• Non ci sono risultati.

I POTESI PER UN PARLAMENTO DEL LAVORO

4.1 Alla ricerca della stabilità industriale: il Whitley Report del

Gli anni del conflitto furono un momento decisivo per l’elaborazione di un diverso modello di organizzazione della società capitalista. Sperimentando nuove soluzioni politiche per la gestione di una complessa, ma sempre più efficiente, macchina socio- economica, in questo periodo intellettuali, pensatori politici e funzionari governativi cominciarono a immaginare nuove soluzioni partendo dall’osservazione del presente. Fu

proprio durante la guerra, infatti, quando i temi della pianificazione, dell’efficienza, della razionalizzazione, della cooperazione e del coordinamento industriale furono costantemente all’ordine del giorno, che molti cominciarono a riflettere su come traghettare le nuove esperienze verso il in tempo di pace.

Al fine di dipingere un quadro generale della situazione inglese post-bellica, risulta utile suddividere il periodo tra le due guerre sulla base delle scelte di politica economica, identificando in questo modo due fasi distinte, che hanno come linea di demarcazione il biennio 1931-19321: dalla conclusione del conflitto fino al principio degli anni Trenta si assistette ad un prolungato tentativo di ripristinare lo scenario economico del periodo precedente al 1914; cessato tale tentativo, il cui fallimento fu reso palese dalla crisi economica iniziata con il 1929, l’Inghilterra cominciò ad affrontare la realtà di un mondo profondamente diverso da quello ottocentesco, nel quale era destinata ad occupare un ruolo marginale, arroccata in una posizione difensiva. Come accennato nel capitolo precedente, durante il periodo bellico qualsiasi remora ad un pesante intervento dello Stato nella sfera dell’iniziativa privata era caduta quasi senza discussioni. Quando nel 1915 vennero introdotti i dazi Mckenna2, il dogma liberista venne abiurato nella tacita accettazione generale, estendendo al Regno Unito quella reazione protezionista che, come abbiamo visto, montava già da più di un ventennio nel resto d’Europa3. Dove la guerra fu invece davvero rivoluzionaria, stravolgendo l’ordine saldamente consolidatosi nel corso del XIX secolo, fu nell’ambito delle questioni monetarie. Il collasso del sistema dei cambi fondato sull’oro costruitosi nel secolo precedente, che aveva garantito a lungo una relativa stabilità delle monete e che vedeva proprio nel Regno Unito il suo centro regolatore, fu il vero elemento di novità del periodo post-1914 e favorì senza ombra di dubbio l’isolamento delle varie economie nazionali.

1 Cfr. S.G. CHECKLAND, La politica pubblica inglese, 1776-1939, op. cit., pp. 30-31.

2 Reginal Mckenna, politico e banchiere, ricopriva il ruolo di Chancellor of the Exchequer, ovvero il ministro

delle finanze, e definì la misura come necessaria per affrontare le necessità belliche ma assolutamente temporanea. I dazi Mckenna colpirono in particolar modo i beni di lusso e vennero fortemente criticati dai Liberali.

3 Riprendendo la nota interpretazione di David Landes, occorre sottolineare che già prima del 1914 in

particolar modo il libero mercato, attraverso l’isolamento dei mercati dalla concorrenza estera e la tendenza a stipulare intese che restringevano il commercio, veniva messo sempre più in discussione. Il Regno Unito resistette strenuamente a tali tendenze, forse più per motivi culturali che prettamente economici, ma la guerra fece cedere anche il vecchio baluardo del libero mercato, togliendo al mondo il più grande porto franco della storia. Cfr. D.S. LANDES, Prometeo liberato, op. cit., pp. 468-469.

L’abbandono del liberismo si accompagnò alla costruzione di un’architettura di politica economica che tendeva verso la pianificazione e la razionalizzazione delle attività produttive attraverso uno strettissimo rapporto tripartito tra il governo, gli industriali e i leader sindacali, che caratterizzò la politica economica inglese durante la guerra. I ministeri divennero in questo modo i luoghi dove veniva concertata la politica economica del paese, esautorando di fatto il parlamento4. I tecnici e i responsabili delle diverse commissioni videro accrescere enormemente il loro potere e molti di essi cominciarono a riflettere su quali soluzioni sperimentate nel periodo di guerra potessero essere riprese in futuro5.

