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Il punto di partenza del racconto (1, 1-5)

Nel documento INTRODUZIONE ATTI DI APOSTOLI (pagine 22-25)

Sezione 1. Informazioni introduttive (1, 1-26)

1. Il punto di partenza del racconto (1, 1-5)

1, 1 Nel mio primo libro, così Luca riallaccia il discorso di Atti con il suo Vangelo (Lc 1, 1-4). Con i due volumi di Luca possiamo seguire circa 70 anni di storia cristiana. Questo periodo comincia prima della nascita di Gesù che nacque nell’oscurità e termina alla vittoriosa predicazione del vangelo al centro dell’impero romano (Atti 28, 31).

Ho parlato di tutto quello che Gesù cominciò a fare e a insegnare. C’è chi considera l’espressione, “cominciò a” come semplice idioma senza signi-ficato. Perciò, sarebbe errato concepire gli atti e gli insegnamenti di Cristo durante il suo ministero terrestre solo come inizio di ciò che continuava a fa-re e ad insegnafa-re dopo l’ascensione. È indiscutibile che la sua missione ter-restre terminò con la sua morte sulla croce quando egli gridò, “È com-piuto!” (Gv 19, 30).

Eppure, in un altro senso vero e profondo, la sua missione più grande non è ancora terminata. Anzi, durante il limitato soggiorno terrestre, stabilì la base del vangelo, per poi lanciarlo su scala mondiale sotto la guida dello Spirito Santo. Perciò ogni credente entra nella missione globale di Gesù e ne diventa partecipe. Essere il suo corpo sulla terra, di cui egli è il capo, per la Chiesa significa proprio questo (Ef. 1, 22 s; 4, 15 s).

Teofilo, nulla si sa di questo personaggio a cui Luca indirizza il se-guente racconto, tranne che apparteneva alla nobiltà. Indizio del suo rango è il titolo datogli da Luca, “eccellentissimo” (Lc 1, 3).

1, 2 fino al giorno che fu elevato in cielo, dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelto. Luca fissa come punto di partenza per questa narrativa il giorno in cui terminò il suo rac-conto di Gesù. Questo è il giusto punto cronologico, perché la presente nar-razione è la continuazione della storia cominciata nel primo libro, cioè i

possono essere altro che quei comandamenti che compongono il gran man-dato di evangelizzare di Lc. 24, 44-48. Perciò, sono il giusto punto di parten-za logico. Infatti, da esso gli apostoli ricevettero la loro autorità per com-piere gli atti che Luca sta per registrare in questo volume. Durante il suo ministero, Gesù non autorizzò alcuno ad annunciare che egli era il Cristo.

Anzi, lo vietò ai suoi apostoli (Mt. 16, 20; 17, 9). Indubbiamente, a questo egli fu spinto a causa della loro inadeguata concezione del Messianato, e per-ché fraintendevano la natura del suo regno e perper-ché capivano imperfetta-mente molte cose che aveva loro insegnato. Fino ad allora fu egli stesso in persona a guidare gli apostoli direttamente, dettando il messaggio da predi-care. Ma egli doveva lasciarli perché lavorassero in sua assenza. Nella notte in cui fu tradito egli li informò che dopo non molti giorni lo Spirito Santo sa-rebbe stato dato loro per guidarli in tutta la verità e che in quel tempo que-sta limitazione sarebbe que-stata rimossa. Infine, nel giorno dell’Ascensione in cielo, egli disse, come lo riporta Luca nel suo Vangelo, «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto, e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento e il perdono dei peccati a tut-te le genti, cominciando da Gerusalemme» (Lc 24, 46-47). E come dice Mar-co, «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato» (Mc 16, 15-16). Si troverà che questo incarico è la chiave di lettura di tutta la narrazione che ci sta dinanzi. Cioè, gli atti degli apostoli in essa riportati sono l’adempimento dei suoi termini e la migliore esposizio-ne del suo significato.

Gesù diede i suoi ordini mediante lo Spirito Santo. Egli ricevette lo Spi-rito senza misura e tutto ciò che fece fu nello SpiSpi-rito. Egli impartì anche una misura dello Spirito, prima di ascendere, agli Apostoli per aiutarli nella loro opera (Gv. 20, 22).

