INDICE
INTRODUZIONE 1. Il mezzo 1.1 La storia 1.1.1Il termine 1.1.2Le origini 1.1.2.1In Italia 1.1.2Funzioni e convenzioni 1.1.3In Italia e all’estero 1.2 Piattaforme1.2.1 Origini delle piattaforme 1.2.1.1 In Italia
1.2.2 Offerta attuale in Italia 1.2.2.1 Blogger 1.2.2.2 Wix 1.2.2.3 Joomla 1.2.2.4 Drupal 1.2.3 Vlog 1.3 Promozione e marketing 1.3.1 Social network 1.3.2 Promozione alternativa 1.3.3 Search Engine Optimization 1.3.4 Monetizzare il blog
1.4 Il testo
1.4.1 Scrivere sul web 1.4.2 Linguistica 1.4.3 Categorie
2. Il messaggio 2.1 Definizioni
2.1.1 Che cosa sono le serie TV oggi? 2.1.2 Un nuovo genere
2.1.3 Cenni linguistici 2.2 Panoramica storica e attuale
2.2.1 Ieri 2.2.2 Oggi 2.3 L’impatto sociale
2.4 Nuove modalità di fruizione
2.4.1 Uno sguardo al fenomeno Netflix 2.5 Il pubblico
3. Plot-il blog sulle serie TV. Dalla teoria alla pratica 3.1 Analisi del target
3.2 Piattaforme 3.2.1 Wordpress 3.2.2 Il layout 3.2.3 I plugin 3.2.4 Widget 3.3 Promozione e marketing 3.3.1 Social network 3.3.1.1 Facebook 3.3.1.1.1 I gruppi 3.3.1.2 Tv Showtime
3.3.1.3 Twitter
3.3.2 Promozione alternativa e SEO 3.4 Il testo 3.4.1 Scelte stilistiche 3.4.2 Il tema 3.5 Potenziali migliorie CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
Nella home page del dipartimento di Informatica Umanistica si legge: Le cose da dire, i mezzi per dirle. Con questa tesi vorrei dare concretezza a quel concetto analizzando il fenomeno delle serie TV (le cose da dire) e il blog come prodotto editoriale (i mezzi per dirle). Per conoscere meglio l’agomento ho aperto un blog: Plot-il blog sulle serie TV, e l’ho curato per un anno.
La creazione di contenuti testuali è stata spesso influenzata da esami quali Giornalismo online, Editing e scrittura editoriale e Linguistica italiana. Ma anche Teorie della TV della videoarte e del multimediale considerando il tema specifico del mio blog. Il suo aspetto grafico – variato nel corso del tempo – è stato possibile grazie a esami quali Progettazione e programmazione web, Codifica dei testi e Progettazione di interfacce e valutazione dell’usabilità. L’organizzazione del lavoro è stata agevolata da piattaforme per il lavoro collaborativo, mentre per la promozione ho di nuovo attinto a Editing e ai Seminari di cultura digitale.
Ho scelto il blog come oggetto di studio, perfetto esempio di self-publishing perché mi è parso che sintetizzasse l’essenza stessa di Informatica Umanistica.
La tesi è strutturata in tre parti: la prima parte analizza la blogosfera attuale con uno sguardo alle origini, mentre la seconda pone l’accento sul fenomeno della serialità televisiva, argomento del blog. La terza e ultima parte racconta i processi di applicazione delle conoscenze apprese nel corso di studi e dei relativi approfondimenti avvenuti nel corso della ricerca al mio blog: Plot1.
1. IL MEZZO
A small website, usually maintained by one person that is updated on a regular basis and has a high concentration of repeat visitors. Weblogs often are highly focused around singular subject, an underlying theme or unifying concept.
Cameron Barrett, Anatomy of a Weblo2
La specificità culturale del blog risiede nel suo essere duttile e flessibile, nonché facilmente utilizzabile. Il suo piegarsi alle esigenze dell’utente, la scarsità di vincoli espressivi e temporali, il ventaglio di possibilità che offre ne fanno precursore di piattaforme successive, e allo stesso tempo gli consentono di resistere anche quando tali piattaforme entrano a far parte del quotidiano. Dal punto di vista tecnologico è costituito da tre elementi: un database, un modulo per la creazione di contenuti e un modulo per la sua visualizzazione. Si tratta di elementi minimali ma che offrono ampi margini di personalizzazione.
2 “Un piccolo sito, abitualmente gestito da una sola persona che è regolarmente aggiornato e ha un’elevata concentrazione di visitatori abituali. I weblog sono spesso molto concentrati su un singolo argomento, un tema o un concetto guida”. Cameron Barrett curatore di Camworld, nel 1999 scrisse un saggio intitolato Anatomy of a Weblog con lo scopo di descrivere dettagliatamente gli elementi del formato weblog, inserendo una lista di indirizzi URL in una colonna a destra.
1.1 LA STORIA
Dalla sua nascita ad oggi possono essere individuate quattro fasi che caratterizzano la storia dei blog, relative soprattutto al contesto statunitense:
• l’antenato del blog (1992-1995) • i primi blogger (1995-1999)
• l’avvento dei software ready-to-use(1999-2003) • la diffusione ad un pubblico di massa (2003 in poi)
In Italia la terza fase slitta di qualche anno in concomitanza con l’avvento di Splinder fra il 2003 e il 2006; mentre la quarta avviene tra il 2006 e il 2008, anno in cui si reinventa ulteriormente in seguito all’integrazione/competizione con i social network.
1.1.1 Il termine
La parola “blog” deriva dall’unione di “web+log”, un giornale di bordo in rete, una sorta di diario di navigazione. L’uso di log, e non ad esempio di diary, ha permesso di non vincolare la struttura del blog a un formato quale può essere quello del diario personale, mantenendola aperta e flessibile. È un termine specifico, tratto dal gergo dei programmatori informatici, sintomo del fatto che i primi attori ne erano strettamente connessi.
La parola weblog, con l’accezione odierna, è opera di Jorn Barger3 che la utilizzò nel dicembre del 1997 per definire la sua collezione di link, nel suo sito Robot Wisdom4.
My latest webpage is a daily running log of the best webpages I visit: <URL:http://www.mcs.net/~jorn/html/weblog.html> If your interest seem to overlap mine, even partially, bookmark this link and check back every day or so for new discoveries. I suspect that in a year there’ll be hundreds of people mantaining pages like this, and that this will allow good URLs to spread much more quickly… so I recommend that all enthusiastic surfers take a shot at mantaining such a “weblog” (using the Frontier scripting enviroement, if you need, for efficiency)5.
3Jorn Barger, nato nel 1953, blogger americano, meglio noto come il redattore di Robot Wisdom, è stato uno dei primi influencer nel campo del blogging.
4 http://robotwisdom2.blogspot.com/ nuova versione del sito. Il link presente nella citazione risulta inaccessibile. 5<<La mia ultima pagina web è un diario giornaliero delle migliori pagine che visito:
<URL:http://www.mcs.net/~jorn/html/weblog.html>. Se i vostri interessi sembrano essere affini ai miei, anche solo parzialmente, segnate questo link tra i preferiti e controllatelo ogni giorno o quasi per vedere le nuove scoperte.
L’uso del termine in realtà era già in uso nel gergo informatico, in riferimento ai registri che i server conservano degli accessi ai siti internet.
Il termine weblog venne troncato in blog da Peter Merholz, nella primavera del 1999, in un riquadro intitolato For What It’s Worth nel suo sito Peterme.com6. Inoltre Merholz, lo declinò come verbo, scrivendo “we blog” e dando origine ad una serie di vocaboli da esso derivati e divenuti di uso comune: blogger, bloggare, blogosfera.
Secondo una ricerca condotta in SBN-Internet culturale, il 18 gennaio 2010, il vocabolo è presente in ben 59 titoli (o sottotitoli) pubblicati in Italia a partire dal 2003; precisamente 4 nel 2004, 7 nel 2005, 12 nel 2006, 14 nel 2007 e 10 sia nel 2008 che nel 2009.
In alcuni casi è stato collegato a prodotti editoriali veri e propri come Baghdad Blog, una raccolta di post di un cittadino iracheno dallo pseudonimo di Salam Pax, autore del blog Where Is Read?7
1.1.2 Le Origini
In una fase iniziale il termine blog ha designato qualcosa di molto diverso da quello a cui siamo oggi abituati. In questa fase venivano chiamati “blog”, siti che presentavano una lista di link corredati da brevi commenti, particolarmente utili prima dell’avvento di Google e dei motori di ricerca.