Proprio a questa peculiare esperienza di governo tecnico si lega il Whitley Report, stilato nei primi mesi del 19176. La commissione che redasse il rapporto mosse i suoi primi

passi all’interno degli sforzi programmatici del governo Asquith circa la struttura organizzativa socio-economica di cui occorreva dotare il paese al termine del conflitto. A tal proposito, il 18 marzo Asquith propose la formazione di un

Committee, over which I shall preside, to consider and advise, with the aid of Sub- Committees, upon the problems that will arise on the conclusion of peace, and to coordinate the work which has already been done by the Departments in this direction7.

Nella medesima nota, Asquith proponeva il suo segretario personale Vaughan Nash8, come segretario generale della commissione. In un incontro datato 24 marzo 1916 venne

4 Tale processo si inserisce alla perfezione nella nota interpretazione di Maier della nascita, come

conseguenza del periodo bellico, di quella che lo storico americano definisce Europa corporatista. Cfr. C. MAIER, La rifondazione dell’Europa borghese, Il Mulino, Bologna 1999.

5 Particolarmente attivo su questo fronte fu il Board of Trade che, nel gennaio del 1916, diede vita ad una

particolare commissione, il Committee on Trade Relations alla cui guida fu messo Huth Jackson, proprio con lo scopo di studiare come ristrutturare la politica commerciale britannica una volta giunta la pace. Per una panoramica su queste tematiche è d’obbligo citare il classico P.B. JOHNSON, Land Fit for Heroes: The Planning of British Reconstruction, 1916-1919, Chicago University Press, Chicago 1968.

6 Per un’analisi più dettagliata si rimanda all’unico testo storiografico al momento disponibile circa il Whitley Report e la nascita dei Joint Industrial Councils: J.W.STITT, Joint Industrial Councils in British History: Inception, Adoption, and Utilization, 1917-1939, Praeger, Wesport 2006.

7 Public Record Office (PRO), Ministry of Reconstruction, RECO 1/656, "Reconstruction Committees", H.H.

ASQUITH, Reconstruction Committee, 18 marzo 1916.

8 Vaughan Nash, di formazione giornalista e opinionista, aveva iniziando lavorando nel The Daily Chronicle,

un periodico liberale che si era schierato a favore di Lloyd George e dell’entrata in guerra del Regno Unito. Durante il conflitto, Nash divenne una figura chiave all’interno del vasto mondo delle commissioni inglesi create in quel periodo per affrontare i problemi di guerra. Strettamente legato ai vertici del Partito liberale, Nash fu, tra il 1905 e il 1908, segretario personale di Campbell-Bannerman ed in seguito, dopo il ritiro di quest’ultimo, divenne segretario personale di Asquith fino al 1912. Cfr. J. WILSON, CB: A Life of Sir Henry Campbell-Bannerman, Constable, Londra 1973; P.B. JOHNSON, Land Fit for Heroes: The Planning of British Reconstruction, 1916-1919, University of Chicago Press, Chicago 1968.

ratificato, alla presenza e su proposta del Primo ministro9, quello che doveva essere il compito principale della commissione, ovvero «to consider the commercial and industrial policy to be adopted after the War»10, coordinando in tal senso gli sforzi dei vari dipartimenti che già avevano cominciato a riflettere ed elaborare piani per il futuro del paese11. Proprio Nash, in una lettera alla Royal Society, specifica chiaramente gli obiettivi della commissione:

a Committee has been constituted, with the Prime Minister as Chairman, to consider and advise (with the aid of Sub-Committee) upon the problems that will arise on the conclusion of peace, and to co-ordinate the work which has already been done in this connection. The Committee is called the Reconstruction Committee.12

Già nell’autunno del 1915, dopo appena un anno dall’inizio delle operazioni di guerra, il Board of Trade, il cui intellettuale di maggior prestigio ed influenza era certamente William Beveridge, produsse uno studio denominato “Z8 Survey”, all’interno del quale venivano studiate le problematiche derivanti da una mancata piena occupazione in una prospettiva diversa rispetto a quella dell’ortodossia liberale e più vicina invece ai metodi di concertazione permanente che stavano venendo applicati durante il conflitto. Fu proprio il piano elaborato nel 1915 da Beveridge e dai suoi colleghi che, nel 1916, venne posto come base della nuova commissione guidata da Nash, dove il problema delle relazioni tra lavoratori e datori di lavoro, nonché la loro presenza e rilevanza all’interno del processo

9 All'incontro erano presenti, oltre ad Asquith, Arthur Henderson, Norman Montagu, Chamberlain e Bonar

Law. Cfr. PRO, Ministry of Reconstruction, RECO 1/655, "Reconstruction Committees", Reconstruction

Committee. Meeting of 24th March, 1916, 24 marzo 1916.

