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Lo spirito di Mornese nella casa di Nizza Monferrato

Nel documento D. MAZZARELLO MARIA (pagine 58-68)

(1879)

1. La Santa procura che a Nizza ci sia lo stesso fervore di pietà che a Mor­

nese. — 2. Suo esempio - Dice in che consista la pietà religiosa. — 3. Puntualità ed esattezza in tutto - Attenzione alle piccole cose. — 4. Il canto : » Io voglio far­

m i sa n ta ». — 5. Tutto e sempre per Gesù - Unione con Dio - Salvata l'anima è salvato tutto - Davanti al SS. Sacramento - Intenzioni d ’aversi n ell’andare in chiesa. — 6. L ’am or proprio è un verm e roditore. — 7. Spirito di penitenza - La penitenza che più piace a Dio. — 8. Lettera della Santa alle suore di Villa

•Colón (9 aprile 1879). — 9. Un’altra a quelle di Las Piedras (30 aprile 1879).

1. La Madre a Nizza Monferrato non fece che riprendere la sua vita attivissima, umile, caritatevole, mortificata come a Mornese; e badava soprattutto che lo spirito di Mornese fio­

risse nella nuova casa - madre. Perciò, mentre procurava che ogni religiosa compisse bene i suoi doveri e acquistasse, secon­

do i doni ricevuti dal Cielo, quelle maggiori abilità che pote­

vano rendere servizio all’istituto per il bene delle anime, ba­

dava soprattutto che ognuna — e suore e novizie e postulan­

ti — avesse ben radicato nel suo cuore lo spirito di pietà, per­

chè, come dice Sant’Ambrogio, « la pietà è il fondamento di tutte le virtù » (1).

2. Le sue continue esortazioni a questo erano, come per il passato, corroborate dal suo efficace esempio.

« Il suo spirito di pietà — scrive una suora — risplendeva nelle sue parole, le quali, tutte infocate d’amor di Dio,

traspor-(1) Nell’esposizione del salmo 118.

CAPO VII 57

tavano verso tutto ciò che era puro e santo; sovente ci doman­

dava: ” Per chi lavorate?. E rispondendo noi: ” Per il Si­

gnore „ il suo cuore esultava dalla gioia. Ci diceva: ” La vera pietà religiosa consiste nel compiere tutti i nostri doveri a tempo e luogo e solo per amor del Signore. Le Figlie di Maria.

Ausiliatrice non devono abbracciare tante cose, ma stare alla Regola, usare carità paziente, fare tutto per il Signore, e quan­

do vanno a confessarsi, esaminarsi su questi punti ».

3. Voleva la puntualità e l’esattezza in tutto, ma special­

mente nel servizio di Dio; se qualche suora arrivava in chiesa tardi, o quando le orazioni erano già incominciate, s’inginoc­

chiava in mezzo per umiltà e mortificazione, e ci stava fino alla fine.

La Madre era sempre per tutte un modello nel compiere- con perfezione tutte le azioni per dar gloria a Dio; per questo si raccomandava anche alle sue ottime figlie.

« Durante la ricreazione — scrive una di esse — la sentii ripetere: ” Pregate per me il Signore, perchè mi faccia m olto­

attenta alle piccole cose, mi renda più unita a lui e mi dia grazia di operare sempre con rettitudine d’intenzione „».

Questo spirito di fede nel lavorare e faticare e soffrire solo per Dio, cercava d’infonderlo anche nelle sue consorelle quan­

do diceva : « Facciamo tutto per la gloria di Dio e la salvezza delle anime; e da Dio solo aspettiamo la mercede delle nostre opere». E ancora, come a Mornese: «Coraggio! Il lavoro, i patimenti, i sacrifi ci, la morte sono un nulla in paragone del premio e del gaudio eterno del Paradiso che ci aspetta. Qui la la fatica, là il riposo, qui il patire, là il godere » (1).

E Don Cerruti depose: «D iceva loro apertamente in pri­

vato e in pubblico: ” Ci siamo consacrate a Dio; procuriamo di attendere alla nostra perfezione: non lasciamoci trascinare- da cose di mondo „ » (2).