Il primo a creare un blog fu il fondatore del World Wide Web, Tim Berners Lee nel 1993. Nel giugno dello stesso anno il National Center for Supercomputing Applications (NCSA) realizzò un blog chiamato What´s News? in cui si elencavano i nuovi siti internet, catalogati per data e (caratteristica fondamentale) commentabili.
Più tardi questo servizio diventò di proprietà di Netscape8 che lo trasformò nella prima guida online di siti web, monopolizzando il mercato tra il 1993 e il 1995.
Penso che nel giro di un anno saranno centinaia le persone a tenere pagine come questa, e che questo permetterà ai buoni indirizzi URL di diffondersi più rapidamente… raccomando a tutti i navigatori entusiasti di provare a tenere un “weblog” (utilizzando il programma Frontier, se ne avete bisogno, per una maggiore efficienza)>>. Elisabetta Locatelli, The blog up. Storia sociale del blog in Italia, Franco Angeli s.r.l., Milano 2014, p. 36-37.
6http://www.peterme.com/
7Mirko Tavosanis, L’Italiano nel web, Carocci editoreRoma 2011, p. 142.
8Netscape Communications (precedentemente conosciuta come Netscape Communications Corporation a cui si fa comunemente riferimento come Netscape) è una azienda statunitense di servizi informatici, principalmente conosciuta per il suo web browser. https://it.wikipedia.org/wiki/Netscape_Communications
Nel 1996 Dave Winer realizzò un blog denominato 24 Hours of Democracy, il cui obiettivo era creare un punto d’incontro online per discutere sulla libertà di espressione nel web e sulla democrazia in generale, riscuotendo notevole successo9.
Nel 1999 apparve Eatonweb Portal, il primo portale dedicato esclusivamente ai blog. Il genere si è evoluto piuttosto velocemente grazie anche alla disponibilità di software e siti di hosting; anche Winer fondò un’impresa per lo sviluppo di software per blog. Uno dei primissimi servizi è stato Pitas nel luglio del 1999, da cui discende uno dei membri attivi più antichi: Blogger.
Nell’agosto dello stesso anno Pyra Labs (impresa che è poi stata acquisita da Google), lanciò Blogger, uno dei servizi gratuiti per la creazione di blog più utilizzato al mondo.
A partire dal 2000 il fenomeno dei blog si è massificato e sono apparsi nuovi servizi come WordPress e Splinder.
I blog hanno goduto di un periodo di eccezionale fortuna comunicativa tra il 2002 e il 2007, periodo in cui il termine in Italia era sinonimo di rivoluzione delle comunicazioni e dei rapporti sociali. Sebbene il prodotto non fosse in effetti uno strumento rivoluzionario, ha resistito alla sopravvalutazione, e sembra essere oggi consolidato nelle sue costanti.
Tra il 2009 e 2010, in occasione dell’affermarsi delle reti sociali, si è parlato di crisi dei blog, in effetti molte delle funzioni del blog diario10 vengono soddisfatte in modo più efficiente dalle funzioni di Facebook. Oggi, i blog di stampo strettamente personale, sono quasi del tutto scomparsi, ma sono gli unici ad aver subito un duro colpo dalla diffusione dei social. I blog tematici hanno un’impostazione strettamente connessa ad una certa lunghezza e un particolare formato che non viene soddisfatto dalle nuove piattaforme. Oggi sono i social il mezzo migliore per la pubblicizzazione del blog.
1.1.2.1 In Italia
I primi blogger italiani si avvicinarono al nuovo prodotto per la sua flessibilità, la sua disponibilità e per i bassi costi. Il 14 luglio del 2000 è considerata la data di pubblicazione del
9http://www.partecipiamo.it/Comunicazione/valentina_pappagallo/nascita_e_storia_dei_blog.htm 11 febbraio 2017 10Vedi paragrafo 1.4.3.
primo post11 italiano ad opera di Antonio Cavedoni. In realtà si hanno notizie di blog italiani attivi già sei mesi prima di quel post, esempi isolati completamente disconnessi tra loro.
La matrice principale da cui il blog arriva in Italia è la cultura informatica statunitense che funge anche da riferimento diretto, come per lo stesso Cavedoni, il quale racconta come la nascita di uno spazio personale in cui raccontarsi sia nato in occasione dei Bardi Web Awards, quando vide Derek Powazek e la moglie aggiornare il proprio blog dall’Italia. Il modello statunitense resta un punto di riferimento proprio per la novità del format.
Fabrizio Ulisse introduce un secondo motivo che giustifica l’accesso ai blog; oltre all’imitazione americana, si espandeva l’esigenza di creare un diario online dinamico (a differenza dei siti internet statici tipici di quegli anni). La diversità dei contesti e delle motivazioni portano a teorizzare una sorta di adeguatezza culturale che si traduce nella capacità di intercettare i bisogni del periodo di un’utenza pronta a porsi da protagonista, sia nella creazione dei contenuti che nelle modalità di pubblicazione.
Se il web porta a compimento il processo di collegamento di nodi implicito di Internet, il blog porta a compimento il desiderio di democratizzazione contenuta nel web. E vi trovano piena realizzazione in software come Blogger che consentono a chiunque di avere il proprio spazio online.
In una prima fase d’espansione, a differenza di ciò che si sarebbe affermato in seguito, il blog impostato come diario personale non ebbe molta presa. D’altronde il blog nasce come aggregatore di informazioni. Questo cambio di tipologia si nota anche nel tipo di impostazione data al layout. In un primo momento i post venivano presentati in ordine cronologico inverso a partire dall’ultimo post pubblicato(quello attuale) che deriva dall’originaria funzione dei blog di segnalazione dei link. Dopo l’avvento di Splinder che pubblicizza il proprio servizio con lo slogan “crea il tuo diario”, i post vengono presentati in ordine cronologico, ponendo in cima il primo post pubblicato simulando la consequenzialità di un diario cartaceo.
Intorno alla fine del ventesimo secolo gli utenti in rete ammontavano a circa 150 milioni a livello mondiale, di cui circa 2 milioni in Italia. Ne consegue che i blogger non rappresentavano di certo il 11 “Ciao a tutti, questo è un blog, forse addirittura il primo blog italiano. Forse, non ne sono sicuro :) Fatto sta che
comunque adesso sono qua ad inaugurarlo, grazie al Comune di Modena che mi offre lo spazio e grazie a blogger che mi permette di pubblicare il mio content senza dover avere niente, tranne un browser”, non più reperibile online. Elisabetta Locatelli, The blog up. Storia sociale del blog in Italia, Franco Angeli s.r.l., Milano 2014.
pubblico medio, ma persone che per interesse o per lavoro avevano a che fare con la grafica, il web design o la programmazione informatica.
Proprio il fatto che si tratti di un pubblico di nicchia spiega perché uno dei vettori di diffusione dell’utilizzo del blog sia stata la newsletter Narlist curata tra l’altro proprio da Cavedoni. La newsletter collegava web designar italiani e stranieri, condividendo gli indirizzi dei siti web e dei blog degli appartenenti. Molti dei primi blogger quindi avevano esperienza rispetto ad altri utenti della rete, tanto da essere attivamente coinvolti nello sviluppo delle professioni legate al web. Questo impegno dei primi blogger si evince dall’interesse per il layout, fortemente personalizzato prima che si stabilizzasse secondo una struttura a due o tre colonne.
Uno delle caratteristiche più attraenti del blog è stata la possibilità di aggiornarlo in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento grazie a un PC, un browser e una connessione ad internet. Si passa quindi a una fruizione anytime, anywhere, anche prima della diffusione dei dispositivi mobili. Questo nuovo approccio anticipa di molto quelli che comunemente chiamiamo “aggiornamenti di stato”.
Si registrano anche casi in cui il blog, o meglio il live blogging, anticipa i cinguetti in tempo reale che costituiscono una grossa fetta di informazione giornalistica odierna, veicolata principalmente da Twitter. Uno degli episodi più significativi vede coinvolto Leonardo Tondelli durante il G8 di Genova. In quell’occasione i suoi aggiornamenti sul blog diventano un mezzo per testimoniare in tempo reale un evento traumatico e di rilevanza storico-sociale, diventando al tempo stesso fonte di informazione e archivio della memoria pubblicamente accessibile.
L’aura un po’ mitica che circondava i primi blog viene progressivamente demistificata, man mano che si ampia la diffusione di questo media. Si registra nei primi blogger italiani un certo fastidio nell’espandere la cerchia degli utenti a conoscenti reali. Questo fastidio porta a un restyling spesso totale dei contenuti, una sorta di autocensura, che sarà un nuovo punto di svolta per il blog. Più il pubblico cresce e si diversifica, meno i contenuti sono personali e aderenti alla vita privata.
