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5.4 – LA CINA DI XI JINPING

5.4.4 – IL RAPPORTO CON GLI USA E CON LA RUSSIA

Nonostante quanto fin qui detto, sul piano strategico la Cina continua attualmente a privilegiare la dimensione dei rapporti bilaterali. In tale contesto ricoprono particolare rilevanza le relazioni che la RPC intrattiene con Stati Uniti e Federazione Russa. Si è scelto di parlarne in questo capitolo, piuttosto che in quello dedicato alle relazioni estere, sia a causa della loro importanza sia per la loro attualità.

I rapporti diplomatici con gli Stati Uniti si fondano sui tre comunicati congiunti (1972, 1979, 1982) e rimangono improntati alla coesistenza tra collaborazione e competizione alla ricerca di quello che Xi Jinping ha definito “un modello relazionale ideale tra grandi potenze”. L’ex Presidente Obama ha gettato le basi per una cooperazione strategica a tutto campo nell’ambito di un nuovo “Dialogo

159 Si pensi che anche negli Stati uniti, dove l’Aiib è generalmente percepita come una sfida alla

propria egemonia, alcuni politici ne danno una valutazione positiva. Per esempio, James Woolsey, a capo della Cia dal ’93 al ’95, ha definito, all’interno di un articolo pubblicato dal Financial Times il 9 novembre del 2016, l’opposizione di Obama alla nuova istituzione, e il conseguente rifiuto di entrarvi, come un “errore strategico”.

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Strategico ed Economico”160. Questo Dialogo appare caratterizzato da un approccio

sempre più improntato alla ferma tutela dei rispettivi interessi fondamentali e da una sorta di “diffidenza strategica” tra le parti sulle questioni più sensibili: la riforma della governance economica globale; la concezione dei diritti umani; la competizione geopolitica nel pacifico. Le prese di posizione degli Stati Uniti sui contenziosi del Mar Cinese Meridionale e Orientale e a favore dei propri alleati regionali (si legga in particolar modo Giappone) confermano, agli occhi di Pechino, la natura di contenimento anti-cinese della strategia di politica estera americana. Il rapporto bilaterale riappare in fase di riassestamento dopo l’insediamento a Washington del nuovo Presidente Trump. Quest’ultimo ha subito assunto forti prese di posizione contro alcune pratiche commerciali cinesi ritenute sleali, accusando la Cina di essere una “manipolatrice di valuta”. Pechino inoltre non ha gradito la telefonata di congratulazioni che, nel novembre 2016, all’alba delle elezioni presidenziali, è intercorsa tra Trump e la Presidente Taiwanese Tsai Ing-wen, nonché alcune successive dichiarazioni dello stesso Presidente americano che sembrerebbero mettere in dubbio il principio della One China Policy a cui Washington si attiene formalmente sin dal 1972161.

L’atteso incontro tra Trump e Xi, tenutosi in Florida il 6 e 7 aprile del 2017, è servito a porre le basi per l’avvio di un’intesa personale tra i due leader e per il raggiungimento di un accordo in merito alle regole del gioco e agli interessi comuni. In agenda, oltre ai rapporti economico-commerciali, sono stati trattati il dossier nordcoreano e quello dei Mari Cinesi. I due Presidenti hanno concordato sull’espansione delle aree di collaborazione, in un’ottica di reciproco rispetto nella gestione delle divergenze, e hanno rivisto profondamente l’architettura del loro dialogo bilaterale. Superata la complessa rete del Dialogo Strategico ed Economico della precedente amministrazione Obama, la nuova strategia sarà semplificata e incentrata su quattro macro aree: diplomazia e sicurezza; economico-commerciale;

cyber e law enforcement; dialogo socio-culturale. Sulla Corea del Nord, i due

160 A completamento del Dialogo Economico e Strategico dell’era Bush.

161 Principio al quale Trump ha comunque confermato la sua piena aderenza in una telefonata con Xi

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Presidenti hanno riaffermato il loro impegno per la denuclearizzazione della penisola coreana e per sostenere e implementare il regime sanzionatorio nel confronti del regime nordcoreano. Su questo versante, la Cina continua a preferire soluzioni basate sul dialogo, mentre gli USA chiedono di rafforzare l’efficacia delle sanzioni e l’isolamento del Nord. Sul piano economico le discussioni si sono concentrate, per volere principalmente americano, sul bilanciamento delle relazioni commerciali, al momento notevolmente squilibrato a vantaggio del gigante asiatico. Il 21 giugno del 2017 è stata affrontata, in una riunione tenutasi a Washington, l’area diplomatica e di sicurezza162. Tra i temi affrontati, oltre al dossier nordcoreano, anche la questione del Mar Cinese Meridionale (sulla quale gli americani continuano ad rimanere scettici riguardo all’impegno cinese in tema di demilitarizzazione delle aree contese), il contrasto al terrorismo, gli strumenti bilaterali di riduzione del rischio e i diritti umani. Il persistere di forti divergenze (in particolare sulle questioni Corea del Nord, Mar Cinese Meridionale e Taiwan163) potrebbe portare ad un drastico peggioramento del relazioni bilaterali tra questi due paesi. Il più recente incontro del 9 novembre 2017, a Pechino, tra Xi e Trump pare tranquillizzare su questo fronte. Il Presidente americano continua a sostenere di voler costruire relazioni ancora più forti tra Stati Uniti e Cina, e, in particolar modo dopo l’incoronazione di Xi al Congresso del PCC, ha alta stima del suo omologo cinese, che ha definito “quasi un re della Cina”. Anche il Presidente cinese sembra preferire Trump al suo predecessore che lo criticava, seppur con moderazione, sulla questione dei diritti umani.