(1) Proc. Ap., pag. 181.

(2) Proc. Ord., pag. 262.

3»*

58 PARTE TERZA

4. Le suore e le fanciulle corrispondevano e in ricreazione cantavano spesso con slancio:

Io voglio farmi santa e figlia di Maria Io voglio farmi santa e sposa di Gesù Io voglio farmi santa e santa in allegria Io voglio farmi santa e santa sempre più (1).

La Santa, potendo, vi prendeva parte, e nel canto sem­

brava trasfigurarsi.

5. « Si trovava regolarmente, per quanto poteva, nel labo­

ratorio, per lavorare o ascoltare la lettura spirituale, ma non avendo un posto speciale, si metteva or qua or là in mezzo alle postulanti o in un angolo, senza che neppure ce ne accor­

gessimo; però, quando dicevamo la preghiera, allora cono­

scevamo dalla sua voce forte e devota che ella era in mezzo a noi ».

Spesso durante il lavoro la si udiva ripetere con ardore:

« Tutto e sempre per Gesù! ». Cosicché un’altra suora potè scrivere : « La sua vita fu una continua preghiera. Anche in mezzo alle occupazioni teneva lo spirito incessantemente unito a Dio, con frequenti slanci e ardenti giaculatorie... Aveva l’oc­

chio rivolto a Dio solo ».

« Soleva dire con frequenza — depose il Card. Cagliero —

” Salvata l’anima, tutto è salvato; perduta l’anima, tutto è per­

duto, perchè avremo perduto Dio ,, » (2).

Era abitualmente raccolta, e quando poi faceva meditazio­

ne o era davanti al SS. Sacramento, teneva un contegno così umile e devoto che aveva più dell’angelico che dell’umano.

Nelle sue frequenti esortazioni a pregare con fervore, ripeteva spesso : « Quando andiamo in chiesa, non andiamo a riposarci, ma a trattare con Dio degli affari della nostra eterna salute».

« In chiesa non la vidi mai seduta, eccetto il tempo della predica. Molte volte noi facevamo in fretta al mattino per an­

co P r o c . O r d ., p a g . 196.

(2 ) P r o c . O r d ., p a g . 2 66 .

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dare più presto a far visita a nostro Signore, ma sempre vi trovavamo già la Madre » (1).

Il più delle volte si inginocchiava sul pavimento, a ginoc­

chia nude, e così stava, con la massima compostezza, senza mostrare il minimo incomodo. E quando era inginocchiata sul suo inginocchiatoio, « le Madri osservavano che non si appog­

giava, quantunque tenesse le braccia così vicine da dare l’illu­

sione che si appoggiasse, e si meravigliavano che potesse reggere tanto tempo così immobilmente devota, mentre sape­

vano che non era troppo robusta e non mancava di distur­

bi » (2).

6. Un giorno, in ricreazione, vedendosi attorniata da molte suore, disse loro : « Il nostro amor proprio e le nostre passioni

sono come quei vermi roditori che stanno nascosti alle radici delle piante; se non stiamo attente, rodono e fanno seccare le virtù ». E insegnava il modo di vìncere l’amor proprio al quale' faceva sempre guerra spietata.

7. Non disapprovava le mortificazioni corporali, anzi le praticava grandemente; aveva perfino domandato a D on Ca­

gliero di dormire per terra, cosa che non le fu concessa (3);

parecchie volte le sue figlie dovevano sforzarla a prendere qualche po’ di cibo perchè potesse stare in piedi.

Ciò nonostante, secondo lo spirito del Fondatore, preferiva le mortificazioni interne.

« Per ubbidienza — depose il Card. Cagliero — si arrese al consiglio che io le davo in nome di Don Bosco di lasciare il pensiero di fare penitenze e digiuni e astinenze gravi, ma che, secondo lo spirito delle Costituzioni date loro, cambiassero, lei e le suore, tali atti nel lavoro volontario, assiduo e costante, nell’esattezza del proprio dovere, nell’osservanza scrupolosa della Regola, nell’assistenza quotidiana delle alunne, nella

(1) Proc. Ord., pag. 167.

