1.3 PROMOZIONE E MARKETING
1.3.3 Search Engine Optimization
È grazie allo studio delle tecniche SEO e alle ricerche sul campo che nella navbar di Plot è comparsa la sezione Netlix, divenuto un vero e proprio fenomeno nella comunità di appassionati; ed è sempre grazie alla pianificazione SEO che alcune parole chiave sono cambiate nel corso del tempo. Il segreto di una buona ottimizzazione sta nel trovare quello di cui l’utente ha bisogno, scoprire quali parole usa per cercarlo e offrirglielo.
Ogni motore di ricerca ha i suoi algoritmi e le sue proprietà. Il paragrafo seguente si riferisce in particolar modo alle tecniche di posizionamento funzionali per Google ma estendibili a grandi linee a tutti i principali browser.
L’ottimizzazione per i motori di ricerca si distingue dal SEM (Search Engine Marketing) che ha come obiettivo il posizionamento negli spazi allocati per i risultati Pay For Click, ossia per le campagne pubblicitarie a pagamento.
La creazione di un piano SEO comprende, in prima istanza, quattro passaggi fondamentali: 1. effettuare ricerche con alcune parole chiave;
2. controllare in quale posizione appare con quelle parole di ricerca; 3. individuare parole chiave che non generano traffico;
4. pianificare strategie per migliorare il rendimento.
Assicurarsi un posto nei primi risultati di ricerca, vuol dire assicurarsi che il sito sia unico, interessante e pertinente; e che le parole chiave che si intendono sfruttare siano dotate di frequenza, concorrenza e pertinenza.
Con l’acronimo SEO intendiamo tutti quegli espedienti utili a migliorare l'indicizzazione sui motori di ricerca. Questa ottimizzazione – in inglese Search Engine Optimization – consiste fondamentalmente nel presentare il proprio sito nel miglior modo possibile tenendo conto della
sua visibilità nei motori di ricerca; tuttavia focalizzare l’attenzione su ciò che è bene utilizzare per scalare il browser, non è la scelta migliore. È l’utente il soggetto da conquistare, per cui è il target l’obiettivo da tenere a mente ad ogni miglioramento.
Tendenzialmente la pubblicazione di un sito prevede una progettazione SEO accurata, specie se il risultato finale è un sito di e-commerce. Nel caso di un blog, in cui l’obiettivo è più “semplicemente” acquisire lettori, la pianificazione SEO può essere postuma alla pubblicazione del sito. Mi è stato utile infatti scoprire quali contenuti attirano più click per poter dare una direzione alla mia pianificazione.
L’uso delle parole chiave su cui si basa il concetto stesso di SEO deve essere costante ma ben calibrato. Titolo, sottotitolo, e testo devono contenere le parole con cui un utente potrebbe cercare il post. Un’occorrenza eccessiva di questi stessi termini influisce negativamente sulla reputazione del blog.
Ogni pagina che compone il sito dovrebbe avere un tag title unico che aiuti Google a capire in cosa la pagina si distingue dalle altre. La scelta migliore è quella di usare titoli brevi e descrittivi. Qualora ci fosse la possibilità di poter modificare il codice, sarebbe bene sfruttare i meta-tag description, personalizzandoli per ogni pagina del sito, ad esempio:
<meta name=”description” content=”questa sezione è dedicata alle serie TV presenti su Netflix, contiene news e recensioni”>
Dove le parole sottolineate indicano le parole chiavi che si vogliono passare al motore di ricerca. Google potrebbe usare i meta-tag come snippet42, nel caso in cui non ci sia una porzione di testo sufficientemente rilevante e corrispondente alla query di ricerca di un utente. In alternativa Google potrebbe usare la descrizione del sito fornita in DMOZ Open Directory Project43 la più esauriente directory del web curata da uomini, costruita e mantenuta da una vasta comunità globale di editori volontari. La directory è completamente gratuita e alimenta il cuore dei servizi di catalogazione per i più grandi e i più popolari motori di ricerca e portali del web, incluso Netscape Search, AOL Search, Google, Lycos, HotBot, DirectHit, e centinaia di altri. Il webmaster propone il proprio sito
42 Snippet: testo visualizzato sotto il titolo della pagina web corrispondente all’interno delle pagine dei risultati di un motore di ricerca. Generalmente consiste in un riepilogo della pagina web e/o parti della pagina corrispondenti alle parole chiave della ricerca.
agli editori della directory, i quali dopo averlo esaminato e averne stabilito la pertinenza e l’originalità decidono se inserirlo44.