1, 3 Ai quali anche, dopo che ebbe sofferto sulla croce, si presentò vi-vente con molte prove. Gesù è un Salvatore vivi-vente; altrimenti non potrebbe esser un Salvatore, più di Socrate, Budda o qualsiasi altro saggio che morì.

Facendosi vedere da loro per quaranta giorni, li qualificò come testimoni oculari. Poiché gli apostoli devono apparire subito nella narrazione, atte-stando la risurrezione di Gesù, il nostro autore procede per sommi capi a in-dicare le loro qualifiche per questa testimonianza. Nell’ultimo capitolo del suo Vangelo Luca riporta alcune di queste prove, che non sono qui ripetute.

Poiché Gesù comparve loro in momenti diversi durante i quaranta giorni, i Vangeli riportano almeno undici apparizioni. Probabilmente ce ne furono altre. Comunque, in Atti si apprende un fatto nuovo, cioè che il tempo dalla risurrezione all’ascensione fu di quaranta giorni. Alcuni critici scettici consi-derano questo dettaglio un ricredersi da parte di Luca, in quanto sostengono che, nel Vangelo egli rappresenta Gesù come ascendente al cielo lo stesso

descrive una conversazione avvenuta nel giorno della risurrezione ed un’al-tra nel giorno dell’ascensione, senza annotare l’intervallo di tempo un’al-tra loro2; mentre qui, in Atti, egli precisa che c’era un intervallo di quaranta giorni.

L’ultima affermazione serve come schiarimento delle prime ma non le con-traddice. Egli parlava delle cose relative al regno di Dio, cioè di quell’espressione del governo di Dio tramite la sua Chiesa che stava per es-sere stabilita sulla terra.

1, 4 Per spiegare l’attesa degli apostoli in Gerusalemme dopo aver ri-cevuto il mandato di evangelizzare il mondo, e anche per fissare più de-finitivamente il tempo d’inizio del loro lavoro, lo storico ora cita una parte della conversazione che ebbe luogo nel giorno dell’ascensione. Alcuni com-mentatori hanno confuso quest’ordine con quello riferito più sopra (v. 2).

Ma, come abbiamo notato, quei comandamenti compongono l’incarico, men-tre questo è piuttosto una limitazione dell’incarico in riferimento al tempo e al luogo d’inizio. Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Ge-rusalemme. Perché proprio nella roccaforte dei suoi nemici? Gesù scelse questa città per più motivi,

Era là che egli era stato umiliato e ucciso, ma era anche là che il Signore risorto voleva essere proclamato la sua vittoria.

Fu a Gerusalemme che sarebbe stato predicato il suo vangelo per primo, e stabilito il suo regno.

Era a Gerusalemme che Gesù avrebbe donato lo Spirito Santo, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, “la quale”, egli disse,

“avete udita da me”. Molte profezie additavano questo avvenimento3 e Gesù stesso lo ribadiva spesso4.

Inoltre Isaia (2, 3-4) aveva precisato che Gerusalemme sarebbe stato il posto da cui sarebbe proclamata la parola di Dio per molti popoli.

1, 5 «Perché Giovanni battezzò sì con acqua», ed essi avevano ricevuto questo battesimo, ma questo non li qualificava sufficientemente per la gran-de opera che egli aveva in mente. «Ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni». La promessa del Padre, ribadita da Gesù, è la promessa dello Spirito Santo, che Gesù promise loro nella notte del tradi-mento5. Sul significato dell’espressione, “battezzati con lo Spirito Santo”,

1 Renan, Apostoli, pag. 20; Meyer, in loco.

2 Lc. 24:43,44-51; oppure 24:43-49, 50-53.

3 Gio. 2:28; Zc. 2:10; Mt. 3:10.

4 Lc. 24:49; Mt. 10:20; Gv. 14:16.

5 Gv. 14:26; 15:26-27; 16:12-13

babilmente suggerita dalla ben nota dichiarazione del Battista, “Io vi bat-tezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco” (Lc. 3, 16).

Nel documento INTRODUZIONE ATTI DI APOSTOLI (pagine 22-25)