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UNA RELAZIONE TRA ERMENEUTICA E METAFISICA

3. S VILUPPI DELLA RELAZIONE

3.1. Sul concetto di sviluppo

L’ultimo aspetto da esaminare per comprendere la natura del rapporto che lega l’orizzonte al soggetto è rappresentato dallo sviluppo di questi due poli. Essi infatti sono posti da Lonergan non come entità immobili e fissate in modo definitivo, ma come strutture fortemente dinamiche caratterizzate da un continuo mutare che con i suoi progressivi stati di equilibrio scongiura il rischio rappresentato da un’eventuale fossilizzazione dei due poli sulle rispettive posizioni. Il soggetto e il suo interesse, così come il mondo e il suo orizzonte, non sono infatti dati una volta per tutte ma si sviluppano, secondo un processo di sviluppo concepito da Lonergan nei termini di un allargamento dell’orizzonte del soggetto, al quale consegue una necessaria riorganizzazione delle categorie all’interno del nuovo contesto che così si viene a delineare. L’allargamento dell’orizzonte e il conseguente cambiamento degli interessi del soggetto e quindi dell’intero suo mondo non è mai un processo facile o indolore, presenta dei rischi e può essere accompagnato dall’angoscia, ma è pur sempre una tappa necessaria perché il cammino dell’uomo da ciò che è verso ciò che può e deve diventare possa realizzarsi autenticamente. Del resto la stessa relazione bipolare trova in questi mutamenti un incentivo al suo costante rinnovamento, alla sua continua ricerca di un equilibrio dinamico tra i due poli che si influenzano reciprocamente e continuamente ricercano un’armonizzazione nuova e rinnovata alla luce delle loro progressive acquisizioni.

Per Lonergan, inoltre, la stessa coscienza è una struttura fortemente dinamica e attiva che estrinseca il proprio dinamismo in quell’acquisizione progressiva di consapevolezza che si riflette sulle operazioni consce e intenzionali poste in essere dal soggetto.

Ben si comprende, quindi, la ragione per la quale la nozione di sviluppo abbia un posto di rilievo all’interno della riflessione e dell’opera dell’autore, che si è occupato con grande interesse della comprensione e dell’analisi di questo tema, considerandolo sotto molteplici punti di vista.

Già, infatti, nella sua tesi di laurea sulla Gratia operans in san Tommaso si era impegnato nell’esame di un caso di sviluppo teologico speculativo nella storia e in alcuni dei suoi scritti successivi, quello sul Verbum in particolare, si era concentrato sullo sviluppo mentale e metodologico dell’Aquinate; né bisogna dimenticare che gli studi condotti sull’economia altro non sono se non la proposta di una

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riformulazione scientifica ed eticamente fondata della disciplina, la quale possa permettere all’umanità uno sviluppo materiale integrato e in accordo con lo sviluppo autentico e pieno dell’uomo e degli uomini. È però soprattutto nelle opere maggiori che Lonergan ripropone e approfondisce questo concetto: in Insight, ad esempio, come è stato sottolineato, sembra rivolgere al lettore l’invito a intraprendere quel «cammino di auto-appropriazione del dinamismo intellettuale che sta alla base e rende possibile l’universale processo dello sviluppo umano e i particolari processi di sviluppo del senso comune, delle scienze, delle filosofie e delle culture» 62; alla

stessa stregua in Method in Theology ritroviamo il disegno di un «crescente e cumulativo sviluppo teologico sulla base del duplice e correlato principio dinamico: naturale, o della coscienza umana, e soprannaturale, o del dono dell’amore di Dio rivelato in Gesù Cristo ed effuso per mezzo dello Spirito Santo» 63.

In tutte queste sedi il concetto di sviluppo torna come un elemento fondamentale per la comprensione dei processi umani, gnoseologici, economici, culturali o più strettamente filosofici. In Topics in Education, opera che si colloca significativamente tra le due precedentemente citate, e in particolare nella terza e quarta lezione, Lonergan approfondisce in particolare il tema dello sviluppo in riferimento a diversi ambiti della vita umana 64.

