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5.4.2 – IL XIX CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE: LA CINA DAL 2017 AL

5.4 – LA CINA DI XI JINPING

5.4.2 – IL XIX CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE: LA CINA DAL 2017 AL

Intanto, il potere di Xi Jinping continua a crescere irrefrenabilmente. Nel corso del XIX Congresso del PCC, tenutosi a Pechino dal 18 al 24 ottobre del 2017, Xi è stato rieletto alla guida di un secondo mandato quinquennale e, ancor più importante, il suo pensiero politico, ovvero il “pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” è stato inserito all’interno della Costituzione

148 Una particolarità delle purghe messe in atto da Xi Jinping è il fatto che sembra aver infranto un

altro tabù dell’ordine post-Tiananmen ovvero il principio secondo il quale il PCC solo raramente arrestava i familiari dei funzionari epurati con il pretesto della corruzione. Al contrario, gli avversari dell’attuale Presidente hanno visto mogli, figli e fratelli portati via dalla polizia e condannati a lunghi periodi di reclusione.

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del Partito comunista cinese. È il secondo uomo vivente a cui viene concesso tale onore, dopo Mao, considerando che il nome di Deng fu inserito nella Costituzione del Partito esclusivamente dopo la sua morte, nel 1997, mentre le teorie proprie dei due predecessori dell’attuale Segretario generale sono state inserite senza che si facesse alcun riferimento ai loro ispiratori. Le teorie di Xi Jinping diventano così linee guida per il Partito e per i suoi 89 milioni di membri, e verranno insegnate nelle scuole cinesi e propagandate dai media statali. Addio dunque al primus inter pares, poiché “quando sei l’ideatore di un nuovo pensiero, sei tu l’arbitro finale di cosa sia

giusto o sbagliato”149. In aggiunta a questo importantissimo passaggio storico, che renderà molto più difficile, addirittura incostituzionale, opporsi alla volontà del Segretario generale, il rafforzamento del potere di Xi deriva anche dalla rottura di quella tradizione non formalizzata che vuole che i leader cinesi designino il proprio successore al termine del primo mandato, così da essere pronti a cedergli le redini del paese una volta terminato il secondo. Al contrario Xi Jinping non ha rivelato il nome del suo successore, nominando all’interno del Comitato permanente del Politburo (i sette membri più potenti della leadership del partito, nonché tappa indispensabile per ogni aspirante Segretario generale), esclusivamente membri di età superiore ai sessant’anni, ovvero impossibilitati ad essere scelti per i prossimi due mandati da leader del partito150. In questo modo, si apre l’ipotesi di un terzo mandato di Xi Jinping alla scadenza di quello appena iniziato, nel 2022, o anche se formalmente egli lascerà il suo trono, è probabile che continui ad esercitare la sua influenza per lungo tempo, rimanendo dietro le quinte come fece anche Deng Xiaoping. Ciò che sarà fra cinque anni rimane per ora un mistero, ma le opzioni sono tre: si avrà un Xi Jinping Segretario generale per più di dieci anni; si avrà un nuovo Segretario generale troppo anziano per restare in carica per due mandati; si avrà un nuovo Segretario generale sufficientemente giovane ma senza una precedente esperienza nel Comitato permanente dell’ufficio politico.

149 L’affermazione è tratta da: Kuhn R. L., (2009) How China’s Leaders Think: The Inside Story of

China’s Reform and What This Means for the Future, John Wiley & Sons.

150 Come si è già accennato, i membri del PCC sono tenuti a ritirarsi dalla scena politica, o

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Quanto Xi è riuscito a fare non ha precedenti e significa che o i membri del Partito hanno superato il timore di derive personalistiche che aveva frenato simili ambizioni in precedenza, oppure Xi ha un tale ascendente sui suoi compagni da essere riuscito a piegare anche le resistenze di coloro che gli si opponevano, convincendoli della preferibilità di un potere accentrato e capace di realizzare un ambizioso progetto su scala nazionale ad una leadership collegiale esposta al rischio di veti incrociati che ne avrebbero compromesso l’efficienza. Da questo punto di vista, si potrebbe affermare che Xi è il nuovo Mao. Ma c’è anche chi non la pensa allo stesso modo. Alcuni politologi151 ritengono che il riconoscimento costituzionale del pensiero di Xi Jinping e la mancata indicazione di un successore non significhino che il Partito non stia pensando al dopo Xi, ma anzi, potrebbe significare che il Partito stia mettendo nelle mani del suo carismatico leader gli strumenti necessari per realizzare il progetto di una Cina prosperosa e che sarebbe impensabile senza lasciare gli giusti spazi al proprio leader. Le ambizioni globali cinesi possono, infatti, essere meglio realizzate da un governo che si sente sicuro a casa propria, un governo che non deve già pensare al fine del suo mandato e che quindi può negoziare, cooperare e scendere a compromessi senza apparire debole. Considerando le sfide che abbiamo in precedenza menzionato, affidare al proprio leader poteri quasi illimitati, affinché li usi per delineare la traiettoria che il paese dovrà seguire nel suo prossimo futuro, potrebbe essere la più semplice tra una lunga lista di difficili decisioni che il Partito si troverà di fronte.

