NOTE INTRODUTTIVE ALLA LETTURA DEI RISULTATI
5. La competenza scientifi ca dei quindicenni
5.7 I RISULTATI PER TIPI DI ISTRUZIONE
Analogamente a quello che si ottiene per gli altri ambiti, della lettura e della ma-tematica, anche per quel che riguarda le scienze è importante sottolineare come la variazione tra i risultati ottenuti dagli studenti all’interno dello stesso Paese sia molto più ampia della variazione tra le medie delle diverse nazioni.
Se si vanno infatti ad analizzare i livelli di apprendimento e il punteggio ottenuto nelle scienze per macroarea geografi ca, si riconosce che, anche per le scienze e come già rilevato nell’indagine PISA del 2000 e in altre indagini,4 i punteggi migliori si ot-tengono nel Nord Est e nel Nord Ovest, seguiti dal Centro, dal Sud, e dal Sud Isole.
Figura 5.4: Punteggi nella competenza scientifi ca per area geografi ca Scala di scienze
Media E.S.
Nord Ovest 533 7,7
Nord Est 533 5,2
Centro 497 5,3
Sud 447 8,7
Sud Isole 440 8,0
ITALIA 486 3,1
Fonte: OCSE 2004 e database OCSE PISA 2003/INValSI.
Un’altra diff erenza signifi cativa interna al dato nazionale che si riscontra in tutte le indagini è quella tra scuole, e in particolare tra indirizzi scolastici. I dati internazio-nali danno per l’Italia un 48% della varianza totale come ‘dovuta’ alla diff erenza tra scuole, e infatti le diff erenze dei risultati medi tra i vari ordini sono ancora più ampie di quelle riscontrate tra aree geografi che.
4 Anche i dati Timss, rilasciati nel 2003 e relativi ai risultati nelle scienze, presentano lo stesso andamen-to alla fi ne della scuola media - 8 anno di scolarità - ma non nella scuola elementare - 4 anno di scolarità - in cui le diff erenze sono minori e non così chiaramente geografi camente determinate.
Figura 5.5: Punteggio medio nella competenza scientifi ca per tipo di istruzione
531 582 576
491 549
561
423 467
503
350 400 450 500 550 600 650
Trento Nord Est Italia
Media internazionale
ezneics id oiggetnuP
Licei Istituti tecnici Istituti professionali
Fonte: OCSE 2004 e database OCSE PISA 2003/INValSI.
I risultati mostrati in fi gura indicano come la media dei Licei italiani ottenga pun-teggi alti rispetto alla media OCSE, che si posizionano tra quelli medi della Corea e quelli dell’Australia, mentre la media ottenuta dagli Istituti Tecnici è al livello degli Stati Uniti, e quella degli Istituti Professionali tra la Th ailandia e il Messico.
Analizzando le diff erenze riscontrate nella Provincia di Trento si osserva come la diff erenza tra i risultati ottenuti in media dai Licei e i risultati ottenuti dagli Istituti Professionali sia di 79 punti, inferiore a quella riscontrata a livello nazionale di 108 punti, e a livello della macroarea Nord Est di 109 punti. Non solo le diff erenze sono minori, ma i punteggi medi di tutti i tipi di istituto sono sistematicamente più alti non solo del dato nazionale ma anche di quello della macroarea Nord Est, sia per gli Isti-tuti Professionali (503 rispetto a 467), sia per gli IstiIsti-tuti Tecnici (561 rispetto a 549) sia per i Licei (582 rispetto a 576). Se si va ad analizzare la distribuzione dei punteggi nei vari percentili si riconosce una diff erenza non signifi cativa ma sistematica dei dati provinciali rispetto a quelli della macroarea per gli Istituti Professionali e per gli Istituti Tecnici, mentre per quel che riguarda i Licei gli andamenti sono analoghi o leggermente inferiori a quelli della macroarea, soprattutto nel 95° percentile. Tutti i risultati, compresi quelli degli Istituti Professionali, sono alti anche in comparazione con i punteggi ottenuti per gli stessi percentili dai diversi paesi dell’OCSE, in parti-colare sono molto alti i risultati dei Licei e degli Istituti Tecnici, come era d’altronde
da aspettarsi per Istituti che si rivolgono già in partenza ad un gruppo di studenti
‘selezionato’.