È interessante notare come, nell’ambito della discussione in merito ai differenziali del bene umano 65, Lonergan introduca la distinzione tra lo sviluppo intellettuale,

corrispondente alla civiltà, e quello riflessivo, ricondotto invece alla cultura. Lo sviluppo intellettuale è, infatti, definito da Lonergan come un primo principio che differenzia le società umane e per questo diviene responsabile del loro progresso:

in ogni tempo la situazione umana include un insieme di dati; qualcuno comprende qualcosa, gli viene un’idea brillante e si raffigura quello che accadrebbe se questa idea fosse attuata. Egli si consulta con altri o con le persone influenti; si programma una politica; si raccoglie il consenso; e, alla luce della nuova idea, l’agire umano cambia. Il cambiamento nell’agire umano comporta una situazione nuova e la situazione nuova suggerisce ulteriori atti di comprendere 66.

Il processo descritto funziona come una ruota che gira indefinitamente determinando cambiamenti a catena; Lonergan per approfondirne meglio la

62 SPACCAPELO, Fondamento e orizzonte, p. 187, nota 44. 63 Ibid.

64 Si tratta delle lezioni successivamente pubblicate con i titoli: “Il bene umano in quanto oggetto: differenziali e integrazione” [tenuta mercoledì 5 agosto 1959; cfr. Sull’educazione, OBL 10, pp. 85-124] e “Il bene umano in quanto il soggetto che si sviluppa” [tenuta giovedì 6 agosto 1959; cfr. Sull’educazione, OBL 10, pp. 125-157]. Per comprendere l’importanza del tema, inoltre, è sufficiente prendere in considerazione le citazioni riportate nell’Indice analitico del volume dove alla voce “sviluppo” sono menzionati ben 49 richiami alle pagine in cui è citato il concetto, inoltre sono 64 le diverse voci che rimandano ad altrettante diverse specificazioni del termine, con 8 richiami solo per la voce “sviluppo umano”; un semplice e immediato paragone con il termine “educazione” è rivelatore se consideriamo che i richiami alle pagine sono 41 e le specificazioni a livello degli ambiti 50.

65 Lonergan definisce il differenziale attraverso un’analogia matematica come «ciò che fa la differenza nel bene umano in tempi differenti» (Sull’educazione, OBL 10, p. 55). Lo sviluppo intellettuale in senso lato è considerato il primo dei tre differenziali, il secondo è il peccato, il terzo la redenzione; cfr.

Sull’educazione, OBL 10, pp. 85-124. 66 Sull’educazione, OBL 10, p. 86.

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dinamica intrinseca fa riferimento all’analisi del meccanismo “sfida-risposta” proposta da Arnold Toynbee nel suo A Study of History 67. In questo processo la

“sfida” è rappresentata dalla situazione, mentre la “risposta” viene guidata da un’intellezione nella situazione: provocata dalla sfida insita nella situazione precedente la risposta crea una nuova situazione, la quale produce un’ulteriore sfida che a sua volta richiederà un’altra risposta. Il processo è continuo e può diffondersi a tutto il bene d’ordine, cambiando la situazione, innescando un processo di miglioramento dell’intera società:

Nuove idee cominceranno a saltar fuori da ogni parte. Ne risulterà un aumento del benessere e questo toccherà ogni aspetto del bene umano: il flusso di beni particolari diventerà più frequente, più intenso, più vario; saranno prodotte nuove attrezzature; verranno riformate le istituzioni; verranno forniti nuovi tipi di beni; la società godrà di più democrazia e di più educazione; si formeranno nuovi abiti per gestire le nuove attrezzature nelle nuove istituzioni; tutti avranno una posizione sociale, perché ogni cosa procederà senza intoppi; ognuno sarà troppo occupato per mettersi a fare a coltellate con gli altri; ci saranno relazioni personali felici, uno sviluppo del buon gusto, del valore estetico e del suo apprezzamento; e uno sviluppo dell’etica, dell’autonomia del soggetto; infine, la gente avrà più tempo da consacrare alla propria perfezione religiosa 68.

Lo sviluppo civilizzatore si presenta come un processo privo di frontiere rigide che si irradia da un centro e coinvolge progressivamente un numero sempre maggiore di agenti che mettano in pratica tale cambiamento. Lonergan dedica anche agli agenti un approfondimento, rifacendosi ancora una volta a Toynbee e alla sua analisi in merito alle cosiddette “personalità creative”, in grado di influenzare gruppi magari piccoli di persone, le quali però a loro volta possono influenzare gruppi più grandi. Parte tutto da una scintilla, come scriveva Platone, una scintilla che passa da un’anima all’altra e spinge le persone a intraprendere un cambiamento che parte da loro stesse. Gli individui comunicano le loro idee a una minoranza che le accetta e comincia a diffonderle; incomincia così un particolare processo all’interno del quale sempre Toynbee distingue quattro periodi: il primo è quello della poesia, segnato dall’entusiasmo, il secondo è quello della prosa, segno della sistematizzazione, il terzo è quello della lite, della delusione e l’ultimo è quello della tacita accettazione, in cui «la gente accetta e i profeti vengono onorati dai figli di coloro che li avevano lapidati» 69. Segue quindi la mimesi, in cui altri fanno proprie

le idee dell’iniziale minoranza ma con comprensione e dedizione limitate, senza nessuna iniziativa, affascinati dal messaggio ma bisognosi di un leader che li guidi, di un’organizzazione che li inquadri: così si sviluppa una gerarchia, una regola, una legge.

