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STRUTTURA FAMILIARE E RISCHIO POVERTÀ IN ITALIA:

4. Risultati ottenut

Dall’analisi statistica dei dati, considerando i sei anni di osservazione e con riferimento alla linea di povertà dell’anno 2000 (opportunamente rivalutata per tenere conto della dinamica dei prezzi), è emerso che il 11.8% delle famiglie italiane vive sotto la soglia di povertà (tab. 1). Confrontando il dato ottenuto con l’indagine effettuata dall’Istat (2007) ci accorgiamo che i risultati non si discostano di molto. L’Istat, sebbene i dati non possono essere direttamente confrontabili9, nell’indagine condotta su 28000 famiglie stima un’incidenza di povertà relativa intorno all’11.1% (12.8% considerando l’intera popolazione). Ovviamente, il dato da noi stimato (11.8%) non si distribuisce in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale ma presenta una forte connotazione territoriale. Le percentuali oscillano da un minimo del 1.9% dell’Emilia Romagna ad un massimo del 35.1% della Campania (dati regionali non mostrati).

Passando ad analizzare i risultati del modello logistico10 (tab. 2) osserviamo che una famiglia proveniente dal Sud con figli minori di 15 anni e con figli maggiori di 15 anni non percettori di reddito, con coniugi con un livello di studio basso, con stato civile delle donna divorziato e con un numero massimo di fratelli e sorelle della coppia pari a 2, il modello (base) stima una probabilità di povertà pari al 72.4%. Secondo il modello stimato, le variabili che incidono maggiormente sulla povertà risultano essere l’area geografica di residenza della famiglia e la struttura familiare. In generale (tab. 3), in famiglie con figli maggiori di 15 anni percettori di reddito si riscontra una probabilità di povertà molto bassa con un forte decremento, rispetto al modello base, in tutte e tre le aree geografiche considerate. Entrando nel dettaglio, al sud Italia, il passaggio da una struttura familiare con figli minori di 15

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Sia per l’uomo che per la donna vale la seguente legenda: basso (nessun titolo di studio/elementare/media), medio (diploma), alto (laurea/dottorato/specializ. post-laurea).

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Ricordiamo al lettore che l’Istat utilizza per la determinazione della soglia di povertà la spesa familiare.

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Avvertiamo il lettore che le elaborazioni sono state effettuate su dati deflazionati. Inoltre, simulando le elaborazioni senza considerare la componente “panel” del campione non si sono riscontrate variazioni significative nella stima dei parametri.

anni e con figli non percettori di reddito ad una struttura familiare con figli maggiori di 15 anni percettori di reddito produce un decremento della probabilità di povertà del 31.12%. Ancora più evidente risulta il decremento al centro Italia (- 52.02%) ed al nord Italia (-55.08%). Da notare che le famiglie senza figli al sud mantengono una probabilità di povertà di circa il 40% contro una probabilità al centro ed al nord rispettivamente del 11.3% e 0.8%. Comparando i dati in un’ottica territoriale risulta evidente che le maggiori differenze si riscontano tra sud e nord e tra sud e centro Italia, mentre tra centro e nord Italia i decrementi risultano di modesta entità.

Tabella 1 – Numero di famiglie sotto la soglia di povertà per anno d’indagine.

Soglia di povertà (OCSE)

Anno indagine No Si Totale Famiglie (s.p. 8335 E) 2686 418 3104 2000 % Famiglie 86.5% 13.5% 100.0% Famiglie (s.p. 8778 E) 2683 358 3041 2002 % Famiglie 88.2% 11.8% 100.0% Famiglie (s.p. 9214 E) 2590 334 2924 2004 % Famiglie 88.6% 11.4% 100.0% Famiglie (s.p. 9591 E) 2544 392 2836 2006 % Famiglie 89.7% 10.3% 100.0% Famiglie (totale) 10503 1402 11905 % Famiglie (totale) 88.2% 11.8% 100.0%

Tra parentesi le soglie di povertà espresse in euro del 2000

Tabella 2 – Risultati modello logistico.

