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Rilievi essenziali e generali dei rapporti del CPT estrapolati dalle 10 visite effettuate in Italia

CAPITOLO SECONDO: LA TUTELA NON GIURISDIZIONALE ESERCITATA DAL

2.6. Rilievi essenziali e generali dei rapporti del CPT estrapolati dalle 10 visite effettuate in Italia

Nonostante il Comitato debba esaminare molte questioni durante la visita in un carcere, esso pone un’attenzione particolare ad ogni accusa, sia essa riguardante i maltrattamenti, tema al quale il C.P.T. pone particolare attenzione, sia essa riguardante altri casi, sicuramente non meno importanti, come il sovraffollamento, l’igiene, i rapporti con l’esterno dell’istituto, etc. Il Comitato cerca di osservare, quindi, non solo gli aspetti meramente tecnici denunciati all’interno dei reclami, ma osserva anche con molta cura l’atmosfera che regna in un istituto, cercando di promuovere anche rapporti costruttivi all’interno della struttura, anziché basati sulla contrapposizione tra i detenuti e il personale. Il CPT ritiene, infatti, dopo anni di esperienza ed osservazione, che i rapporti tra il personale e i detenuti serva ad abbassare la tensione propria di ogni istituto penitenziario e allo stesso tempo a ridurre significativamente la probabilità di incidenti violenti e malcontenti. In breve, il CPT desidera vedere uno spirito di comunicazione e di cura accompagnati a misure di controllo e di contenimento. Un simile approccio, secondo il CPT, lungi dal minare la sicurezza nell’istituto, potendo al contrario addirittura accrescerla.40 Grazie alla sua oltre ventennale esperienza, il Comitato per la

39 C. DEFILIPPI, D. BOSI, Il sistema di europeo di tutela del detenuto, Giuffrè,

Milano, 2001, p. 44

40 Rilievi essenziali e generali dei Rapporti Generali del C.P.T. , pag 45 in

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prevenzione della torture e pene o trattamenti inumani o degradanti, è riuscito a comprendere quali sono le condizioni efficienti ad una effettiva rieducazione del detenuto, distinguendole accuratamente per temi. Infatti, circa:

- L’attività ricreativa: la presenza di un programma soddisfacente di attività (lavoro, istruzione, sport, etc.), ritiene sia di cruciale importanza per il benessere dei detenuti. I detenuti non possono essere lasciati semplicemente a languire per settimane, a volte mesi, chiusi nelle loro celle, e questo indipendentemente da quanto siano buone o meno le condizioni materiali all’interno delle celle. Il CPT, ritiene che bisognerebbe mirare ad assicurare ai la possibilità di trascorrere una parte ragionevole del giorno (8 ore o più) fuori dalle loro celle, occupati in attività significative di varia natura. Di fondamentale importanza per il CPT è l’esercizio all’aria aperta, anche per i detenuti sottoposti ad isolamento disciplinare, in ampi spazi e per almeno un’ora al giorno. - Il contatto con il mondo esterno: secondo il Comitato ci

dovrebbe essere un vero e proprio principio di promozione al riguardo, che, se limitato, anche in parte, dovrebbe basarsi su una motivazione esclusivamente di rilevanti questioni di sicurezza o, al massimo, di considerazioni sulle risorse disponibili. Al detenuto dovrebbero essere messi a disposizione tutti i mezzi necessari per poter tutelare i rapporti con la sua famiglia e con gli amici intimi. Il CPT ha desiderato mettere in rilievo, in questo ambito, l’esigenza di una maggiore flessibilità nell’applicazione delle regole sulle visite e sui colloqui telefonici, soprattutto nei confronti dei detenuti le cui famiglie vivano lontano (cosa che rende impraticabili visite regolari). Il Comitato, in base alla sua esperienza, si è permesso di consigliare e proporre, per esempio, che proprio a

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questi detenuti dovrebbe essere concesso di accumulare il tempo della visita e/o offerte possibilità migliori per i colloqui telefonici con le loro famiglie.41

- I maltrattamenti: Il CPT non esclude in modo assoluto l’utilizzo della forza da parte del personale addetto alla sicurezza all’interno dell’istituto, ritenendo che questo, dovrà in alcune occasioni usare la forza per controllare detenuti violenti, ricorrendo, alcune volte e del tutto in via eccezionale, a strumenti di coercizione fisica. Ciò nonostante il Comitato, comprendendo che sono situazioni ad alta probabilità che la sicurezza sfoci in maltrattamento per il detenuto, riconosce al detenuto il diritto di poter essere esaminato immediatamente dal medico e, qualora necessario, anche curato. L’organo di prevenzione, tiene a sottolineare che l’utilizzo di questi strumenti di coercizione dovrebbero essere rimossi alla prima occasione, evitando che l’applicazione prolungata si manifesti con il carattere della punizione.42

- Il regime dell’isolamento: il CPT riserva particolare attenzione ai detenuti che, per motivi disciplinare, sono stati trattenuti in regime di isolamento. Sottolinea l’importanza del principio di proporzionalità, richiedendo che sia raggiunto un equilibrio tra le esigenze del caso e l’applicazione di un regime come quello dell’isolamento, che costituisce un passo che può avere conseguenze molto dolorose sulla persona interessata. L’isolamento può, in alcune circostanza, equivalere al trattamento inumano o degradante; in ogni caso, consiglia il CPT, ogni forma di segregazione cellulare dovrebbe essere quanto più breve possibile, proprio per evitare che si

41 Rilievi essenziali e generali dei Rapporti Generali del CPT, punto 51, in

www.cpt.coe.int.

