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PARTE II: CASE STUDIES

CAPITOLO 5: PSEUDO-SCIENZA, SCIENZA PATOLOGICA E FRODE

2) Scienza patologica

Il premio Nobel per la chimica, Irving Langmuir ha proposto nel corso di una

conferenza tenuta nel 1953 l'utilizzo della categoria della scienza patologica per

riferirsi a casi di "cattiva" scienza nei quali le corrette procedure metodologiche non

sono state applicate.2 Come accennavamo all'Inizio, la scienza patologica si distingue

dalla pseudo-scienza per il fatto di essere considerata in buona misura ancora interna

alla scienza ufficiale, e si distingue dalla frode per la inintenzionalità degli errori che

vi sono compiuti. Langmuir presenta una serie di esempi ricavati sia dalla sua

esperienza personale sia dalla storia della scienza, come il caso del fisico francese

René Blondot che qui sintetizzo.

Dopo una serie di studi sui recentemente scoperti raggi X, nel 1903 Blondot

annuncia la scoperta di un nuovo raggio che battezza raggio N in onore dell'università

di Nancy presso la quale lavora. La scoperta di Blondot suscita grande interesse: nei tre

anni successivi molti scienziati confermano i risultati del ricercatore francese e oltre

1 R. G. A. Dolby, "Reflections on Deviant Science", in Roy Wallis (ed.), O n th e M arg in s o f S c ie n ce . T h e S o c ia i C onstruction o f R e je c te d K n ow ledg e, University of Keele, Keele, 1979, p. 10.

2 SI veda Irving Langmuir, "Pathological Science", P h isics T o d ay , October 1989, pp. 36-48.

100 articoli scientifici sono dedicati ai raggi N, sebbene naturalmente anche i critici

non manchino. Il progressivo oblio della presunta scoperta inizia tuttavia molto

presto. Alla fine del 1904, R. W. Wood, un fisico americano molto scettico riguardo

all'esistenza del fenomeno, si reca in visita presso il laboratorio di Blondot per

assistere a repliche dell'esperimento. In sua presenza gli esperimenti, nei quali

l'osservazione viene effettuata a occhio nudo senza l'ausilio di alcun contatore

"meccanico" indipendente, inizialmente non funzionano molto bene, poi i risultati

migliorano ma continuano ad essere eccellenti anche quando, non visto, Wood rimuove

il prisma di alluminio che dovrebbe rifrangere il supposto raggio.1

A partire da questo e dagli altri esempi, Langmuir suggerisce sei "sintomi" che

a suo giudizio sono caratteristici dei programmi scientifici "patologici": 1) la

grandezza degli effetti sono indipendenti dall'intensità della causa; 2) l'effetto ò

sempre vicino ai limiti della osservabilità oppure il significato statistico delle

misurazioni è particolarmente basso; 3) viene rivendicata un'estrema accuratezza nei

risultati; 4) vengono avanzate teorie esplicative fantasiose; 5) le critiche vengono

evitate con l'introduzione di "scuse ad hoc"; e 6) I sostenitori dell'ipotesi aumentano

fino a divenire la metà di coloro che si occupano della questione per poi diminuire

progressivamente sino alla completa scomparsa. Sulla base di questa teorizzazione, un

altro chimico, Denis L. Rousseau,2 analizza tre casi recenti di controversie

scientifiche categorizzandole come casi di scienza patologica: Poliacqua, Fusione fredda

e Memoria dell'acqua. Di quest'ultimo caso abbiamo già abbondantemente parlato, per

cui presenterò sinteticamente solo gli altri due.

Negli anni Sessanta alcuni scienziati sovietici avrebbero scoperto una sostanza

ricavabile In certe condizioni dall'acqua normale ma più densa e viscosa (con una

struttura polimerica, da cui po//acqua) e con la caratteristica di congelare a meno 50

gradi centigradi e di bollire a 300 gradi. Per circa un decennio, le ricerche su questa

1 Sul caso di Blondot, si veda anche Mary Jo Nye, "N-rays: An episode in thè history and psychology of Science", H is to ric a l S tu d ie s in thè P h y s ic a i S c ie n ce s, voi. 11, n. 1, 1980, pp. 1 2 5 -5 6

2 Denis L. Rousseau, "Case Studies in Pathological Science", A m erica n S c ie n tis t, Voi. 80, January-February 1992, pp. 54-63.

nuova ed enigmatica sostanza sono proseguite sia nell'Unione sovietica sia negli Stati

Uniti e in Gran Bretagna, in moltissimi laboratori in accanita competizione tra loro,

suscitando dalla fine degli anni Sessanta l'interessamento dei mass media. Nel 1971,

tuttavia, la scoperta che lo spettro infrarosso dell'acqua anomala era praticamente

identico a quello del sudore umano, ha fatto si che si cominciasse a parlare di

contaminazione dell'acqua e dopo ancora qualche anno di discussione anche violenta e di

nuovi esperimenti, ogni ricerca è stata abbandonata e la poliacqua è caduta nell'oblio.1

Il caso della fusione fredda è più recente ed è stato al centro dell'attenzione della

comunità scientifica e dell’opinione pubblica per diversi mesi. Nel 1989 due gruppi di

ricerca In campo chimico annunciano di aver trovato il modo, superando la repulsione

elettrostatica, di far unire a temperatura ambiente due nuclei atomici di deuterio

formando un nucleo di maggiori dimensioni e rilasciando energia. Il procedimento,

presentato nel corso di una conferenza stampa, è di carattere elettro-chimico e di

grandissima semplicità, richiedendo soltanto apparecchiature disponibili in qualsiasi

laboratorio e piccole quantità di platino e di palladio: l’annuncio che fa immediatamente

il giro del mondo è che si ò trovata una nuova fonte d'energia poco costosa, inesauribile

e pulita. Sulla base delle teorie fisiche accettate, il fenomeno descritto è piuttosto

anomalo soprattutto per la mancanza di un flusso di neutroni che dovrebbe risultare,

insieme al calore, dalla fusione. Tuttavia la posta in gioco in termini scientifici e,

soprattutto, economici è talmente alta che laboratori in tutto il mondo si mettono al

lavoro nel tentativo di replicare gli esperimenti. Una netta contrapposizione si viene

subito a creare negli Stati Uniti tra la comunità dei fisici e quella dei chimici, poiché

questi ultimi con la loro presunta scoperta sono sconfinati in un'area di ricerca fino a

quel momento riservata ai fisici e sono riusciti a farsi immediatamente assegnare dal

Congresso 5 milioni di dollari precedentemente destinati alla ricerca fisica sulla

fusione termonucleare controllata. Il dibattito si è protratto violentissimo per alcuni

mesi, ma alcuni insuccessi nella replicazione degli esperimenti e soprattutto la

mancanza di una base teorica che potesse spiegare la possibilità della fusione in quelle