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Rappresentazione contabile delle voci in S.P e C.E

CAPITOLO 6. La trasparenza contabile e l’OIC 32 in bilancio:

6.4. Risultati ottenuti e considerazioni finali

6.4.2 Rappresentazione contabile delle voci in S.P e C.E

La seconda macro-area di analisi è quella relativa la modalità con la quale le società prese a campione rappresentano gli strumenti finanziari derivati all’interno delle voci di bilancio. Innanzitutto occorre precisare che, rispetto alla precedente indicazione dei derivati nei Conti d’ordine e in nota integrativa, l’indicazione nelle voci di bilancio prevista dall’OIC 32 appare nuova. Tale rappresentazione in bilancio costituisce, quindi, la novità più eclatante e in quanto tale, nonostante il principio OIC sia stato molto esplicito e dettagliato nelle spiegazioni, si può prevedere comunque una soglia di errore minima da parte delle società prese in esame.

Dopo una breve introduzione sulla novità contabile occorre precisare che, ovviamente, le 4 società197 che non applicano la valutazione del fair value nulla riportano nelle voci del loro bilancio: tali voci risultano quindi vuote o inesistenti.

Per quanto concerne, invece, le altre 40 società occorre fare un ragionamento più preciso. Qui di seguito viene riportata una tabella in cui si dimostra come queste nuove voci siano state utilizzate nel bilancio delle 40 società analizzate:

Voci presenti in S.P. e C.E.: N° totale

B.III.4 Strumenti derivati attivi 4

C.III.5 Strumenti derivati attivi 30

A.VII Riserva copertura flussi finanziari 23

B.3 Strumenti derivati passivi 36

D.18.d Rivalutazione derivati 27

D.19.d Svalutazione derivati 25

Tabella 3: Utilizzo delle nuove voci di Stato patrimoniale e Conto economico.

Il primo dato che appare molto distante da tale serie è quello relativo alla voce “B.III.4 Stru- menti derivati attivi” in quanto sussistono solo 4 casi di società (ovvero il 10% del campione) che hanno utilizzato tale voce delle immobilizzazioni finanziari.

Un esempio è la società Eurovo S.r.l. la quale specifica che tale voce tratta strumenti finanziari derivati di copertura (cash-flow) stipulati su mutui bancari pluriennali. Qui, i derivati soddi- sfano i requisiti per essere contabilizzati come di copertura.

Un esempio particolare è la Bonatti S.p.a. che indica nella sua nota integrativa la dicitura: “In tale voce è presente solo il fair value positivo dei contratti derivati sui tassi di cambio

196 Per questa sezione si fa riferimento all’Appendice 2 dalla domanda 6 alla domanda 11. 197 Le 4 società citate nel paragrafo 6.4.1.

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EUR/USD, stipulati nel dicembre 2016 con primari Istituti finanziari, che non soddisfano i requisiti richiesti dalla normativa per la contabilizzazione secondo il metodo di hedge accoun- ting, mentre non sono presenti derivati attivi di copertura”. Qui la particolarità è che tali deri- vati non soddisfano i requisiti per essere classificati come di copertura. Si evince, quindi, che vi è un’errata classificazione da parte della società in quanto i derivati non di copertura con fair value positivo devono sempre essere classificati nella voce dell’attivo circolante anziché tra le immobilizzazioni finanziarie.

Vista questa situazione per quanto concerne tale voce si può giungere ad una conclusione un po' forzata. Tale scarsa classificazione dei derivati attivi nelle “Immobilizzazioni finanziarie” può essere riconducibile al fatto che in generale le società industriali/commerciali stipulino più spesso contratti derivati al fine di coprirsi da rischi immediati. Si può affermare con una certa convinzione che evidentemente la prassi di stipulare dei contratti derivati riconducibili a rischi a lungo termine non è così affermata tra le società di questo campione.

Ben diversa è la rappresentazione dei derivati attivi all’interno della voce dell’attivo circolante “C.III.5 Strumenti derivati attivi”. Il 75% delle società prese a riferimento utilizzano questa voce per rappresentare gli strumenti finanziari derivati attivi.

È doveroso sottolineare l’unico ma interessante caso di errata classificazione della voce. La società Lavazza S.p.a. iscrive gli strumenti finanziari attivi nella voce "C.III.6 Altri titoli non immobilizzati" come viene riportato nella seguente immagine:

Figura 10: Errata classificazione dei derivati attivi nella voce dell’attivo circolante; Lavazza S.p.a.

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Quest’ultima voce si utilizzava prima del decreto e prima dell'introduzione dell'OIC 32 perché all'epoca non vi erano alternative in quanto non esisteva una voce specifica sui derivati. Lavazza S.p.a. quindi necessita di un controllo più approfondito del bilancio e, a tal fine, si invita la sua società di revisione a controllare nuovamente quanto dichiarato e optare per la voce corretta relativa i derivati attivi.

