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Le famiglie filippine: tra transnazionalità e

4. La scelta del ricongiungimento familiare

La nostra analisi ha fatto sinora emergere come per gli immigrati filippini la creazione di famiglie transnazionali sia spesso da inscrivere all'interno di un scelta, di una strategia familiare. È innegabile che la famiglia in emigrazione assuma forme cangianti e diversificate. La transnazionalità può anche essere vista come una di queste forme a cui temporaneamente bisogna adattarsi prima del ricongiungimento con i membri della famiglia rimasti in madrepatria.

“ Nei casi più frequenti la migrazione familiare e un processo a più stadi: la famiglia che vive insieme al paese d'origine deve affrontare la prova di una separazione, allorquando parte colui o colei che ha maggiori possibilità di oltrepassare i confini e trovare un lavoro; poi viene il tempo della lontananza e dei legami affettivi a distanza; infine arriva il momento del ricongiungimento e della ricomposizione del nucleo […]. E' la dinamica che alcuni hanno descritto nei termini delle <<tre famiglie>>

dell'immigrato.”45

Sebbene nella maggioranza dei casi non auspicato, anche per gli immigrati filippini il ricongiungimento familiare può essere un'approdo dopo il tempo dell'essere famiglia a distanza.

Nell'immigrazione filippina si è visto come le donne sono le protagoniste indiscusse: sono loro a essere le primo migranti, pertanto sono le donne che creano le condizioni economiche, logistiche, materiali più favorevoli al ricongiungimento di uno o più membri della famiglia d'origine. In questo senso vi è una ridefinizione e rinegoziazione delle relazioni tra generi, ancor più forte se si tiene presente la forte concezione familistica filippina e le asimmetrie di genere su cui si basa. Pertanto gli immigrati filippini presentano percentuali elevate di uomini entrati per ricongiungimento.46

Per quanto riguarda il caso filippino si delinea dunque un tipo di ricongiungimento a ruoli rovesciati, non di rado di ricongiungimento parziale.

Se si analizzano dunque da vicino queste donne filippine primo migranti si possono notare le seguenti casistiche: donna coniugata, donna coniugata con figli, donna single con figli, donna single. La migrazione assume per queste donne significati differenti e viene connotata in modo diverso anche da chi rimane. La donna single e quella coniugata che emigrano sono viste come eroi nazionali, connotate dal coraggio di partire da sole e senza il marito, con il quale si concorda la partenza, avendo maggiori possibilità di occupazione all'estero. A seguito della sua stabilizzazione nel Paese d'arrivo manterrà con il coniuge o coi familiari legami transnazionali e in taluni casi avvierà il processo di ricongiungimento. Invece rispetto alla primo migrante donna coniugata con figli, per quanto la sua emigrazione può essere strategicamente decisa, la sua partenza e lontananza assumono i caratteri della perdita del suo ruolo di madre e dunque è connotata dalla vergogna e dal biasimo della società d'origine. Analogamente la donna single con figli assume nel contesto d'immigrazione un ruolo maggiormente rilevante di breadwinner, ma il suo ruolo di madre viene connotato come secondario e pertanto non è considerata una buona madre. Se da un lato nel processo migratorio spesso queste donne assumono ruoli definiti, autonomia, indipendenza, risalendo anche nella mobilità occupazionale e creando le precondizioni per il ricongiungimento, dall'altro lato la loro mobilità sociale discende, in particolare rispetto al ruolo di madre, facendo loro sperimentare una mobilità contraddittoria che non facilita il fronteggiamento del care drain e può mutare il processo di ricongiungimento con uno solo o più membri della famiglia.

46Cfr. P. BONIZZONI, Famiglie globali. Le frontiere della maternità, Utet, Novara, 2009, pp.

4-5 nel quale si approfondisce anche con l'apporto di dati statistici le dinamiche di ricongiungimento familiare per nazionalità di provenienza.

Il caso delle donne immigrate filippine rispecchia comunque alcuni caratteri peculiari dei flussi a primo migrante donna, evidenziati dalla letteratura. Le donne filippine infatti hanno una maggiore propensione al risparmio e all'invio consistente di rimesse in madrepatria47, sono

maggiormente coinvolte rispetto agli uomini nel mantenimento di contatti con la famiglia in madrepatria, in particolare coi caregivers a cui hanno affidato la cura dei figli, non sempre corrispondente alla figura del marito, ma anzi spesso nella famiglia estesa corrispondente a nonna o sorella. Le donne filippine hanno inoltre maggiori capacità e possibilità d'integrazione nel luogo d'arrivo, anche se maggiori sono le difficoltà di riorganizzazione familiare, sia nelle relazioni transnazionali sia a seguito di ricongiungimento.

