(1879)
1. Nella casa di Nizza continua a fiorire il buono spirito di Mornese. — 2. Testimonianza della stima di Don Bosco per la Madre. — 3. La Santa domanda scusa a una postulante. — 4. Una sua esortazione a Suor Morano. — 5. Dice a una postulante malaticcia di far vestizione, chè camperà fino alla vecchiaia. — 6. Dice pure a un’altra che camperà fino a tarda vecchiaia. — 7. Raccomanda a quelle che devono far vestizione di domandare tre grazie. — 8. Consiglia due postulanti a fare con lei una novena a Maria Ausiliatrice e guariscono. — 9. Conforta una postulante a fare vestizione, chè si troverà contenta. — 10. Dice a un'altra, che deve andare a casa, che la riceverà di nuovo. — 11. Aned
doto sullo spirito dì mortificazione per prepararsi alla santa Comunione. — 12. Nella veglia serale. — 13. La Santa assiste alla morte del padre (23 settem
b re 1879).
1. Nella casa di Nizza continuava a fiorire il buono spirito di Mornese e non vi mancava neppure la penuria. Una suora
entrata postulante ai primi di maggio del 1879, ricorda che la Madre una sera si presentò alquanto pensierosa alla Comu
nità e disse : « O care sorelle, bisogna che preghiamo la Prov
videnza che ci mandi il necessario alla vita, perchè domani n on abbiamo nulla.
» Le suore, le novizie e le postulanti si fecero attorno per consolarla dicendole: ” Non abbia pena per noi, Madre; per un giorno di digiuno non moriremo e siamo ben contente di fare un po’ di penitenza „.
» La Madre si trovò alquanto sollevata; ma il giorno dopo fu veramente un giorno di digiuno, perchè in refettorio non trovammo che un po’ di minestra. La Madre ci disse: ” Oggi
CAPO IX
79-care figlie, dobbiamo essere ben contente di sentire che dav
vero siamo povere, e non lasceremo neppure scorgere che abbiamo avuto occasione di mortificarci E noi si fece real
mente così ».
2. Un’altra, Suor Carmelinda Dianda, entrata nel mede
simo tempo, ci raccontava nel giugno del 1932: «Giovinetta, per molto tempo insistetti con mio padre per avere il suo per
messo di farmi religiosa e finalmente l’ottenni. Ma il giorno della partenza, pur essendo molto contenta, provavo una grande pena al cuore, e con una mia zia che mi accompagna
va a Nizza, entrai in una chiesa della nostra città di Lucca, e, mentre pregavo inginocchiata davanti ad una divota imma
gine, scoppiai in pianto.
» Due signore che erano poco distanti, sentendomi singhioz
zare, domandarono a mia zia che cosa avessi, ed ella rispose che andavo volentieri a farmi religiosa, ma insieme provavo' pena per il distacco dai parenti. Le signore le domandarono in quale Ordine religioso stavo per entrare e la zia rispose che mi conduceva dalle suore di Don Bosco; e quelle: ” Oh! Don Bosco lo conosciamo! Gli abbiamo parlato un mese fa e tra le altre cose:
ci ha detto che le suore hanno una Superiora molto santa
» Allora la zia mi chiamò e mi disse: ” Senti che cosa dico
no queste signore „. Ed esse mi ripeterono le parole dette, aggiungendo che ero ben fortunata. Io, al sentire che andavo dove c’era una Superiora santa, cessai dal piangere e mi sentii tutta consolata.
» Arrivata a Nizza, il 5 giugno del 1879, la Madre mi accol
se con vero affetto e quando m’incontrava, mi domandava:
— Carmelinda, siete allegra?
— Sì, Madre.
— Conservatevi sempre allegra, e siccome siete la prima postulante della Toscana, così bisogna che preghiate che il Signore ne mandi molte altre; poi apriremo molte case in.
quella regione...
80 PARTE TERZA
» Io cercavo sovente di vedere la Madre e quando la vede
vo, provavo così grande contento, che le compagne se ne ac
corgevano, e quando mi vedevano molto allegra dicevano tra loro : ” Carmelinda ha visto certamente la Madre „ oppure do
mandavano a me: ” Carmelinda, hai visto la Madre, n’è vero? „ ».
3. Abbiamo già accennato che la Madre, siccome aveva un carattere pronto, così ogni volta che riteneva d’avere in qual
che modo trasmodato nel comandare o correggere, alla prima occasione si umiliava e domandava scusa. Ora la suora soprad
detta ci raccontava pure : « Quando ricevevo qualche lettera dai parenti, mi veniva da piangere per la commozione. Una volta la Madre me ne consegnò una in refettorio ed io mi misi a piangere. Ella mi guardò un po’ seria e mi disse:
” Avete ancora il cuore attaccato a Lucca. Se fate così, non vi darò più lettere che vengono dì là ,,.