10 PRO, Ministry of Reconstruction, RECO 1/655. "Reconstruction Committees", Reconstruction Committee. Conclusions, 24 marzo 1916, p. 1. In una nota inviata da Henry Smith al segretario Vaughan Nash, datata 29

marzo 1916, si legge che il testo delle conclusioni era stato modificato togliendo la dicitura «after the War», in quanto il comitato avrebbe dovuto operare con una visione alle condizioni post-belliche ma agire sul presente. PRO, Ministry of Reconstruction, RECO 1/655, H. SMITH, Lettera a Nash, 29 marzo 1916.

11 Il precedente più immediato del Reconstruction Committee è il Committee on Trade Relations, creato nel

gennaio del 1916 per studiare le questioni inerenti il tema del commercio – dove spiccava il problema delle tariffe doganali in tempo di pace, riattivando la discussione tra protezionismo e libero mercato – presieduto da Huth Jackson. Cfr. Ivi, p. 48. Il lavoro di coordinamento del Reconstruction Committee si evince dalle inchieste, dai memorandum e dai carteggi tra i diversi dipartimenti e la segreteria della commissione, presieduta da Arthur Greenwood. Bodleian Library Special Collections (BLSC), Greenwood Papers, Ms. Eng. c. 6176, ff. 1-202.

12 PRO, Board of Trade 13/70/E 30093, "After the War Problems. Reconstruction Committee", V. NASH, Correspondence with the Royal Society Concenring Problems wich will Arise at the End of the War, 3

maggio 1916, p. 3. Nash in persona si attiva immediatamente, fin dalla fine del marzo del 1916, per consultare tutti i dipartimenti e le società scientifiche che avevano, negli anni precedenti, sviluppato programmi di studio e piani di riforma per il periodo post-bellico. Si veda sempre la corrispondenza presente in PRO, Board of Trade 13/70/E 30093.

politico-decisionale, ricopriva un posto centrale13. D'altronde, in un memorandum datato 3 giugno 1916, inviato dal Board of Trade in risposta alla richiesta di collaborazione fatta dal Reconstruction Committee, si esplicita chiaramente che si stava già lavorando al fine di «securing industrial harmony and efficiency after the war»14.

L’inizio dei lavori del Reconstruction Committee fu quanto meno deludente. Per tutta la durata dell’estate del 1916 pochi sforzi furono fatti in direzione dell’elaborazione di una vera proposta di riforma della politica industriale e del futuro assetto istituzionale della nazione britannica. I lavori della commissione accelerarono solamente a partire dall’ottobre dello stesso anno, quando venne nominata una sotto-commissione speciale per lo studio delle relazioni tra lavoratori e datori di lavoro, denominata Sub-Committee on Relations Between Employers and Employed, alla cui guida venne posto John Henry Whitley15. Per ottenere i primi frutti della sotto-commissione occorrerà attendere il marzo

del 1917. Tuttavia, anche se privo di risultati concreti, il 1916 non passò del tutto invano. Idee per un nuovo assetto del mondo industriale germogliavano già in vari gruppi e circoli del paese e il periodo di tempo che va dall’autunno del 1915 all’ottobre del 1916 vide l’avvicinamento degli intellettuali agli ambienti governativi. Durante questo periodo, quindi, si trovano alcuni dei precedenti che maggiormente influenzarono l’opera della sotto-commissione per lo studio dei rapporti tra lavoratori e datori di lavoro.

Vaughan Nash, dopo esser stato nominato segretario generale del Reconstruction Committee, inserì nel suo gruppo di lavoro due personaggi di grande importanza per questa vicenda: Alfred Echkart Zimmern e Arthur Greenwood, entrambi formati intellettualmente all’interno dell’ambiente idealista inglese dei primi quindici anni del XX secolo. Zimmern, nato nel 1879 nel Surrey, studiò presso il New College di Oxford, dove divenne in seguito

13 Un incontro tra Beveridge, Nash e Dale, datato aprile 1916, testimonia questo passaggio di consegne. Cfr.

W. STITT, Joint Industrial Councils in British History, op. cit., p. 50.

14 PRO, Board of Trade 13/70/E 30093, "After the War Problems. Reconstruction Committee",

"Correspondence with Departments Concerning Problmes which will Arise at the End of the War", XIII -

Board of Trade to Reconstruction Committee, Memorandum No. 1 - Post War Problems, Employment Department, 3 giugno 1916, p. 36.

15 Nato nel 1866, Whitley, figlio di un imprenditore nel settore tessile, era sposato con la figlia di un ufficiale

garibaldino emigrato in Gran Bretagna. Whitley era un tipico liberale di stampo ottocentesco: membro del parlamento fin dal 1900 per Halifax, sua collegio elettorale e città natale, ricoprì il ruolo di presidente del gruppo parlamentare liberale dal 1907 al 1910. Cfr. H.J. WILSON, rev. M. POTTLE, John Henry Whitley, in Oxford Dictionary of National Biography, vol. 58, Oxford University Press, Oxford 2004, pp. 734-736; R.

LOW, Adjusting to Democracy: The Role of the Ministry of Labour in British Politics, 1916-1939, Clarendon,

docente di storia antica16. Fin dal 1910 venne chiamato a collaborare con organi governativi, prima all’interno del Board of Education ed in seguito dal Foreign Office. Greenwood nacque invece nel 1880 a Leeds dove divenne, nel 1913, docente universitario di economia interessandosi principalmente del problema del lavoro minorile e delle ripercussioni del lavoro di fabbrica sulla salute. Il suo lavoro principale, intitolato The

Health and Physique of Schoolchildren17, venne pubblicato nel 1913 dalla Ratan Tata Foundation presso la London School of Economics e recava l’importante introduzione di R.H. Tawney, attraverso il quale probabilmente Greenwood, dopo essersi trasferito a Londra nel 1914, entrò a far parte della Workers’ Educational Association18 dove, presumibilmente, conobbe Zimmern. I due furono negli anni successivi colleghi in molte organizzazioni, lavorando a stretto contatto nel Council for the Study of International Relations, del quale Greenwood fu segretario, e pubblicando nel 1914 assieme ad altri intellettuali un volume intitolato The War and Democracy19. Fu in questo periodo che sia

Greenwood che Zimmern iniziarono ad avvicinarsi alle idee del socialismo delle gilde, entrando a far parte della National Guilds League fondata nel 1915 da G.D.H. Cole20.

Il momento nel quale è possibile fotografare con maggiore precisione il pensiero di questi due intellettuali è rappresentato da una conferenza tenutasi presso il Ruskin College di Oxford tra il 21 e il 23 luglio del 1916 sulla riorganizzazione industriale alla quale, oltre a Greenwood e Zimmern, parteciparono anche Arthur C. Pigou, che nel 1908 era succeduto

16 Il padre, Adolf Zimmern, era un mercante con interessi in Cina e in India. La famiglia discendeva da un

tedesco fuggito in Gran Bretagna durante le rivoluzioni europee del 1848. Alfred Zimmern insegnò storia antica al New College di Oxford dal 1903 al 1909. Il suo testo accademicamente più importante è uno studio sulla politica e l’economia della Grecia del V secolo, intitolato The Greek Commonwealth edito nel 1911. Cfr. D.J. MARKWELL, Alfred Eckhard Zimmern, in Oxford Dictionary of National Biography, vol. 60, Oxford

University Press, Oxford 2004, pp. 993-995; Id., Sir Alfred Zimmern Revisited: Fifty Years On, in «Review

of International Studies», vol. 12, n. 4, ottobre 1982, pp. 279-292; P. RICH, “Alfred Zimmern’s cautious idealism: the League of Nations, International Education and the Commonwealth”, in D. LONG, P. WILSON (a cura di), Thinkers of the Twenty Years’ Crisis: Inter-War Idealism Reassessed, Oxford University Press, Oxford 1995, pp. 79-100.

17 Cfr. A. GREENWOOD, The Health and Physique of Schoolchildren, P.S. King & Sons, Londra 1913. 18 La Workers’ Educational Association era un’associazione formata nel 1903 da Albert Mansbridge con lo

scopo di fornire un’educazione superiore agli adulti provenienti da qualsiasi strato sociale. Cfr. B. JENNINGS,

Albert Mansbridge: The Life and Work of the Founder of the WEA, University of Leeds with the Worker’s

Educational Association, Leeds 2002; Id., Knowledge is Power: A Short History of the Workers’ Educational

Association: 1903-1978, Department of Adult Education, University of Hull, Hull 1979.

