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Le relazioni in ambito NATO: mancanza di solidarietà da parte europea o di consultazioni da parte USA?

2.3 L’Europa, la guerra di ottobre e le relazioni transatlantiche.

2.3.1 Le relazioni in ambito NATO: mancanza di solidarietà da parte europea o di consultazioni da parte USA?

Il 15 ottobre, il segretario generale della NATO, Luns convocò una riunione del consiglio, “ristretta e non pubblicizzata”, per la tarda mattinata del giorno successivo. L’intento era quello di discutere le possibilità di un’escalation del conflitto, l’effetto che la guerra avrebbe avuto nelle relazioni bipolari, e la questione petrolifera. Rumsfeld suggerì al dipartimento di Stato che la scelta migliore sarebbe stata quella di adottare un atteggiamento cooperativo e, soprattutto, di essere una guida in quelle delicate circostanze.640 Le linee guida inviategli da

Kissinger, però, suggerirono una condotta decisamente più dura. La missione USA alla NATO avrebbe dovuto rimarcare con forza come gli estesi sforzi diplomatici statunitensi si fossero accompagnati a una notevole moderazione nel rifornimento di armi a Israele, anche quando la sua situazione appariva grave, nonostante l’Unione Sovietica stesse rifornendo i paesi arabi in modo massiccio. Quest’operazione da parte sovietica era stata letta con estrema gravità dal governo USA, che ne avevano dedotto la necessità di cominciare un’operazione simile verso Israele per “mantenere l’equilibrio militare in Medio Oriente” e non “restare passivi di fronte all’avventurismo sovietico”. Gli alleati NATO erano chiamati a capire e sostenere gli Stati Uniti nelle azioni intraprese per ottenere questi obiettivi, che avrebbero consentito una cessazione delle ostilità in una maniera tale da permettere uno spazio alla diplomazia. Gli europei avrebbero dovuto capire “che le posizioni e atteggiamenti che assumono in questa crisi non potrà che avere effetto sulle nostre future relazioni”. Il momento attuale era un test dell’evoluzione dello “spirito della distensione”. Su questo punto, Rumsfeld avrebbe dovuto assumere in Consiglio una linea “dura, rigida”, senza mai mettersi sulla difensiva riguardo alle azioni statunitensi.

638 NARA Records of Henry Kissinger, 1973-77. BOX 3. October 11, 1973. Memorandum of conversation.

639 DBPO, series III, vol. IV. October 12, 1973. Tel 345 to Jedda. File destroyed.

640 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

Box 1174. October 15, 1973. Telegram from Usmission NATO to secstate. NATO implications of the Middle East conflict.

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Siamo disturbati dalle dichiarazioni europee che suggeriscono che gli eventi mediorientali costituiscano un fallimento della distensione fra Unione Sovietica e Stati Uniti e una violazione degli accordi presi […] Non consideriamo con indulgenza i suggerimenti europei che implicano che gli Stati Uniti siano stati trascinati con leggerezza nella distensione con l’URSS e debbano ora usare quegli stessi rapporti per gestire con l’Unione Sovietica la crisi in Medio Oriente.

La distensione non era mai stata concepita come una politica statica, anzi il suo unico significato sensato era quello di “uno strumento per proteggere i nostri comuni interessi e un mezzo per limitare i tentativi sovietici di danneggiarli”. La priorità dell’alleanza in quel momento era di valutare quale fosse il modo migliore per far capire ai sovietici quanto rischiassero di danneggiare i propri interessi se avessero scelto di danneggiare quelli dell’occidente; era necessario dunque prendere in considerazione l’ipotesi di rallentare o sospendere la CSCE, adottare misure economiche, esercitare pressioni comuni su Yugoslavia e Ungheria. I rifornimenti a Israele erano stati presi con una decisione unilaterale USA, ma ciò non eliminava il fatto che le circostanze attuali costituissero un test fondamentale per l’alleanza, che avrebbe influenzato anche il modo in cui il Congresso avrebbe trattato le questioni correlate in futuro. Il riferimento ai tagli al numero delle truppe stazionate sul suolo europeo non necessitavano di venire resi più espliciti.641 Come si vede, Kissinger intendeva

rendere molto chiaro quanto ritenesse indispensabile la disciplina degli alleati in un momento così delicato per le relazioni bipolari.