Terminata questa prima fase per la blogosfera italiana ne inizia una seconda che coincide con l’avvio della piattaforma Splinder, con la quale l’utenza passa da settoriale a generale12.
1.1.3 Funzioni e convenzioni
Il blog nasce come block-notes, per annotare e commentare le novità offerte dal web. Questa funzione rimane nel tempo ma viene affiancata ad altre, come quella diaristica, di approfondimento tematico o di espressione della propria creatività.
I primi blog avevano una struttura essenziale; alcuni sceglievano di dividere i singoli post, altri di riunirli in un unico post mensile raccolto su una pagina scorrevole. I primi blog sono la sintesi tra le limitazioni della rete (come ad esempio la velocità di banda) e le sue potenzialità – lo sfruttamento dei link ipertestuali, i nuovi strumenti di comunicazione –.
Il commento che accompagnava il link si espande nel corso del tempo fino a diventare un testo autonomo.
L’originaria funzione di bookmarking, persa nella sua evoluzione, è stata ereditata da altre piattaforme come Delicious in cui gli utenti costruiscono una pagina personale in cui condividere i propri bookmark raggruppandoli in categorie. La possibilità di categorizzare i propri contenuti in modo autonomo tra l’altro è una delle convenzioni culturali ereditata dai blog13.
Questa convenzione favorisce il passaggio dalla taxonomy alla folksonomy. Folksonomia è un neologismo di Vander Wal14 ̶ formato dall’unione di due parole, “folks” (gente) e “taxonomy” (tassonomia) ̶ nato per descrivere la categorizzazione di informazioni generata dagli utenti mediante l'utilizzo di parole chiave (o tag) scelte liberamente. Secondo Wal il tag deve essere "parlante" perché possa essere ricercato e recuperato da altri e permettere un scambio tra culture e discipline diverse. Le informazioni non vengono gerarchizzate, ma raggruppate, aggregate. Uno dei vantaggi della folksonomy è proprio il suo carattere sociale, che si costruisce non nel momento in cui si attribuisce un tag, ma quando un'altra persona successivamente potrà, con quel tag, recuperare la risorsa15. Questa funzione è attualmente implementata nelle principali piattaforme di hosting con soluzioni molto intuitive.
Elemento centrale nell’architettura del blog è il suo sviluppo temporale; il sedimentarsi dei contenuti in ordine cronologico inverso crea, a seconda delle esigenze dell’autore, vere e proprie narrazioni. Il fattore tempo ha generato la pratica di live-blogging, una pratica narrativa trasmessa 13 Elisabetta Locatelli, The blog up. Storia sociale del blog in Italia, Franco Angeli s.r.l., Milano 2014.
14 Thomas Vander Wal, conosciuto per aver coniato il neologismo folksonomy, è un architetto dell’informazione specializzato nello studio delle informazioni di struttura e progettazione web relative al contesto della tecnologia sociale.
al mondo del giornalismo e ben presto adottata nella timeline dei social network, in cui risulta più funzionale.
Gli strumenti di connessione sociale non erano inizialmente integrati, il contatto avveniva tramite e-mail e programmi di messaggistica istantanea. Nel momento in cui viene inserito lo spazio per i commenti, la conversazione e la relativa rete sociale che si viene a creare passa da privata a pubblica. L’intensificazione dei rapporti in rete porta il blog a mutuare forme espressive da altri strumenti; quando ad esempio la discussione si ispira a quella dei forum, acquisisce una dimensione propria staccandosi dal post. Tale convenzione mutuata dai forum viene poi integrata in alcuni social, come Facebook; altri preferendo un aspetto più minimale, come Twitter, mettono in secondo piano commenti e interazioni.
Con il tempo vengono sviluppate nuove funzioni che facilitano la navigabilità e il collegamento fra blog, come l’inserimento degli archivi, il blogroll e il trackback. Il primo è una sezione persa con il tempo che aveva funzione aggregante, e conteneva la lista di blog più letti o interessanti. Citare un link nell’apposita sezione, o all’interno dell’articolo, era considerato – e lo è tutt’oggi – un fattore positivo, anche nel caso di critica perché viene attribuita al blog una sorta di autorevolezza. La citazione all’interno dell’articolo è diventata più funzionale in seguito all’implementazione del trackback.
Il trackback fra due siti avviene quando il blog A manda al blog B un trackback ping per segnalare una citazione o un approfondimento di un argomento trattato nel blog B. La notifica viene inviata al momento della pubblicazione e consente di intervenire nella discussione in tempo reale.
Gli elementi oggi maggiormente ricorrenti sono banner di vario genere, antipixel, pulsanti per l’iscrizione al feed, link ad altri siti, iniziative legate al mondo del blog e statistiche che ne rivelano i successi. È diventato possibile effettuare la procedura di “embed” diretto dei video, convenzione ormai divenuta abituale nei social network, di inserire player musicali, gif animate o tagboard. Durante la compilazione della tesi ho avuto modo di frequentare vari blog, uno di questi SOS Wordpress, si avvale di una piccola chat in tempo reale in cui viene offerta assistenza, che ho trovato estremamente pratica e utile. Riportare in auge un elemento del genere potrebbe essere molto utile per stringere un legame con gli utenti. Nel caso specifico del mio blog ho infatti valutato la possibilità di utilizzarla come uno spazio dove lasciare, o chiedere consigli su una serie.
I plugin scaricabili e installabili sul proprio sito a seconda dell’hosting, sono centinaia. Ognuno di questi è in grado di aggiungere funzioni, rendendo le possibilità di personalizzazione incredibilmente ampie.
Personalizzare significa impossessarsi dello spazio, renderlo proprio; l’obiettivo finale di questa personalizzazione è raggiungere il perfetto equilibrio tra grafica, funzionalità e contenuti.
1.1.4 In Italia e all’Estero
Nel corso del tempo la blogosfera è mutata più volte, tanto nell’aspetto quanto nei contenuti. I dati presenti in questo paragrafo sono tratti dai report di due indagini svolte su scala mondiale e sulla mia esperienza di lettrice. Una delle ricerche è stata condotta da Technorati16 e prende il nome di State of Blogosphere; vi hanno partecipato 835 blogger (Illustrazione 1) da diverse parti del mondo con una concentrazione maggiore in America, sede della compagnia che ha svolto lo studio. Il secondo report, dal titolo Osservatorio Blog 2016, è stato redatto dall’azienda Imageware17 a cui hanno partecipato 2134 blogger da diversi paesi del mondo e che ci offre un interessante focus sulla situazione italiana.
16 Technorati è un motore di ricerca dedicato alla blogosfera ovvero al mondo dei blog. Dal dicembre 2005 technorati indicizza più di 20 milioni di blog. Technorati è stato fondato da Dave Sifry e la sede è presso San Francisco, California, USA.
www.gallito.eu/technorati-cose/).
17 Imageware, azienda che da 30 anni opera nella consulenza, nella comunicazione e nel marketing, ha condotto anche nel 2015 uno studio per fotografare il panorama attuale della blogosfera italiana, l’Osservatorio Blog.. La ricerca, terza edizione della serie, è stata realizzata direttamente da Imageware in Italia e con IPREX a livello globale; IPREX è il network internazionale di agenzie di comunicazione indipendenti di cui l’Agenzia è parte.
Secondo i dati forniti da State of Blogosphere solo il 14% degli intervistati può essere ritenuto un blogger professionista, cioè solo per una piccola percentuale il blog costituisce almeno la metà dell’introito familiare.
Per l’ennesima volta la partecipazione femminile sembra essere maggioritaria, infatti ben il 62% degli intervistati appartiene a questa sfera; il ché è probabilmente legato a una maggiore partecipazione al sondaggio più che a una effettiva supremazia numerica sul campo.
La maggior parte dei blogger rientra in una fascia d’età piuttosto matura, in particolare dai 25 ai 34 anni come si evince dal grafico (Illustrazione 2).
Interessante notare (Illustrazione 3) come dei professionisti facciano parte anche soggetti molto giovani, conferma che il web rimane uno dei pochi strumenti realmente democratici, ma soprattutto meritocratici. Secondario che il merito sia dato da un’intelligente polemica, una spiccata creatività o dalla capacità di cavalcare i trend, se si riesce a trovare le cose giuste da dire o il modo giusto per dirle il web ne renderà merito.
L’analisi condotta da Technorati entra nello specifico e offre una panoramica molto ampia e una serie di dettagli interessanti che in questa sede verranno citati ma non approfonditi.