(2) P roc. Ap., pag. 213.

(3) Proc. Ord., pag. 303.

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puntualità nei rispettivi uffici e fossero zelanti nell’esercizio della carità con le fanciulle nella scuola, nei laboratori e ora­

tori festivi » (1).

Quindi ella, a chi le domandava di fare questa o quell’altra penitenza, per lo più rispondeva : « Fa’ di correggerti di questo o quel difetto: ecco qual’è la penitenza che più piace a Dio ».

Inoltre, con la parola e l’esempio, insegnava a far servire il lavoro come un gran mezzo di penitenza.

« Io ero giovanetta quindicenne — scrive una suora — e vedendo la superiora sempre la prima nei lavori più umili e faticosi, mi sentivo presa da entusiasmo indicibile. Un giorno era caduta una grande quantità di neve e si doveva fare il bucato. Mentre le stavamo tutte attorno, ad un tratto esclamò :

” Oh, se domani potessi lavare il bucato da sola! come sarei contenta di risparmiare a voi tutto questo freddo... „ ».

Suor Felicina Ravazza scrisse e poi confermò nel Processo Informativo : « A quel tempo non avevamo ancora la lavan­

deria, ma solo una vasca in mezzo al cortile, e, anche nel crudo inverno si lavava colà. Nel giorno del bucato la Madre era la prima a prendersi il posto. Quante volte l’ho sentita allegra e felice dire : ” Su sorelle, oggi è per noi giorno di vendem­

mia; coraggio! Il Paradiso è bello; facciamo a gara a chi può farsi maggiori meriti per salire più in alto in Cielo.

» Il freddo, alle volte, era tale che si formava il ghiaccio sulle mani. Arrivata l’ora della colazione, la refettoriera ci portava una pentola di castagne bianche cotte, e noi, con una scusa o con l’altra, si invitava la Madre ad andare in casa. Ed ella ridendo: ” Aspettate: faccio la colazione che mi sono gua­

dagnata e poi vengo „.

» Prendeva una scodella, e, come tutte le altre si presen­

tava alla suora incaricata di distribuire la modesta colazione e le diceva: ” Su, dà anche a me la mia parte!.

» Com’era commovente vederla tutta felice con le sue suore,

"umile, con la sua scodella in mano, in piedi, a mangiarsi quelle

(1 ) P r o c . O rd ., p a g . 328.

CAPO VII 61

poche castagne! Nel tempo stesso che incoraggiava le sue figlie, col suo sguardo osservava tutte e se vedeva che qualcuna sof­

friva o altro, con qualche scusa la faceva andare in casa » (1).

8. Ma la grande cura che si prendeva delle consorelle pre­

senti non le faceva dimenticare quelle lontane e il suo pensiero volava sovente alle zelanti missionarie d’America.

Due lettere di questo tempo ci furono conservate, e noi crediamo di far cosa gradita ed utile col riferirle. Ecco la pri­

ma diretta alle suore di Villa Colón.

Viva Gesù!

, Nizza, 9 aprile 1879 Carissima Suor Angiolina,

M’immagino la gioia e la consolazione che avrete provato nel vedere le sorelle che il Signore vi mandò; essa fu grande certamente e vi avrà fatto pensare a quella gran festa che faremo allorché sare­

m o tutte riunite nel Paradiso.

È vero che la distanza che adesso ci separa, è grandissima; ma consoliamoci: questa vita è tanto breve! Presto verrà il giorno in cui ci rivedremo nell’eternità, se avremo osservata con esattezza la no­

stra santa Regola. Sebbene ci sia il mare immenso che ci divide, possiamo vederci ed avvicinarci ad ogni istante nel Cuore Sacratis­

simo di Gesù; possiamo pregare sempre le une per le altre; così i nostri cuori saranno sempre uniti.

