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Abbiamo finora esaminato due scenari in cui una coerenza eccessiva anima le parti del negoziato sul futuro della Grecia fino a spingerle a trarre, a seconda dello scenario, conclusioni opposte ed estreme: nel primo caso circa la necessità di un Grexit volontario, nel secondo quella di forzarlo.

austerità e convinta ormai che i vantaggi della permanenza nell'Eurozona non valgano le sofferenze inflitte alla popolazione, a decidere di abbandonare l'euro, mentre nel secondo sono i suoi partners europei a convincersi che la Grecia, con le buone o le cattive, debba essere esclusa dall'Eurozona.

Filo d'Arianna di questi labirintici anni di crisi è stato l'astioso negoziato che tra alti e bassi ha finora permesso alla Grecia di ottenere i tre bailouts che le hanno permesso di evitare il default e salvare, seppur ad un prezzo sociale altissimo, la propria permanenza nell'Eurozona.

Tali trattative non si sono tuttavia dimostrate esenti da ripercussioni: i mercati e la popolazione si sono dimostrati assai sensibili, complice anche il sensazionalismo di alcuni media, alle alterne fortune di tali negoziati. Più d'una volta, negli ultimi anni, passaggi particolarmente delicati nelle trattative tra i vari governi greci succedutisi, da un lato, e Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale dall'altro, hanno scatenato vere e proprie tempeste finanziarie, sovente accompagnate da disordini e corse agli sportelli da parte di una popolazione terrorizzata dalla paura di perdere tutti i propri risparmi in caso di collasso dei locali istituti di credito.

L'eccessiva tensione nella conduzione dei negoziati può essere essa stessa, indirettamente, causa di un Grexit indesiderato.

Lanciamoci in un esercizio d'immaginazione: una metafora cinematografica sarà d'aiuto per comprendere le dinamiche sottese allo scenario in esame.

Il nostro cinema immaginario propone stasera un grande classico: “C'era una volta il West” di Sergio Leone, annoverato tra le opere più importanti nella Storia della c.d. “settima arte”. Siamo ormai giunti alla scena clou, quella del duello a colpi di pistola tra Armonica, impersonato da Charles Bronson, ed Henry Fonda, alias Frank. I due cowboys iniziano a studiarsi rispettivamente allo scopo di individuare i punti deboli dell'avversario e capire dove colpire per neutralizzarlo. Le armi dei due avversari luccicano ormai al sole, mentre i due si mettono in posizione: la tensione è alle stelle ed il sudore imperla ormai la fronte dei due contendenti.

Comincia il conto alla rovescia, il duello inizierà tra tre, due, uno...ma cosa sta accadendo? Improvvisamente, un attimo prima del confronto finale, uno dei due pistoleri crolla a terra, prima ancora che le armi abbiano potuto fumare.

Prima ancora che il suo avversario, è stata l'eccessiva adrenalina ad ucciderlo, provocandogli un attacco di cuore.

Per quanto buffo possa apparire tale esempio, questo è esattamente ciò che avviene nello scenario del Grexit accidentale: l'eccessiva rigidità dei due contendenti li spinge a portare avanti l'escalation

alzando la tensione fino al punto in cui la situazione sfugge di mano, il sistema economico va in tilt ed il peggio viene a realizzarsi senza che nessuna delle due parti abbia effettivamente premuto il grilletto.

Eccessive tensioni nel corso delle trattative potrebbero infatti scatenare il panico sui mercati e tra la cittadinanza, provocando disastrose bank

runs capaci di sottrarre dalle arterie del sistema bancario

quotidianamente cifre sull'ordine dei miliardi di euro, forzando il governo ellenico ad introdurre controlli alla circolazione di capitali allo scopo di prevenirne la fuga dal Paese.

Si tratterebbe, in quest'ultima ipotesi, della seconda volta dopo il caso cipriota del 2013, il quale era stato concepito come unicum irreiterabile.

In caso di nuove limitazioni alla circolazione di capitali gli euro greci si vedrebbero, di fatto, attribuire un valore minore, data la maggiore difficoltà nel farli uscire dal Paese nel quale sono in vigore tali misure. È stato sostenuto che un simile sviluppo avrebbe conseguenze assai gravi per la stabilità dell'Eurozona, poiché in questo modo la libera circolazione di capitali oggi costituente uno dei suoi capisaldi verrebbe ad essere improvvisamente messa in discussione: limitazioni potrebbero in futuro rendersi necessarie ogni volta che un Paese venga a trovarsi in difficoltà, e le reazioni dei mercati non si farebbero attendere poiché questi ultimi non potrebbero più fare affidamento su una clean exit dei capitali dal Paese interessato dalle misure restrittive, mentre gli investitori potrebbero evitare di far affluire capitali verso i Paesi ritenuti, a torto o a ragione, a rischio, privandoli di risorse preziose per il loro sviluppo economico ed innescando così un circolo vizioso.

Nel caso di bank run e fughe di capitali causate dal panico scatenatosi in seguito ad uno stallo negoziale tra la Grecia ed i suoi creditori, il salvataggio del sistema creditizio potrebbe rendere necessaria, in caso di rifiuto della BCE di aumentare il tetto all'erogazione di ELA da parte della banca centrale nazionale, l'introduzione ex novo di una nuova valuta locale.

L'introduzione di una valuta locale costituirebbe una violazione gravissima dei trattati europei, nonché una ferita difficilmente rimarginabile nelle relazioni tra Grecia e Unione Europea, ma consentirebbe ad Atene di salvare i propri istituti di credito finanziandoli con una valuta parallela.

Il Grexit verrebbe quindi a verificarsi come effetto collaterale di una gestione troppo severa delle trattative tra le due parti.

I principali profili critici di natura giuridica sono rappresentati in questo scenario dalle gravi violazioni dei trattati implicite alla devoluzione de facto alla banca centrale ellenica del potere di emettere moneta e dall'introduzione di controlli alla circolazione di capitali, non

potendosi dare per scontato un loro “condono” ad opera della Commissione Europea ex art. 65, par. 1, lett. b), dal momento che l'unico precedente, quello cipriota, fu legittimato proprio sul presupposto della propria unicità.