Per quanto riguarda gli attuali rapporti con la Russia, i Presidenti Dmitri Medvedev e Hu Jintao firmarono, il 27 settembre del 2010, una dichiarazione congiunta che, nel commemorare il 65° anniversario delle fine della Seconda Guerra Mondiale, identificava nella comune partecipazione al conflitto “il fondamento dell’attuale partnership strategica di mutua cooperazione tra i due paesi”. In seguito, il Presidente Putin ha presenziato alle celebrazioni del 70° anniversario della fine

162 Tale incontro è stato co-presieduto dal Segretario di Stato americano Rex Tillerson e da quello alla

Difesa James Mattis, mentre da parte cinese vi erano il Consigliere di Stato Yanh Jiechi e il Capo di Stato Maggiore Fang Fenghui.

163 Il 28 giugno 2017 la Casa Bianca ha autorizzato la vendita di armi a Taiwan per un valore

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della Seconda Guerra Mondiale svoltesi a Pechino il 3 settembre 2015 e nel giugno dell’anno successivo ha visitato la Cina per la quarta volta, dal suo ritorno nelle vesti di Presidente, in occasione del 15° anniversario del trattato bilaterale di vicinato, amicizia e cooperazione; in quell’occasione furono firmate trenta intese164, tre

dichiarazioni congiunte165 e un comunicato166. I vertici cinesi attribuiscono una valenza strategica alle relazioni con Mosca. I due Paesi appaiono infatti economicamente complementari; la Russia è una grande riserva energetica bisognosa di investimenti e di infrastrutture, la Cina ha invece bisogno di esportare la propria sovrapproduzione e di diversificare il suo fabbisogno energetico. Dall’inizio di questo decennio Pechino è divenuto il primo partner commerciale di Mosca, con 95 miliardi di dollari di scambi raggiunti nel 2014, e con l’obiettivo di raggiungere la soglia dei 200 miliardi entro il 2020. Nell’evoluzione di questa relazione, inevitabilmente influenzata dalle dinamiche economiche interne e internazionali, il rapporto politico, definito di “eterna amicizia”, continua a svolgere un importante ruolo a sostegno delle necessità strategiche cinesi di bilanciare i rapporti con l’Occidente e per acquisire un sempre maggior peso nelle dispute regionali con Washington e i suoi alleati.

Sono passati dunque più di venti anni da quando Mosca e Pechino hanno scelto la strada della cooperazione strategica. Questi paesi hanno trovato il modo di superare le antiche dispute territoriali e hanno deciso di non intromettersi nelle scelte, talvolta discutibili, della controparte, in nome della condivisione di interessi economici e di sicurezza. La Cina, pur consapevole della diffidenza di fondo dei vertici politici russi, continua a riconoscere l’importanza della sua relazione con la Russia, e non la lascia sola contro le sanzioni che le sono state imposte in seguito alla crisi ucraina. Come ha affermato lo stesso Putin, mai nella storia dei rapporti tra Federazione Russa e RPC si è raggiunto un grado di fiducia così elevato.

164 Nei settori energia, infrastrutture, commercio, agricoltura e innovazione.

165 La Dichiarazione bilaterale, la Dichiarazione per il rafforzamento della stabilità strategica globale e

la Dichiarazione sulla cooperazione in campo spaziale.

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Un’affermazione importantissima per i futuri sviluppi economici e geopolitici globali.

Ciò che è certo è che nella competizione secolare tra Stati Uniti e Russia, c’è oramai un nuovo partecipante. Sia Washington che Mosca dovranno farsi un po’ più piccole e lasciare che anche la Cina entri nel gioco e potrebbero approfittarne per soddisfare i reciproci interessi. Al momento, “Cina, Stati Uniti e Russia sono le tre

pietre angolari dell’ordine mondiale. Pertanto, preservare un equilibrio strategico non gioverebbe soltanto a loro, ma al mondo intero, verso cui l’America, forse più di altri, ha un obbligo morale”167.

167 Hou Aijun, Cina-Russia-USA: Il triangolo possibile, trad. di Giulia Falato, in Cina-Usa, La sfida

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