» Cos'erano coteste parole? Erano niente, ed io non ci ave
vo neppure pensato; ma due giorni dopo la Madre mi dice con tutta umiltà: ” L ’altro giorno vi ho detto che avevate an
cora il cuore attaccato a Lucca: ora vi domando perdono, perchè non dovevo dirvi tale cosa Ed io restai molto mera
vigliata e sempre più persuasa che la Madre era davvero una santa ».
4. Tra la fine di agosto e i primi di settembre di questo anno nella casa di Nizza si tenne un terzo corso di Esercizi spirituali, in cui quindici postulanti ricevettero l’abito sacro, varie suore fecero i Voti perpetui e un buon numero di novi
zie li emisero per la prima volta. Tra queste vi era Maddalena Morano, e dal suo taccuino rileviamo un’esortazione che pro
babilmente la Madre le fece la vigilia della professione. Eccola:
« Amiamolo, neh! Suor Maddalena, amiamolo Gesù; lavoriamo solo per lui senza alcun riguardo a noi stesse. Sia Egli solo il nostro confidente: Oh! Gesù... basta dire che è Gesù! Fac
CAPO IX 81
ciamoci coraggio: qui piangiamo, in Paradiso rideremo » (1)..
La fervente religiosa vi scrisse sotto : « Oh! quanto soavi mi scesero nel cuore tali parole! Benedetta mille volte colei che:
le pronunciò! » (2).
5. Fra le postulanti che alla fine degli Esercizi dovevano fare la vestizione religiosa ve n’era una, Orsola Maccocco, che
caduta ammalata, durante il postulato aveva dovuto andare a casa. Guarita e ritornata a Nizza, mentre si trattava di fare la vestizione, era ricaduta di nuovo. Ma la Madre le disse:
« Fate pure vestizione, perchè voi, sebbene sempre malaticcia,, diventerete vecchia tanto da camminare col bastone ». La gio
vane obbedì, vestì il santo abito. Un giorno del 1930 ci diceva :
« Veda come ha indovinato la Madre! In religione ho fatto scuola per quarantaquattro anni; ho avuto quattro volte la polmonite, due volte la pleurite a secco. Ora ho settant’anni e... si capisce che non sono più giovane, ma le parole della Madre le ricordo sempre ».
6. Ci raccontava Suor Ottavia Bussolino : « Io entrai nel
l’ istituto nella casa di Nizza Monferrato, il 6 ottobre del 1879.
La Madre venne a prendermi in portieria e mi accompagnò a visitare tutta la casa come se non avesse avuto altre cose a cui pensare e senza che io sapessi chi era. Infine le domandai se era la superiora, e mi fece capire che sì, ma con tanta umil
tà che io fui molto edificata: quella sua bontà e amabilità non si cancellarono mai più dalla mia memoria.
» Un giorno poi eravamo tutte in cortile insieme e la Madre disse a chi una cosa a chi un’altra. A me disse : ” Tu campe
rai molto e molto tempo,,. La predizione si è avverata perchè ora sono vecchia...». Infatti la suora, partita nel 1881 per le
(1) Ga r n e r i, Suor Maddalena Morano, capo III.
(2) Suor Morano fu poi per diciannove anni ispettrice delle case della Sici
lia e m orì in concetto di santità il 26 marzo 1908. Il 12 luglio 1935 si iniziò n ella curia arcivescovile di Catania la Causa di Beatificazione.
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:82 PARTE TERZA
missioni dell’America del Sud, nel 1933 — quando depose nel Processo — contava una settantina d’anni ed era ancora in buona salute nonostante il grande lavoro nelle missioni, le fatiche e gli strapazzi di molti viaggi (1). Morì nel novembre del 1939 a Buenos Aires.
7. Un’altra ricorda che la sera antecedente la vestizione le radunò, e loro raccomandò di riflettere attentamente sul gran
de atto che al domani avrebbero compiuto, e di ringraziare Dio della grazia che stavano per ricevere. Raccomandò anco
ra che, il giorno dopo, alla funzione, domandassero a Dio in modo speciale tre grazie: l ° Di avere buona salute per poter lavorare molto a pro della gioventù; 2° Di sentire sempre grande rimorso anche delle piccole imperfezioni; 3° di essere .schiette nelle confessioni e di farle sempre bene.
8. Fra le nuove postulanti arrivate a Nizza una fu sor
presa dalla tosse e da mal di capo così forte ed insistente che, temendo di non avere abbastanza salute per rimanere in Con
gregazione, pregò la Madre di lasciarla andare a casa prima di fare vestizione. Ma la Madre le disse : « Non temere, cara figlia; fa’ una novena a Maria Ausiliatrice; la farò anch’io con te e poi sta sicura che guarirai ». E così avvenne, con sorpresa e consolazione della buona giovane.