Illustrazione 2
Ad esempio, le domande circa la scolarizzazione degli autori ha evidenziato che il 30% di essi possiede un grado d’istruzione di fascia alta, come master o dottorati, nonostante il blogging sia una delle carriere che richiede il minor numero di credenziali formali.
È stata loro chiesta la ragione per cui ognuno di loro avesse dato vita al proprio blog; ben il 24% afferma di aver aperto un proprio spazio con il forte desiderio di diventare lavoratori autonomi (illustrazione 4).
Molti blog nascono oggi senza un’identità precisa, possono essere ampie riflessioni sul senso della vita o egocentrici diari personali (un fenomeno alimentato dall’estrema facilità d’uso degli attuali software) ma privi di un vero e proprio filo conduttore. Ritengo invece che per ottenere un blog di buon livello un elemento a dir poco necessario che va subito comunicato sia l’argomento intorno al quale costruirne l’identità.
Attualmente tra gli argomenti di maggior successo nella blogosfera, come la storia insegna, hanno ampio spazio i blog tecnologici, come quelli sul marketing o sul business online. Ma anche blog di life style e il fai da te hanno molto seguito.
Internet si dimostra ancora una volta una forte cassa di risonanza, molti argomenti sono coperti da più e più blog, il ché non è necessariamente un aspetto negativo. All’interno di un gruppo Facebook dedicato a blogger professionisti e non, ho notato una forte presenza di travel-blogger e food-blogger; gli autori hanno deciso di sfruttare vicendevolmente la concorrenza dando vita
all’iniziativa Viaggio Virtuale. Attraverso una serie di link e citazioni viene messo a disposizione del lettore una grande quantità di informazioni su un determinato argomento; è possibile ad esempio analizzare una meta turistica “saltando” da un blog all’altro. Non solo questo porterà i lettori abituali di un blog ad ampliare le proprie letture, ma peserà anche sull’ottimizzazione SEO.
Ma torniamo all’analisi condotta da Technorati ci offre un interessante parallelismo tra i venti argomenti più sfruttati (Illustrazione 6) e i ventidue meno considerati (Illustrazione 5).
La La
La categoria “altro”, che costituisce il 21 % in totale, comprende temi come l’insegnamento, la fotografia, la grafica, salute e benessere e la scrittura; ma anche temi particolarmente singolari come la scherma storica, i campi estivi e la pavimentazione industriale.
Gli argomenti che risultano avere un effettivo peso sul mercato sono spesso legati al mondo del business come imprenditoria o marketing.
Per quanto riguarda i dati circa la scelta della piattaforma (Illustrazione 7) da utilizzare, più di tre quarti dei blog sono ospitati da Wordpress che primeggia con il suo 76%. Di questi l’82% usa Wordpress.com, la versione hosted, contro il 16% di utenti che hanno scelto Wordpress.org.
Le alternative più comuni sembrano essere Jekyll – self hosted – e Wix che nel corso delle indagine ho scoperto essere apprezzata anche in Italia.
Se dai dati raccolti nell’indagine di Technorati, denominata State of Blog, la tecnologia regna sovrana tra gli argomenti di cui si occupa la blogosfera, in Italia la situazione non cambia, subito seguita da fashion-blog e travel-blog (Illustrazione 8). “Moda e abbigliamento” sopratutto ha avuto un impatto rivoluzionario sulla blogosfera italiana, tanto che alcune autrici sono diventate vere e proprie icone di stile. È il caso delle omonime Chiara – Ferragni, Biasi, Nasti – che tra shoot e
Illustrazione 7
polemiche hanno rivoluzionato il concetto di blogger e ne hanno fatto un lavoro remunerato con cifre decisamente alte.
In realtà la tecnologia ha guadagnato terreno in pochi anni, nel 2014 arrivava appena al 6%, a differenza di moda e abbigliamento che pur restando tra i primi è calato dal 33 al 17%, conferma dell’estrema mutevolezza del mezzo.
I blogger italiani si configurano come autori molto autonomi, ben l’87,14% di essi dichiara di produrre contenuti originali utilizzando come fonti quasi esclusivamente esperienze personali e pensieri individuali.
Così come evidenziato dal report di Technorati, anche per gli italiani l’obiettivo primario è lo sviluppo professionale e il desiderio di monetizzare il lavoro (Illustrazione 9).
Anche questa indagine vede una prevalenza femminile molto forte (72%), in un’età compresa tra i 26 e i 33 anni, quindi perfettamente in linea con i dati ricavati da Technorati. Inoltre i blog italiani risultano essere piuttosto longevi, la maggior parte degli intervistati dichiarano infatti di
amministrare il proprio spazio da più di cinque anni contando un numero di visite molto alte (10.000-50.000).
Apparentemente rosee le prospettive di guadagno più in Italia che nel resto del mondo; il 72.9% dei blogger partenopei percepisce una retribuzione contro il 48% a livello internazionale.
Personalmente sono un’avida lettrice da molto prima che il mio blog prendesse forma. Come evidenziato dai dati appena esposti il fenomeno in Italia è piuttosto consistente e la concorrenza non sembra scoraggiare gli scrittori in erba. Nel mondo delle serie TV ad esempio ho cominciato a seguire diversi blog, prima per farmi un’idea di come fosse opportuno impostare servizi e contenuti e in secondo luogo per ottenere un numero maggiore di news, pur non essendo questa l’impostazione data a Plot. Questi stessi blog li ho poi ritrovati commentati dagli utenti social nei diversi gruppi; alcuni di questi hanno ricevuto nel tempo critiche molto aspre, è il caso dei blog che puntano più sulla quantità che sulla qualità ma che hanno comunque un gran numero di visualizzazioni. Per alcuni di essi ho anche scritto qualche articolo ma ne parlerò meglio nell’ultima parte della tesi.
I blog mi sono stati utili anche nella redazione di questa relazione: quando ho dovuto valutare pregi e difetti delle piattaforme mi sono affidata al giudizio di altri blogger e non a una spiegazione tecnica perché l’esperienza diretta fa la differenza.
La mia esperienza conferma che i blog tecnologici non solo sono tra i più numerosi, ma anche tra i più aggiornati e interattivi.
State of the blogging world 2016
La blogosfera sembra essere in continua espansione; ben il 97% dei markmeter pianifica un incremento della produzione dei contenuti e i siti web che ospitano blog vengono indicizzati il 434% in più.
Blogger, piattaforma leader nel settore, conta oltre 46 milioni di visitatori unici al mese.
Come più volte riscontrato, la maggior parte dei blogger risulta essere di sesso femminile.
Una delle ragioni del successo del blog sta nella sua capacità di connettere piattaforme, siti e social network diversi.
Un’altra ragione la riscontriamo nella varietà di espedienti con cui è possibile fare comunicazione, un luogo dove la parola multimediale assume pieno significato.
HUBSPOT afferma che se un imprenditore utilizza i blog la sua strategia di mercato porta al 97% in più di visualizzazioni.
I blog devono essere informali ma professionali, devono parlare alle esigenze dell’utente e capire i suoi bisogni, sfruttare la comunicazione multimediale e fornire (almeno in parte) servizi e informazioni gratuite.
1.2. PIATTAFORME
L’aspetto tecnologico importante per ogni prodotto culturale nasce in base alle esigenze del blog e si evolve con esso. Un caso esemplificativo è dato dall’utilizzo degli SMS, inizialmente concepiti come stringhe per attivare operazioni in remoto, presto divenuti principale mezzo di comunicazione. Questa evoluzione ha spinto i produttori di telefonia mobile a implementare i servizi di messaggistica; allo stesso modo l’evolversi delle necessità ha portato gli sviluppatori a modificare le piattaforme direttamente sull’utente.
1.2.1 Origini delle piattaforme
Le prime piattaforme furono LiveJournal e Blogger, Frointer e Pitas con cui il blog veniva ospitato dal server della società che erogava il servizio insieme agli strumenti necessari per la gestione. Il vantaggio di questi software stava nella loro flessibilità tradotta in numerosi plugin e widget e nella semplicità di personalizzazione. Lo svantaggio stava nella possibile perdita di tutto il materiale pubblicato, come successo ai primi utenti di Blogger.
Il potenziamento dei server avvenuta nel corso del tempo ha permesso l’inserimento di foto, immagini e video auto prodotti o linkati da altri siti, un’opportunità sfruttabile anche grazie alle possibilità fornite dalla connessione a banda larga.
Il passo successivo è stato la creazione di piattaforme dedicate a specifici formati, come quelli pensati per la gestione di videoblog e fotoblog. Le piattaforme si dirigono verso una specializzazione funzionale o integrandosi con altri strumenti di comunicazione. Wordpress e Blogger ad esempio si impongono come spazi pensati per la gestione di un blog. In altri casi sono state integrate altre forme di comunicazione mirate alla creazione di una comunità, è il caso di MSN Space che crea al suo interno micro-community.