42 Rilievi essenziali e generali dei Rapporti Generali del CPT, punto 53, in

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ripercuotano danni psico-fisici sul detenuto soggetto a tale condizione.43

- Trasferimento del detenuto: il CPT è bene a conoscenza che, in alcune situazione, alcuni detenuti sono estremamente difficili da trattare e il trasferimento di un simile detenuto in un altro istituto a volte può risultare necessario. In ogni caso, si è dimostrato che il continuo spostamento di un detenuto da un istituto all’altro può avere effetti molto negativi sia sul suo benessere fisico che psicologico. Si è osservato che il trasferimento del detenuto, comporta ulteriori difficoltà, come il mantenere appropriati contatti con la famiglia e con l’avvocato. L’effetto complessivo sul detenuto dei continui

trasferimenti potrebbe, dunque, equivalere in alcune

circostanze a trattamento inumano o degradante.

- Il sovraffollamento: il CPT ritiene che questa condizione, presente da tempo in tutta Europa ed in particolare gravità in Italia, porta con sé spesso la violazione dell’articolo 3 CEDU, configurandosi come trattamento inumano e degradante. Questo accade perché la condizione del sovraffollamento porta con sé innumerevoli conseguenze, prima fra tutti in modo diretto uno spazio ristretto e poco igienico, servizi di assistenza sanitaria sovraccaricati, ridotte attività fuori cella per insufficienza di personale e di spazi disponibili, poca se non assente privacy. Nel corso degli anni il Comitato ha dunque notato che il sovraffollamento corrode, a volte in modo irrimediabile, lo spirito presente all’interno dell’istituto penitenziario, portando con sé una tensione ed una violenza in

43 Rilievi essenziali e generali dei Rapporti Generali del CPT, punto 62, in

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continuo crescere tra i detenuti ed il personale.44 Nonostante l’impegno di alcuni Stati che hanno percorso la strada di investire in costruzioni di nuove strutture carcerarie ed ampliamento di quelle già esistenti, il Comitato ritiene che, in tali circostanze, impiegare somme sempre maggiori di soldi in complessi penitenziari, non offrirà una soluzione. È invece necessario che siano riviste la normativa attuale e la pratica nei processi e nelle ordinanze di custodia cautelare così come la gamma di sentenze non-detentive disponibili.

- Rapporti tra personale e detenuti: il Comitato è fermamente convinto che questo punto si configuri come la pietra angolare del sistema carcerario, in quanto ritiene che solo avendo un personale competente, arruolato, formato e capace di adottare gli appropriati atteggiamenti nei confronti dei detenuti contribuisca ad un clima più pacifico e sprone di vera rieducazione. Ciò nonostante, il CPT riscontra molto spesso che le relazioni tra detenuti e personale siano di natura formale e fredda, giungendo, in alta percentuale, ad una comunicazione verbale quasi inesistente e del tutto secondaria a quella fisica. Il Comitato ritiene perciò che la reale professionalità del personale del carcere richiede che esso sia in grado di trattare con i detenuti in maniera decente ed umana, ponendo allo stesso tempo attenzione a questioni di sicurezza e di buon ordine. A questo proposito, la direzione del carcere deve incoraggiare il personale ad avere un ragionevole senso di fiducia e di aspettarsi che i detenuti siano disposti a

comportarsi correttamente. 45Lo sviluppo di relazioni

44 Rilievi essenziali e generali dei Rapporti Generali del CPT, punti 12 e ss, in

www.cpt.coe.int.

45 Molto spesso in carcere sono presenti fenomeni di violenza tra i detenuti stessi: il

personale del carcere deve essere attento a segnali di possibili problemi ed essere sia risoluto che formato propriamente per intervenire quando necessario.

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costruttive e positive tra il personale 46del carcere e i detenuti non solo ridurrà il rischio di maltrattamenti, ma aumenterà anche il controllo e la sicurezza. A sua volta, renderà il lavoro del personale del carcere molto più gratificante, esortandolo a considerare il loro compito non come un mero lavoro, ma più come una vocazione.

- Assistenza sanitaria: Il CPT ha da sempre ribadito e sottolineato l’importanza che attribuisce al principio generale che i detenuti hanno diritto allo stesso livello di assistenza medica delle persone che vivono nella comunità esterna al carcere, principio che è oltretutto insito nei diritti fondamentali della persona. 47 Le considerazioni che hanno guidato il CPT durante le sue visite ai servizi di assistenza sanitaria in carcere possono essere esposte sotto i seguenti titoli: accesso a un medico, uguaglianza della cura, consenso del paziente e riservatezza, assistenza sanitaria preventiva, assistenza umana, indipendenza professionale e competenza professionale. Durante la custodia, quindi, tutti i detenuti devono poter avere accesso a un dottore in ogni momento, indipendentemente dal loro regime di detenzione.

Grazie, dunque, alla funzione e all’esperienza sul campo del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, avendo descritto in alcuni dei suoi Rapporti Generali, alcune delle questioni essenziali e generali che persegue durante lo svolgimento di una visita nei luoghi di privazione della libertà, spera in questo modo di anticipare indicazioni chiare alle L’esistenza di relazioni positive tra il personale e i detenuti, basata sulle nozioni di custodia sicura e di cura, è un fattore decisivo in questo contesto: questo

dipenderà in larga misura da quanto il personale possieda appropriate abilità di comunicazione interpersonale, e anche da quanto la direzione sia preparata a supportare lo stesso personale nell’esercizio della sua autorità.

47 Un’attenzione speciale è però rivolta ad alcune categorie di detenuti considerati

vulnerabili, come le madri e i figli, gli adolescenti e i detenuti con disordini della personalità

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autorità nazionali sul proprio punto di vista rispetto al modo in cui le persone private della libertà dovrebbero essere trattate e, più in generale, di stimolare una discussione su questi temi.

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CAPITOLO TERZO: ANALISI