FASE ANALITICA DELLA RICERCA
TABELLA RIASSUNTIVA DATI ORDINI REGIONALI
III.2.4 SEZIONE 4 -STIMA IN PROSPETTIVA, DEL FABBISOGNO DI SUPERVISIONE PER GLI ASSISTENTI SOCIALI
La grande maggioranza degli intervistati ha affermato che, in prospettiva futura, gli assistenti sociali avranno sempre più bisogno di supervisione( vedi domanda n°1, sez.4) :
opinioni sul bisogno futuro di supervisione n°SV %SV
sì, ci sarà bisogno 37 88
no, non ci sarà bisogno 0 0
non so 5 12
tot. 42 100
I motivi vanno ricercati (vedi domanda n°2, sez.4) nella crescente complessità del lavoro sociale e degli ambiti organizzativi con relativa richiesta di maggiori abilità professionali ( 14/42 SV), ma anche nel fatto che questo tipo di professione coinvolge sul piano relazionale ed emotivo, logorando le persone (6/42 SV).
Le turbolenze ambientali, in termini di domanda e di organizzazione, impongono quindi una costante supervisione (4/42 SV).
Alcuni supervisori hanno rilevato inoltre una certa discrepanza tra quella che è la formazione di base degli assistenti sociali e la pratica professionale, nonostante la presenza del tirocinio, che in alcune facoltà ha però perso notevolmente di rilevanza, e quindi la supervisione, come la formazione permanente, diventano assolutamente necessarie
( 5/42 SV).
Gli assistenti sociali risentono, nelle organizzazioni, di una identità debole e troppo spesso non utilizzano i saperi loro propri e si rifugiano “nel fare”, lasciando poco spazio alla riflessione( 4/42SV).
Durante l’inserimento lavorativo, l’assistente sociale ha bisogno, come succedeva nel passato, agli albori della professione, di essere sostenuto e guidato da un supervisore esperto ( 4/42SV).
I temi-problemi attorno ai quali la supervisione si farà più necessaria (vedi domanda n° 2,
sez.4)saranno:
temi sui quali la supervisione si farà necessaria n°SV %SV
lavoro organizzativo, amministrativo ed istituzionale 12 28
lavoro inter-professionale 10 24
gestione del caso 8 19
lavoro di rete 5 12
emergenze sociali 5 12
tutela minorile 2 5
rapporto pubblico-privato 2 5
documentazione 2 5
area penale, salute mentale, lavoro di comunità…. 1 2
tot. temi/ n°SV 47/42
Molti supervisori hanno evidenziato come la sempre maggior complessità del lavoro organizzativo, amministrativo ed istituzionale che vede gli assistenti sociali sempre più coinvolti ( come previsto dalla L.328/2000) necessitino di un costante approfondimento e monitoraggio del lavoro professionale.
Molti intervistati hanno affermato che spesso gli assistenti sociali chiedono la supervisione in un momento di crisi professionale, o magari personale, o di impasse e così ci siamo chiesti se ,attorno a questa pratica vi sia consapevolezza sia da parte loro, che da parte degli Enti committenti.
Sulla consapevolezza degli assistenti sociali del loro bisogno di supervisione (vedi
domanda n°3, sez.4), i supervisori hanno risposto :
consapevolezza AASS n°SV %SV
si, sono consapevoli 26 62 no, non sono consapevoli 11 26
non so 5 12
tot. 42
I sostenitori della poca consapevolezza degli assistenti sociali hanno addotto una scarsa conoscenza della prassi della supervisione, quando non addirittura una confusione o sovrapposizione con la formazione costante o la consulenza.
consapevolezza Enti n°SV %SV
si, sono consapevoli 5 12 no, non sono consapevoli 34 81
non so 3 7
tot. 42
I supervisori hanno motivato le loro affermazioni adducendo che, frequentemente, i dirigenti degli Enti, non sono assistenti sociali e spesso non conoscono in profondità le problematiche sottese alla professione, né tanto meno la pratica della supervisione, come sostegno alla professionalità stessa.
II supervisori intervistati, riguardo ad una espansione dell’attività di supervisione (vedi
domanda n°5, sez.4), ritengono che :
espansione della supervisione n° %
si 24 57
no 3 7
non so 15 36
tot. 42
Coloro che sostengono l’espansione credono che la complessificazione sociale sia in continuo aumento, con le problematiche ad essa relative e che quindi gli operatori sociali dovranno, in futuro, essere necessariamente sempre più formati e sostenuti nel loro lavoro.
Altri pongono l’accento sulle risorse di tipo economico, che sono spesso state ridotte per quanto riguarda l’ambito sociale, mettendo a repentaglio lo sviluppo della professione stessa, che si è vista negata, in molti casi, la possibilità di operare con risorse adeguate.
In generale comunque si ritiene che la difficoltà di espansione della supervisione (vedi
domanda n°6, sez.4 ) possa venire imputata a:
problemi di ordine economico
valutazione 1 2 3 4 5
frequenze 0 0 8 19 15
mancanza di consapevolezza da parte degli operatori
valutazione 1 2 3 4 5
frequenze 15 18 7 2 0
mancanza di consapevolezza da parte dei dirigenti
valutazione 1 2 3 4 5
frequenze 0 2 6 13 21
mancanza di disponibilità di supervisori
valutazione 1 2 3 4 5
frequenze 24 12 3 3 0
Ne deriva il quadro seguente:
motivazioni della difficile espansione della supervisione Frequenze
per valore indice problemi di ordine economico
175/210* 0,83 mancanza di consapevolezza da parte degli operatori
80/210 0,38 mancanza consapevolezza da parte dei dirigenti
179/210 0,85 mancanza di disponibilità di supervisori
69/210 0,32
Cause difficile espansione supervisione problemi di ordine economico mancanza di consapevolezza operatori mancanza consapevolezza dirigenti mancanza disponibilità supervisori
Come risulta evidente, per i nostri intervistati, sono i problemi di ordine economico e la mancanza di consapevolezza da parte dei dirigenti a rendere maggiormente difficoltosa l’espansione della supervisione nel nostro Paese.