La considerazione dello sviluppo intellettuale nel suo aspetto sociale, come ordine civilizzatore in funzione di uno sviluppo della società è riscontrabile anche se prendiamo in considerazione l’aspetto economico; Lonergan si richiama alla teoria

67 Cfr. TOYNBEE, A Study of History, vol. 3: The Growth of Civilization, 1934, alla voce Challenge-and-

Response dell’indice analitico. 68 Sull’educazione, OBL 10, p. 87. 69 Ivi, p. 89.

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dei cicli economici di Joseph Schumpeter 70 e cita l’esempio dell’avvento della

ferrovia, la cui scoperta trasformò l’economia di interi Paesi, «comportò numerose implicazioni concrete e rese possibili cose che in precedenza non lo erano» 71.

Lo sviluppo riflessivo si pone su un livello diverso rispetto a quello della civiltà che è in connessione con la tecnologia, l’economia e la politica; un livello che sorge per il fatto che l’avanzamento nell’ordine civilizzatore presuppone e, insieme, comporta una nuova apprensione delle invarianti strutturali, le quali non sono oggetto di una nuova scoperta dal momento che ci sono sempre, anche se non vi si presta attenzione. Osserva infatti Lonergan:

Potete fermare l’uomo della strada e chiedergli che cosa pensi delle distinzioni tra beni particolari, bene d’ordine e valori, ed egli non farà che guardarvi stupito. Pure, le invarianti strutturali sono operative nella sua vita, nei suoi modi di pensare e di fare le cose, anche se egli non le avverte in modo esplicito 72.

Le invarianti strutturali, quindi, sono implicite in tutti gli atti umani, dall’esperienza alla responsabilità, e trovano una tacita espressione nelle consuetudini, a volte, nelle leggi e nella sapienza tradizionale che contraddistingue ogni società. Appare evidente a questo punto che non si può parlare di un mutamento vero e proprio delle invarianti strutturali che sono tali proprio perché permangono, senza mutare; Lonergan sottolinea tuttavia che uno sviluppo si può riscontrare ed è rappresentato dal progresso nell’apprensione di queste invarianti, un progresso che dalla condensazione del simbolo conduce alla differenziazione della coscienza filosofica, scientifica, teologica e storica. Questo sviluppo riflessivo non produce mutamenti tecnologici o sociali, non determina il passaggio da una forma di civiltà materiale a un’altra, ma implica quella nuova incarnazione, quella nuova realizzazione delle invarianti strutturali che funge da intimo sostegno all’avanzamento dell’ordine civilizzatore.

Per capire che cosa intende Lonergan quando parla del passaggio dallo stadio in cui i simboli sono “condensati” a quello in cui si attua una differenziazione di coscienza, si può ricorrere all’esempio del mutamento del linguaggio teologico dall’antichità ad oggi. Se infatti la dottrina del paradiso e dell’inferno contiene in modo condensato la totalità della morale cristiana, è anche vero che l’elaborazione della dottrina dei quattro novissimi ci pone di fronte a una sua raffinata e differenziata espressione teologica che è frutto di tutta la storia del pensiero teologico sull’argomento, una storia fatta di stadi intermedi che hanno portato a uno sviluppo. Sviluppo che può essere colto anche se si prende in considerazione il mutamento del linguaggio utilizzato per riferirsi a realtà superiori, mettendo a confronto le espressioni evangeliche relative al Signore con quelle posteriori del Concilio di Nicea, che afferma la consustanzialità del Figlio con il Padre o del

70 Cfr. Joseph A. SCHUMPETER, History of Economic Analisys, Oxford University Press, New York 1954; trad. it. Storia dell’analisi economica, a cura di Claudio Napoleoni, Einaudi, Torino 1959.