La riunione si svolse come previsto, anche se l’ambasciatore USA decise comunque di esprimersi in termini nettamente più miti con gli alleati. Rumsfeldriassunse l’andamento del conflitto e invitò i paesi europei a coordinare le proprie linee di azione “così che insieme possiamo spingere l’Unione Sovietica a mantenere il genere di condotta che abbiamo stabilito insieme come standard per le relazioni fra est e ovest”. I paesi NATO furono molto interessati alla presentazione, e assicurarono il proprio impegno per la solidarietà all’interno dell’alleanza. L’ambasciatore del Belgio, De Staercke, rilevò le difficoltà che derivavano dalla mancanza di una valutazione giornaliera dell’evoluzione militare dei combattimenti. Rumsfeld replicò che il suo paese forniva alla NATO la valutazione dell’intelligence sulla situazione corrente. Il delegato francese, De Rose, sottolineò invece come sussistesse una differenza fra solidarietà “sui fini” e “sui mezzi”. De Staerke rilanciò affermando l’importanza della consultazione per la solidarietà. A queste rimostranze degli alleati (quella era la prima occasione in cui venisse loro offerta una sintesi delle intenzioni statunitensi nel conflitto), Rumsfeld rispose che la posizione USA era quella appena riportata, e che su quella stava offrendo la possibilità di consultarsi. De

641 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

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Staerke concluse sottolineando come “un aspetto della consultazione è la possibilità di contraddire”.642

A pranzo, la conversazione continuò a concentrarsi sulla questione della mancanza di consultazioni da parte USA. De Rose rilevò come gli Stati Uniti stessero operando sulla base della propria valutazione della situazione mediorientale, chiedendo la solidarietà NATO a sostegno di quest’operato: era normale che gli alleati volessero essere informati su cosa avesse motivato tale valutazione. Rumsfeld continuò a rifiutare le accuse, sostenendo che il suo paese stesse consultando “pienamente” il Consiglio.643La discussione proseguì in Consiglio il giorno

successivo; molte delegazioni avevano già ottenuto linee guida dai propri governi per commentare la relazione di Rumsfeld. Tutti gli alleati sottolinearono la necessità di solidarietà all’interno dell’alleanza e tutti, tranne la Francia, concordarono sul bisogno di tenere d’occhio le azioni di Mosca. Quest’ultimo paese vedeva il pericolo per la distensione, ma non intendeva modificare la propria politica verso l’Unione Sovietica per via dell’operato di quest’ultima in Medio Oriente. De Rose osservò che non c’erano precedenti perché la NATO potesse considerare di agire in relazione a un conflitto esterno all’area coperta dal trattato. Insistette sull’importanza di non permettere alle tensioni scaturite dalla situazione mediorientale di mettere in pericolo la distensione, particolarmente in Europa. “Altrimenti, la politica di distensione sarà in pericolo ogni volta che ci saranno difficoltà nei rapporti fra USA e URSS”. Krapf, ambasciatore della Germania Federale, replicò che la distensione non era divisibile, e si espresse a sotegno dell’operato statunitense. Anche il rappresentante dei Paesi Bassi, Buwalda, ebbe parole di comprensione per gli USA. L’altro tema fu ancora la necessità di ottenere maggiori informazioni dagli Stati Uniti sulla situazione. La delegazione britannica in particolare insistette sulla scarsità di notizie fornite sugli scambi fra le due superpotenze. Rumsfeld suggerì di riesaminare la sua esposizione per avere tutte le risposte necessarie. Inviando la propria relazione sul Consiglio, Rumsfeld sostenne che la discussione era stata “estremamente utile”, caratterizzata da toni e contenuti positivi. Essa sarebbe anche servita a “raddrizzare la schiena degli alleati nel sostenere gli USA o almeno nell’avere una comprensione più simpatetica dell’operato USA”.644

Lo staff di Kissinger valutò l’esito di questa riunione nel suo incontro del 19. Springsteen sostenne che la presentazione di Rumsfeld era stata utile come “trattamento shock” per gli europei, un esercizio “educativo”. Essa aveva reso esplicite alcune cose che gli alleati

642 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

Box 1174. October 16, 1973. Telegram to secstate from Rumsfeld.

