Da Serie Ospedaliera (1963 – 1965), in Serie Ospedaliera, in A. Rosselli,
L’opera poetica, Milano, Mondadori, 2012. Due strofe: la prima di diciotto versi e
l’ultima di un solo verso. La lunghezza dei versi varia dalle quindici sillabe dei versi 5 e 7, alle quattordici dei versi 9 e 17, alle tredici dei versi 1, 2, 3, 8, 11, 12, 13 e 15. I versi restanti sono endecasillabi.
1 Questo giardino che nella mia figurata mente sembra voler aprire nuovi piccoli orizzonti alla mia gioia dopo la tempesta di ieri notte, questo giardino è bianco 5 un poco e forse verde se lo voglio colorare
ed attende che vi si metta piede, senza fascino la sua pacificità. Un angolo morto una vita che scende senza volere il bene in cantinati pieni di significato ora 10 che la morte stessa ha annunciato con
i suoi travasi la sua importanza. E nel travaso un piccolo sogno insiste d’esser ricordato – io con la pace quasi grida e tu non ricordi le mie solenni spiagge! 15 Me è quieto il giardino – paradiso per scherzo
di fato, non è nulla quello che tu cerchi fuori di me che sono la rinuncia, m’annuncia da prima doloroso e poi cauto nel suo
vv. 1 – 4, Questo giardino che nella mia figurata mente sembra voler aprire
nuovi piccoli orizzonti alla mia gioia dopo la tempesta di ieri notte: una psiche che
immagina, figura, crea, non percepisce la realtà per quel che è, ma ne ridefinisce i contorni, la ricrea, la trasforma. Ampollosità, ristagno, pienezza nella doppia occlusiva labiale sorda /p/. La /m/ ripropone il desiderio di fusione materna. La /k/ iniziale accentua «il rigetto, la pulsione di distruzione»1. Il nesso /f – r/ indica lotta o
avversione2. Le /s/ e le /ʦ/ marcano la tensione, l’aggressività3. La /ʤ/ «fa sì che domini
la quiete e impone una connotazione di godimento»4. La relativa ha per soggetto questo
giardino, personaggio apparso anche nel componimento precedente. Come se l’atto
fosse cambiato, e sul palcoscenico si assistesse ora alla performance di questo attore. La sequenza sintattica è formata da SN + SN + SV + SN + SN + SN.
vv. 4 – 7, questo giardino è bianco un poco e forse verde se lo voglio colorare
ed attende che vi si metta piede, senza fascino la sua pacificità: la occlusiva labiale
sonora /b/ trasporta sulla carta il desiderio di fecondità, di parto, di gravidanza. Stallo fortissimo nella doppia occlusiva dentale sorda /t/, ripetuta ben quattro volte. La /f/, la /v/ e la /ʧ/ «fanno sì che domini la quiete e impongono una connotazione di godimento»5. La /ʃ/ indica euforia, piacere6. La costruzione sintattica è formata da SN +
SV +SN + SV + SV + SV + SN + SN.
vv. 7 – 11, Un angolo morto una vita che scende senza volere il bene in cantinati
pieni di significato ora che la morte stessa ha annunciato con i suoi travasi la sua importanza: le sibilanti trascinano l’impulso negativo. La vita dell’Io lirico scende senza
volere alcun bene. La /g/ e la /k/ accentuano «il rigetto, la pulsione di distruzione»7.
1 Ivi, p. 234. 2 Ivi, p. 228. 3 Ivi, p. 232. 4 Ivi, p. 236. 5 Ivi, p. 236. 6 Ivi, p. 232. 7 Ivi, p. 234.
La /ʃ/ indica euforia, piacere8. La /v/, la /ɲ/ e la /f/ «fanno sì che domini la quiete e
impongono una connotazione di godimento»9. La /m/ e la /n/ indicano inferiorità,
debolezza, collera10. La struttura sintattica è formata da SN + SN + SV + SV + SN + SN
+ SN + SN + SV + SN + SN. Gli impulsi qui espressi sono riconducibili ai referenti morte, vita, discesa – verso la malattia, il delirio, cantinati cioè i meandri vertiginosi della psiche ammalata.
vv. 11 – 13, E nel travaso un piccolo sogno insiste d’esser ricordato: la /t/ indica stallo, la /v/ e la /ɲ/ «fanno sì che domini la quiete e impongono una connotazione di godimento»11. La /k/ accentua «il rigetto, la pulsione di distruzione»12. La sibilante
marca la tensione, l’aggressività13. L’Io lirico si sdoppia in un piccolo sogno, quasi una
interpretazione onirica. La struttura sintattica è formata da SN + SN + SV + SV.
vv. 13 – 14, io son la pace quasi grida e tu non ricordi le mie solenni spiagge: l’ampollosità, il ristagno viene riproposto /p/. La /s/ marca la tensione, l’aggressività14.
La /ʤ/ «fa sì che domini la quiete e impone una connotazione di godimento»15. La
costruzione sintattica è formata da SV + SN + SV + SN. L’Io lirico scambia il proprio ruolo col giardino, trasformandosi in un Tu e lasciando all’interlocutore il ruolo di Io.
v. 15 – 19, Ma è quieto il giardino – paradiso per scherzo di fato, non è nulla
quello che tu cerchi fuori di me che sono la rinuncia, m’annuncia da prima doloroso e poi cauto nel suo crearsi quel firmamento che cercavo: la /ʤ/ e la /ʧ/ «fanno sì che
domini la quiete e impongono una connotazione di godimento»16. La /k/ accentua «il
rigetto, la pulsione di distruzione»17. La sequenza di occlusive nasali sonore /m/ e /n/
ripropongono il desiderio di fusione materna, così ripetuto che sembra un caotico
8 Ivi, p. 232. 9 Ivi, p. 236. 10 Ivi, p. 228. 11 Ivi, p. 236. 12 Ivi, p. 234. 13 Ivi, p. 232. 14 Ibidem. 15 Ivi, p. 236. 16 Ibidem. 17 Ivi, p. 234.
impulso viscerale. Firmamento: la costrittiva labiodentale sorda indica la necessità di una stretta fortissima, un abbraccio infinito, collegato al desiderio materno, alla famiglia, al calore che sembra oramai perduto. Il nesso /f – r/ indica lotta o avversione18.
La descrizione di un’esperienza onirica e nel travaso un piccolo sogno insiste
d’esser / ricordato: un giardino che sembra portare gioia, colorato di bianco come la
purezza e di verde come la speranza; i suoi cancelli sono aperti e pronti ad accogliere visitatori. Io son la pace quasi grida. Si tratta dell’immagine della clinica psichiatrica: un presunto paradiso per scherzo di fato, molto diverso dal turbamento interiore dell’Io lirico, che è la rinuncia. Forse la speranza della guarigione è presente, forse l’Io lirico crede davvero che qualcosa possa cambiare, che si possa uscire dal sovrastante nulla che lo caratterizza.