71 Sull’educazione, OBL 10, p. 91; analogamente possono essere menzionati gli esempi dell’elettronica o delle automobili con la conseguente trasformazione delle strade, in tutti questi casi ci si trova di fronte a idee che portano ad altre idee, rendendo possibile la realizzazione di ulteriori idee che modificano concretamente la società.

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Concilio di Calcedonia che afferma l’esistenza di un’unica persona in due nature. Parole come “persona”, “natura”, “consustanziale” non sono termini del Nuovo Testamento; è intervenuto un passaggio che ha portato «da una coscienza simbolica più condensata, espressa nel Nuovo Testamento, a una coscienza teologica più enucleata, espressa nei grandi Concili greci» 73.

Lo sviluppo dell’analisi riflessiva delle invarianti strutturali del bene umano si accompagna, quindi, a un fondamentale processo di differenziazione della coscienza, necessario perché dalla condensazione dei simboli, che corrisponde a una coscienza indifferenziata, si possa passare alla presentazione enucleata, analizzata e studiata delle stesse invarianti, quale emerge in una filosofia, nella scienza umana, in una teologia. Lo sviluppo umano al livello culturale consiste proprio in questo «passare dalla condensazione del simbolo al pensiero differenziato, enucleato, dei filosofi, dei teologi, degli scienziati dell’uomo» 74.

La consapevolezza di questo passaggio è fondamentale per lo studio dei livelli più profondi della storia umana, in quanto l’uomo

cresce nella comprensione della natura e di se stesso, e ne consegue uno sviluppo nell’ordine civilizzatore. Lo sviluppo intellettuale offre una spiegazione della differenza che c’è tra l’età della pietra e i periodi successivi della vita e della storia umana. Ma allo stesso tempo, emergente da questo ordine civilizzatore e a motivo di esso, c’è un’enucleazione, uno sviluppo, nell’apprensione e nella realizzazione delle invarianti strutturali dello stesso bene umano 75.

3.2. Autenticità e auto-trascendenza morale: lo sviluppo del soggetto

Parlare di sviluppo del soggetto, per Lonergan, significa confrontarsi non con l’essenza logica ma con la consapevolezza del soggetto, in quanto sostanza che è presente a se stessa, che è soggetto, conscio della propria libertà e responsabilità, così come di un successo potenziale o di uno smacco potenziale nella misura in cui è impegnato a essere uomo: come avverte lo stesso filosofo, «se volete studiare lo sviluppo dovete stare nel concreto. Le astrazioni, infatti, non si muovono, non si sviluppano, non cambiano» 76.

Il soggetto, invece, si muove, si sviluppa e non solo cambia ma produce cambiamenti: la prima caratteristica dello sviluppo operativo del soggetto è la possibilità di individuare ulteriormente in esso due poli, uno soggettivo e uno oggettivo. Il primo è rappresentato dallo sviluppo personale del soggetto, dall’affinamento delle sue abilità e capacità; il secondo è invece costituito dall’insieme dei risultati cumulativi prodotti nel tempo e nella storia dalle attività umane.

Non solo lo sviluppo umano si presenta multiforme, dato che esso è interessato da tutti quegli ambiti della vita umana all’interno dei quali si colloca il soggetto,

73 Ivi, p. 96. 74 Ibidem. 75 Ibidem.

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quindi la società, la storia, l’orizzonte culturale, le credenze religiose: per questo distinguiamo cinque diversi livelli dello sviluppo umano, naturalmente integrati. 3.2.1. Sviluppo individuale

Il livello dello sviluppo individuale del soggetto è riscontrabile anche da un punto di vista strettamente fisiologico nel passaggio dell’uomo attraverso diverse fasi della vita, dall’infanzia all’età adulta, passando per la fase pre-puberale e puberale, fino ad arrivare alla vecchiaia. Durante il susseguirsi di queste fasi biologiche emerge a livello coscienziale la differenziazione dei quattro livelli principali della coscienza: il livello sensoriale, legato all’esperienza, quello intellettuale sviluppato attraverso la sollecitazione e l’utilizzo delle capacità intellettive, quello razionale, raggiunto grazie a un progressivo raffinamento dell’utilizzo delle proprie capacità critiche e di giudizio e infine quello morale che permette di orientare e applicare le acquisizioni cognitive alla luce della consapevolezza della propria responsabilità nei confronti di noi stessi e del mondo che ci circonda.

