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E DISEGUAGLIANZE SOCIALI IN TOSCANA Elena Pirani, Silvana Salvin

TITOLO DI STUDIO

Lic. elem. Licenza media Diploma sup./ Laurea Nessun titolo/ Lic. elem. Licenza media Diploma sup./ Laurea Scarse/ insuffic. Ottime/ adeguate Scarse/ insuffic. Ottime/ adeguate non buone (i=1-6) ottime (i=7) non buone (i=1-6) ottime (i=7) 50-64 7.2 8.1 3.8 11.9 7.2 3.3 10.2 4.8 14.5 5.3 6.2 6.3 13.8 6.7 65-79 16.8 10.4 5.1 24.1 24.8 19.7 19.8 10.3 32.4 18.5 21.9 11.9 32.9 22.1 >80 28.4 23.0 16.5 33.0 43.3 25.0 34.7 21.5 43.6 26.4 44.3 23.9 32.1 34.4 50-64 20.8 13.6 11.4 35.5 27.2 18.1 22.9 12.2 34.9 25.2 15.2 15.0 34.4 26.6 65-79 33.6 19.8 29.3 46.4 49.0 48.1 36.7 26.8 55.9 41.7 38.9 28.4 61.7 44.6 >80 40.9 54.8 42.4 49.3 49.7 46.4 43.9 41.4 54.7 44.8 52.9 40.9 48.6 49.3 50-64 4.4 2.4 1.2 3.0 1.2 1.0 5.2 1.6 1.8 2.0 1.2 2.9 2.6 1.8 65-79 9.5 6.0 5.9 11.4 11.1 10.5 11.4 6.5 12.9 10.3 10.7 7.7 15.8 10.5 >80 31.0 32.0 18.4 49.5 45.1 36.7 32.5 27.3 58.4 40.0 39.0 27.9 56.0 46.0

PERCEZIONE DELLE CONDIZIONI DI SALUTE (male o molto male)

PRESENZA DI MULTICRONICITÀ

PRESENZA DI DISABILITÀ

GIUDIZIO SU RISORSE ECONOMICHE INDICE DELLE CONDIZIONI ABITATIVE MASCHI FEMMINE MASCHI FEMMINE

MASCHI FEMMINE

TITOLO DI STUDIO

Fonte: nostre elaborazioni sui dati dell’Indagine sulle Condizioni di salute, Istat, 2005.

3. Le determinanti delle condizioni di salute

La relazione fra condizioni socio-economiche e condizioni di salute viene ora analizzata attraverso modelli di regressione logistica. Per ognuno dei tre indicatori di salute utilizzati, abbiamo verificato la significatività delle variabili introdotte nella precedente analisi descrittiva, quali il titolo di studio, l’indice della situazione abitativa e il giudizio sulle proprie risorse economiche. Inoltre, nei modelli sono state inserite anche due variabili che cercano di approssimare la rete sociale e il livello di sostegno disponibili agli individui: un indicatore relativo alla disponibilità

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di aiuti a cui gli individui possono fare affidamento in caso di bisogno (amici, parenti, vicini), e un indicatore che rileva il fatto di vivere o meno insieme al partner. Infine, l’elemento territoriale è stato in questo caso preso in considerazione introducendo nei modelli delle dummy riguardanti l’area vaste di appartenenza. Le analisi sono state controllate per sesso ed età dei rispondenti. I risultati dei modelli stimati per ognuno dei tre indicatori risposta sono presentati in termini di odd ratio nei graff. a,b,c della Figura 1. I grafici riportano i risultati solamente per le variabili risultate essere statisticamente significative dopo la stima dei modelli.

Per quanto riguarda la percezione della salute (grafico a. della Figura 1) la nostra analisi conferma che anche in Toscana il rischio di una cattiva percezione della salute è maggiore per le donne e cresce all’aumentare dell’età (Istat 2007), in maniera rilevante soprattutto per gli ultra-ottantenni. Anche un basso titolo di studio rappresenta un fattore di svantaggio in termini di percezione della salute: in particolare, rispetto a un individuo con un titolo di studio alto (diploma superiore o laurea), coloro che hanno un titolo di studio medio (licenza media) hanno un rischio più alto del 50% di percepire cattive condizioni di salute, rischio che sale al 70% per livelli di istruzione inferiori (licenza elementare o nessun titolo).