Il fatto che Blogger e Wordpress siano tuttora pienamente attivi sul web e MSN si ritrova inglobato in un altro servizio, mostra che con il tempo l’utente ha prediletto piattaforme dedicate esclusivamente alla gestione del blog in senso stretto, puntando al self-publishing, complice la proliferazione e l’affermazione dei social.
1.2.1.1 In Italia
Nel panorama italiano un vero e proprio punto di svolta si ha con l’avvio della piattaforma Splinder, il primo servizio di hosting in lingua italiana. Uno dei motivi del suo successo può essere riscontrato nell’impostazione data alla piattaforma; sin da subito Splinder si presenta come diario personale, e qui infatti che inizia l’età dell’oro dei blog. A partire da questa interpretazione sono stati poi sviluppati features adatti, come i messaggi privati e la chat interna; elementi che hanno perso d’importanza quando il blog diario ha smesso di essere espressione della propria quotidianità, sostituiti dai più comodi social network.
La modalità con cui è impostato infatti, anticipa sorprendentemente le funzionalità di Facebook, con la differenza che su Splinder si utilizzavano pseudonimi e che la rete sociale non era necessariamente legata a conoscenze reali.
Un ulteriore sintomo del fatto che si stava avviando un nuovo trend comunicativo basato sulla Rete, è l’attenzione crescente che i media tradizionali dedicano ai blog, sopratutto da parte dei giornalisti, segnalando i blogger più interessanti, e aprendo all’interno delle testate online blog di giornalisti. Da segnalare anche casi di episodi inversi, in cui blogger particolarmente abili nella scrittura, vengono arruolati come autori dalle case editrici.
I blogger di questa seconda fase si dimostrano più consapevoli, tanto da attuare spesso migrazioni verso i nuovi competitor come Excite, Wordpress o Typad. Mentre i pionieri erano strettamente legati al mondo della progettazione e del web designer, in questa seconda fase si assiste a una despecializzazione della figura di blogger.
Allo stesso tempo, con l’aumentare di queste piattaforme vengono meno i blog progettati a livello di codice, e si va uniformando il layout fino al consolidamento di alcuni standard. I contenuti vengono disposti su due o tre colonne dove la colonna centrale è dedicata al contenuto e quelle laterali ai widget o ad altri riquadri. Un format che poi ha contaminato altri spazi nel web. Con questo standard il contenuto dei post è al centro dell’attenzione mentre nelle zone periferiche si collocano gli altri elementi che consentono di contestualizzare il blog. Qui viene collocato il blogroll primo esempio di condivisione dei contenuti18, ma anche foto, immagini, contatori.
Per una fetta minore di blogger, modificare il proprio spazio diventa un modo per apprendere nuove competenze.
Semplificare l’accesso, e rendere il blog alla portata di tutti (o quasi), significa consentire all’utente di approcciarsi alla creazione di un blog anche senza avere grandi competenze di web design. Lo scopo può essere – e viene spesso – individuato in corso d’opera, e il fallimento di un progetto non è vissuto in maniera traumatica.
Il basso livello di progettualità non è necessariamente un fattore negativo. Se da un lato porta a un gran numero di blog abbandonati a pochi mesi dalla nascita, dall’altro ha lasciato ampio spazio alla creatività individuale dell'autore senza costringerla in vincoli predefiniti. Il fatto che non ci fossero neanche vincoli temporali è un fattore decisivo per il suo successo. Il tempo da dedicarvi infatti può variare nel tempo in base a diversi fattori.
Con lo sviluppo delle conoscenze da parte dei blogger, a quest’attitudine si sostituisce un approccio più razionale, preceduto da una fase di conoscenza diretta o indiretta. Questa maggiore consapevolezza si riflette sulla scelta del tipo di blog da aprire in funzione delle proprie necessità. Come i blogger stessi ammettevano pubblicamente, spesso la fase precedente alla pubblicazione del proprio spazio, è dedicata alla sola lettura di colleghi e concorrenti.
1.2.2 Offerta attuale in Italia
L’offerta attuale è decisamente vasta e ogni piattaforma si adatta più o meno alle esigenze del singolo utente. Esula da questa panoramica Wordpress, la piattaforma che ho scelto per avviare il mio blog, nonché progetto di questa tesi, che verrà approfondita in seguito.
Non avendo la possibilità di provare ogni singola piattaforma sul mercato mi sono affidata ai social per scoprire quali fossero quelle più in voga. Ho aperto un paio di sondaggi in due gruppi Facebook dedicati ai blogger19 ed ho chiesto su quale piattaforma si trovasse il loro blog e se avessero voglia di raccontarne brevemente pregi e difetti. I risultati sono stati tutt’altro che stupefacenti, Wordpress, nelle sue due versioni ha ottenuto il maggior numero di spunte seguito da Blogger. Alcuni nomi a me nuovi sono comunque comparsi, si tratta di Wix, Joomla e Drupal.
19I gruppi di riferimento sono: Progetto Blog (https://www.facebook.com/groups/1831529347117494/?fref=ts), e Blogger Community Italia (https://www.facebook.com/groups/219268238196991/).
1.2.2.1 Blogger
Blogger è un servizio di blogging attualmente gestito da Google a cui è possibile accedere gratuitamente. Si tratta di una piattaforma di blogging che, a differenza di altre concorrenti, non presenta significative aperture verso la rete sociale. Blogger permette di postare, oltre al solo testo, anche immagini e video: questo ne fa una soluzione ideale per webmaster alle prime armi20. La prima volta che ho aperto un blog l’ho fatto su Blogger, vi ho pubblicato un post e l’ho abbandonato, complice della scelta la piattaforma stessa.
Stando ai commenti, gli utenti che hanno scelto Blogger paiono piuttosto soddisfatti
Blogger è più semplice ed intuitivo, è praticamente impossibile avere problemi di malfunzionamento o fare danni....non supporta però i plugin ed è piuttosto "geloso" del suo html, quindi meglio evitare di metterci mano se non si è degli esperti. Molti dicono sia poco personalizzabile...bah, io ho acquistato il tema su etsy (pagandolo molto meno dei temi di wordpress) e son molto soddisfatta del risultato. Il difetto maggiore è proprio la mancanza di plugin..e quando cerchi info su google per capire come impostare determinate cose (comodamente fatte con plugin su wordpress) devi scrivere BLOGGER e ovviamente si escono anche un sacco di notizie relative ai blogger -.-"
Michela Figliola, WarmCheapTrips21
Blogger22 è completamente gratuito ed esente da pubblicità; il più grande svantaggio è legato alla facoltà di Google di poter usare e distribuire i contenuti come meglio crede. Rappresenta una delle occupazioni business più ininfluenti per Google e non offre upgrade, domini e temi premium che in un primo momento può sembrare un aspetto positivo, ma che si rivela estremamente limitante con il passare del tempo. Perdere le modifiche non è una possibilità remota nonostante le funzioni offerte siano estremamente basilari. Un aspetto negativo di Blogger evidenziato dall’utenza è relativo alla versione mobile:
20La definizione è tratta da Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Blogger_(piattaforma)). 21http://www.warmcheaptrips.com/
Io ho Blogger e lo trovo abbastanza semplice ed intuitivo per chi non è pratico come me. Si trovano guide online per personalizzarlo, andando a smanettare sull'html, cosa che ho fatto. Forse la parte meno personalizzabile è la versione mobile, che di base resta sempre quella, quindi con solamente l'elenco degli ultimi post e una tendina per trovare le pagine.
Marta Calvetto, Dindalon23
1.2.2.2 Wix
Wix24 è diventato molto popolare arrivando ad avere circa 60 milioni di utenti in tutto il mondo, Italia inclusa. Offre alternative grafiche pensate per piccoli business e prevede l’ottimizzazione per i dispositivi mobili. È disponibile la versione gratuita ma fornisce quattro upgrade a seconda delle necessità, con varianti “ConnectDomain” e “eCommerce”.
I template pur essendo molto belli hanno bisogno di alcuni piccoli accorgimenti, molti dei difetti necessitano infatti di una correzione manuale25.
1.2.2.3 Joomla
Joomla26 è una licenza open source ed è quindi privo di costi, inoltre è possibile ottenere gratuitamente il codice sorgente, un aspetto che apprezzi particolarmente dopo aver fatto un po’ di esperienza sul campo. Si tratta di un CMS molto duttile, utile per piccole imprese, per grandi aziende ma anche per i siti web personali (se pur pesante per un piccolo sito). È di facile installazione e la configurazione non necessita alcuna conoscenza preliminare di sviluppo web27.