La comparsa di un’operazione e di un livello non elimina, ma integra le precedenti operazioni: il soggetto, quindi, non sostituisce un livello all’altro, ma diventa piuttosto capace di passare da un livello a un altro. Non c’è un soggetto che sia solo empirico, o solo intelligente, o solo razionale, o solo responsabile, ma lo stesso soggetto nel corso della giornata passerà più volte da una presenza a sé empirica a una responsabile, ad esempio, sempre però all’interno di un orizzonte di vita dove il livello responsabile dovrebbe assumere il ruolo di guida. Inoltre va detto che la pluralità delle operazioni può essere più o meno esercitata: accanto al responsabile avremo così l’irresponsabile, accanto a colui che esercita il giudizio si può porre lo sciocco, accanto all’esperienza l’inesperienza.

Applicando alla vita umana le categorie lonerganiane circa lo sviluppo, interpretato come «un processo di differenziazione e di specializzazione che, da uno stato iniziale di indifferenziazione, conduce a una meta in cui le specializzazioni differenziate funzionano come unità integrate» 77, si evidenzia che la coscienza

infantile progredisce operativamente dall’indifferenziazione tipica dei primissimi anni di vita a successive e crescenti differenziazioni che le consentono di acquisire una consapevolezza sempre maggiore delle propria struttura coscienziale e di maturare un rapporto sempre più profondo con il contesto circostante. Il soggetto, infatti, passa da un rapporto con il mondo fatto di interesse globale, indistinto, non mediato, a un rapporto fatto di interessi sempre più diversificati e, soprattutto, veicolati dalla fondamentale capacità di significare, vale a dire di riferirsi a qualcosa (ciò che è significato) mediante qualcos’altro (ciò che significa).

Infine la crescita dei significati e l’acquisizione progressiva dei valori unita alla loro conseguente strutturazione in ambiti, «permette al “soggetto” di entrare in progressivo rapporto con “mondi”, o dimensioni di realtà, sempre più ampi e sempre più ricchi socialmente, eticamente, culturalmente, scientificamente, filosoficamente, artisticamente e religiosamente» 78.

77 Il Metodo in Teologia, OBL 12, p. 157. 78 SPACCAPELO, Fondamento e orizzonte, p. 189.

139 3.2.2. Sviluppo sociale

L’apertura del soggetto al mondo e ai mondi introduce al successivo livello dello sviluppo, quello sociale che implica tre elementi: l’origine, la crescita e la destinazione sociale. Ogni singolo soggetto, infatti, ha origine, nella sua individualità, dall’interno e all’interno di una comunità di soggetti che costituisce il suo mondo, il proprio mondo, articolato in modo complesso:

c’è il mondo educativo degli insegnanti, degli alunni, dei genitori […], c’è un altro mondo dei preti, dei parrocchiani, dei sacrestani […], c’è ogni sorta di mondi secondo questo senso di mondo proprio. E il mondo in cui uno vive corrisponde al proprio interesse 79.

All’interno di questo il soggetto cresce e la sua crescita è accompagnata, resa possibile e condizionata dal grado e dalla qualità dello sviluppo familiare, associativo e nazionale in senso più allargato. Infine si colloca la destinazione sociale, dal momento che ogni soggetto e quindi anche il suo processo di sviluppo, sono situati entro un mondo sociale.

Va in conclusione sottolineata l’importanza di due fattori o vettori, presenti nel dispiegarsi concreto dello sviluppo sociale: quello tradizionale, attraverso il quale vengono comunicati al soggetto gli sviluppi acquisiti nel passato, e quello personale che gli permette, invece, di assimilare le comunicazioni sociali attraverso un processo di auto-appropriazione che porta il suo sviluppo individuale al livello di quello della comunità socio-culturale di appartenenza. Strettamente connesso all’elemento sociale è sicuramente, poi, quello culturale, nella misura in cui le stesse strutture sociali

producono cultura nella proporzione in cui incarnano, sostengono e difendono dei significati e dei valori comuni. La cultura di un “mondo” sociale, in tal modo, costituisce l’orizzonte entro cui sono di fatto possibili gli sviluppi dei singoli soggetti 80.

3.2.3. Sviluppo culturale

Indipendentemente dallo stadio in cui si colloca, lo sviluppo culturale del soggetto contempla al suo interno la distinzione tra tre diversi e specifici ambiti, paragonabili a cerchi concentrici. Il primo cerchio è quello del conosciuto [known], fissato da una serie di domande che il soggetto può porre e alle quali è in grado di rispondere.

Il secondo cerchio è quello dello sconosciuto noto [known unknown], costituito dalle cose che il soggetto sa di non conoscere. Si tratta di un ambito molto più