643 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

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avrebbero preferito non sentire, ma che era necessario venissero dette. Gli europei stavano tentando “di mettere la testa sotto la sabbia” come avevano fatto nel 1967. Ma ora avevano dovuto capire che il coinvolgimento sovietico faceva sì che la questione rientrasse nello scopo del trattato NATO. Newsom riportò di avere incontrato un suo vecchio amico inglese, sconcertato dalla mancanza di consultazioni con il suo paese. Kissinger replicò che ogni volta che avevano provato a consultare la Gran Bretagna, essa si era limitata a spiegare la posizione egiziana. “Non abbiamo bisogno degli inglesi per farci spiegare cosa pensa l’Egitto”. Sisco riferì che l’ambasciatore francese aveva espresso il malcontento del suo paese rispetto alla presentazione di Rumsfeld. All’affermazione di Newsom, che sottolineò l’evidente divergenza di interessi percepita dagli europei, Kissinger replicò che essi non potevano “insistere sempre sull’identità di interessi sulla difesa” mentre si rifiutavano di “discutere di partnership in campo economico e politico”, tenendosi le mani “completamente libere in Medio Oriente nel bel mezzo di una crisi”, criticando gli USA e al contempo aspettandosi di venire consultati.645

Secondo Theodore Wilkinson, all’epoca di stanza alla NATO, l’uso delle forze statunitensi in Europa avrebbe dovuto prevedere una consultazione degli alleati, soprattutto visto che l’abito di applicazione esulava dall’area geografica coperta dal trattato. Agire così sarebbe stato anche conveniente per gli USA. All’epoca del Vietnam, il NAC era stato informato delle poltiche statunitensi, “non perché volessimo coordinare il Consiglio per spingerlo a prendere un particolare corso d’azione, ma perché era nel nostro interesse influenzare i governi in modo che potesse esserci d’aiuto”. Per Wilkinson, gli USA non erano stati capaci di “manipolare” il Consiglio in modo da servire l’interesse nazionale statunitense, operazione in cui primeggiavano “alcuni dei nostri amici più piccoli”.646

Volpe, l’ambasciatore USA a Roma, riportò una breve conversazione avuta con il ministro della difesa, Tanassi. La posizione statunitense era stata ribadita: poiché l’operato USA nella crisi mediorientale era nell’interesse di tutta l’alleanza, teso fra l’altro a mostrare agli arabi che solo l’occidente poteva fornire una soluzione al conlitto, gli alleati europei dovevano fornire la loro piena solidarietà e astenersi dal criticare l’operato americano. Esso non sarebbe comunque cambiato; ma il sostegno alleato sarebbe stato apprezzato.647

Il ministero degli esteri della Germania occidentale fece sapere all’ambasciatore USA, Hillebrandt, che un più approfondito resoconto sulle tattiche e scelte politiche USA era

644 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

Box 1174. October 17, 1973. Telegram from Usmission NATO to secstate, NATO implications of the Middle Eeast

conflict: NAC meeting.

645 NARA. RG 59. Transcripts of Secretary of State Henry Kissinger’s Staff Meeting, box 1. October 19, 1973.

646 Foreign Affairs Oral History Program. Ambassador Theodore Wilkinson, oral history interview, Georgetown

university library, January 11, 1999, Interviewed by Charles Stuart Kennedy, p.51.

647 NATO NPM National Security Council, box 664. October 20, 1973. Telegram from secstate to amembassy

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necessario prima che tale sostegno potesse venire assicurato. Per molti, la distensione non doveva venire messa in discussione; un rallentamento nei lavori per la CSCE non avrebbe impressionato i sovietici, ma avrebbe potuto mettere in pericolo l’apertura dei lavori per il MBFR, prevista per il 30 ottobre. Krapf asserì che l’incontro alla NATO non aveva lasciato un’impressione favorevole sugli alleati. La sensazione comune era che “gli USA abbiano chiesto il sostegno europeo senza fornire agli alleati nessun fatto riguardo la situazione in corso” o le politiche preseguite. Gli alleati desideravano sì essere d’aiuto, ma anche godere della piena fiducia da parte di Washington. I nove, inoltre, desideravano tenersi in disparte nella speranza di poter giocare un ruolo diplomatico in futuro. I loro interessi non coincidevano con gli interessi statunitensi. Un sostegno incondizionato alle posizioni USA avrebbe potuto precludere un’opzione futura di fornire un contributo costruttivo alla pace.648