Un aspetto da conoscere preferibilmente prima di registrare un dominio, è l’importanza che in una pianificazione SEO deve assumere l’URL, non solo perché utile a fornire informazioni sui contenuti ma anche perché il motore di ricerca potrebbe considerare alcune parti inutili o incomprensibili e decidere di troncarne una parte rendendo nullo il link. . Molte piattaforme software consentono di modificare parti dell’URL del post che si sta per pubblicare.
L’URL di un documento viene mostrato come parte di un risultato di ricerca di Google, sotto il titolo e la snippet del documento. Un buon URL quindi, deve essere breve ma descrittivo, non deve rimandare a più documenti e nel caso di sotto-domini non deve avere più pagine che puntino allo stesso contenuto della directory principale.
Quando l’obbiettivo è prendere posto nella vetrina più ambita – la prima pagina dei motori di ricerca – una buona navigabilità diventa ancora più importante. Essa aiuta i motori di ricerca a comprendere quale contenuto è ritenuto importante dal webmaster. Le sitemap non sono utili solo agli utenti, è infatti opportuno creare un file XML che renda la scansione del sito più semplice per Google; in questo modo è anche possibile fornire al browser la versione preferita per un dato riferimento, qual ora ce ne fossero diversi.
Secondo Matt Cutts, ex capo del Webspam team di Google, il 25-30% dei contenuti web è duplicato. Sfruttare le possibilità offerte dal SEO vuol dire sopratutto presentare al pubblico contenuti unici e interessanti. Rielaborare mestamente un post, duplicarlo o copiare da altri siti è controproducente. Il browser punisce questi comportamenti, come l’uso di pagine ingannevoli (liste di parole che l’utente potrebbe usare per raggiungere il sito ma che effettivamente non sono parole chiave) o l’uso di porzioni di testo nascoste. Il testo potrebbe essere nascosto in diversi modi45:
• testo bianco su sfondo bianco; • testo nascosto dietro un’immagine; 44 https://www.dmoz.org/docs/it/about.html
• testo fuori schermo mediante i CSS; • testo a carattere 0;
• link nascosti all’interno di un carattere molto piccolo (come un trattino).
Tuttavia non tutto il testo nascosto è considerato ingannevole; ha una sua funzione ad esempio se usato per descrivere tecnologie a cui i motori di ricerca accedono con difficoltà, come JavaScript, file Flash o immagini, per cui anzi è sempre consigliabile utilizzare l’attributo alt e fornire una sitemap dedicata.
Bisogna far menzione, se pur non avendoli direttamente utilizzati perché inutili al mio scopo, dei file Robot.txt che comunicano ai motori di ricerca se debbano o meno accedere e indicizzare le varie sezioni del sito.
Google mette a disposizione dei webmaster un generatore di file di questo tipo. È possibile soddisfare il medesimo obiettivo modificando ancora una volta il codice sorgente, impostando l’attributo “noindex” al meta-tag “Robot”.
Con lo sviluppo del sito e la crescita dei visitatori unici, la pianificazione diventa prevenzione. Se pur è auspicabile avere un’utenza attiva che commenti e interagisca, bisogna tener conto di alcuni nuovi fattori da controllare per non essere penalizzati dai browser. Alcuni utenti potrebbero confondere ciò che nel paragrafo precedente era considerata “promozione alternativa” e sfruttare la nuova popolarità acquisita spammando contenuti che il motore di ricerca considererà negativi. Questo inciderà sulla reputazione del blog.
Un buon posizionamento deve tenere necessariamente conto del mobile. Avere un sito responsive che si adatti bene alle diverse dimensioni del device stimola il motore di ricerca a presentare il sito tra i primi risultati.
Essere in prima pagina aiuta ma non assicura un’affluenza costante, per questo all’inizio di questo paragrafo viene specificato che l’obiettivo finale è l’utente e che una buona pianificazione SEO prevede una produzione dei contenuti finalizzati al lettore e non al browser.