Un’altra voce dello stato patrimoniale che merita un particolare interesse è la “A.VII Riserva copertura flussi finanziari”: essa rappresenta una delle voci più importanti per riuscire ad esi- bire efficacemente i derivati. Qualora questa voce venga utilizzata, infatti, permette di capire immediatamente 3 cose fondamentali contemporaneamente: 1-la società stipula derivati e li valuta al fair value, 2-la società detiene i requisiti necessari e opta per l’hedge accounting, 3-la società utilizza i derivati per la copertura cash-flow.

Tale riserva è una voce che già di per sé, se presente, dice molto! Nel campione analizzato vi sono 23 società che la utilizzano (più della metà) e che quindi hanno optato per almeno una copertura di tipo cash-flow198.

Anche in quest’ambito, l’analisi del campione non manca di un caso particolare: Roma Gas & Power S.p.a. è un altro esempio di errata rappresentazione di tale voce. Come si può notare dall’immagine di seguito riportata, la società ha rilevato la voce relativa la riserva dei derivati nella generica voce “Altre riserve” del patrimonio netto. In aggiunta, in bilancio, è stata ripor- tata una nota a piè di pagina che indica:

Figura 11: Nota a bilancio relativa la rappresentazione della riserva di derivati nella voce ge- nerica del patrimonio netto; Roma Gas & Power S.p.a.

Tale nota specifica che la variazione della “riserva per copertura dei derivati” deriva dalla chiu- sura dei contratti di copertura in essere al 31/12/2015 e della rilevazione del fair value dei deri- vati di copertura in essere al 31/12/2016 per euro 5.485.685. Tuttavia anche in questo caso, come anticipato con Lavazza S.p.a., si consiglia la società di revisione di rimediare a tale errata

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rappresentazione della riserva all’interno del patrimonio netto, iscrivendo il valore nella speci- fica voce (prevista dall’OIC 32).

L’ultima voce dello stato patrimoniale “B.3 Strumenti derivati passivi” è la voce più utilizzata dal campione in quanto quasi la totalità delle società (il 90% per la precisione) hanno iscritto il fair value negativo dei derivati in tale voce del passivo.

L’esempio che richiede una maggiore attenzione, in quest’ottica, è la società Dico S.p.a. che riporta la frase: “La voce Strumenti Finanziari derivati passivi al 31 dicembre 2016 è pari a Euro 443.169 e si riferisce al fair value negativo degli interest rate swaps in essere, commentati in dettaglio al paragrafo relativo ai debiti verso banche. Tali derivati non sono trattati in hedge accounting non sussistendone i requisiti”. Qui Dico S.p.a. rimanda a quanto viene descritto nella voce del passivo “Debiti v/banche” e commenta gli IRS in tale spazio del bilancio. In quest’ultima sezione, la società preferisce descrivere mediante una tabella espositiva tutti gli IRS che ha stipulato con i diversi istituti bancari quali BNL, Banca Popolare di Vicenza, Uni- credit, Intesa San Paolo e Banca Popolare di Milano.

Non a caso, di contro, la società è proprio una delle 4 società che ha iscritto derivati attivi nella voce dell’attivo immobilizzato in quanto aventi strumenti riferibili a impegni pluriennali. Tut- tavia la società non indica alcuna spiegazione in nota integrativa riguardo i derivati attivi im- mobilizzati.

Nel fronte del conto economico per quanto riguarda le voci relative le nuove voci “Rivaluta- zione dei derivati” e “Svalutazione dei derivati” sono utilizzate moderatamente dal campione utilizzato. Per le rivalutazioni si contano 27 voci su 40 (corrispondente ad un 68%) mentre per le svalutazioni 25 voci su 40 (63% circa). Occorre ricordare, a differenza delle voci di stato patrimoniale analizzate finora, che tali voci possono essere utilizzate sia per gli strumenti fi- nanziari non designati come di copertura199 sia per quelli designati ai fini di copertura200.

In conclusione, qualora si voglia esprimere un giudizio in merito, si può affermare con certezza che il campione studiato si è prestato bene alla rappresentazione dei derivati in bilancio. Questo significa che le società analizzate hanno rispettato per la maggior parte ciò che ha imposto il nuovo principio contabile nazionale. Si invita, però, le società di revisione e le aziende stesse

199 A questo proposito si rimanda a quanto detto nel paragrafo 2.3. 200 A questo proposito si rimanda a quanto detto nei capitoli 3-5.

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che hanno riportato delle errate rappresentazioni di voci oppure imprecisioni simili (sopra de- scritte) a controllare nuovamente tale indicazione e a ritrovare la correttezza espositiva neces- saria.