1.2.2.4 Drupal
Anche gli utenti di Drupal28 sono in continuo aumento. Ha un livello di sicurezza molto robusto, tanto che anche il sito della Casa Bianca29 è ospitato da questo CSM. Drupal permette una completa personalizzazione della scalabilità delle immagini consentendo all’amministratore di
23 http://www.dindalon.it/ 24 http://it.wix.com/freesitebuilder/hiker-it? utm_source=google&utm_medium=cpc&utm_campaign=161792635^10070310835&experiment_id=wix^e^58 726933675^1t1&gclid=CK2D0b3x9tICFcfgGwodImACtw 25 https://www.websitetooltester.com/it/opinioni/wix/ 26 https://promotions.register.it/index_it182.html? PR=EG1&BID=000&LPAG=it182&gclid=CKHaitTx9tICFRS6Gwodj3kLmg&idc=3 27 http://www.fare2013.it/hosting/vantaggi-e-svantaggi-di-joomla-cms-development 28 https://drupal.com/ 29 https://www.whitehouse.gov/#
indicare le dimensioni di ogni singola immagine direttamente dal modulo Image Style. Inoltre mette a disposizione campi di contenuti addizionali che vengono mostrati sui dispositivi mobili, ma è limitato nella capacità di rendere meglio i temi mobile su sotto-domini che può portare ad alcune difficoltà nell’indicizzazione del sito mobile e nell’ottimizzazione SEO. La gestione dei contenuti è la
vera forza di Drupal. Il CMS è capace di gestire fino a sette tipi di contenuti differenti (e anche oltre con apposite personalizzazioni), fra cui articoli, blog, galleria di immagini, forum, file in download e upload, newsletter, aggregatore di notizie e tanto altro. Allo stesso tempo, ha una gestione multiautoriale davvero completa, consentendo l’accesso diversificato ad amministratori, editori, autori, utenti con contenuti personalizzati, gruppi privati, ecc. Ciascuno può anche aggiungere contenuti invisibili, che vengono resi visibili a tutti gli altri utenti solo dopo revisione e approvazione o dopo la pubblicazione30.
Qualunque siano le opzioni offerte da ciascuna piattaforma, almeno in un primo momento, non sarà una scelta oculata poiché le necessità di un blogger variano nel tempo e solo dopo un certo periodo di attività si impara a capire quali siano quelle con più alta priorità.
1.2.3 Vlog
Non sempre un testo, per quanto interessante e denso di informazioni, è in grado di catturare l’attenzione dell’utente. Immagini, contenuti audio e video sono strumenti comunicativi molto più efficaci. Le immagini dominano sui social network, ma permettono di veicolare informazioni molto contenute, facendo leva più sulle associazioni visive (il più delle volte corredate da un testo breve). Il video è una perfetta via di mezzo, per questo sono i videoblog a dominare il panorama attuale; i video infatti, vanno incontro agli utenti non particolarmente avvezzi alla lettura, consentono di variare toni e espressioni e offrono vari strumenti per mantenere alta la concentrazione dell’utente.
Questo particolare tipo di blog trova piena espressione su You Tube31, il secondo sito web più visitato al mondo, alle spalle solamente di Google. La piattaforma, che consente la condivisione e visualizzazione di video è stata fondata il 14 febbraio 2005 e nel novembre dell’anno successivo acquistata dall'azienda statunitense Google per circa 1,7 miliardi di dollari32. Nonostante i vlog siano propriamente blog il cui contenuto è costituito in gran parte da video, è proprio sul sito che si 30 http://www.internetpost.it/drupal-vantaggi-svantaggi-wordpress/, cit.
31 https://www.youtube.com/
ha una maggiore espressione del fenomeno, non a caso spesso il video inserito nel post non è altro che un link al canale You Tube.
Uno degli aspetti più importanti durante la creazione di un format è la durata dei singoli video; difficilmente un nuovo utente accoglierà con gratitudine un video particolarmente lungo, ma sarà apprezzato dal pubblico affezionato. Viceversa video brevi e incisivi sono un ottima vetrina per i vlogger (ma anche per i blogger) che decidono di sfruttarne le potenzialità almeno nella promozione.
Questa nuova forma di comunicazione spopola in primo luogo in Inghilterra, specialmente tra i giovani, è il caso per esempio del ventiduenne Dan Howell, ex-studente di giurisprudenza autore di danisnotonfire33 che conta attualmente 6.285.007 iscritti o Phil Lester, laureato in Linguistica, entrambi diventati famosi e messi sotto contratto da BBC Radio134.
Il video viene scelto, in primo luogo, da chi pone come obiettivo una sorta di emulazione dell’attività giornalistica. Maurizio Dovigi dichiara di aver realizzato nel 2003 il primo vlog in Europa, contenente brevi video di commento sull’attualità, in cui esprimeva la propria opinione mettendoci letteralmente la faccia, con un’inquadratura a mezzo busto tipica dei telegiornali. In questo prima fase i video sono estemporanei, fatti nel luogo di lavoro o addirittura dall’auto. Un caso particolare è quello di Diego Bianchi che intreccia l’evoluzione del formato con quella del contenuto, realizzando video auto-prodotti in cui commenta ironicamente le puntate del Grande Fratello e usando poi il medesimo formato per parlare di politica, in particolare del Partito Democratico italiano. Oggi Bianchi è un videomaker e autore televisivo, uno dei rari casi in cui un prodotto web viene inserito in una trasmissione televisiva. Più comunemente accade il contrario, cioè è il mezzo tradizionale a piegare l’autore sfruttandone popolarità e competenze35.
Gli utenti che producono e pubblicano video sono indicati col neologismo "youtuber", proprio per l’importanza che la piattaforma assume in quest’ambito. Nel maggio 2007, YouTube ha invitato molti dei suoi utenti più attivi a diventare "partner del sito". Uno status inizialmente offerto solo a provider commerciali, ma che ha permesso agli utenti di trarre guadagni dalle inserzioni pubblicitarie.
33 https://www.youtube.com/user/danisnotonfire
34 http://genova.erasuperba.it/rubriche/blog-vlog-vlogger-che-cosa-dignifica
I primi youtuber "professionisti", ovvero che si dedicano regolarmente alla creazione di contenuti in modo da incrementare visualizzazioni e iscrizioni al canale, sono apparsi negli Stati Uniti e successivamente diffusi in tutto il mondo. La popolarità degli youtuber è ormai altissima tanto da essere paragonati ad attori o cantanti; molti di essi vengono ingaggiati da aziende per pubblicizzare i loro prodotti ma anche per tour di autografi e merchandising36. Vengono ingaggiati per fare serate nei locali e per condurre programmi televisivi. A seconda del marchio che lo youtuber da al suo spazio trova, nel caso di effettive capacità o di particolari abilità nel marketing, una realtà effettiva in cui riversare le proprie conoscenze. È il caso di due italianissimi youtuber che hanno trovato la propria strada grazie a un mezzo così apparentemente semplice: Clio MakeUp e Frank Matano, la prima una makeup artist, il secondo un comico burlone. Entrambi hanno avuto, e continuano ad avere un discreto successo. Clio ha condotto diversi programmi sulla rete pubblica, risiede attualmente a New York e collabora a importanti sfilate e occasioni. Si tratta di un caso piuttosto singolare di una vlogger37 che si trasforma in blogger38. Frank è divenuto prima una iena, nell’omonimo programma televisivo e ad oggi fa la spola tra TV pubbliche e private.
36 https://it.wikipedia.org/wiki/YouTube#YouTube_Video_Editor 37 https://www.youtube.com/user/ClioMakeUp
1.3 PROMOZIONE E MARKETING
Con il passare del tempo mi sono resa conto che ogni piccola modifica al blog è promozione. In una prima fase la promozione è mirata al semplice click sul link da parte dell’utente, stimolato da un titolo accattivante o una foto interessante; nella seconda fase la promozione è interna all’articolo stesso. Concludere il testo con un punto non apre al dialogo, e che lasciare i link dei social potrebbe indurre l’utente a iscriversi.
L’aspetto più impegnativo è stato proprio quello promozionale in cui ho dovuto destreggiarmi tra social networks, SEO e rapporti sociali.
1.3.1 Social network
La coesistenza fra blog e social network inizia fra il 2004 e il 2006; il 2004 è l’anno in cui nasce Facebook, e il 2006 l’anno in cui l’accesso diventa pubblico e in cui vengono lanciati anche Twitter, Netlog e Badoo.
