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Quarta parte: alcune idee in materia di organizza-

3.2 Il tavolo 8 sul lavoro penitenziario

3.2.4 Quarta parte: alcune idee in materia di organizza-

La quarta parte conclude la relazione nale del tavolo 8 mettendo in evidenza alcune criticità dell'organizzazione del sistema di lavoro per la cui soluzione non sarebbero necessari degli interventi normativi.

In primis, si segnala che tra le maggiori dicoltà allo sviluppo del lavoro negli istituti penitenziari vi è la incompatibilità tra il regime carcerario e le regole della produzione a cui si aggiunge la mancata separazione tra detenuti denitivi e detenuti in attesa di giudizio e ancora tra detenuti con condanne lunghe e detenuti con condanne brevi. Si è ipotizzata, quindi, una diversicazione e distribuzione delle lavorazioni che tenga conto del

livello di professionalità e del turn-over tra i vari istituti. Le lavorazioni complesse andrebbero adate ad istituti con una popolazione stabile; al contrario quelle meno complesse ad istituti con minore stabilità. Si potrebbero trasferire i detenuti, previo loro consenso, in istituti dove ci sono lavorazioni adeguate alle loro competenze ed inne si potrebbero creare apposite "sezioni lavoranti" a custodia attenuata per facilitare la mobilità dei detenuti e agevolare le esigenze della produzione.

Si potrebbe inne rimuovere, per la categoria dei lavoratori detenuti, il limite di età previsto dalla legge per l'impiego con il contratto di apprendi- stato cosi che si otterrebbe il duplice eetto di somministrare formazione e dare lavoro ma a condizioni vantaggiose per il datore ( amministrazione penitenziaria o datore privato) a cui tale rapporto di lavoro costereb- be meno sia dal punto di vista retributivo che previdenziale senza con ciò privare il lavoratore detenuto dei propri diritti perchè ne avrebbe in ogni caso un benecio dato proprio dal fatto di aver acquisito compe- tenze spendibili in futuro e di avere, nell'immediato, una paga anche se parzialmente inferiore.

Un giudizio nale sulla esperienza degli Stati Generali non può esimersi dal riconoscere che è stata una esperienza di grande respiro per i cui ef- fetti bisognerà attendere quantomeno la concretizzazione del disegno di legge delega rispetto al quale gli Stati generali si sono posti, come abbia- mo detto più volte, in funzione strumentale. Si è acutamente osservato che non mancheranno ostacoli, passaggi a vuoto, risultati non del tutto soddisfacenti e non per ultime le resistenze politiche e culturali8. Ma ciò che è importante è che di carcere e di esecuzione penale se ne sia par- lato a lungo e a tutti i livelli. È importante che si sia gettata una luce sulll'istituzione carcere troppo spesso relegata nell'ombra da una società che colpevolmente relega il carcere e i detenuti ai margini. La conoscenza dell'universo carcerario e della esecuzione consente di capire e conoscere e di rifuggire da letture semplicistiche incentivate da slogan securitari. Bisogna far passare l'idea che il carcere non è aatto il problema ma la soluzione: l'umanizzazione del carcere e il recupero dei condannati passa dalla realizzazione di una "idea di carcere" che n qui ha latitato. Il car- cere deve essere per il detenuto occasione di svolta e crescita attraverso un percorso di risocializzazione e reinserimento che deve fare del lavoro la propria pietra angolare.

Capitolo 4

L'impresa agricola del carcere

di Taranto e l'iniziativa per la

produzione della canapa

4.1 La nascita della impresa agricola

Nella Casa Circondariale di Taranto è stata istuita una impresa agricola nel contesto della quale sono state, e lo sarano nei prossimi anni, svilup- pate diverse importanti iniziative tra le quali trova posto quella inerente la coltivazione della canapa, di cui parleremo più approfonditamente nel prosieguo. In questa prima sezione l'attenzione sarà rivoltà alla genesi della impresa agricola che costituisce la concretizzazione di un protocollo di intesa tra il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell'Amministra- zione penitenziaria - Cassa Ammende - Direzione Generale Detenuti e trattamento e la Confederazione Generale dell'Agricoltura Italiana del 13-05-2015. L'obiettivo di tale protocollo è quello di favorire in ambito locale lo sviluppo di imprese agricole su territori di pertinenza dell'Am- ministrazione ceduti in comodato gratuito ad aziende agricole per creare opportunità di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti nel setto- re agricolo prevedendo l'assunzione di almeno alcuni detenuti da parte dell'impresa1. Tale protocollo si pone in linea con l'articolo 27 comma

1Una conferma proviene dalla nota n.0269466 del 31.07.2015 del Capo del Diparti-

mento dell'Amministrazione Penitenziaria avente ad oggetto 'l'attivazione di tenimenti agricoli presso gli Istituti Penitenziari con contratti di comodato, per l'utilizzo di terre- ni esterni al demanio dello Stato, ubicati nei pressi dei complessi penitenziari' con cui si invitano i direttori delle strutture penitenziarie a 'promuovere e sviluppare progetti ed opportunità lavorative che consentano alla popolazione detenuta concrete opportu- nità lavorative intramoenia, con competenze professionali utilmente spendibili a ni di un auspicabile reinserimento socio-lavorativo'

terzo della Costituzione il quale prevede che "le pene non possono con- sistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato" e con l'articolo 20 comma primo dell'O.P. il quale specica che "negli istituti penitenziari devono essere favorite in ogni modo la destinazione dei detenuti e degli internati al lavoro e la loro partecipazione ai corsi di formazione professionale".

