• Non ci sono risultati.

Relazioni gerarchiche e nuove soluzioni

2. C ONTESTUALISMO FUNZIONALE E CREATIVITÀ

2.5. C OGNIZIONE , LINGUAGGIO E CREATIVITÀ

2.5.5. Relazioni gerarchiche e nuove soluzioni

In questa sotto sezione si intende fornire, attraverso illustrazioni da leggere in sequenza, un esempio di come l’analisi verbale pragmatica può descrivere in maniera efficace un comportamento definito dalla tradizione come creativo, cioè l’utilizzo insolito di un oggetto per la risoluzione di un problema, o l’individuazione delle categorie alle quali può appartenere un oggetto, e di conseguenza del ruolo centrale che le risposte relazionali di tipo gerarchico possono rivestire in contesti di

problem solving creativo (che richiede cioè soluzioni nuove).

La sequenza esplicativa (Figure 2a/b/c/d) illustra anche alcuni dei possibili modi coi quali un soggetto può apprendere che gli oggetti di vetro possono tagliare, ma il suo scopo principale è di mostrare come sia proprio la sua risposta relazionale gerarchica (in termini colloquiali, l’aver incluso la bottiglia nella categoria “oggetti di vetro”) a fare la differenza e a permettere al nostro ipotetico prigioniero di liberarsi.

Può essere utile notare che proprio l’utilizzo improprio e finalizzato a uno scopo di un oggetto è stato uno dei modi più usati per misurare la creatività, come ad esempio il già citato test “Unusual uses test” (Guilford 1950), e come d’altra parte la capacità di individuare categorie sia parte delle prove del test di pensiero creativo ASK (Faraci e Clarotti 2009 - si veda sezione 5.1.4).

(Frame di distinzione)

!

Quale

dei due oggetti è una finestra?

“Oggetti fatti col vetro”

C

rel

Frame gerarchico Frame gerarchico

Figura 2a. - Discriminazione. In un training di discriminazione, uno stimolo contestuale arbitrario (Crel)

stabilisce una relazione di distinzione tra due stimoli.

Frame di coordinamento

=

Quali

sono gli oggetti fatti col vetro?

C

rel

Figura 2b - Frame gerarchici e PVA. Quando uno stimolo contestuale arbitrario (Crel) stabilisce una

categoria sovraordinata (oggetti fatti col vetro) tra gli stessi due oggetti si crea una relazione di coordinamento. L’astrazione della categoria “oggetti fatti col vetro” è un esempio di Analisi Verbale Pragmatica (PVA).

Una

volta mi sono tagliata con il vetro rotto di una

finestra!

Funzione appresa per contingenze dirette

Figura 2c - Storia di apprendimento e trasformazione di funzione. Sia per contingenza diretta (linea continua)

sia per derivazione verbale (linea tratteggiata) il vetro rotto può subire un cambiamento di funzione.

La trasformazione di funzione (tagliente) si trasferisce anche alla categoria sovraordinata “oggetti fatti col vetro”. Si noti che la freccia che va da “oggetti fatti col vetro” all’immagine del coltello è unidirezionale, in quanto sono gli oggetti di vetro che acquisiscono la funzione dei coltelli (tagliente) e non l’opposto (i coltelli non diventano fragili, o trasparenti).

Adesso mi

servirebbe un coltello, per liberarmi! Nella stanza c’è solo questa bottiglia...

Mi

hanno detto che che le finestre rotte sono pericolose!

Funzione derivata verbalmente (Cfunc)

Figura 2d - Analisi verbale pragmatica (PVA), relazioni gerarchiche, trasformazione di funzione e problem solving. Data la storia di apprendimenti descritta nelle figure precedenti, se di fronte all’oggetto fisico “bottiglia”

avviene l’astrazione (PVA) della caratteristica fisica “fatta di vetro” (relazione gerarchica sovraordinata), la bottiglia entra in relazione di coordinamento con la finestra e quindi con il coltello, acquisendone in tal modo la funzione di oggetto potenzialmente tagliente (trasformazione di funzione stimolo).

“Oggetti fatti col vetro”

Frame gerarchico

Taglient e Tagliente

Figura 2a. Qui si illustra una condizione nella quale uno stimolo contestuale Crel (la persona che ci chiede di individuare uno dei due oggetti) pone due stimoli un un frame di distinzione; in altre parole, solo la scelta di uno dei due stimoli sarà seguito dalla conseguenza rinforzante (ad esempio, “Bravo, risposta corretta!”)

Figura 2b. Per quanto i due oggetti (bottiglia e finestra) siano differenti, questa volta lo stimolo contestuale li pone in una relazione di coordinamento (equivalenza). In altre parole, in questo caso potremmo accedere al rinforzatore (“Bravo, risposta corretta!”) scegliendo uno qualunque dei due oggetti, in quanto sono entrambi oggetti fatti col vetro.

Ma questa “relazione di uguaglianza” tra bottiglia e finestra esiste solo in forza della categoria sovraordinata “oggetti fatti col vetro” alla quale entrambi appartengono.

Quindi sia la bottiglia che la finestra, rispetto alla categoria “oggetti fatti col vetro” sono in una relazione gerarchica sotto ordinata (sono membri di quella categoria), e la categoria “oggetti fatti col vetro” è in relazione sovra ordinata rispetto ad essi (è la categoria alla quale appartengono)

Figura 2c. La relazione gerarchica diventa “il veicolo” grazie al quale il soggetto capisce che la bottiglia può rompersi e produrre oggetti taglienti. Perché questo avvenga, è necessario che il soggetto abbia appreso che un oggetto diverso dalla bottiglia era tagliente e che questo oggetto era fatto di vetro. Questo apprendimento può avvenire indistintamente per via diretta (tagliandosi) o indiretta (attraverso istruzioni).

Grazie a questa esperienza, il soggetto non solo attribuisce la funzione “tagliente” all’oggetto con il quale si è tagliato, ma anche a tutti gli oggetti che fanno parte della medesima categoria (gli oggetti di vetro, in questo caso), anche se non si è mai tagliato con nessuno di questi altri.

Nel momento in cui per il soggetto tutti gli oggetti appartenenti alla stessa categoria della finestra (“oggetti fatti col vetro”) acquisiscono la proprietà “tagliente”, si parla di “trasformazione di funzione stimolo”.

Figura 2d. Se il soggetto è andato incontro alla storia di apprendimento illustrata dalle figure precedenti, riuscirà a fare buon uso della bottiglia, rompendola e tagliando la corda che lo lega con uno dei frammenti di vetro, anche se mai prima d’ora si era trovato nella condizione di doversi liberare avendo a propria disposizione solo una bottiglia.

Questo corrisponde a quello che viene tradizionalmente identificato come un comportamento nuovo (mai fatto prima) e utile (funzionale allo scopo di liberarsi), cioè creativo.

Senza la risposta relazionale gerarchica, per poter emettere lo stesso comportamento il soggetto avrebbe dovuto fare esperienza diretta della bottiglia tagliente o ricevere istruzioni dirette su come fare per ottenere un oggetto tagliente dal vetro col quale è composta.

Il tal senso, le risposte relazionali gerarchiche sembrano essere il candidato ideale per rappresentare e spiegare almeno una quota della grande flessibilità mostrata dal comportamento umano nell’utilizzare oggetti in modo “creativo”.