I social network rispondono all’esigenza di mantenere una fitta rete di relazioni sociali, esigenza sentita più fortemente da quando è diventato possibile monetizzare le visite al proprio blog. La diffusione dei social segna la morte dei blog di tipo diario, che sopperiscono all’esigenza di raccontarsi. Piattaforme di blogging e social network lavorano in sinergia, sopperendo l’uno ai limiti dell’altro. Sono proprio i social ad essere il mezzo più utile e veloce per donare visibilità al blog, consentendo una gestione della privacy a diversi livelli e adattabili alle diverse gerarchie sociali. I Social Network permettono infatti di filtrare la visualizzazione dei contenuti, rendendo questi disponibili a certe categorie di utenti e occultarli per altre.
Fra le altre piattaforme si è guadagnato uno spazio Tumblr, che offre un servizio di blog minimali ovvero tumblelog in cui la gestione dei contenuti è semplificata. Si presenta come una sorta di via di mezzo tra un social in senso stretto e un blog, consente di ribloggare un contenuto condividendolo sul proprio spazio o esprimere una reazione, analogamente alle funzionalità di Facebook. Tumblr richiama l’esperienza originale del blog dove l’obiettivo è quello di segnalare link e altri materiali riducendo al minimo il commento dell’autore.
Il social più utile alla promozione del proprio spazio è senz’ombra di dubbio Facebook, ed è anche il più semplice con cui stringere relazioni sociali, seguito da Twitter.
In Italia, la quasi totalità dei partecipanti al sondaggio39 (92,8%) ha dichiarato che il proprio blog è connesso a un account di Facebook e una percentuale solo leggermente minore (92,1%) utilizza anche Twitter per promuovere il proprio blog. Rispetto al 2014, la percentuale di blogger che hanno collegato il proprio blog a un account di Facebook è aumentata dall’88 al 92%, superando di fatto il numero di account di blogger su Twitter, che rimane stabile anche nel 2015. Google+ è il terzo social network più utilizzato dai blogger in Italia, ma è il meno utile quando si parla di allargare la cerchia di utenti perché pubblicizza presso gruppi di utenti che della cerchia fanno già parte. Solo il 2,8% non usa alcun tipo di social. Per alcuni tipi di blog specie se legati al mondo del l’immagine (foto, moda, cucina, viaggi) un social molto utile è Instagram che basa tutto sul linguaggio visuale.
Anche nel resto del mondo il canale più utilizzato per promuovere il blog è Facebook, anche se in percentuale minore (67%). La seconda piattaforma più utilizzata è invece Instagram (50%) e, a seguire, il 45% ha un account Twitter a cui è collegato il blog. Solamente il 13% dei blogger internazionali ha affermato di non utilizzare nessun social per la promozione del proprio blog.
39 Report Osservatorio Blog 2016 Illustrazione 10
1.3.2 Promozione alternativa
Pubblicizzare il proprio spazio non è una facoltà ad esclusivo appannaggio di social network e piattaforme di condivisione, esistono infatti altri espedienti utili che possono fare la differenza. Una tattica elaborata per aumentare la visibilità del blog è quella di commentare blog amici e concorrenti con commenti utili e pertinenti, per stimolare la curiosità dei visitatori sfruttando il traffico del sito e smistandolo verso il proprio, ponendo domande o invitandoli a partecipare a eventuali contest. La partecipazione alle discussioni sul web non si limitano agli altri blog ma anche alle pagine social sull’argomento, ai forum e a tutti quegli spazi in cui si discute dello stessa tema. Quest’ultimi sono un altro espediente molto utile, oltre ad attirare traffico rende interattivo il blog o le pagine affiliate, portando l’utente a partecipare attivamente anche alla creazione di contenuti. Hall of Series40 ad esempio, blog a più mani ha chiesto ai suoi utenti di descrivere alcune serie TV in non più di 100 parole, promettendone la pubblicazione sul blog.
A volte è necessario uscire dalla propria comfort zone e sperimentare altri tipi di pubblicità, stiamo parlando di guest blogging. Un buon metodo per farsi conoscere è creare collaborazioni, scrivere per altri blog e accogliere articoli di altri, in una sorta di “mutuo soccorso”. I rapporti sociali, fisici o virtuali, sono un elemento necessario e spesso sinonimo di successo.
Far comparire il proprio blog su siti di social bookmarking e directory ottimizza l’indicizzazione e permette di essere trovati dagli utenti di questi stessi siti.
Offrire contenuti aggiuntivi agli abbonati è un strategia efficace, più volte nel corso di queste ricerche ho sottoscritto la newsletter di diversi blog per ottenere pdf, contenuti aggiuntivi e servizi speciali. Su SOS Wordpress ad esempio la sottoscrizione alla newsletter fornisce assistenza prioritaria, un’occasione da non perdere.
È bene che il blog offra la possibilità di abbonarsi tramite feed RSS, una tecnologia che rende
comodo informarsi tramite internet. Con i feed è possibile infatti sapere quando un sito viene
aggiornato senza andare sul sito stesso, si tratta di file generati automaticamente che possono
essere letti dai Feed Reader o aggregatori41.
40http://hallofseries.com/
Il segreto è vivere il web, scrutarne ogni piccolo aspetto e partecipare attivamente a discussioni e iniziative, senza dimenticare il fattore più importante ossia la creazione di contenuti originali e di qualità, altrimenti ogni sforzo resta vano.
1.3.3 Search Engine Optimization
È grazie allo studio delle tecniche SEO e alle ricerche sul campo che nella navbar di Plot è comparsa la sezione Netlix, divenuto un vero e proprio fenomeno nella comunità di appassionati; ed è sempre grazie alla pianificazione SEO che alcune parole chiave sono cambiate nel corso del tempo. Il segreto di una buona ottimizzazione sta nel trovare quello di cui l’utente ha bisogno, scoprire quali parole usa per cercarlo e offrirglielo.
Ogni motore di ricerca ha i suoi algoritmi e le sue proprietà. Il paragrafo seguente si riferisce in particolar modo alle tecniche di posizionamento funzionali per Google ma estendibili a grandi linee a tutti i principali browser.
L’ottimizzazione per i motori di ricerca si distingue dal SEM (Search Engine Marketing) che ha come obiettivo il posizionamento negli spazi allocati per i risultati Pay For Click, ossia per le campagne pubblicitarie a pagamento.
La creazione di un piano SEO comprende, in prima istanza, quattro passaggi fondamentali: 1. effettuare ricerche con alcune parole chiave;
2. controllare in quale posizione appare con quelle parole di ricerca; 3. individuare parole chiave che non generano traffico;
4. pianificare strategie per migliorare il rendimento.
Assicurarsi un posto nei primi risultati di ricerca, vuol dire assicurarsi che il sito sia unico, interessante e pertinente; e che le parole chiave che si intendono sfruttare siano dotate di frequenza, concorrenza e pertinenza.
Con l’acronimo SEO intendiamo tutti quegli espedienti utili a migliorare l'indicizzazione sui motori di ricerca. Questa ottimizzazione – in inglese Search Engine Optimization – consiste fondamentalmente nel presentare il proprio sito nel miglior modo possibile tenendo conto della
sua visibilità nei motori di ricerca; tuttavia focalizzare l’attenzione su ciò che è bene utilizzare per scalare il browser, non è la scelta migliore. È l’utente il soggetto da conquistare, per cui è il target l’obiettivo da tenere a mente ad ogni miglioramento.
Tendenzialmente la pubblicazione di un sito prevede una progettazione SEO accurata, specie se il risultato finale è un sito di e-commerce. Nel caso di un blog, in cui l’obiettivo è più “semplicemente” acquisire lettori, la pianificazione SEO può essere postuma alla pubblicazione del sito. Mi è stato utile infatti scoprire quali contenuti attirano più click per poter dare una direzione alla mia pianificazione.
L’uso delle parole chiave su cui si basa il concetto stesso di SEO deve essere costante ma ben calibrato. Titolo, sottotitolo, e testo devono contenere le parole con cui un utente potrebbe cercare il post. Un’occorrenza eccessiva di questi stessi termini influisce negativamente sulla reputazione del blog.
