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Sbocchi occupazionali e livelli di reddito: laureati e diplomati a confronto

il rendimento dell’istruzione universitaria

4.3 Sbocchi occupazionali e livelli di reddito: laureati e diplomati a confronto

Laurearsi è un buon investimento, in quanto aumenta le probabilità di esse- re occupato rispetto a un diploma di scuola superiore o alla licenza media in- feriore. Ma i vantaggi non sono immediati, in quanto si realizzano solo dopo i 35 anni di età, soglia al di sotto della quale emerge una posizione lavorativa relativamente migliore per i diplomati.

Se nel lungo periodo, infatti, si delineano i benefici che nel mercato del lavo- ro derivano da una maggiore scolarizzazione, nel breve termine la crescente quota di giovani con un’istruzione elevata, sia rispetto ai giovani delle co-

20 Gli agenti economici che operano in condizioni di incertezza con il proprio comportamento,

ovvero per mezzo dei segnali (signals), cercano di migliorare il livello di informazioni pre- senti nel sistema. Così, nel mercato del lavoro ciascun individuo è dotato di qualità diverse, in parte osservabili e non modificabili (come l’età) e in parte osservabili ma modificabili nel tempo (i segnali, appunto), come il livello d’istruzione.

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orti precedenti sia agli occupati più anziani prossimi all’uscita dal merca- to, incontra non poche difficoltà a essere assorbita dal sistema produttivo regionale. Il tasso di occupazione per i laureati con meno di trentacinque anni (72%) si mantiene più basso non solo di quello dei coetanei diplomati (78,5%), ma anche dei meno scolarizzati (77%) (Graf. 4.9). Tale divario viene, poi, completamente colmato e recuperato nell’età adulta quando per i laure- ati si realizza una situazione prossima alla piena occupazione (93%).

77,3 78,5 72,3 76,9 75,0 85,7 92,9 81,8 0 20 40 60 80 100 25-34 35-54

Basso Medio Alto TOTALE

Fonte: elaborazioni su dati IsTaT, rilevazione continua Forze di lavoro D’altra parte deve essere osservato che i laureati sono nel mercato del lavoro da meno tempo degli altri e hanno avuto a disposizione un periodo più breve, e quindi meno opportunità, per cercare lavoro. Con l’età questo svantaggio si annulla e prevale il vantaggio legato alla maggiore occupabilità, garantita dal più elevato livello di istruzione e dalla maggiore preparazione. Il tasso di occupazione dei laureati cresce, inoltre, in conseguenza dell’anzianità di servizio come riflesso sia della stabilizzazione occupazionale sia della valo- rizzazione professionale realizzata attraverso il percorso di carriera.

La condizione occupazionale varia poi in modo rilevante per genere21 e grup-

po di laurea. Sia nell’età giovanile sia in quella adulta il tasso di occupazione è più elevato per coloro che hanno conseguito una laurea nelle discipline mediche e sanitarie, mentre sono maggiori le difficoltà occupazionali per chi esce da un percorso di studi umanistico, così come tra i diplomati permane per tutto l’arco della vita lavorativa lo svantaggio di chi ha una diploma lice- ale rispetto a chi ha conseguito una maturità tecnica o professionale. Le differenze tra laureati e diplomati si ripercuotono anche sul tasso di di- soccupazione (Graf. 4.10): non solo, tra i 25-34enni la percentuale di coloro che cercano un lavoro è superiore tra i laureati (10%) rispetto che tra i meno scolarizzati (9%). Ciò può essere imputato alla compresenza di differenti fat- tori: se è vero che i meno scolarizzati sono da più tempo nel mercato del lavoro e quindi hanno avuto maggiori occasioni per collocarsi, d’altra parte è probabile che un elevato titolo di studio comporti un salario di riserva22 più

alto che implica un aumento del tasso di disoccupazione nel breve periodo che tende poi a riassorbirsi.

21 Il gap di genere, infatti, aumenta nell’età adulta, passando da 1,5 punti percentuali per i

25-34enni a quasi cinque punti per i 35-54enni poiché le donne, anche se istruite, tendono ad avere un comportamento più “maschilizzato” nelle età giovanili in assenza di vincoli fa- miliari e filiali che, invece, in seguito condizionano la presenza nel mercato del lavoro.