Un’altra postulante voleva pure andare a casa per il mal di stomaco, la tosse, il timore della tisi e piangeva; ma la
"Madre la confortò e la esortò a fare insieme con lei una nove
na a Maria Ausiliatrice. Dopo pochi giorni anche questa si trovò perfettamente guarita; tutte e due le giovani poterono, a loro tempo, fare vestizione e perseverarono nella vita reli
giosa.
Una suora dopo più di cinquant’anni di religione ci
rac-(1 ) P r o c . O rd ., p a g . 4 20.
CAPO IX 83".
contava : «Ero postulante da un mese, e una mattina la Madre entra tutta giuliva in laboratorio e dice:
— Mie buone novizie e postulanti, vado a Torino : se avete- commissioni ve le farò volentieri.
» E noi tutte :
— Ci saluti Maria Ausiliatrice; ci saluti Don Bosco, le- suore.
» Mentre scendeva la scala, la raggiunsi e la pregai di con
durmi a Torino perchè volevo ritornare a casa.
— E perchè?
— Perchè voglio entrare in altra Congregazione.
— Allora va subito a prepararti il fagotto.
» Contenta corsi a prepararmi; ma cominciai subito a sen
tire rimorso. Alle undici la Madre mi fece dire di andare con lei in refettorio. Ci andai. La Madre mangiava e parlava con.
tre altre superiore. Io non potei mangiare e piangevo. Alla, fine la Madre si alza, mi si avvicina e sorridente mi dice:
— Cara postulantina tu non hai pranzato ed io non posso condurti a Torino.
» E partì. Venne la maestra delle postulanti e mi condusse in chiesa a pregare, e io riacquistai la pace e sono felicissima, di essere Figlia di Maria Ausiliatrice ».
La medesima racconta ancora: « Una sera dissi alla Madre che avevo molto male a un dente e piangevo. La Madre mi rispose: " V a ’ subito a letto che verrò a medicarti,,. Ero ap
pena a letto che la Madre comparve, mi medicò e poi mi disse:
” Ora recita con me un Pater, Ave e Gloria „ e lo recitammo..
Poi mi disse: ” Ora ti volti, e per obbedienza dormirai tutta la notte e domani non avrai più male „ e mi ripetè tre volte :.
” per obbedienza „.
» Io mi voltai e dormii tutta la notte e la mattina non.
avevo più male e andai a ringraziare la Madre; ma ella mi disse: ” Vedi che a pregare bene e a obbedire si guadagna sempre? „ ma io ero e sono persuasa che fu la sua preghiera, a liberarmi dal forte mal di denti ».
.«4 PARTE TERZA
9. « In quel tempo — ci raccontava Suor Maria Musso — m io padre scrisse una lettera di fuoco, minacciando, non so che cosa, se io non fossi tornata subito a casa. La Madre stava sbucciando le patate e mi fece chiamare. Io rimasi alquanto sorpresa e dissi fra me: Guarda come la Madre è buona e va alla buona. Poi sentito di che si trattava, le dissi di non te
m ere di nulla, perchè mio padre era un po’ furioso, ma buono, e non avrebbe fatto nulla di nulla, mentre io ero ben contenta di far vestizione. Ella mi lasciò dire e poi soggiunse : ” Sì, il Signore vi vuole qui; perseverate e vi troverete contenta „. In
fatti io sono sempre stata contenta del mio stato ».
10. Ci raccontava pure un’altra suora : « Entrata nel 1878, a Ognissanti, caddi ammalata e dovetti tornare a casa. La Ma
dre era addolorata e mi disse:
— Va’ pure tranquilla, ma ritornerai. Ti raccomando che a casa ti confessi sovente e ti conservi pura; poi ritornerai e ti accetterò di nuovo.
» Ritornai nell’aprile dell’anno dopo e la Madre mi accolse con molto affetto. Io le domandai trepidante:
— Ora potrò perseverare?
— Sì, sta sicura che non andrai più a casa.
» Queste parole si avverarono e questa è la notizia più confortante che abbia ricevuto in vita mia ».
11. Avvenne in questo tempo un aneddoto che ci fu con
servato da Suor Ernesta Farina, il quale ci pare che meriti
•di essere ricordato.
« Nel 1879 — scrive detta suora — un giorno ho capito la furbizia santa della nostra Madre per conoscere se le suore erano mortificate e la sua industria ingegnosa per disporci alla santa Comunione del giorno seguente. Son passati tren- taquattro anni da quel giorno, ma mi par ieri.
» Era il tempo della vendemmia : la Madre un dopo pranzo ci radunò tutte e ci disse:
— Ho pensato di procurarvi un piccolo sollievo e spero
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-che vi farà piacere. Alle quattro, dopo la lettura spirituale, andrete tutte dalla Madre economa a prendere una pagnotta e poi vi recherete tutte nella vigna a fare merenda, (a quel tempo non era ancora permesso, come ora, di fare merenda) e ognuna prenda l’uva che più le piace, fate tutte liberamente senza timori e senza scrupoli, perchè avete il permesso della vostra Superiora.