Il Belgio era più deciso nel voler esaudire i desideri statunitensi. La decisione di sospendere le consegne di armamenti a tutti i belligeranti, e anche a Marocco, Algeria e Tunisia avrebbe potuto essere ritirata. D’altro canto, anche questo paese desiderava che i nove trovassero al più presto una posizione comune sul Medio Oriente.649

Un altro sorprendente esempio della scarsezza di comunicazione fra le due sponde dell’Atlantico fu legato alla decisione di allestire il ponte aereo per il rifornimento di Israele. Al ruolo dei paesi europei in tali circostanze verrà dedicato un paragrafo a sé stante; colpisce, in ogni caso, la decisione con cui Kissinger indicò ai vari ambasciatori statunitensi di stanza nei paesi NATO di non menzionare in alcun modo il ponte aereo prima che questo divenisse di dominio pubblico.650 Il messaggio del giorno precedente, che informava i diplomatici USA

dell’operazione in corso, andava mantenuto segreto sino ad allora. Il telegramma serviva a preavvertire le ambasciate della possibilità che i voli USA fossero costretti ad effettuare atterraggi di emergenza in diverse basi su suolo europeo, fra cui Sigonella, ma i governi interessati non avrebbero dovuto in alcun modo venire avvisati in anticipo di quest’eventualità.651 Così, i governi europei vennero a conoscenza del ponte aereo solo il 15, quando esso divenne di dominio pubblico.

648 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

Box 1175. October 19, 1973. Telegram from amembassy Bonn to secstate. Initial German reaction to US-ME

presentation at NATO.

649 NARA. NPMS. NSC Files. Department of State. Harold H. Saunders Files. Middle East Negotiations Files.

Box 1175. October 18, 1973. Telegram from amembassy Brussels to secstate. Belgian position on NATO implications

of Middle East conflict.

650NARA Nixon Presidential Material Staff. National Security Council Files. Harold H. Saunders Files. Middle

East Negotiations Files. Box 1174. October 15, 1973. Telegram from Kissinger to amembassies. US resupply

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La mancanza di consultazioni da parte statunitense amareggiò molto gli alleati, che tuttavia limitarono le loro recriminazioni a riguardo. Quando, però, l’assenza di comunicazione coinvolse una decisione potenzialmente gravida di conseguenze per la loro stessa sicurezza, l’allerta, la situazione si fece ai loro occhi nettamente più grave. Gli Stati Uniti non avevano ritenuto necessario informare in anticipo gli alleati della loro scelta. Solo la mattina successiva la NATO ricevette un breve telegramma, che menzionava la decisione presa durante la notte come “misura di precauzione”.652 Nemmeno in quel caso le rimostranze furono ufficiali; ma in

privato, i commenti furono estremamente allarmati e offesi. Un’analista europeo avrebbe affermato: “Gli USA non sembrano consultare l’Europa quando cooperano con l’Unione Sovierica, e non la stanno consultando nel confrontarla. Il sentimento che si sta affermando è che gli americani non ci consulteranno mai”. Negli USA, l’impressione era che l’offesa europea in merito alla mancanza di consultazioni sull’allerta mal si conciliasse con la mancanza di sostegno offerto alle politiche statunitensi fino a quel momento. D’altronde, lo stesso Douglas Home, davanti alla Camera dei Comuni, sostenne che non sarebbe stato necessario consultare gli alleati, visto che la NATO non era direttamente implicata nella scelta dell’allerta. I tempi di reazione USA erano stati decisamente rapidi, e il tempo di consultare chicchessia non ci sarebbe materialmente stato. Tuttavia, come disse un diplomatico europeo “non importa che non siamo stati consultati. Non siamo stati nemmeno informati in anticipo di un’importante decisione militare”.653 Anche dopo che la crisi fu rientrata, gli USA apparirono

riluttanti a fornire piene informazioni sulle motivazioni che li avevano spinti ad adottare quella politica. Sebbene se la stampa fosse molto critica dell’operato USA, ufficialmente gli europei limitarono le proprie recriminazioni, e non condannarono mai la decisione dell’allerta in sé. Eppure il comportamento USA in quella circostanza sembrò confermare i loro peggiori sospetti riguardo alle vere motivazioni dell’Anno dell’Europa. Per la crisi missilistica, Kennedy aveva almeno telefonato a Londra e inviato Acheson in Francia per informare gli alleati del proprio operato. Quando Kissinger si lamentò con lui che “quelli che consultiamo di più ci hanno sostenuto di meno”, Cromer replicò seccamente: “Credo tu ti stia riferendo ai russi, Henry”.654

651 NARA Nixon Presidential Material Staff. National Security Council Files. Harold H. Saunders Files. Middle

East Negotiations Files. Box 1174. October 14, 1973. Telegram from Kissinger to amembassies, Rome, Athens and Ankara.

