• Non ci sono risultati.

La Santa fa varie predizioni Assiste la morie del padre

Nel documento D. MAZZARELLO MARIA (pagine 80-90)

(1879)

1. Nella casa di Nizza continua a fiorire il buono spirito di Mornese. — 2. Testimonianza della stima di Don Bosco per la Madre. — 3. La Santa domanda scusa a una postulante. — 4. Una sua esortazione a Suor Morano. — 5. Dice a una postulante malaticcia di far vestizione, chè camperà fino alla vecchiaia. — 6. Dice pure a un’altra che camperà fino a tarda vecchiaia. — 7. Raccomanda a quelle che devono far vestizione di domandare tre grazie. — 8. Consiglia due postulanti a fare con lei una novena a Maria Ausiliatrice e guariscono. — 9. Conforta una postulante a fare vestizione, chè si troverà contenta. — 10. Dice a un'altra, che deve andare a casa, che la riceverà di nuovo. — 11. Aned­

doto sullo spirito dì mortificazione per prepararsi alla santa Comunione. — 12. Nella veglia serale. — 13. La Santa assiste alla morte del padre (23 settem­

b re 1879).

1. Nella casa di Nizza continuava a fiorire il buono spirito di Mornese e non vi mancava neppure la penuria. Una suora

entrata postulante ai primi di maggio del 1879, ricorda che la Madre una sera si presentò alquanto pensierosa alla Comu­

nità e disse : « O care sorelle, bisogna che preghiamo la Prov­

videnza che ci mandi il necessario alla vita, perchè domani n on abbiamo nulla.

» Le suore, le novizie e le postulanti si fecero attorno per consolarla dicendole: ” Non abbia pena per noi, Madre; per un giorno di digiuno non moriremo e siamo ben contente di fare un po’ di penitenza „.

» La Madre si trovò alquanto sollevata; ma il giorno dopo fu veramente un giorno di digiuno, perchè in refettorio non trovammo che un po’ di minestra. La Madre ci disse: ” Oggi

CAPO IX

79-care figlie, dobbiamo essere ben contente di sentire che dav­

vero siamo povere, e non lasceremo neppure scorgere che abbiamo avuto occasione di mortificarci E noi si fece real­

mente così ».

2. Un’altra, Suor Carmelinda Dianda, entrata nel mede­

simo tempo, ci raccontava nel giugno del 1932: «Giovinetta, per molto tempo insistetti con mio padre per avere il suo per­

messo di farmi religiosa e finalmente l’ottenni. Ma il giorno della partenza, pur essendo molto contenta, provavo una grande pena al cuore, e con una mia zia che mi accompagna­

va a Nizza, entrai in una chiesa della nostra città di Lucca, e, mentre pregavo inginocchiata davanti ad una divota imma­

gine, scoppiai in pianto.

» Due signore che erano poco distanti, sentendomi singhioz­

zare, domandarono a mia zia che cosa avessi, ed ella rispose che andavo volentieri a farmi religiosa, ma insieme provavo' pena per il distacco dai parenti. Le signore le domandarono in quale Ordine religioso stavo per entrare e la zia rispose che mi conduceva dalle suore di Don Bosco; e quelle: ” Oh! Don Bosco lo conosciamo! Gli abbiamo parlato un mese fa e tra le altre cose:

ci ha detto che le suore hanno una Superiora molto santa

» Allora la zia mi chiamò e mi disse: ” Senti che cosa dico­

no queste signore „. Ed esse mi ripeterono le parole dette, aggiungendo che ero ben fortunata. Io, al sentire che andavo dove c’era una Superiora santa, cessai dal piangere e mi sentii tutta consolata.

» Arrivata a Nizza, il 5 giugno del 1879, la Madre mi accol­

se con vero affetto e quando m’incontrava, mi domandava:

— Carmelinda, siete allegra?

— Sì, Madre.

— Conservatevi sempre allegra, e siccome siete la prima postulante della Toscana, così bisogna che preghiate che il Signore ne mandi molte altre; poi apriremo molte case in.

quella regione...

80 PARTE TERZA

» Io cercavo sovente di vedere la Madre e quando la vede­

vo, provavo così grande contento, che le compagne se ne ac­

corgevano, e quando mi vedevano molto allegra dicevano tra loro : ” Carmelinda ha visto certamente la Madre „ oppure do­

mandavano a me: ” Carmelinda, hai visto la Madre, n’è vero? „ ».

3. Abbiamo già accennato che la Madre, siccome aveva un carattere pronto, così ogni volta che riteneva d’avere in qual­

che modo trasmodato nel comandare o correggere, alla prima occasione si umiliava e domandava scusa. Ora la suora soprad­

detta ci raccontava pure : « Quando ricevevo qualche lettera dai parenti, mi veniva da piangere per la commozione. Una volta la Madre me ne consegnò una in refettorio ed io mi misi a piangere. Ella mi guardò un po’ seria e mi disse:

” Avete ancora il cuore attaccato a Lucca. Se fate così, non vi darò più lettere che vengono dì là ,,.

» Cos'erano coteste parole? Erano niente, ed io non ci ave­

vo neppure pensato; ma due giorni dopo la Madre mi dice con tutta umiltà: ” L ’altro giorno vi ho detto che avevate an­

cora il cuore attaccato a Lucca: ora vi domando perdono, perchè non dovevo dirvi tale cosa Ed io restai molto mera­

vigliata e sempre più persuasa che la Madre era davvero una santa ».

4. Tra la fine di agosto e i primi di settembre di questo anno nella casa di Nizza si tenne un terzo corso di Esercizi spirituali, in cui quindici postulanti ricevettero l’abito sacro, varie suore fecero i Voti perpetui e un buon numero di novi­

zie li emisero per la prima volta. Tra queste vi era Maddalena Morano, e dal suo taccuino rileviamo un’esortazione che pro­

babilmente la Madre le fece la vigilia della professione. Eccola:

« Amiamolo, neh! Suor Maddalena, amiamolo Gesù; lavoriamo solo per lui senza alcun riguardo a noi stesse. Sia Egli solo il nostro confidente: Oh! Gesù... basta dire che è Gesù! Fac­

CAPO IX 81

ciamoci coraggio: qui piangiamo, in Paradiso rideremo » (1)..

La fervente religiosa vi scrisse sotto : « Oh! quanto soavi mi scesero nel cuore tali parole! Benedetta mille volte colei che:

le pronunciò! » (2).

5. Fra le postulanti che alla fine degli Esercizi dovevano fare la vestizione religiosa ve n’era una, Orsola Maccocco, che­

caduta ammalata, durante il postulato aveva dovuto andare a casa. Guarita e ritornata a Nizza, mentre si trattava di fare la vestizione, era ricaduta di nuovo. Ma la Madre le disse:

« Fate pure vestizione, perchè voi, sebbene sempre malaticcia,, diventerete vecchia tanto da camminare col bastone ». La gio­

vane obbedì, vestì il santo abito. Un giorno del 1930 ci diceva :

« Veda come ha indovinato la Madre! In religione ho fatto scuola per quarantaquattro anni; ho avuto quattro volte la polmonite, due volte la pleurite a secco. Ora ho settant’anni e... si capisce che non sono più giovane, ma le parole della Madre le ricordo sempre ».

6. Ci raccontava Suor Ottavia Bussolino : « Io entrai nel­

l’ istituto nella casa di Nizza Monferrato, il 6 ottobre del 1879.

La Madre venne a prendermi in portieria e mi accompagnò a visitare tutta la casa come se non avesse avuto altre cose a cui pensare e senza che io sapessi chi era. Infine le domandai se era la superiora, e mi fece capire che sì, ma con tanta umil­

tà che io fui molto edificata: quella sua bontà e amabilità non si cancellarono mai più dalla mia memoria.

» Un giorno poi eravamo tutte in cortile insieme e la Madre disse a chi una cosa a chi un’altra. A me disse : ” Tu campe­

rai molto e molto tempo,,. La predizione si è avverata perchè ora sono vecchia...». Infatti la suora, partita nel 1881 per le

(1) Ga r n e r i, Suor Maddalena Morano, capo III.

(2) Suor Morano fu poi per diciannove anni ispettrice delle case della Sici­

lia e m orì in concetto di santità il 26 marzo 1908. Il 12 luglio 1935 si iniziò n ella curia arcivescovile di Catania la Causa di Beatificazione.

4**

:82 PARTE TERZA

missioni dell’America del Sud, nel 1933 — quando depose nel Processo — contava una settantina d’anni ed era ancora in buona salute nonostante il grande lavoro nelle missioni, le fatiche e gli strapazzi di molti viaggi (1). Morì nel novembre del 1939 a Buenos Aires.

7. Un’altra ricorda che la sera antecedente la vestizione le radunò, e loro raccomandò di riflettere attentamente sul gran­

de atto che al domani avrebbero compiuto, e di ringraziare Dio della grazia che stavano per ricevere. Raccomandò anco­

ra che, il giorno dopo, alla funzione, domandassero a Dio in modo speciale tre grazie: l ° Di avere buona salute per poter lavorare molto a pro della gioventù; 2° Di sentire sempre grande rimorso anche delle piccole imperfezioni; 3° di essere .schiette nelle confessioni e di farle sempre bene.

8. Fra le nuove postulanti arrivate a Nizza una fu sor­

presa dalla tosse e da mal di capo così forte ed insistente che, temendo di non avere abbastanza salute per rimanere in Con­

gregazione, pregò la Madre di lasciarla andare a casa prima di fare vestizione. Ma la Madre le disse : « Non temere, cara figlia; fa’ una novena a Maria Ausiliatrice; la farò anch’io con te e poi sta sicura che guarirai ». E così avvenne, con sorpresa e consolazione della buona giovane.

Un’altra postulante voleva pure andare a casa per il mal di stomaco, la tosse, il timore della tisi e piangeva; ma la

"Madre la confortò e la esortò a fare insieme con lei una nove­

na a Maria Ausiliatrice. Dopo pochi giorni anche questa si trovò perfettamente guarita; tutte e due le giovani poterono, a loro tempo, fare vestizione e perseverarono nella vita reli­

giosa.

Una suora dopo più di cinquant’anni di religione ci

rac-(1 ) P r o c . O rd ., p a g . 4 20.

CAPO IX 83".

contava : «Ero postulante da un mese, e una mattina la Madre entra tutta giuliva in laboratorio e dice:

— Mie buone novizie e postulanti, vado a Torino : se avete- commissioni ve le farò volentieri.

» E noi tutte :

— Ci saluti Maria Ausiliatrice; ci saluti Don Bosco, le- suore.

» Mentre scendeva la scala, la raggiunsi e la pregai di con­

durmi a Torino perchè volevo ritornare a casa.

— E perchè?

— Perchè voglio entrare in altra Congregazione.

— Allora va subito a prepararti il fagotto.

» Contenta corsi a prepararmi; ma cominciai subito a sen­

tire rimorso. Alle undici la Madre mi fece dire di andare con lei in refettorio. Ci andai. La Madre mangiava e parlava con.

tre altre superiore. Io non potei mangiare e piangevo. Alla, fine la Madre si alza, mi si avvicina e sorridente mi dice:

— Cara postulantina tu non hai pranzato ed io non posso condurti a Torino.

» E partì. Venne la maestra delle postulanti e mi condusse in chiesa a pregare, e io riacquistai la pace e sono felicissima, di essere Figlia di Maria Ausiliatrice ».

La medesima racconta ancora: « Una sera dissi alla Madre che avevo molto male a un dente e piangevo. La Madre mi rispose: " V a ’ subito a letto che verrò a medicarti,,. Ero ap­

pena a letto che la Madre comparve, mi medicò e poi mi disse:

” Ora recita con me un Pater, Ave e Gloria „ e lo recitammo..

Poi mi disse: ” Ora ti volti, e per obbedienza dormirai tutta la notte e domani non avrai più male „ e mi ripetè tre volte :.

” per obbedienza „.

» Io mi voltai e dormii tutta la notte e la mattina non.

avevo più male e andai a ringraziare la Madre; ma ella mi disse: ” Vedi che a pregare bene e a obbedire si guadagna sempre? „ ma io ero e sono persuasa che fu la sua preghiera, a liberarmi dal forte mal di denti ».

.«4 PARTE TERZA

9. « In quel tempo — ci raccontava Suor Maria Musso — m io padre scrisse una lettera di fuoco, minacciando, non so che cosa, se io non fossi tornata subito a casa. La Madre stava sbucciando le patate e mi fece chiamare. Io rimasi alquanto sorpresa e dissi fra me: Guarda come la Madre è buona e va alla buona. Poi sentito di che si trattava, le dissi di non te­

m ere di nulla, perchè mio padre era un po’ furioso, ma buono, e non avrebbe fatto nulla di nulla, mentre io ero ben contenta di far vestizione. Ella mi lasciò dire e poi soggiunse : ” Sì, il Signore vi vuole qui; perseverate e vi troverete contenta „. In­

fatti io sono sempre stata contenta del mio stato ».

10. Ci raccontava pure un’altra suora : « Entrata nel 1878, a Ognissanti, caddi ammalata e dovetti tornare a casa. La Ma­

dre era addolorata e mi disse:

— Va’ pure tranquilla, ma ritornerai. Ti raccomando che a casa ti confessi sovente e ti conservi pura; poi ritornerai e ti accetterò di nuovo.

» Ritornai nell’aprile dell’anno dopo e la Madre mi accolse con molto affetto. Io le domandai trepidante:

— Ora potrò perseverare?

— Sì, sta sicura che non andrai più a casa.

» Queste parole si avverarono e questa è la notizia più confortante che abbia ricevuto in vita mia ».

11. Avvenne in questo tempo un aneddoto che ci fu con­

servato da Suor Ernesta Farina, il quale ci pare che meriti

•di essere ricordato.

« Nel 1879 — scrive detta suora — un giorno ho capito la furbizia santa della nostra Madre per conoscere se le suore erano mortificate e la sua industria ingegnosa per disporci alla santa Comunione del giorno seguente. Son passati tren- taquattro anni da quel giorno, ma mi par ieri.

» Era il tempo della vendemmia : la Madre un dopo pranzo ci radunò tutte e ci disse:

— Ho pensato di procurarvi un piccolo sollievo e spero

CAPO IX 85

-che vi farà piacere. Alle quattro, dopo la lettura spirituale, andrete tutte dalla Madre economa a prendere una pagnotta e poi vi recherete tutte nella vigna a fare merenda, (a quel tempo non era ancora permesso, come ora, di fare merenda) e ognuna prenda l’uva che più le piace, fate tutte liberamente senza timori e senza scrupoli, perchè avete il permesso della vostra Superiora.

» Si fi guri il nostro contento! Dopo la lettura spirituale, con la nostra pagnotta in mano, contente come pasque, andammo nella vigna e ognuna cercò l’uva che più le piaceva e passam­

m o qualche ora in santa allegria.

» La sera la Madre ci radunò in laboratorio e ci domandò .se eravamo allegre.

— Oh sì, Madre! e la ringraziamo tanto!

» E lei sempre sorridente :

— Immagino però che ognuna avrà anche pensato a fare qualche mortificazione per poter domani mattina presentarsi con allegria, alla santa Comunione, e mentre ringrazierà Gesù dei sollievi che procura al nostro corpo, gli potrà anche pre­

sentare qualche mortificazione della volontà; perchè a me, co­

me religiosa, pare di non dover osare riceverlo a mani vuote, senz’aver fatto qualche mortificazione.

