Genova fu un grande porto di scambi commerciali e, data la sua posizione strategica nel Mediterraneo, fu alla fine del XVII secolo la dominatrice indiscussa dei traffici tra Italia e Spagna. Per questo si doveva da un lato difendere dalle incursioni corsare, dall’altro aveva flotte di privati cittadini, prima fra tutte quella della famiglia Doria, che autonomamente combattevano la guerra corsara in altri mari. A tale scopo nel
1559 Genova istituì il Magistrato delle Galee, cui fu affidato il compito di costruire una flotta per difendersi dai corsari.552 L’istituzione che si occupava del vero e proprio
riscatto degli schiavi genovesi nei regni di Barberia era il Magistrato per il riscatto degli
schiavi che venne istituito a Genova nel 1597 e che operò sino al 1823.553
La storiografia riguardante la schiavitù a Genova nel corso dell’età moderna comprende il volume di Luigi Tria, quello di Giulio Giacchero e un saggio di Salvatore Bono che riporta i dati più interessanti sul numero degli schiavi nelle galere nel XVII secolo arrivando al 1780.554 Alla fine dell’articolo di Bono è documentata la cattura di
46 schiavi su uno sciabecco algerino da parte della nave genovese capitana. Nel 1788 il numero s’accrebbe e sembra che vi fossero 58 nuovi prigionieri. In ogni caso secondo le stime di Bono gli ultimi schiavi algerini e tunisini a Genova erano solamente 68, i quali ottennero la libertà con l’avvento della Repubblica Democratica.555 Anche Gillian Weiss
sostiene che la liberazione degli schiavi mori a Genova coincidesse con l’arrivo di Napoleone.556
Consultando il fondo Magistrato delle galee nell’Archivio di Stato di Genova, si scopre che sino al 1793 la presenza di schiavi ammontava ancora attorno ai 160 schiavi.557 Recentemente Andrea Zappia ha dimostrato la presenza di 217 schiavi nelle
galere nel 1783, di cui 181 abili, 29 con disabilità e 7 morti.558
La ricerca di Salvatore Bono si era concentrata sulle galere genovesi Capitana, Padrona, S. Giovanni, S. Giorgio, S. Bernardo e Diana. Secondo i suoi risultati nel 1635 su un totale di 933 forzati e schiavi in servizio sulle galere genovesi, erano presenti 302
552 G. Piana, Ordinamenti navali della Repubblica di Genova nel Settecento, www.
Assostoria.it/Armisovrano/Piana.pdf.
553 Archivio di Stato di Genova (d’ora in avanti ASG), Archivio di Stato di Genova, Magistrato del
riscatto schiavi, (1598-1823), dal n. 2 al n. 128.
554 L. Tria, Le schiavitù in Liguria, ricerche e documenti, Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1947;
G. Giacchero, Pirati barbareschi, schiavi e galeotti nella storia e nella leggenda ligure, Genova, SAGEP, 1970; S. Bono, Schiavi musulmani a Genova (secoli XVI-XVIII), in R. Belvederi (a cura di), Rapporti
Genova-Mediterraneo-Atlantico nell’età moderna, Atti del IV Congresso Internazionale di Studi Storici,
Genova,Tip. Gotica Padova, 1990, pp. 85-102.
555 S. Bono, Schiavi musulmani a Genova, p. 96. La tesi di laurea di Andrea Zappia dimostra la presenza
di 217 schiavi, dei quali 181 abili nel 1783; A. Zappia, Rapporti diplomatici e commerciali tra la
Repubblica di Genova ed il Nord Africa sul finire del XVIII secolo, Università di Genova, relatore Luca
Lo Basso,a.a. 2010-2011. Anche dai miei dati sulle galere genovesi sembra che nel 1793 ci siano dai 30 ai 40 schiavi su ogni galera genovese: S. Maria, S. Giorgio, Raggia, Capitana; quindi si devono stimare ancora fino a 160 uomini in condizione di schiavitù, ASG, Magistrato galee, n. 159 (le carte del fondo non sono numerate).
556 G. Weiss, Captives and Corsairs. France and Slavery in Early Modern Mediterranean, California,
Stanford University Press, 2011, p. 235.