L’avere condizioni abitative non ottime e il non poter contare su aiuto di amici, parenti e vicini in caso di necessità, sono altri due fattori che influiscono negativamente sulla percezione della salute, seppure con valori non particolarmente elevati (O.R. rispettivamente pari a 1.3 e 1.5), mentre il fatto di vivere con il partner non ha un effetto significativo sulla percezione del proprio stato di salute.

Un elemento che emerge essere legato alla cattiva percezione delle condizioni di salute è l’insoddisfazione riguardo la propria situazione economica: coloro che dichiarano che le risorse economiche a disposizione della famiglia sono scarse o insufficienti hanno un rischio 3.5 volte superiore di percepire anche condizioni negative di salute, rispetto a coloro che considerano la propria condizione economica ottima o adeguata. Infine, è interessante notare la significatività dell’interazione tra le risorse economiche e l’area vasta in cui l’individuo risiede: questo risultato implica che, mentre in generale la scarsità di risorse economiche aumenta il rischio di cattiva percezione della salute, questo rischio è diverso secondo l’area vasta di residenza. In particolare, il modello stimato mostra un rischio inferiore per gli individui che risiedono nelle aree vaste non contigue all’area metropolitana fiorentina (utilizzata come riferimento nell’analisi).

Se consideriamo come indicatore delle condizioni di salute la presenza di multicronicità, anche in questo caso la donna ha un rischio quasi doppio rispetto all’uomo di avere 3 o più malattie croniche, e a parità di altre condizioni l’età rappresenta il fattore di rischio principale (graf. b. della Figura 1). Anche le variabili relative alle reti di sostegno disponibile indicano un rischio di disabilità

più elevato per coloro che non vivono con il partner (+42%) o non possono contare sull’aiuto di parenti, vicini e amici in caso di necessità (+51%).

Figura 1 – Odd ratio del modello di regressione logistica stimato per la percezione delle proprie condizioni di salute (a), la condizione di multicronicità (b) e per la condizione di disabilità (c).

a. percezione delle condizioni di salute

0.0 1.0 2.0 3.0 4.0 5.0 uomini donne 50-64 65-79 >80 basso medio alto cond. abitat. buone (7) cond. abitat. non buone (1-6) 3 aiuti non tutti gli aiuti ris. eco. buone/adeguate ris. eco. scarse/insuf. FI città FI-PT-PO SI-AR-GR MC-LU-LI-PI FI-PT-PO * ris. scarse/insuf. SI-AR-GR * ris. scarse/insuf. MC-LU-LI-PI * ris. scarse/insuf.

b. presenza di multicronicità 0.0 1.0 2.0 3.0 4.0 5.0 uomini donne 50-64 65-79 >80 basso medio-alto ris. eco. buone/adeguate ris. eco. scarse/insuf. 3 aiuti non tutti gli aiuti

c. presenza di disabilità 0.0 1.0 2.0 3.0 4.0 5.0 uomini donne 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 >80 basso medio-alto ris. eco. buone/adeguate ris. eco. scarse/insuf. sposati/conviventi cel-nub/sep-div/vedovi 3 aiuti non tutti gli aiuti FI città FI-PT-PO SI-AR-GR MC-LU-LI-PI

11.89

Fonte: nostre elaborazioni sui dati dell’Indagine sulle Condizioni di salute, Istat, 2005.

Per quanto riguarda il titolo di studio, è significativa solo la differenza tra titolo di studio medio-alto e titolo di studio basso, con un aumento del rischio del 30%. La scarsità delle risorse economiche è correlata in modo importante anche con l’indicatore di multi cronicità, seppure con un effetto minore rispetto all’indicatore precedente: in questo caso l’aumento del rischio è pari al 55%. La terza variabile utilizzata per rappresentare la condizione socio-economica, ovvero l’indicatore relativo alle condizioni abitative, non ha in questo caso un effetto significativo. Fra le variabili utilizzate come proxi delle reti di relazioni individuali, il fatto di vivere

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con il partner non risulta significativamente correlato con la presenza di multicronicità, mentre coloro che dichiarano di non poter contare sull’aiuto sia di amici, che di parenti che di vicini in caso di bisogno, hanno un significativo 23% di rischio più alto di essere affetti da multi cronicità, a parità di altre condizioni.

Consideriamo, infine, come indicatore dello stato di salute individuale la presenza di disabilità. Come evidenziato nel grafico c. della Figura 1, il rischio di disabilità cresce a ritmi molto veloci con l’avanzare dell’età, e scarti anche solo quinquennali comportano un aumento del rischio molto marcato, differenze che non sono invece altrettanto evidenti per gli altri indicatori di salute considerati.