19 È interessante notare come l’epigrafe posta in apertura del volume sia una citazione di Giuseppe Mazzini,

segno che le influenze del pensatore genovese, e di tutto l’idealismo europeo e inglese, furono forti tra i socialisti inglesi di inizio Novecento. Cfr. R.W. SETON-WATSON, J. DOVER WILSON, A.E. ZIMMERN, A. GREENWOOD, The War and Democracy, Macmillan, Londra 1914.

ad Alfred Marshall alla cattedra di economia politica di Cambridge, e Sidney Webb, fondatore della Fabian Society e co-fondatore della London School of Economics21. Nel suo intervento, intitolato How Readjustment May Be Facilitated After the War, Greenwood chiarì le sue idee sulla riorganizzazione dell’industria post-bellica mostrando influenze gildiste e privilegiando l’armonia e la cooperazione tra industriali, lavoratori e governo centrale22. Dopo aver passato in rassegna i principali cambiamenti che la guerra aveva prodotto nel campo industriale – dalla modifica del mercato del lavoro alla razionalizzazione della produzione, dalla meccanicizzazione produttiva al lavoro femminile23 – , l’autore identificava velocemente il cuore della questione: le relazioni industriali. L’atmosfera cooperativa che si era venuta a creare per l’emergenza bellica, infatti, veniva giudicata come il passo in avanti più significativo per creare un nuovo sistema industriale meritevole di essere riproposto anche in tempo di pace. Con uno sguardo al panorama internazionale, giudicato essenziale per il recupero economico nazionale24, Greenwood avanzava già soluzioni di natura corporativa, spingendo verso la nomina di organismi decisionali industriali all’interno dei quali sarebbero stati presenti rappresentanti dei lavoratori, degli industriali e del governo, in quanto «the reorganisation of each industry is a matter which affects the workers as much as the capitalists and the managers»25. In questa gestione tripartita, il governo avrebbe avuto il fondamentale ruolo di motore primo dell’azione di riordinamento istituzionale:

The Government should, therefore, call upon the employers’ federation and Trade Unions in each industry to meet for the purpose of coming to a decision on matters affecting industry.26

Queste assemblee industriali, da tenere a livello sia locale che nazionale, sarebbero dovute quindi essere promosse dal governo centrale, che avrebbe poi dovuto recepire le proposte

21 È interessante sottolineare che tra gli auditori compare un certo Mr. Cole, che può essere a ragione ritenuto

G.D.H. Cole. Gli interventi, corredati dalla discussione che ne conseguì, vennero pubblicati in un volume intitolato The Reorganisation of Industry, Council of Ruskin College, Oxford 1916.

22 Cfr. A. GREENWOOD, “How Readjustment May Be Facilitated After the War”, in Ivi, pp. 18-42. 23 Ivi, pp. 18-23.

24 Con notevole acume Greenwood, già nel 1916, propone la nomina di una commissione economica

internazionale che dovrà agire in stretta collaborazione con il congresso di pace, avanzando così l’ipotesi dell’impossibilità di giungere ad una pace duratura senza la contemporanea risoluzione dei grandi contrasti economici delle società contemporanea. Cfr. ivi, p. 24.

25 Ivi, p. 25. 26 Ibidem.

legislative fatte da tali organismi. Un nuovo Ministero del lavoro sarebbe dovuto poi nascere dalla trasformazione del Ministero delle munizioni, che controllava già più di 4.000 industrie, divenendo il luogo decisionale per la politica economica, alla quale avrebbero partecipato, con il medesimo metodo, tutti gli addetti alla produzione – lavoratori, datori di lavoro e manager – riuniti in conferenze industriali27.

In sintonia con questa visione, sebbene con sfumature leggermente diverse rispetto a Greenwood, Zimmern fece un intervento per certi versi complementare a quello appena analizzato, intitolato The Control of Industry After the War28. Grazie alla sua vasta cultura, e con un tono consono a quello di uno stimato docente universitario di storia antica, Zimmern si concentrava, più che sul lato dell’organizzazione vera e propria della futura società29, su un’analisi ontologica dell’essere umano come elemento necessario da

comprendere per poter costruire una società veramente adatta ai suoi bisogni fondamentali. Le idee di Cole sono in questo contesto facilmente riconoscibili30. Proprio su una mancata comprensione della natura dell’essere umano e delle sue necessità si costruiva, secondo Zimmern, il grande errore dei socialisti collettivisti che, a ben guardare, risultava molto simile a quello compiuto dall’altra parte dell’Atlantico da Frederick W. Taylor, il teorico dell’organizzazione scientifica del lavoro.

La sicurezza del lavoro e una paga sufficiente non erano, secondo Zimmern, le sole condizioni necessarie per vivere una buona vita. La dignità e la felicità dell’individuo, e quindi dell’intera società, erano determinate da altri fattori oltre che dall’ammontare salariale e dai servizi a cui il singolo cittadino poteva accedere: «a good life for workman, then, – afferma Zimmern – does not mean simply the provision of facilities for his leisure