557 ASG, Magistrato galee, n. 159.
558 A. Zappia, Rapporti diplomatici e commerciali tra la Repubblica di Genova ed il Nord Africa sul finire
del XVIII secolo, Università di Genova, relatore Luca Lo Basso, a.a. 2010-2011. ASG, Archivio Segreto
nomi di musulmani, ovvero circa un terzo. Ancora sulla galera San Bernardo di 185 uomini 58 erano schiavi.559 Il dato che concerne la galera Capitana e che riguarda il
1780, riporta 46 schiavi al remo che ricevettero un premio come i forzati. Infine la schiavitù ebbe termine anche secondo Bono nel 1797, quando ormai gli schiavi furono meno di un centinaio. 560
Nella seconda metà del XVII secolo Genova ridusse la flotta e dalla mia ricerca sul fondo Magistrato delle galee per gli anni 1791-93 risultano solo quattro galere: S. Maria, Raggia, S. Giorgio, Capitana.561 Il numero di schiavi presenti su ogni galera
variava alle volte di giorno in giorno, come emerge in modo chiaro leggendo le tabelle dei consumi di ogni galera. Quindi, riportare cifre esatte è arduo. In ogni caso, riportando alcuni dati del 1791, nella galera S. Maria in ottobre contiamo 29 schiavi, 76 forzati, 62 buonavoglia per un totale di 167 persone a bordo.562 Nel mese di agosto gli
schiavi presenti furono circa il doppio, come doppio fu il numero totale delle persone dell’equipaggio: 45 schiavi, 106 forzati, 90 buonavoglia, per un totale di 241 totali. Anche nel mese di maggio rimase un numero di schiavi piuttosto elevato: 42 schiavi su 245 persone di equipaggio.
Sulla galera Raggia all’incirca i numeri corrispondevano. Troviamo nel mese di maggio da 46 a 48 schiavi su un totale di 233 persone. D’inverno, a gennaio, il numero calò leggermente: 44 schiavi su 203 passeggeri. In ogni caso non si registrano grosse variazioni stagionali, le variazioni sembrano piuttosto casuali. Ad esempio, nel mese di luglio, all’interno dello stesso mese il numero degli schiavi poteva variare da 25 a 48 presenze a dimostrazione di quanto velocemente potevano incidere non solo i tassi di mortalità, ma soprattutto gli scambi che ancora si effettuavano della merce-schiavo. Nella Capitana ritroviamo per il mese di novembre 41 schiavi, 107 forzati e 81 buonavoglia. Dunque un totale di 229 persone a bordo. Per il mese di agosto contiamo da 53 a 62 schiavi prendendo il primo giorno del mese, 62 schiavi su un totale di 289 persone, poi vi erano 125 forzati e 102 buonavoglia. Nel mese di maggio si nota un calo: 32 schiavi su un totale di 93 persone di equipaggio. In realtà il calo non era solo degli schiavi, ma calavano proporzionalmente tutte le persone a bordo. La galera S. Giorgio
559 S. Bono, Schiavi musulmani a Genova, p. 89. 560 Ivi, pp. 87, 96.
561 ASG, Magistrato delle galee, n. 159.
562 Il forzato nella galera è un rematore condannato mentre il buonavoglia o bonavoglia è un rematore
libero, si veda L. Lo Basso, Uomini da remo. Galee e Galeotti del Mediterraneo in età moderna, Milano, Selene Edizioni, 2003, p. 30.
deteneva nel mese di gennaio 209 persone a bordo di cui 50 schiavi. Nel mese di maggio gli schiavi furono sempre 50, ma aumentò il numero dei forzati e dei buonavoglia. Nel mese di agosto gli schiavi calarono a 26, poi contiamo 61 forzati e 60 buonavoglia per un totale di 147 persone a bordo.
Nel 1792 gli schiavi calarono leggermente nelle quattro galere. Sulla galera S.
Maria, specificamente nel mese di ottobre erano presenti dai 25 ai 32 schiavi su un
totale di 162 persone di equipaggio, suddivisi in 68 forzati, 62 buonavoglia e 32 schiavi. Nel mese di agosto erano presenti dai 27 ai 30 schiavi su un totale di 150 persone a bordo e nel mese di maggio contiamo da 32 a 34 schiavi su 170 persone di equipaggio. La galera Raggia per lo stesso anno aveva sempre, tenendo conto di mesi differenti, un gran numero di schiavi: nel mesi di ottobre 41 schiavi su 241 totali; nel mese di dicembre 41 schiavi su un totale di 230 persone a bordo e nel mese di Agosto da 33 a 35 schiavi su un totale di 180 uomini. I forzati e i buonavoglia erano, numericamente parlando, quasi sempre il doppio rispetto al numero degli schiavi. Nella Capitana si contano nel mese di ottobre da 29 a 31 schiavi su un totale di 194 schiavi mentre nel mese di novembre da 22 a 35 su un totale di 185 schiavi. Nel mese di agosto da 35 a 37 schiavi su un totale di 230 persone a bordo, di cui 131 forzati e 62 buonavoglia. Nella S.