Legenda Variabile B E.S. Wald df Sig. Exp(B)

Area 597.526 2 0.000

Area (Nord) -2.058 0.095 474.177 1 0.000 0.128

Area geografica di provenienza della

famiglia Area (Centro) -1.638 0.110 222.539 1 0.000 0.194

Figli 299.002 4 0.000 Figli < 15 -0.970 0.130 55.428 1 0.000 0.379 Figli >=15 no perc. -0.709 0.093 58.444 1 0.000 0.492 Figli >=15 perc -2.541 0.164 239.333 1 0.000 0.079 Struttura familiare Senza figli -1.389 0.116 142.995 1 0.000 0.249 Studio donna 84.188 2 0.000

Studio donna( medio) -0.881 0.108 67.000 1 0.000 0.414

Livello di studio donna Studio_donna (alto) -1.692 0.324 27.262 1 0.000 0.184 Studio uomo 107.804 2 0.000 Studio_uomo (medio) -0.908 0.105 74.948 1 0.000 0.403 Livello di studio uomo Studio_uomo (alto) -2.295 0.336 46.526 1 0.000 0.101

Stato civile donna Coniugata -0.681 0.256 7.072 1 0.008 0.506 Max fratelli e sorelle uomo 0.092 0.022 17.610 1 0.000 1.096

Componente

intergenerazionale Max fratelli e sorelle donna 0.086 0.022 14.971 1 0.000 1.090

Costante 0.609 0.277 4.836 1 0.028 1.838

-2 log verosimiglianza = 5942.814 R-quadrato di Cox e Snell = 0.188 R-quadrato di Nagelkerke = 0.352 % di casi correttamente classificati = 88.61% Probabilità di povertà“stimata” sul modello base = 0.724

Rivista Italiana di Economia Demografia e Statistica 153

Tabella 3 – Probabilità di povertà al variare della tipologia familiare per area di residenza della famiglia.

Struttura famiglia Pr. povertà (Sud) incr/decr* (%) Pr. povertà (Centro) incr/decr** (%) Pr. povertà (Nord) incr/decr*** (%) Figli min15 e figli mag15 no perc. 0.724 - 0.338 - 0.251 -

Figli < 15 0.499 -31.12% 0.162 -52.02% 0.113 -55.08%

Figli >= 15 no perc. 0.564 -22.17% 0.201 -40.59% 0.141 -43.60%

Figli >= 15 perc. 0.171 -76.35% 0.039 -88.57% 0.026 -89.76%

Senza figli 0.396 -45.37% 0.113 -66.59% 0.077 -69.27%

* Rispetto al modello base (sud) e a parità di altre variabili ** Rispetto al modello “centro” e a parità di altre variabili *** Rispetto al modello “nord” e a parità di altre variabili

5. Conclusioni

Con riferimento all’indagine della Banca d’Italia, in questo lavoro abbiamo cercato di determinare un modello per la stima del rischio di povertà per una famiglia italiana. Al fine di dividere le famiglie osservate fra povere e non povere si è utilizzato un criterio oggettivo individuando così un valore limite al di sotto del quale vengono a posizionarsi situazioni di povertà. I dati elaborati, considerando i sei anni di osservazione e la dinamica dei prezzi nel tempo, hanno evidenziato come la struttura della famiglia e l’area geografica di residenza siano fattori che determinano maggiormente lo stato di povertà delle famiglie. Il pericolo povertà risulta molto più forte in famiglie con figli piccoli e con figli non percettori di reddito residenti al sud Italia, mentre il fenomeno risulta meno accentuato al centro-nord Italia. Il livello d’istruzione dell’uomo e della donna, sebbene a sua volta legato alla partecipazione al mercato del lavoro, sembra influire meno sul rischio povertà, così come lo status di divorziato della donna e la componente intergenerazionale della coppia. Infine, ci sembra opportuno sottolineare che un ulteriore aspetto su cui occorrerà ragionare per migliorare l’analisi dovrà tenere conto anche della “povertà apparente”: se il costo della vita è più basso avere un basso reddito non significa necessariamente essere povero. Così come sarà opportuno considerare che la povertà non è solo un fenomeno legato esclusivamente al reddito: due famiglie possono essere classificate come povere pur accusando bisogni completamente diversi.

Riferimenti bibliografici

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ABSTRACT

The aim of this paper is to highlight the influence of some socio-demographic variables on the poverty in Italy. In agreement with the monetarist approach, poverty lines were defined by applying the OCSE equivalence scale. The use of this scale has made possible the comparison of several households of different numerousness. The “risk of poverty” for the Italian families is estimated using a Bank of Italy dataset from the last surveys (2000, 2002, 2004 and 2006).

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Massimo MUCCIARDI, Ricercatore di Statistica - Dipartimento “V. Pareto” Università di Messina.

Pietro BERTUCCELLI, Dottorando di Ricerca in Statistica - Dipartimento SEFISAST Università di Messina.

Rivista Italiana di Economia Demografia e Statistica Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009

PRODUTTIVITÀ E STANDARD DI VITA: CONFRONTO TRA