Tralasciando in questa sede i ricongiungimenti de facto, nei quali la donna primo migrante ricongiunge il coniuge o i figli attraverso un visto turistico o per lavoro o attraverso l'ingresso irregolare in Italia per poi sfruttare le numerose sanatorie, ricongiungimenti utilizzati dai filippini per le difficoltà sopra descritte nell'attivare la procedura di ricongiungimento, si vuole invece analizzare i ricongiungimenti secondo legge.

Per quanto riguarda gli immigrati filippini la letteratura sottolinea come nella maggioranza dei casi la donna, anche coniugata, ricongiunga i figli piuttosto che il coniuge, sottolineando la centralità che questi hanno nella famiglia filippina, ma spesso a motivo della presenza di numerosi figli, anche vicini alla maggiore età e quindi da ricongiungere in tempi più brevi. Attivare il ricongiungimento è comunque complesso per queste donne, sia a livello legale, ma soprattutto relazionale.

47Cfr.FONDAZIONE LEONE MORESSA, Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione,

La durata della lontananza, che come già accennato si assesta nei termini di circa sette anni, la frequenza dei ritorni48 in madrepatria per le

visite ai figli o delle pratiche transnazionali messe in atto può modificare il successo del ricongiungimento. Anche l'età dei figli è un elemento discriminante per il buon fine di tale processo e per la scelta di chi ricongiungere e come, attraverso riunioni parziali o multiple. Se infatti i figli sono molto piccoli vi è una forte difficoltà nella gestione quotidiana del loro accudimento anche nel Paese d'arrivo, che spesso contrasta con il tipo di occupazione prevalente degli immigrati filippini, con la sua collocazione in ambito domestico e coi tempi di lavoro, ancor più nell'assenza di una rete di sostegno in Italia. Non è poi trascurabile la difficoltà economica del loro mantenimento e l'allocazione abitativa condivisa con altri. Nonostante ciò il loro insediamento nel Paese d'arrivo è maggiormente facilitato rispetto a figli adolescenti, coi quali si aprono maggiori sfide educative e di care e nuove negoziazioni relazionali a seguito del ricongiungimento in Italia, che non di rado può essere da questi stessi contestato e ostacolato.

Non sono rari tra le immigrate filippine i casi di donne single che ricongiungono i figli, dinamica familiare comunque inusuale per il concetto prevalente di famiglia filippina.

Da non trascurare è comunque il ricongiungimento del coniuge, escludendo i casi di “divorzio filippino” da questa trattazione. Nel caso delle Filippine non è raro che segua un primo ricongiungimento parziale attuato con un figlio, spesso a sua volta donna da parte della donna primo migrante, in un auto riprodursi delle catene femminili immigrate.

Le difficoltà per l'uomo filippino in Italia sono infatti relative all'occupazione, a causa della nicchia occupazionale prevalentemente a carattere femminile, con la conseguente difficoltà del “doppio 48Cfr. L. ZANFRINI, A.SARLI, Migrants Associations and Filippine Institutions for

Development. Italian report, in quaderno ISMU n. 1/2009, op. cit., p. 38 nel quale si precisa

che il governo filippino al fine di promuovere maggiori possibilità di rientro temporaneo in patria ha creato una legislazione ad hoc, il Balikbayan Program, così da mantenere vivi i legami relazionali ma anche culturali ed identitari con le Filippine. Si pensi infatti che in media gli immigrati filippini rientrano in madrepatria circa ogni quattro anni, a causa dei costi elevati del viaggio e della lontananza rispetto all'Italia.

mantenimento” da parte della moglie, almeno nel primo periodo. La letteratura sottolinea inoltre che il ricongiungimento con il marito spesso non si realizza in una ritrovata coabitazione della coppia, che per esigenze abitative, occupazionali, economiche può vivere separatamente. Non di facile gestione inoltre la riorganizzazione dei ruoli con le difficoltà a fronteggiare la perdita del proprio ruolo di breadwinner da parte del marito, oltre che ad affrontare la nuova autonomia e libertà della coniuge.

Il ricongiungimento familiare può dunque definirsi come un processo lungo e non privo di difficoltà, che può in itinere subire battute d'arresto o mutamenti e che non sempre porta a esiti certi positivi.

La stessa legislazione italiana non pare agevolare tale processo. Nel caso filippino poi è evidente come entri in contrasto con quella concezione di famiglia estesa sovradescritta. Si pensi ad esempio all'impossibilità di ricongiungere quei parenti che, anche se non legati da consanguineità diretta, sono considerati importanti nella famiglia estesa filippina.

5. Il ricongiungimento familiare nel contesto veneziano: