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Questionario per gli Ordini e le Agenzie Formative

-UNA RICERCA SULLA SUPERVISIONE

II.2 GLI STRUMENTI DEL PERCORSO

II.2.1 Questionario per gli Ordini e le Agenzie Formative

L’approfondimento teorico e documentario, che ha avuto valore di “ricerca di sfondo” ci ha permesso di definire, almeno in prima battuta, i concetti relativi al tema della ricerca ed i nodi attorno ai quali sono state strutturate le nostre indagini.

E’ stata effettuata una prima panoramica sulle esperienze italiane esistenti attraverso la somministrazione di un questionario a tutti gli Ordini Nazionale e Regionali ed alle Associazioni di categoria ( Associazione Nazionale Servizio Sociale, Associazione Italiana Docenti di Servizio Sociale, Sindacato Unitario Nazionale Assistenti Sociali ). Essa ha un duplice scopo :

1) avere una prima fotografia delle esperienze esistenti in Italia e delle opinioni in merito da parte delle voci “ufficiali” della professione;

2) ottenere informazioni circa l’entità e la dislocazione di esperienze e persone cui poter fare riferimento per la rilevazione.

Il questionario postale, a domande aperte, chiede informazioni sull’esistenza di esperienze recenti o attuali di supervisione in servizio, su chi sono i supervisori, sull’esistenza o meno di corsi di formazione dei supervisori. ( v.allegato n°1)

La scelta di un questionario postale a domande aperte deriva da riflessioni di ordine metodologico e di tipo economico : il questionario a domande aperte infatti può essere immaginato come uno strumento a cavallo tra qualità ( capacità conoscitiva del punto di vista dell’intervistato ) ed essendo la redazione e l’ordine delle domande esattamente uguale per tutti gli intervistati, quantità (possibilità di giungere alla costruzione di “matrici di dati” (vedi.allegato 2)

II.2.2 Intervista e Questionario ai Supervisori.

Una delle domande del questionario somministrato agli Ordini ed alle Agenzie formative riguarda la conoscenza da parte di questi, di professionisti o agenzie pubbliche o private che forniscono supervisione in servizio agli assistenti sociali nel nostro Paese.

Accanto ad altri preziosi dati, abbiamo potuto accedere a molti nominativi di Supervisori, che negli ultimi dieci anni hanno effettuato supervisioni ad assistenti sociali in servizio, nelle loro regioni.

Ne è emerso un elenco di circa sessanta professionisti, alcuni dei quali sono nomi estremamente significativi nell’ambito dell’elaborazione teorica e della formazione del Servizio Sociale.

Abbiamo ottenuto quindi un campione di supervisori rappresentato dalla totalità dei nominativi fornitaci dai vari Ordini regionali ( campionamento a valanga o snow-ball). Possiamo quindi affermare che non si tratta della selezione di un campione, quanto piuttosto di una scelta degli interlocutori ( nel nostro caso tutti segnalati da Organismi rilevanti all’interno della comunità, alla quale la ricerca è diretta), operata sulla base della significatività dell’esperienza e della collocazione dei soggetti da intervistare relativamente alla più ampia finalità dell’indagine, come pure in ordine alla loro posizione nel contesto di studio.

Appoggiandoci alla tripartizione individuata da Gordon ( 1975:187-189) che classifica in tre tipi generali gli interlocutori destinati ad una intervista ( chiave, privilegiati, significativi) possiamo affermare che il nostro campione appartiene alla categoria del tipo privilegiato o meglio “specializzato”. Questa definizione intende qui una persona che dà informazioni “specialistiche”, cioè direttamente rilevanti per gli obiettivi dello studio, scelta sulla base della sua posizione strategica nella comunità scientifica di appartenenza, gruppo o istituzione oggetto di studio.( G.Gianturco 2005 98-99)

Si è pensato quindi, anche per motivi strettamente di efficienza , di suddividere il campione in due sottogruppi : tale suddivisione deriva dalla cronologia, attraverso la quale si sono potuti acquisire i nominativi da parte degli Ordini regionali.

Ai primi supervisori segnalati è stata proposta una intervista vis à vis, mentre agli altri è stato somministrato un questionario da autocompilare.

L’intervista è articolata in quattro sezioni, con domande aperte, riguardanti : -esperienze di supervisione fatte ed in atto;

-stima, in prospettiva, del fabbisogno di supervisione per gli assistenti sociali -problemi e prospettive circa la formazione dei supervisori

-opinioni su nodi problematici

Abbiamo pensato a questo tipo di intervista semistrutturata focalizzata su un determinato argomento o standardizzata non programmata che prevede una gestione della relazione di intervista flessibile e con una bassissima direttività.

Essa “ concede ampia libertà all’intervistato ( gestione dell’ordine ed eventualmente dell’approfondimento delle domande/stimoli) ed intervistatore ( ampiezza della risposta e del racconto, inserimenti di altri elementi non previsti dallo stimolo..) garantendo nello stesso tempo che tutti i temi rilevanti siano discussi e che tutte le informazioni necessarie siano raccolte” (Corbetta,1999:415)

Questa opzione ci è stata suggerita proprio dalla tipologia delle persone, che siamo andati ad intervistare : professionisti esperti, che accanto alle informazioni necessarie alla ricerca potevano fornire ampi ed approfonditi commenti al fenomeno, oggetto di studio, in generale.

Non si tratta infatti, di un semplice elenco di argomenti, ma di una struttura ramificata in cui ogni argomento è suddiviso in temi e ogni tema in sotto-temi, con la possibilità di procedere ulteriormente nella scomposizione fino a raggiungere il livello di specificità richiesto dalle finalità conoscitive da perseguire.

I supervisori raggiunti con l’intervista, la cui traccia con temi e sottotemi ( vedi allegato 3) è stata anticipata per posta elettronica, sono stati 18.

Abbiamo poi raggiunto con un questionario postale da autocompilare, anticipato da un contatto telefonico, altri 42 supervisori.

Il questionario (vedi allegato 4) è stato formulato mantenendo gli stessi obiettivi conoscitivi dell’intervista, utilizzando domande chiuse, domande aperte e scale di valutazione, onde ottenere la possibilità di un minimo di standardizzazione dei risultati e contemporaneamente lasciare spazio ad opinioni ed osservazioni utili ad una più ampia conoscenza dell’oggetto indagato.

Il questionario è diviso in cinque sezioni, che riguardano: -modalità irrinunciabili, atteggiamenti

-opinioni su nodi problematici ( posizione del supervisore, funzioni della supervisione) -esperienze di supervisione fatte ed in atto (sottotemi: condizioni e contesto,contenuto della supervisione,modalità della supervisione, riferimenti teorici)

-riflessioni e commenti sulle esperienze ( fattori ostacolanti e favorevoli, obiettivi generali, stima, in prospettiva, del fabbisogno di supervisione per gli assistenti sociali)

-problemi e prospettive circa la formazione dei supervisori ( esperienze del supervisore, competenze indispensabili, luoghi e modalità dei percorsi formativi)

I nodi che si sono voluti indagare sono emersi, e dalla rilevazione teorica effettuata come ricerca di sfondo, e dagli stimoli derivanti dai questionari destinati agli Ordini e alle agenzie formative.

Il questionario è stato utilizzato dopo essere stato “provato” nella fase di pre-test con alcuni assistenti sociali esperti di supervisione, che si sono prestati a testare la sua affidabilità.