22 Il compenso minimo al di sotto del quale non si è disposti a lavorare, preferendo rimanere

nella condizione di disoccupazione. Grafico 4.9

Tasso DI occUPaZIonE PEr TITolo DI sTUDIo ED ETà

lavalutazIonedIeffIcacIadelleborsedIstudIo

Basso Medio Alto TOTALE

9,0 6,2 6,0 3,6 10,4 2,7 7,7 4,6 0 2 4 6 8 10 12 25-34 35-54

Fonte: elaborazioni su dati IsTaT, rilevazione continua Forze di lavoro L’investimento in istruzione è, però, destinato a essere meglio remunerato nel medio e lungo periodo: già dopo i trentacinque anni, infatti, il tasso di disoccupazione dei laureati diminuisce in modo consistente e si attesta su livelli (3%) inferiori a quelli dei diplomati (4%) e dei meno scolarizzati (6%). Contemporaneamente, come abbiamo visto, aumentano gli occupati e dimi- nuiscono gli inattivi.

Passando ad osservare il livello di reddito raggiunto dai più istruiti, a poco più di tre anni dal conseguimento della laurea i giovani hanno una retribu- zione mensile media di circa 1.240 euro (Graf. 4.11): guadagnano di più gli ingegneri e i medici, seguiti dai laureati del gruppo economico-statistico. Lo stipendio mensile dei laureati del gruppo medico, in particolare, è superiore di quasi 500 euro a quello dei laureati del gruppo psicologico, che registrano il guadagno più basso. Ovviamente la remunerazione dipende anche dalla posizione nella professione: i guadagni sono più elevati per i lavoratori auto- nomi e più bassi per chi lavora a progetto; si mantengono nella media invece gli stipendi dei lavoratori dipendenti.

71,2 76,1 81,2 84,0 87,0 87,4 87,6 92,5 94,4 97,9 98,4 100,0 101,6 106,8 109,8 0 20 40 60 80 100 120 Psicologico Letterario Linguistico Insegnamento Geo-biologico Giuridico Agrario Architettura Politico-sociale Scientifico Chimico-farmaceutico TOTALE Economico-statistico Medico Ingegneria

Fonte: elaborazioni su dati IsTaT, Indagine sull’inserimento professionale dei laureati Sotto l’aspetto retributivo la situazione dei laureati mostra segni di sofferen- za, anche se, così come per i livelli di occupazione, la situazione tende a mi- gliorare con il passare del tempo. Ma la velocità con cui i laureati riusciran- Grafico 4.10 Tasso DI DIsoccUPaZIonE PEr TITolo DI sTUDIo ED ETà Grafico 4.11 rEDDITo mEDIo mEnsIlE DEGlI occUPaTI a TrE annI Dalla laUrEa

numero indice (Totale=100)

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no a raggiungere redditi più elevati dipende da vari fattori: sicuramente la facoltà, poiché chi ha conseguito un titolo in discipline umanistiche è pena- lizzato già a tre anni dalla laurea (Tab. 4.12). Inoltre gli uomini continuano a guadagnare il 7,6% in più delle colleghe, a prescindere dal tipo di facoltà e dalla professione svolta. Il conseguimento della laurea non elimina le diffe- renze di genere in termini di reddito, a dimostrazione che questo fenomeno è presente anche tra le categorie di occupati in possesso di più elevati titoli di studio. Non risulta, invece, di particolare rilievo il voto di laurea.

Tabella 4.12. sTIma DElla ProBaBIlITà DI aVErE Un rEDDITo InFErIorE alla mEDIana (1.300)

Coefficiente effetto marginale (%) P>|z|

Costante -0,4539091 0,000 Femmina 0,3545847 7,6 0,000 Area sociale -0,1520264 -3,2 0,243 Area scientifica -0,2845435 -5,9 0,038 Area giuridica -0,5490611 -10,8 0,001 Area tecnica -0,1418928 -3,0 0,333 Area medica -1,035109 -20,9 0,000

Fonte: elaborazioni su dati IsTaT, Indagine sull’inserimento professionale dei laureati Non bisogna, inoltre, pensare che forma contrattuale e reddito siano due ele- menti tra loro indipendenti, poiché a impieghi stabili si affiancano guadagni più elevati, mentre la flessibilità del contratto penalizza spesso i giovani anche sotto il profilo reddituale.

Altri studi mostrano inoltre come il differenziale di reddito sia più elevato nel settore privato, e in particolare nell’industria, mentre nel caso dei servizi pubblici si riduce al minimo. Certo è che queste differenze sono correlate ai ruoli ricoperti nel mercato del lavoro: la quasi totalità dei laureati in medici- na, infatti, si impiega nella sanità pubblica e l’inquadramento professionale è identico per tutti. Situazione analoga caratterizza i laureati in discipline legate all’insegnamento che costituiscono il viatico più adatto all’ingresso nel mondo della scuola. Diversa è, invece, la situazione per i laureati nelle discipline tecniche, come ingegneria e architettura, o giuridiche che possono aprire la strada a numerose professioni sia alle dipendenze che come lavo- ratori autonomi.

offerta, domanda e output