Ancora una volta, emerge una situazione di svantaggio legata al livello di istruzione e alle risorse economiche (con O.R. rispettivamente pari a 1.4 e 1.6) queste ultime confermandosi essere il fattore che esercita l’effetto maggiore dopo l’età. Il modello evidenzia infine che, a parità di altre condizioni, chi vive nella città di Firenze ha un rischio di disabilità inferiore. In particolare, il fatto di vivere nelle province di Firenze, Pistoia, Prato, Siena, Arezzo e Grosseto, determina un rischio più alto del 43% circa (dato che però è significativo solo a un livello del 10%), mentre per coloro che abitano in provincia di Massa Carrara, Lucca, Livorno e Pisa, l’aumento è pari al 58%.

4.

Conclusioni e linee di ricerca future

In questo contributo abbiamo presentato una fotografia delle condizioni di salute in Toscana, analizzando il legame con le condizioni socio-economiche, sia individuali che familiari, e proponendo una prima lettura della variabilità intra- regionale con riferimento alle aree vaste. L’analisi è stata condotta utilizzando tre indicatori dello stato di salute, che permettono di metterne in evidenza diverse dimensioni. L’analisi ha permesso di confermare l’ipotesi della presenza di un certo grado di eterogeneità intra-regionale, seppure in modo differenziato per le tre dimensioni di salute considerate. In secondo luogo, indipendentemente dall’indicatore utilizzato, l’analisi mostra il permanere di un forte legame tra problemi di salute percepita e fattori di svantaggio socio-economico – in questo caso approssimati dal titolo di studio, dalla percezione delle proprie risorse economiche e da un indice relativo all’adeguatezza della condizione abitativa.

Questi primi risultati suggeriscono l’importanza di riflessioni ulteriori. La prima linea di ricerca da intraprendere riguarda il versante dell’offerta e della disponibilità dei servizi sanitari, anche al fine di indagare l’eterogeneità territoriale delle condizioni di salute dichiarate. La seconda riflessione invita alla valorizzazione delle basi di dati a fine dettaglio geografico o, in alternativa, alla ricerca nel campo di stima per piccole aree.

Su questi presupposti si intende quindi proseguire lo studio intrapreso, ai fini di approfondire l’interpretazione delle diseguaglianze socio-economiche delle condizioni di salute e di verificare se le differenze nelle condizioni di salute, sia oggettive che soggettive, siano amplificate o moderate da alcune caratteristiche individuali, familiari o di contesto.

Riferimenti bibliografici

Caranci et al. (2008), Metodi per l’analisi dei dati, in Quaderni di Monitor - Approfondimenti sull’indagine multiscopo Istat Salute 2005, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Anno VII, n. 22.

Gargiulo et al. (2008), Innovazioni di processo nell’indagine Istat sulla salute, in Quaderni di Monitor - Approfondimenti sull’indagine multiscopo Istat Salute 2005, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Anno VII, n. 22.

ISTAT (2007), Condizioni di salute, fattori di rischio e ricorso ai servizi sanitari. Anno 2005, Statistiche in breve, Roma.

Maciocco G. (2009), I determinanti della salute: alla ricerca di un conceptual frame work, Salute e Società, Anno VIII, n. 1.

Ongaro F. e Salvini S. (a cura di) (2009), Rapporto sulla popolazione. Salute e sopravvivenza, Il Mulino, Bologna.

SUMMARY

Condizioni di salute e diseguaglianze sociali in Toscana

The aim of this paper is the study of the main characteristics in the domain of health in Tuscany. Firstly, we will analyze the health conditions of the individuals using three indicators that refer to different dimensions of health: the perception of one’s own condition, the presence of chronic diseases and of the presence of disabilities. Secondly, we shall go into more depth analysing the relations between factors of social disadvantage and inequalities in the health conditions.

Data come from the survey on the “Health conditions and recourse to health services” carried out by Istat in 2005, which gives the advantage to perform significant estimates also at sub-regional level.

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Elena PIRANI, Research Fellow, Department of Statistics “G. Parenti”, University of Florence – [email protected]

Silvana SALVINI, Professor of “Demography”, Department of Statistics “G. Parenti”, University of Florence – [email protected]

Rivista Italiana di Economia Demografia e Statistica Volume LXIII nn. 3-4 – Luglio-Dicembre 2009

LA POVERTÀ IN LOMBARDIA ATTRAVERSO I DATI