Si è poi chiesto ai supervisori quali potrebbero essere le modalità per sensibilizzare gli assistenti sociali al buon uso della supervisione (vedi domanda n°7, sez.4) ed abbiamo ottenuto le risposte seguenti:
modalità per sensibilizzare gli AASS alla supervisione n°SV %SV
sensibilizzazione alla supervisione già dalla formazione di base 14 33 documentazione delle esperienze su riviste specializzate 9 21
convegni, eventi e seminari a tema 8 19
attraverso azioni mirate da parte dell’Ordine 5 12 rendere obbligatoria la supervisione e la formazione continua,
per contratto 2 5
attraverso una buona supervisione di tirocinio che sia
propedeutica a quella in servizio 2 555 5 sottolineando l’importanza di investire in proprio per la
professione 2 5
tot. risposte/tot.SV 42/42
Molti supervisori ritengono che un buon approccio alla supervisione didattica, durante il percorso di studi di base, potrebbe porre le basi per una buona conoscenza, e conseguentemente un buon utilizzo della supervisione in servizio. Importante sarebbe poi documentare i vari percorsi di supervisione, per promuoverne una conoscenza concreta.
Per quanto riguarda invece gli Enti (vedi domanda n°7, sez. 4), essi potrebbero essere sensibilizzati attraverso:
modalità per sensibilizzare gli Enti alla supervisione n°SV %SV
documentazione del miglioramento della qualità del lavoro 11 26 dimostrando che la supervisione è un investimento in
termini di efficienza ed efficacia 10 24 dimostrando che attraverso la supervisione si riduce la
cronicità delle situazioni 8 19
promuovendo ricerche sugli esiti 3 7
facendo conoscere agli Enti cosa sia veramente la
supervisione 2 5
dimostrando che la spesa anticipata dà frutti, in seguito 1 2
tot.risposte/ n°SV 35/42
Chiaramente gli Enti sono sensibili ai risultati in termini di efficienza e di efficacia e la migliore forma di sensibilizzazione sarebbe quella di dimostrare il miglioramento della qualità del lavoro, come ricaduta positiva della pratica della supervisione.
Questo implica l’utilizzo di strumenti di valutazione, purtroppo non ancora molto in uso nei nostri servizi sociali.
Le sedi formative possono invece essere sensibilizzate come segue:
modalità per sensibilizzare le Sedi Formative alla
supervisione n° SV %SV
argomentando che la supervisione dà una immagine più
prestigiosa della professione, rafforzandola 9 21 argomentando che può stimolare la ricerca 8 19 argomentando che può promuovere l'elaborazione di
modelli applicativi 5 12
argomentando che può promuovere la riflessione
professionale 5 12
che amplia lo scenario formativo, allargando la cultura
professionale 5 12
…le sedi formative sono lontane dal mondo del lavoro.. 2 5
Le motivazioni che i supervisori intervistati addurrebbero per sensibilizzare i servizi e le organizzazioni ad investire nella supervisione sono le seguenti:
motivazioni da addurre per la sensibilizzazione alla
supervisione n°SV %SV
aumento dello standard della qualità del lavoro 12 28 evitamento dei corto-circuiti, bourn-out degli operatori 8 19
soddisfazione dell’utenza 6 14
riduzione della cronicità delle situazioni e dei bisogni
assistenziali 5 12
convenienza economica 5 12
miglior rapporto tra i servizi 4 10
stabilità dei servizi, idee nuove, capacità di valutazione e
autovalutazione 4 10
tot.risposte/ n°SV 44/42
Si è chiesto poi se, rispetto alla sensibilizzazione e diffusione della supervisione, l’Ordine e le Associazioni professionali dovrebbero avere un ruolo (vedi domandan° 9, sez.4), ed abbiamo ottenuto:
ruolo Ordine e Associazioni
Professionali n°SV %SV
si 37 88
no 0 0
non so 5 12
42
Questo ruolo dovrebbe essere coperto attraverso la predisposizione di elenchi di supervisori accreditati e la tutela della qualità della supervisione, attraverso costanti controlli: sarebbe quindi necessario creare un Albo di supervisori , che non sia uno strumento formale, ma che venga utilizzato a tutela degli assistenti sociali, sottoposti a supervisione. Secondo alcuni degli intervistati la definizione del profilo del supervisore, a tutela della professione, è compito congiunto dell’Ordine dell’As.Na.S. (Associazione Nazionale Servizio Sociale) e dell’A.I.Do.S.S.( Ass.Italiana Docenti di Servizio Sociale). Sarebbe inoltre necessario stimolare le sedi formative sia intra che extra universitarie, alla creazione di percorsi specifici per gli assistenti sociali, che vogliono diventare supervisori. L’Ordine Nazionale e quelli regionali dovrebbero poi incentivare la supervisione presso ogni singolo Ente, proponendo progetti, prendendo contatti con i dirigenti e con gli
operatori (queste note sono tratte dalle interviste effettuate ai supervisori e dalle risposte
ai questionari alla domanda n°10, sez.4)
III.2.5 SEZIONE 5- PROBLEMI E PROSPETTIVE CIRCA LA FORMAZIONE DEI