Dopo aver parlato della morte edificante di una suora, con invito caloroso di prepararsi, affinchè la nostra sia dolce; dopo aver detto che era morto il ciabattino di Mornese, che lavo­

rava in casa, e parlato della grave infermità di due suore, raccomanda che si preghi per tutti e dice che non è più a Mornese, ma a Nizza; e poi:

Bisogna sempre fare dei sacrifici finché siamo in questo mondo;

facciamoli volentieri e allegramente; il Signore li noterà tutti, e, a suo tempo, ci darà un bel premio.

(1 ) P r o c . Orci., p a g . 306.

62 PARTE TERZA lettera. Incomincio da Suor Filomena: Siete allegra? Siatelo sempre,, neh? Unitevi strettamente a Gesù. Lavorate per piacere a lui solo. dell’immacolata? Non dimenticalete mai; cominciate ogni giorno ad essere veramente umile, a pregare di cuore ed a lavorare con retta intenzione. Parlate poco, pochissimo colle creature; parlate invece molto col Signore; egli vi farà certamente sapiente. Pregate per me.

CAPO VII 63 risposta. State sempre allegre; amatevi tutte nel Signore; pregate

sempre per tutte le vostre sorelle.

64 PARTE TERZA

tutto diventerà insoffribile e le malignità come pustole risorgeranno nel vostro cuore.

Pregate per me che, nel Cuore di Gesù, mi affermo la vostra aff.ma in Gesù la Madre Suor M a r ia

La calligrafia della lettera è di Suor Emilia Mosca, ma i pensieri, le frasi, e, probabilmente, le stesse parole, sono della Madre.

9. Tutta di sua mano è la lettera che poco dopo scriveva da Mornese alle suore di Las Piedras.

Viva Gesù e Maria e S. Giuseppe

Mie care sorelle,

V oialtre siete a Las Piedras da sole, n’è vero? Come state? Siete allegre? Ne avete tante ragazze? Lo amate il Signore? Ma proprio di cuore? Lavorate per lui solo? Spero che tutte risponderete un bel sì. Dunque continuate a stare sempre allegre e ad amare il Signore- Fate in modo di calpestare l’amor proprio, fatelo friggere ben bene;

procurate di esercitarvi nell' umiltà e nella pazienza. Abbiate grande- confidenza nella Madonna; essa vi aiuterà in tutte le vostre cose.

Siate osservanti delle sante Regole anche nelle cose più piccole, che sono la via che ci conduce al Cielo. Conservate, per quanto potete, lo spirito di unione con Dio; state alla sua presenza continuamente.

Tu, Suor Giovanna, che sei come vicaria, sta ben attenta a dare buon esempio e a fare le cose con molta prudenza e col fine di dare gusto a Dio; così saremo contente un giorno.

Suor Filomena, voi siete sempe allegra come quando eravate qui?

L ’amate tanto il Signore? Vi vien la stizza quando il fuoco non si accende? Abbiate pazienza e procurate di accendervi di divino amo­

re. State allegra e pregate per me.

E voi, Suor Vittoria, lo sapete adesso lo spagnuolo? Ne avete ancora dei fastidi per non poterlo imparare? Fatevi coraggio, che, a poc o a poco, farete tutto. Procurate d’imparare ad amare il Signore e a vincere voi stessa; e poi tutte le altre cose s’imparano facilmente.

State sempre umile e allegra, e pregate tanto per me.

Coraggio, mie buone sorelle; statemi allegre, e fatevi sante e ric­

che di meriti presto, chè la morte fa come un ladro.

CAPO VII 65

Dà la notizia della morte di quattro suore, le raccomanda alle loro preghiere, raccomanda di pregare per quelle che faran vestizione alla festa di Maria Ausiliatrice; dice a una suora che sua sorella sta bene e conclude:

Io non mi dimentico mai di voialtre; statemi buone, ricevete i saluti di tutte e specialmente della vostra

Mornese, 30 aprile 1879

aff .ma

La Madre M a z z a r e l l o

CAPO V i l i

Nel documento D. MAZZARELLO MARIA (pagine 58-68)