Giorgio in ottobre erano presenti da 39 a 40 schiavi su un totale di 181. Nel mese di
dicembre gli schiavi erano meno da 35 a 39. Nel mese di maggio si contano 212 schiavi tra cui 90 forzati, 80 buonavoglia e 42 schiavi.
Nel 1793, sulla galera S. Maria si ritrovano nel mese di ottobre 35 schiavi. Ancora nel mese di agosto il numero rimaneva stabile a 35 su un totale di 228 persone a bordo. Nel mese di maggio invece il numero si dimezzava: 18 schiavi, 61 forzati e 53 buonavoglia, per un totale di 132 persone. Nella galera Raggia si hanno nell’ottobre dello stesso anno 26 schiavi, nel maggio 44 schiavi e nel mese di agosto 28-29 casi. Le proporzioni erano sempre all’incirca le medesime, in ottobre un totale di 150 lavoratori compresi i forzati e i buonavoglia, nel maggio 270 e in agosto 147. Infine la Capitana nel maggio contava 30 schiavi su un totale di 157, in agosto 40 schiavi su 261 passeggeri e a giugno 32 schiavi su 149 totali.563
Rispetto ai dati forniti da Salvatore Bono per il 1651 sulla galera San Bernardo (58 schiavi su 185 uomini), 564 il numero assoluto degli schiavi presenti nel 1791-93 non si
discostava dunque di molto, se non per un ribasso molto lieve. È da notare che, tra le
563 ASG, Magistrato delle galee, n. 159. 564 S. Bono, Schiavi musulmani a Genova, p. 89.
varie galere e tra i tre anni presi in considerazione, non ci sono sostanziali variazioni. Antecedentemente il periodo preso in considerazione per il conteggio degli schiavi nelle galere genovesi, in una fonte del 1747 si ritrova il caso di un decreto emanato il 21 agosto 1747, in cui veniva data la libertà a uno schiavo turco, il papasso – la figura di riferimento degli schiavi per la sua funzione di capo e guida spirituale – che lavorava sulle galere come gli altri schiavi. Il prezzo di riscatto era di lire mille settecentocinquanta e doveva essere pagato al Magistrato delle galee. 565 Sulla
condizione di vita nelle galere pare che i forzati e gli schiavi portassero l’anello al piede e le descrizioni presenti sono simili a quelle ritrovate per altre città come Civitavecchia.566 Tale condizione di vita è testimoniata anche da diverse fonti
iconografiche del pittore genovese Alessandro Magnasco (si veda figura 6).
Fig. 6 “L'imbarco dei galeotti nel porto di Genova” di Alessandro Magnasco (1740)
circa
Fonte: F. Franchini Guelfi, Alessandro Magnasco, Genova, CARIGE, 1977, tav. XLVIII, XLIX, L . Dopo il 1797 e la fine della Repubblica di Genova ci fu la liberazione degli schiavi, non si trova in realtà un decreto e solamente la storiografia a riportare tale evento che appare come una decisione presa per acclamazione dalle truppe napoleoniche che diedero inizio al periodo giacobino.567
565 ASG, Riscatto schiavi, n. 103, f. 6.
566 ASG, Riscatto schiavi, n. 102. Su un tentativo di miglioramento delle condizioni di vita dei carcerati e
forzati si veda P. Levati, I dogi di Genova dal 1746 al 1771 e vita genovese negli stessi anni, Genova, Società Ligure di Storia Patria, p. 4.
567 E’ stato possibile invece ritrovare un decreto napoleonico sulla liberazione degli schiavi genovesi nei
Per concludere sui dati esposti in questo capitolo, si è potuto constatare quanto variegato fosse il panorama schiavile nelle città italiane qui considerate e quante fossero le implicazioni politiche del fenomeno. In particolare i rapporti tra stati nemici, il semplice utilizzo di schiavi da parte di famiglie nobili, il fenomeno della catechizzazione degli schiavi, ma anche la possibilità dello schiavo di incidere in qualche modo sul proprio destino attraverso la scelta di ricevere il battesimo, così da poter nutrire una speranza di libertà in terra straniera o di fuga. Infine, il “classico” impiego nelle galere, al fianco dei forzati, che probabilmente offrì tra tutte le condizioni di vita quella più dura.