» Immagini com e a tali parole rimanemmo insieme e con­

fuse e edificate! Ci guardammo in faccia l’una con l’altra, sen­

za saper cose rispondere. Ma Suor Tersilla, più spiritosa e schietta, disse:

— O Madre, allora io domani non vado alla santa Comu­

nione, perchè ho proprio fatto la mia merenda come lei aveva detto, senza pensare ad altro.

— No, non dovete lasciare la santa Comunione per questo:

fatela senza timore; ma vorrei che ci ricordassimo sempre di andare a ricevere Gesù con qualche offerta della nostra volon­

tà : se lui si dà interamente a noi, è ben giusto che anche noi gli offriamo qualche cosa.

» Tutte noi abbiamo capito che la Madre praticava proprio quanto ci raccomandava di fare, e che, a imitazione di certi

86 PARTE TERZA

Santi, passava la mattinata in ringraziamento della Comunio­

ne fatta e il dopo mezzogiorno in preparazione alla Comunione che avrebbe fatto la mattina seguente.

12. » In quel tempo si vegliava, da chi poteva, qualche ora la sera per fare un tappeto di lana da stendersi in presbi­

terio. La Madre non mancava, e, siccome il freddo incomincia­

va a farsi sentire, per distrarci ci faceva cantare qualche lode e poi nell’ultimo quarto d’ora, prima di andare a letto, inca­

ricava qualcuna, una volta per ciascuna, a parlare delle sante disposizioni con cui dovevamo ricevere Gesù.

» Così voleva si facesse ogni volta che un gruppo di suore dovesse lavorare dopo le orazioni della sera: sempre cioè nell’ultimo quarto d’ora si parlasse della santa Comunione per prepararci bene. Quando noi non sapevamo più cosa dire veniva lei in aiuto.

» Ricordo che diceva: ” Dobbiamo figurarci di essere come- la Samaritana al pozzo di Giacobbe e domandare, a Gesù quel­

l’acqua viva per cui non si ha più sete in eterno; la Cananea si stimava fortunata se fosse arrivata a toccare il lembo della veste di Gesù. Quanto più fortunate noi che lo possiamo rice­

vere nel nostro cuore! „. Così quelle sere in cui vegliavamo, passavamo delle vere ore di Paradiso! » (1).

13. Madre Mazzarello, il 23 settembre di quest’anno 1879, ebbe a soffrire una prova dolorosissima: la morte del suo ama­

tissimo padre. Ebbe la fortuna di trovarsi a Mornese in quel tempo e, ci diceva la sorella Filomena, « l’assistette come un sacerdote, disponendolo prima ai santi Sacramenti e poi al pas­

so estremo, e recitando lei stessa le preghiere dei moribondi.

Appena spirato ella disse ai circostanti che singhiozzavamo:

” Inginocchiamoci e preghiamo perchè Dio in quest’istante lo

(1 ) P r o c . O r d ., p a g . 16S.

CAPO IX 87

giudica Noi c’inginocchiammo a pregare, ma quelle parole che in quell’istante Dio giudicava nostro padre, non ci sfuggi­

rono mai più di mente ».

La Madre ne compose la salma con pietà religiosa e filiale.

Tutti piangevano; essa no; ma quanto dolore nel suo cuore cosi sensibile e generoso! e quanta rassegnazione! Ricordò ad uno ad uno tutti i benefici ricevuti, e specialmente i buoni esempi e l’educazione cristiana e virile che egli le aveva data.

Non si lasciò tuttavia tradire dal sentimento e sopportò calma e serena il suo dolore. Pece coraggio ai fratelli, alle so­

relle e agli altri parenti; compose gli interessi di famiglia sen­

za che nascessero dissapori; raccomandò a tutti di pregare per l’eterno riposo del caro estinto, e la medesima carità domandò alle suore della casa di Mornese e di Nizza Monferrato.

CAPO X

Nel documento D. MAZZARELLO MARIA (pagine 80-90)