652 NARA Nixon Presidential Material Staff. National Security Council Files. Harold H. Saunders Files. Middle

East Negotiations Files. Box 1175. October 25, 1973. Telegram from secstate to usmission NATO.

653 New York Times. October 27, 1973. Alert leaves Europeans Bewildered 654 The Insight Team of Sunday Times, op. cit., p.426.

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2.3.2 Le relazioni anglo-americane in rapido deterioramento.

Nel generale contesto del degrado nelle relazioni transatlantiche causato dalla guerra di ottobre, colpisce il rapido deterioramento nei rapporti fra Stati Uniti e Regno Unito. Londra stessa non desiderava venire associata troppo strettamente con l’operato statunitense. La prevista visita di Kissinger in Gran Bretagna durante il mese di ottobre venne cancellata per via degli sviluppi in Medio Oriente; lo stesso Douglas Home aveva suggerito che una tale cancellazione, sebbene non dovesse essere caldeggiata apertamente, avrebbe costituito un “sollievo” per il governo britannico, preoccupato delle possibili accuse di una “collusione” anglo-americana.655

Da parte di Washington, la frustrazione maturata durante lo stallo estivo nei negoziati sull’anno dell’Europa portò Kissinger a un’estrema intolleranza rispetto agli atteggiamenti del Regno Unito. Alcuni episodi specifici, poi, fecero colmare la misura della pazienza USA. Una questione che ebbe riflessi cruciali sulle relazioni anglo-americane, e di riflesso sui rapporti transatlantici in generale, fu il rifiuto da parte della Gran Bretagna di sponsorizzare una risoluzione di cessate il fuoco in Consiglio di Sicurezza nel fine settimana del 13 ottobre. Questo rifiuto causò una frattura senza precedenti nelle relazioni fra i due paesi. Londra spiegò questa scelta affermando che l’Egitto le aveva comunicato di non poter accettare la forma della risoluzione, che non collegava la cessazione delle ostilità con la ricerca di una soluzione generale per il conflitto arabo-israeliano:

sapevamo che semplicemente non sarebbe passata. Avevamo scoperto che l’Unione Sovietica stava dando agli USA informazioni sbagliate e sapevamo che sarebbe stato impossibile far approvare la risoluzione ONU durante il fine settimana in questione. La verità è che avevamo delle informazioni di intelligence rispetto alle intenzioni sovietiche molto migliori di quelle degli americani.656

Gli Stati Uniti, in effetti, erano convinti che i sovietici fossero pronti ad accettare la risoluzione in oggetto. In un incontro con Fahmi il 29 ottobre, Kissinger ripercorse quei momenti: gli egiziani erano saldamente sulla riva orientale del canale di Suez, l’Unione Sovietica aveva garantito che erano pronti ad accettare la tregua, e con grande fatica anche Israele si era persuasa. A quel punto, Londra affermò che gli egiziani non erano pronti ad accettare il piano, e pertanto non avrebbero presentato la risoluzione in Consiglio di Sicurezza. Sarebbe stato questo fattore a rendere indispensabile l’inizio delle operazioni di rifornimento a Israele, tenute

655 UK NA. FCO 82/307, AMU 3/548/14 The visit of HK to the UK part A. October 11, 1973. Telegram to

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completamente in stallo fino a quel momento. Fahmi replicò che i britannici avevano sostenuto l’opposto col suo paese, affermando che gli USA, in contatto costante con i sovietici, avevano deciso di non portare avanti la proposta risoluzione. A tal proposito chiese all’americano perché il Cairo non fosse stato contattato direttamente. Kissinger rispose che Mosca aveva affermato che Sadat avrebbe accettato la risoluzione solo se fosse stata approvata dal Consiglio di Sicurezza con l’astensione delle due superpotenze. Fahmi replicò che Sadat semplicemente non avrebbe potuto accettare la tregua finchè i siriani l’avessero rifiutata.657 Il

quadro che emerge da quest’incontro è piuttosto confuso. Certo gli Stati Uniti rifiutarono la