L'avvio della iniziativa è stato possibile in ragione della presenza presso la Casa Circondariale di Taranto di appezzamenti di terreno situati nel- la zona di intercinta di estensione di circa due ettari che un sopralluogo di tecnici di Confagricoltura ha ritenuto idonei al raggiungimento degli obiettivi ma anche in virtù della presenza di detenuti potenzialmenti av- viabili ad un percorso di formazione professionale e inserimento agricolo, in regime di articolo 21 O.P.

Sulla base di queste premesse la Casa Circondariale di Taranto ha presen- tato una proposta progettuale di riconversione e successiva coltivazione dei terreni agricoli adiacenti alla stessa2. Tale proposta conteneva in al- legato un prospetto analitico inerente una stima dei costi necessari alla riconversione ed alla successiva coltivazione dei terreni: nello specico l'importo necessario richiesto era di 121.129,62 euro, al netto IVA, di- versamente ripartito tra costi per attività di formazione, per interventi su immobili dell'amministrazione, per acquisto di fattori produttivi a fe- condità semplice e ripetuta, per spese generali. Il progetto dovrebbe svilupparsi nell'arco temporale di 24 mesi e aonda le radici, come si leg- ge nella proposta progettuale, nelle specicità del tessuto economico del territorio tarantino nonchè delle province ad esso limitrofe caratterizzato da una vocazione tradizionalmente agricola.

Alla base del progetto vi è una proposta di previa formazione teorica dei detenuti sulle comuni pratiche agricole di cui si è occupato l'Istituto Agra- rio della città in partenariato con la sede di Confagricoltura di Taranto. La proposta prevede l'impiego nelle lavorazioni di 10 detenuti assicurato dalla cooperativa sociale di tipo b "Noi e Voi". Si è previsto che a tale cooperativa sia demandata l'assunzione della popolazione detenuta e la gestione dei cicli produttivi sotto il coordinamento della locale sede di Confagricoltura. Quest'ultima si è anche impegnata ad assicurare il col- locamento delle produzioni agricole sul mercato e dunque la sostenibilità commerciale del progetto, grazie ad accordi di liera con gli operatori della grande distribuzione organizzata, in particolare, con le catene di supermercati a marchio "Conad" ed "Auchan".

Nella proposta progettuale si specica che nell'arco di un quadriennio, una volta che le produzioni agricole saranno a regime, potrebbero essere classicate e collocate sul mercato come biologiche grazie ad una certi- cazione rilasciata dall'Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi che è partner della iniziativa.

A questo punto della illustrazione del progetto si fa riferimento all'espe- rienza pilota in Italia della coltivazione della canapa che è stata inserita fra le colture a rotazione e per la quale in data 29.04.2016 si è provveduto, senza alcun onere a carico dell'amministrazione, ad eseguire le operazioni di semina all'interno della zona detentiva e del muro di intercinta per una supercie complessiva di circa 3000 m² È il caso qui di precisare che dei due ettari complessivamente a disposizione si è deciso, come riferi- to personalmente dalla Direttrice Baldassari, di destinare mezzo ettaro a colture a rotazione e la restante parte per un progetto in eri, in at- tesa delle relative autorizzazioni, che dovrebbe vedere l'impianto di una particolare tipologia di vite autoctona in via d'estinzione. Tornando alla canapa bisogna aggiungere che questa verrebbe utilizzata per la realiz- zazione della materia prima richiesta nel settore tessile, dell'edilizia ma anche alimentare; prodotto il cui collocamento sul mercato sarebbe assi- curato dalla ditta Southemp s.r.l. Nel mese di settembre, corrente anno, si provvederà alla raccolta della pianta e successiva lavorazione. L'analisi approfondita della tematica sarà arontata nelle successive sezioni. È opportuno, ai ni della nostra analisi, precisare anche che il Provve- ditore regionale per la Puglia e la Basilicata con protocollo n.22737 del 20 giugno 2016 ha espresso parere positivo alla suddetta proposta e ha richiesto alla Cassa delle Ammende di considerare l'assegnazione di fondi pari a 57.531,54 euro per l'acquisto dei fattori produttivi per l'avvio delle attività progettuali ferma restando, scrive il Provveditore, l'individua- zione dei costi da sostenere da parte dei partner per il conanziamento dell'iniziativa.

4.2 Gli aspetti amministrativi, contabili e scali