» Si fi guri il nostro contento! Dopo la lettura spirituale, con la nostra pagnotta in mano, contente come pasque, andammo nella vigna e ognuna cercò l’uva che più le piaceva e passam
m o qualche ora in santa allegria.
» La sera la Madre ci radunò in laboratorio e ci domandò .se eravamo allegre.
— Oh sì, Madre! e la ringraziamo tanto!
» E lei sempre sorridente :
— Immagino però che ognuna avrà anche pensato a fare qualche mortificazione per poter domani mattina presentarsi con allegria, alla santa Comunione, e mentre ringrazierà Gesù dei sollievi che procura al nostro corpo, gli potrà anche pre
sentare qualche mortificazione della volontà; perchè a me, co
me religiosa, pare di non dover osare riceverlo a mani vuote, senz’aver fatto qualche mortificazione.
» Immagini com e a tali parole rimanemmo insieme e con
fuse e edificate! Ci guardammo in faccia l’una con l’altra, sen
za saper cose rispondere. Ma Suor Tersilla, più spiritosa e schietta, disse:
— O Madre, allora io domani non vado alla santa Comu
nione, perchè ho proprio fatto la mia merenda come lei aveva detto, senza pensare ad altro.
— No, non dovete lasciare la santa Comunione per questo:
fatela senza timore; ma vorrei che ci ricordassimo sempre di andare a ricevere Gesù con qualche offerta della nostra volon
tà : se lui si dà interamente a noi, è ben giusto che anche noi gli offriamo qualche cosa.
» Tutte noi abbiamo capito che la Madre praticava proprio quanto ci raccomandava di fare, e che, a imitazione di certi
86 PARTE TERZA
Santi, passava la mattinata in ringraziamento della Comunio
ne fatta e il dopo mezzogiorno in preparazione alla Comunione che avrebbe fatto la mattina seguente.
12. » In quel tempo si vegliava, da chi poteva, qualche ora la sera per fare un tappeto di lana da stendersi in presbi
terio. La Madre non mancava, e, siccome il freddo incomincia
va a farsi sentire, per distrarci ci faceva cantare qualche lode e poi nell’ultimo quarto d’ora, prima di andare a letto, inca
ricava qualcuna, una volta per ciascuna, a parlare delle sante disposizioni con cui dovevamo ricevere Gesù.
» Così voleva si facesse ogni volta che un gruppo di suore dovesse lavorare dopo le orazioni della sera: sempre cioè nell’ultimo quarto d’ora si parlasse della santa Comunione per prepararci bene. Quando noi non sapevamo più cosa dire veniva lei in aiuto.
» Ricordo che diceva: ” Dobbiamo figurarci di essere come- la Samaritana al pozzo di Giacobbe e domandare, a Gesù quel
l’acqua viva per cui non si ha più sete in eterno; la Cananea si stimava fortunata se fosse arrivata a toccare il lembo della veste di Gesù. Quanto più fortunate noi che lo possiamo rice
vere nel nostro cuore! „. Così quelle sere in cui vegliavamo, passavamo delle vere ore di Paradiso! » (1).
13. Madre Mazzarello, il 23 settembre di quest’anno 1879, ebbe a soffrire una prova dolorosissima: la morte del suo ama
tissimo padre. Ebbe la fortuna di trovarsi a Mornese in quel tempo e, ci diceva la sorella Filomena, « l’assistette come un sacerdote, disponendolo prima ai santi Sacramenti e poi al pas
so estremo, e recitando lei stessa le preghiere dei moribondi.
Appena spirato ella disse ai circostanti che singhiozzavamo:
” Inginocchiamoci e preghiamo perchè Dio in quest’istante lo
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giudica Noi c’inginocchiammo a pregare, ma quelle parole che in quell’istante Dio giudicava nostro padre, non ci sfuggi
rono mai più di mente ».
La Madre ne compose la salma con pietà religiosa e filiale.
Tutti piangevano; essa no; ma quanto dolore nel suo cuore cosi sensibile e generoso! e quanta rassegnazione! Ricordò ad uno ad uno tutti i benefici ricevuti, e specialmente i buoni esempi e l’educazione cristiana e virile che egli le aveva data.
Non si lasciò tuttavia tradire dal sentimento e sopportò calma e serena il suo dolore. Pece coraggio ai fratelli, alle so
relle e agli altri parenti; compose gli interessi di famiglia sen
za che nascessero dissapori; raccomandò a tutti di pregare per l’eterno riposo del caro estinto, e la medesima carità domandò alle suore della casa di Mornese e di Nizza Monferrato.
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