Ciò che è certo, è che Xi Jinping ha ben chiaro in mente la direzione che il paese dovrà seguire. Nel discorso di apertura del XIX Congresso, che ha tenuto i delegati sulla sedia per circa tre ore e mezza, il riconfermato segretario ha dichiarato che la Cina è “entrata in nuova era” e ha esposto il suo programma punto per punto. Innanzitutto, è stata riaffermato lo sviluppo come priorità della governance di partito. Continueranno le riforme per sviluppare un economia socialista di mercato e promuovere uno sviluppo economico sostenuto. È imperativo, afferma Xi, sviluppare un’economia moderna, attuare riforme strutturali dal lato dell’offerta, migliorare

151 Si legga Tsimonis K., (2017), The Easiest Decision, https://cpianalysis.org/2017/10/25/the-

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qualità ed efficienza, elevare il fattore totale di produttività e accelerare la costruzione di un sistema industriale che promuova uno sviluppo coordinato dell’economia reale con l’innovazione tecnologica, la moderna finanza e le risorse umane. Il segretario ha poi parlato del sistema di governo cinese, ribadendo come la democrazia socialista della RPC sia la più ampia, genuina ed efficace forma di democrazia per salvaguardare gli interessi del popolo. Si dovranno allora migliorare le modalità attraverso le quale il Partito esercita il potere di governo per assicurare che sia il popolo a guidare effettivamente il paese, e al tempo stesso approfondire la partecipazione dei cittadini alla vita politica attraverso elezioni democratiche e consultazioni. A riguardo Xi Jinping fa anche riferimento alla Costituzione e alla necessità di salvaguardarne l’autorità. Per quanto riguarda la cultura, il Segretario ha sostenuto quanto sia importante sviluppare una cultura socialista con caratteristiche cinesi che tragga ispirazione dalla creatività culturale dell’intera nazione. Promette allora profonde riforme strutturale del settore culturale, le quali porteranno democrazia in campo artistico e della ricerca accademica. Verrà migliorato il sistema dei servizi culturali pubblici, verranno promosse sempre più attività culturali popolari, verrà modernizzata l’industria culturale, rafforzato lo scambio culturale con i paesi esteri e migliorata la capacità di dialogare con esse. In poche parole, Xi Jinping mira a rilanciare il soft power culturale cinese. Passando al sociale, il Segretario promette di sviluppare un sistema di educazione obbligatoria che vada di pari passo nelle aree urbane e in quelle rurali, dando particolare attenzione alle seconde. Verrà migliorato il sistema educativo prescolastico e si renderà l’educazione secondaria disponibile per tutti. Xi mette in programma anche una maggiore integrazione tra industria ed educazione cercando di una stretta cooperazione tra imprese e università. Alta priorità viene data all’impiego. L’obiettivo è quello di raggiungere il più basso livello di disoccupazione possibile rimuovendo quelle barriere istituzionali che bloccano la mobilità del lavoro, e far sì che entro il 2022 tutti i residenti rurali al di sotto della soglia di povertà riescano ad uscirne. Il Segretario propone, infine, una riforma del sistema sanitario, così da fornire a tutti cure di base di qualità e assistenza sanitaria, e sviluppare un sistema di

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gestione ospedaliera moderno ed efficiente. Xi ha anche parlato della riforma dell’esercito, a cui si è accennato in precedenza, sottolineando l’importanza del controllo del Partito sull’esercito e la necessità di modernizzarne teorie, struttura organizzativa, personale e armamenti, così da diventare, entro il 2035, una forza militare di prima classe. Verranno quindi incrementati gli investimenti per l’esercito, la marina militare, l’aviazione militare, le forze aerospaziali e quelle di supporto strategico, in modo da raggiungere la piena meccanizzazione e informatizzazione entro la fine del 2020. L’ambiente è un'altra tematica affrontata nel discorso del Segretario, il quale ritiene di fondamentale importanza sviluppare modi di vivere e di lavorare che aiutino a conservare le risorse e a proteggere l’ambiente. Il governo di Xi Jinping si impegnerà dunque nel promuovere consumi e produzione verde, uno sviluppo di tipo circolare, controllare l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e portare avanti progetti di ristrutturazione degli ecosistemi chiave. Per quanto riguarda la politica estera, “la Cina continuerà a tenere alta la bandiera della pace, dello

sviluppo, della cooperazione e dei mutui benefici e a sostenere il suo principale obiettivo di politica estera, ovvero quello di preservare la pace mondiale e promuovere il comune sviluppo”. A questo fine, il Segretario si è impegnato a

liberalizzare commercio e investimenti per rendere la globalizzazione economica ancora più aperta, inclusiva e bilanciata, così che tutti possano condividerne i benefici. La Cina, continua Xi, non perseguirà mai uno sviluppo che vada a spese degli altri, così come mai cercherà di raggiungere l’egemonia, ma, al contrario, promuoverà attivamente la cooperazione internazionale e supporterà le Nazioni Unite giocando un ruolo da protagonista negli affari internazionali. Infine, il segretario ha confermato le linee d’azione tenute finora sia in merito alle relazioni con Hong Kong e Macao, ovvero la politica del “un paese, due sistemi”, sia per quanto riguarda Taiwan, sottolineando l’importanza che ha per il popolo cinese la risoluzione di tale questione e riaffermando che la RPC non tollererà nessun affronto alla sua sovranità territoriale e nessuna attività separatista che vada a ledere gli interessi del popolo cinese.

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5.4.3 – LA NUOVA STRATEGIA DI POLITICA ESTERA: LA “BELT AND