Occorre ricordare però come questi confronti tra medie ottenute da diversi in-dirizzi di scuola, o da diverse aree geografi che italiane, con medie di altre nazioni, con sistemi scolastici e sociali anche molto diversi dai nostri, non abbiano un gran signifi cato statistico, e siano utili solo per fornire un’idea dell’ampiezza delle diff eren-ze interne alla scuola italiana e che sarebbe necessario aff rontare. Nell’analizzare le ragioni di questa diff erenza occorre procedere con molta cautela, soprattutto nell’at-tribuire ai curricoli o ai programmi dei diversi tipi di scuola le ragioni del successo o dell’insuccesso nelle scienze.
Il necessario accorpamento nel campione dei diversi tipi di scuola nei tre indirizzi generali - liceo, tecnico e professionale - non dà, per quel che riguarda le scienze, indicazioni chiare sul percorso educativo seguito. Possiamo avere, infatti, inclusi tra i licei un liceo classico i cui studenti hanno abbandonato le scienze dopo la scuola media, o un liceo scientifi co sperimentale Brocca con 3 ore di scienze e laboratorio la settimana. La situazione delle scienze è, in Italia e rispetto agli altri Paesi OCSE, anomala rispetto agli altri due ambiti di valutazione, lettura e matematica, in quanto è l’unico ambito per il quale gli studenti di 15 anni possono trovarsi nella condizione di non aver seguito nessun corso curricolare durante l’anno in corso e a volte anche durante l’anno precedente, mentre in molti altri Paesi, alla stessa età, gli studenti de-vono aff rontare l’esame obbligatorio di conclusione dell’obbligo, di cui fanno sempre parte le scienze.
I risultati ottenuti non sono quindi attribuibili semplicemente al tipo di scuola e al percorso educativo seguito ma sono molto più probabilmente un eff etto complesso, dovuto ad un insieme di fattori, spesso correlati tra loro: una diff erenza comparabile a quelle riscontrate tra aree geografi che diverse e tra ordini di scuola diversi si rileva infatti anche tra diversi livelli di background, così come sono identifi cati dall’indice socio-economico e culturale adottato (cfr. cap. 8). La diff erenza tra il risultato medio in scienze ottenuto da studenti italiani appartenenti al primo quarto di popolazione individuata attraverso tale indice e quelli appartenenti all’ultimo quarto, di livello socio-economico più elevato, è di 103 punti, mentre la diff erenza rilevata, ad esempio in Finlandia, è di 74 punti, signifi cativamente più bassa. Abbiamo quindi paesi in cui le diff erenze sociali contano meno sui risultati di apprendimento e paesi in cui le diff erenze contano di più e risultano predittive rispetto ai risultati.
In un certo senso, dato lo scarso peso delle scienze nella scuola italiana in termini di ore ma anche come abbiamo visto in termini di concettualizzazione e metodologia di insegnamento, gli studenti italiani rispondono meglio del previsto, anche se è da
notare come tendano, più di quelli di altri Paesi, a non rispondere. I nostri studenti infatti, rispondono meglio alle domande a scelta multipla e a quelle in cui si chiede l’applicazione di concetti o nozioni semplici; rispondono male o non rispondono af-fatto alle domande aperte in genere, e soprattutto a quelle più complesse ed articolate, quelle che richiedono, ad esempio, di leggere e confrontare grafi ci e/o tabelle, o di utilizzare le loro conoscenze per argomentare o giustifi care una aff ermazione.
Al momento attuale però le domande in scienze sono troppo poche, e riferite a pochi argomenti, per poter costruire un profi lo più dettagliato dal quale far emerger principali lacune o punti di forza. Bisognerà vedere come risponderanno gli studenti nel 2006 quando l’ambito scientifi co sarà esplorato con maggiore profondità sia in termini di contenuti sia in termini di processi di pensiero necessari, e quando alle domande sulle conoscenze scientifi che si aggiungeranno anche delle domande speci-fi che sull’immagine della scienza e sulla sua utilizzazione sociale.