usando il medesimo schema strutturale: il sistema pseudospingente.
Si riportano alcuni esempi di coperture che, realizzate con tecniche e materiali diversi, si considerano le antenate delle cupole propriamente dette. Alcune di esse appartengono alla tradizione costruttiva del passato, come le tombe a tholos micenee ed etrusche, mentre altre sono ancora in uso in certe regioni della Terra, come gli igloo eschimesi e le yurta dell’Asia centrale.
3.4.5.1 In Italia: i nuraghi e i trulli
Stessa soluzione tecnica per coprire uno spazio circolare, fu adottata dai costruttori dei nuraghi (dal tema antico-sardo nurra: mucchio di sassi, con il suffisso sardo aghe), ovvero case-fortezza delle popolazioni indigene di cui si hanno circa 70000 esempi in tutta la Sardegna (figura 3.26). A forma tronco- conica, sono formati da filari concentrici di grossi blocchi di pietra, che si restringono verso l’alto, fino a formare una pseudocupola per coprire l’unico ampio vano centrale, raggiungibile tramite una porta esterna architravata e da un corridoio.
Essi sono dei monumenti megalitici (cioè fatti con grandi pietre), risalenti circa al X secolo a.C., ma caratteristiche analoghe a quella dei nuraghi sardi, si trovano nei trulli (dal greco troullos: cupola) pugliesi che, caratterizzati dal corpo cilindrico bianco e dalla scura pseudocupola, hanno origine antichissima, ma non ancora del tutto precisata. Infatti, si pensa che tali costruzioni in pietra a secco siano di origini protostoriche, ma non si sono mai trovati trulli più antichi di quelli risalenti al XVI secolo d.C., a ridosso dell’Altopiano della Murgia. Evidentemente, per motivi economici era preferibile abbattere il trullo e ricostruirlo riutilizzandone il materiale, piuttosto che ripararlo in caso di dissesto. Sul perimetro circolare della pianta venivano realizzate murature a sacco di notevole spessore che, sebbene riducevano l’abitabilità degli spazi interni, garantivano, insieme con il ridotto dimensionamento e numero delle aperture, una elevata inerzia termica.
La pseudocupola che costituisce la copertura è una struttura autoportante costruita, senza bisogno di centine, da una serie di lastre orizzontali disposte ad anelli concentrici aggettanti. Si formano dei gradini che rientrano mano a mano che si sale verso l’alto, in cui ogni giro completo è staticamente equilibrato con quelli inferiori. Le lastre calcaree che costituiscono la parte intradossale della copertura vengono chiamate chianche e sono di maggiore spessore rispetto quelle dello strato esterno, dette chiancarelle. Il tetto termina con una chiave di volta, spesso scolpita con elementi lapidei decorativi sporgenti al vertice del conoide di copertura, come si può osservare dalla figura 3.26.
3.4.5.2 In India: la stupa
La stupa è il tipo più antico di costruzione architettonica dell’arte buddista e consiste in un tumulo sepolcrale cavo con forma emisferica. Il più famoso esempio è quello della città di Sanchi, nell’India centrale, ove l’imperatore Asoka il Grande, nel III secolo a.C., fece erigere la Grande Stupa, destinata a conservare le reliquie del Buddha. Tale edificio religioso, riportato in figura 3.27, era costruito in mattoni e a chiudere la costruzione semisferica veniva posta il cosiddetto chhatra, un tetto con la forma del parasole dell’ombrello che nell’iconografia religiosa era un simbolo di potenza.
3.4.5.3 Nello Yucatan: la falsa volta
Risalente ad un periodo più recente è il Palazzo del Governatore ad Uxmal, nello stato messicano dello Yucatan. L’edificio, costruito dalla civiltà maya intorno al X-XI secolo, è costituito da una parte centrale collegata a due ali da un passaggio coperto da una falsa volta; essa si innalza su filari rientranti ed è chiusa da una pietra in sommità. Altro esempio di pseudocupola si ha nel contemporaneo Osservatorio, chiamato “Caracol”, situato ad Chichen Itza, sempre nello Yucatan. 3.4.5.4 Nel Canada del nord: gli iglù
L’iglù (in eschimese letteralmente casa) è un rifugio a forma di cupola costruito con blocchi di neve pressata, sagomati diversamente a seconda di dove devono essere posizionati, in modo da costruire una parete sferica. Per ottenere una
curvatura ottimale, si usa una corda fissata al centro della base, usata come misura del raggio della cupola. I mattoni di neve sono montati seguendo una spirale o posizionati in cerchi con diametro decrescente salendo verso la sommità, in cui è lasciato un foro per la ventilazione e per la fuoriuscita del fumo del fuoco, necessario a scaldare l’ambiente. Finita la cupola, si scava nella parete un foro d’entrata preceduto da un basso corridoio, protetto da una cupola per contrastare l’entrata di raffiche di vento.
3.4.5.5 In Mongolia: la yurta
Essa è un’abitazione mobile adottata da molti popoli dell’Asia media e centrale, tra cui mongoli, kasaki e uzbeki. Di forma cilindro-conica con armatura scomponibile in vari elementi, le yurte hanno pareti costituite da uno scheletro di graticci incurvati di legno di salice uniti a catena. La copertura è realizzata con stuoie e tappeti di feltro che, fissati con stringhe allo scheletro, isolano l’abitazione dagli agenti atmosferici. Nonostante dalla seconda metà del 1900, la Mongolia si sia fortemente urbanizzata, più della metà della popolazione continua a vivere nelle loro abitazioni tradizionali, sia che si tratti di nomadi di campagna che di abitanti di città e villaggi.