Ogni pagina che compone il sito dovrebbe avere un tag title unico che aiuti Google a capire in cosa la pagina si distingue dalle altre. La scelta migliore è quella di usare titoli brevi e descrittivi. Qualora ci fosse la possibilità di poter modificare il codice, sarebbe bene sfruttare i meta-tag description, personalizzandoli per ogni pagina del sito, ad esempio:
<meta name=”description” content=”questa sezione è dedicata alle serie TV presenti su Netflix, contiene news e recensioni”>
Dove le parole sottolineate indicano le parole chiavi che si vogliono passare al motore di ricerca. Google potrebbe usare i meta-tag come snippet42, nel caso in cui non ci sia una porzione di testo sufficientemente rilevante e corrispondente alla query di ricerca di un utente. In alternativa Google potrebbe usare la descrizione del sito fornita in DMOZ Open Directory Project43 la più esauriente directory del web curata da uomini, costruita e mantenuta da una vasta comunità globale di editori volontari. La directory è completamente gratuita e alimenta il cuore dei servizi di catalogazione per i più grandi e i più popolari motori di ricerca e portali del web, incluso Netscape Search, AOL Search, Google, Lycos, HotBot, DirectHit, e centinaia di altri. Il webmaster propone il proprio sito
42 Snippet: testo visualizzato sotto il titolo della pagina web corrispondente all’interno delle pagine dei risultati di un motore di ricerca. Generalmente consiste in un riepilogo della pagina web e/o parti della pagina corrispondenti alle parole chiave della ricerca.
agli editori della directory, i quali dopo averlo esaminato e averne stabilito la pertinenza e l’originalità decidono se inserirlo44.
Un aspetto da conoscere preferibilmente prima di registrare un dominio, è l’importanza che in una pianificazione SEO deve assumere l’URL, non solo perché utile a fornire informazioni sui contenuti ma anche perché il motore di ricerca potrebbe considerare alcune parti inutili o incomprensibili e decidere di troncarne una parte rendendo nullo il link. . Molte piattaforme software consentono di modificare parti dell’URL del post che si sta per pubblicare.
L’URL di un documento viene mostrato come parte di un risultato di ricerca di Google, sotto il titolo e la snippet del documento. Un buon URL quindi, deve essere breve ma descrittivo, non deve rimandare a più documenti e nel caso di sotto-domini non deve avere più pagine che puntino allo stesso contenuto della directory principale.
Quando l’obbiettivo è prendere posto nella vetrina più ambita – la prima pagina dei motori di ricerca – una buona navigabilità diventa ancora più importante. Essa aiuta i motori di ricerca a comprendere quale contenuto è ritenuto importante dal webmaster. Le sitemap non sono utili solo agli utenti, è infatti opportuno creare un file XML che renda la scansione del sito più semplice per Google; in questo modo è anche possibile fornire al browser la versione preferita per un dato riferimento, qual ora ce ne fossero diversi.
Secondo Matt Cutts, ex capo del Webspam team di Google, il 25-30% dei contenuti web è duplicato. Sfruttare le possibilità offerte dal SEO vuol dire sopratutto presentare al pubblico contenuti unici e interessanti. Rielaborare mestamente un post, duplicarlo o copiare da altri siti è controproducente. Il browser punisce questi comportamenti, come l’uso di pagine ingannevoli (liste di parole che l’utente potrebbe usare per raggiungere il sito ma che effettivamente non sono parole chiave) o l’uso di porzioni di testo nascoste. Il testo potrebbe essere nascosto in diversi modi45:
• testo bianco su sfondo bianco; • testo nascosto dietro un’immagine; 44 https://www.dmoz.org/docs/it/about.html
• testo fuori schermo mediante i CSS; • testo a carattere 0;
• link nascosti all’interno di un carattere molto piccolo (come un trattino).
Tuttavia non tutto il testo nascosto è considerato ingannevole; ha una sua funzione ad esempio se usato per descrivere tecnologie a cui i motori di ricerca accedono con difficoltà, come JavaScript, file Flash o immagini, per cui anzi è sempre consigliabile utilizzare l’attributo alt e fornire una sitemap dedicata.
Bisogna far menzione, se pur non avendoli direttamente utilizzati perché inutili al mio scopo, dei file Robot.txt che comunicano ai motori di ricerca se debbano o meno accedere e indicizzare le varie sezioni del sito.
Google mette a disposizione dei webmaster un generatore di file di questo tipo. È possibile soddisfare il medesimo obiettivo modificando ancora una volta il codice sorgente, impostando l’attributo “noindex” al meta-tag “Robot”.
Con lo sviluppo del sito e la crescita dei visitatori unici, la pianificazione diventa prevenzione. Se pur è auspicabile avere un’utenza attiva che commenti e interagisca, bisogna tener conto di alcuni nuovi fattori da controllare per non essere penalizzati dai browser. Alcuni utenti potrebbero confondere ciò che nel paragrafo precedente era considerata “promozione alternativa” e sfruttare la nuova popolarità acquisita spammando contenuti che il motore di ricerca considererà negativi. Questo inciderà sulla reputazione del blog.
Un buon posizionamento deve tenere necessariamente conto del mobile. Avere un sito responsive che si adatti bene alle diverse dimensioni del device stimola il motore di ricerca a presentare il sito tra i primi risultati.
Essere in prima pagina aiuta ma non assicura un’affluenza costante, per questo all’inizio di questo paragrafo viene specificato che l’obiettivo finale è l’utente e che una buona pianificazione SEO prevede una produzione dei contenuti finalizzati al lettore e non al browser.
1.3.4 Monetizzare il blog
Plot, il blog legato a questa tesi, nasce con il chiaro scopo di analizzare dall’interno a blogosfera. Pensare di monetizzare il blog non era – e attualmente non è – uno dei miei obiettivi; questo perché al mio blog mancano due elementi fondamentali: la costanza e l’offerta.
Sembrano essere questi infatti i fattori essenziali perché il blog si trasformi in un business: la costanza nella pubblicazione e una soluzione, un prodotto, un’informazione – insomma una risposta a qualcosa di cui l’utente ha bisogno. È bene precisare che spesso l’offerta sembra essere più numerosa della domanda, per questo rispondere ai bisogni dell’utente non basta, una buona comunicazione fa percepire all’utente altri bisogni che non pensava di avere.
Sul blog Italian Indie46 è possibile ricavare informazioni molto utili sulle strategie da attuare per capitalizzare il proprio lavoro. Il suo obiettivo è quello di aiutare a sviluppare il proprio business imparando da chi effettivamente ce l’ha fatta.
Scrivere per soldi è molto diverso da quello che ho fatto nel corso di quest’anno, durante il quale ho lavorato al mio blog focalizzando un mio hobby (le serie TV) al progetto per la tesi di laurea in Informatica Umanistica. Soprattutto se il blog è l’unica fonte di guadagno va trattato come un vero e proprio lavoro: con impegni giornalieri, obiettivi a lungo termine e un certo investimento sulle infrastrutture.
46 http://landing.italianindie.com/home/ Illustrazione 11
Samuele Onelia, conduttore e fondatore di Italian Indie, ha individuato sei metodi per guadagnare online estrapolati da esperienze reali, ma solo quattro a mio parere possono essere adattabili ai blog in senso stretto:
• Pubblicità:
Per sfruttare le potenzialità offerte dalla pubblicità per cui gli inserzionisti pagano in base al numero di clic e di visualizzazioni (pay-per-click e pay-per-view), bisogna avere un traffico utenti notevole. Il blog Mammafelice47 ad esempio incassa la maggior parte dei guadagni proprio attraverso i banner pubblicitari ma bisogna considerare che il blog supera le 200.000 visite mensili.
I tipi di pubblicità che hanno effettivamente un peso sono:
1. Google Adsense, che ti consente di inserire banner e contenuti pubblicitari previa iscrizione, utilizzato anche dal guru dell’informatica Salvatore Aranzulla48 il cui blog supera i 18 milioni di visite mensili.
2. Accordi pubblicitari diretti con gli inserzionisti, i quali permettono un maggiore controllo su ciò che viene mostrato ai visitatori, la possibilità di avere accordi più vantaggiosi e strutturare collaborazioni diverse dal pay-per-click. È il caso di HTML.it49 il blog aperto da Massimiliano Valente per insegnare l’omonimo linguaggio di markup.
3. Portali di comparazione di prezzi e promozioni. Si tratta di siti estremamente utili quando ci si accinge a fare un acquisto. Questo tipo di pubblicità mixa e converge le due precedenti. Un esempio di blog che sfrutta la comparazione, e che ho trovato molto user friendly è HDblog.it50
Sfruttare la pubblicità comporta vantaggi – come la facilità con cui è possibile iniziare e il fatto che non servano particolari competenze informatiche né per cominciare né per continuare visto che si tratta di un business passivo – ma anche alcuni svantaggi. Per guadagnare è necessario “allontanare” il traffico dal proprio blog e i risultati sono destinati a calare nel tempo. Inoltre, da lettrice, ritengo che i banner siano spesso motivo di 47 http://www.mammafelice.it/
48 https://www.aranzulla.it/ 49 http://www.html.it/ 50 http://www.hdblog.it/