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2.4 NUOVE MODALITÀ DI FRUIZIONE

2.4.1 Uno sguardo al fenomeno Netfl

Nel 2000 Blockbuster rifiutò l'offerta di acquisire Netflix al prezzo di 50 milioni di dollari; quattordici anni dopo Blockbuster fallirà a causa della concorrenza con il flusso di contenuti visibili in streaming introdotto dalla stessa Netflix.

Netflix ha cominciato a porre le basi per diventare la più grande web TV del mondo nel 2007, passando da 8 a 20 milioni di abbonati entro il 2009, arrivando a 44 milioni nel 2015, di cui 11 milioni al di fuori degli Stati Uniti. Il servizio streaming coinvolge più di 93,8 milioni di utenti in molti angoli del pianeta con 8.3 miliardi di ricavi (+35% annuo) e con utili pari a 188 milioni (+54%). Il successo di Netflix risiede nella sua semplicità, oltre che nella convenienza. La possibilità di utilizzare un qualunque tipo di dispositivo per accedere al servizio è comodità da non sottovalutare. Già Sky cinema mobile tentò invano di creare un servizio che distribuisse contenuti cinematografici sul mobile. Ad oggi Sky mobile è presente nell’appstore sottoforma di app tematiche sia generali (meteo, news, tg), sia specifiche come quelle dedicate ai talent show (X

factor o Masterchef). Alcune di queste contengono collegamenti para-testuali (guide TV), altre

consentono l’interazione tra il programma e gli utenti (voti, commenti, recensioni). L’obiettivo iniziale di Sky, che non ha evidentemente dato i risultati sperati, è uno dei punti chiave di Netflix.

Non solo i contenuti sono facilmente e liberamente fruibili dallo smartphone, ma ad oggi è anche possibile scaricarli e visionarli offline.

La comodità si estende anche al PC o alle console in cui non è necessario compiere alcun gesto per poter guardare intere stagioni, e in cui non vi è nessun intralcio come la pubblicità.

Il servizio poi è estremamente economico, l’abbonamento più costoso equivale a una mensilità di poco più di undici euro e permette a quattro utenti diversi di accedervi simultaneamente.

Il catalogo (anche se quello italiano meno rispetto ad altre nazioni) è costantemente aggiornato, anche con contenuti originali. La qualità di audio e video (sopratutto con l’abbonamento più alto) è eccellente e si ha la possibilità di cambiare in tempo reale lingua e sottotitoli tra quelli disponibili. L’aspetto più interessante della piattaforma sta proprio nell’attenzione manifestata nei confronti dell’utente. Netflix ha un’interfaccia adattiva, cioè si modifica dinamicamente senza l’input dell’utente fornendo suggerimenti circa la visione in base alle sue abitudini e i suoi gusti. L’ultimo aggiornamento ha introdotto un’ulteriore miglioria a questo sevizio, infatti se l’utente sceglie di votare (con un SI o NO) il gradimento di un dato contenuto Netflix fornirà la percentuale di compatibilità con gli altri prodotti del catalogo.

Un'altra intuizione rivoluzionaria di Netflix, è stata quella di rendere disponibile non i singoli episodi, ma intere stagioni. Insomma ogni azione è mirata alla soddisfazione del cliente, ed è da lui che la piattaforma si lascia guidare. Non a caso è presente una sezione per suggerire i prodotti da inserire in catalogo e per lo stesso motivo monitora i gusti dell’utenza.

Netflix si configura come la più completa, apprezzata e sintomatica espressione del fenomeno seriale attuale.

2.5 IL PUBBLICO

Il tempo concesso alla narrazione nel caso delle serie TV permette una maggiore esplorazione dei protagonisti e delle ambientazioni, degli intrecci e delle storie che vengono raccontate. È la ricorsione delle abitudini e il saperle riconoscere che permette allo spettatore di affezionarsi. Questo, unito alle potenzialità della rete e delle nuove tecnologie, ha contribuito alla nascita di un nutrito gruppo di estimatori che si è ben presto trasformato in una comunità.

Secondo i risultati ottenuti attraverso il questionario74 il serializzato medio è di sesso femminile (74,2%) con un’età75 compresa tra i 15 e i 29 anni (82,5%), studentessa76 (68%) senza figli (5,9%). La forte predominanza di studenti è legata probabilmente alla qualità, più che alla quantità del tempo. Lo studente ha la possibilità di gestire il proprio senza i vincoli ristretti che derivano da un lavoro più o meno stabile. Questa netta predominanza mette in luce un aspetto importante e cioè che sempre più le produzioni televisive di questo tipo mirano a un pubblico sostanzialmente giovane. Interessante inoltre che solo il 5,9% dichiari di avere uno o più figli, il che è probabilmente legato a un fattore temporale.

Le risposte più interessanti sono quelle relative alle abitudini visive del campione. La prima domanda sorge spontanea e mira a carpire i gusti della massa; alla richiesta sul genere preferito i 4784 utenti hanno dato risposte molto diverse, com’è evidente dal policromo grafico sottostante:

74 Vedi nota 73.

75 Le altre fasce d’età coperte sono: >15:4,3%; 30-44:11%; 45-64:2,1%. Sono state contemplate anche fasce d’età superiori ma non vi è stato nessun riscontro , probabilmente anche a causa dello strumento di condivisione dell’indagine , avvenuta esclusivamente sfruttando il web.

76 Dall’indagine è emerso che solo il 19,5% possiede un’occupazione, di cui l’11,7% full time. L’8,5% si è dichiarato disoccupato.

Otto categorie diverse non sono bastate a ricoprire il panorama di generi attuale, tanto che ben il 27,6% non ha trovato una risposta valida in una delle categorie citate. Horror, fantasy e fantascienza ottengono qualche voto in più ma si può affermare che i gusti siano piuttosto variegati.

Questo massiccio spostamento verso forme più libere di fruizione ha slegato l’utente dai ritmi imposti dal palinsesto televisivo dando forma a una nuova forma di rapporto, che molti hanno definito come una vera e propria patologia. Il binge watching infatti richiama i più comuni “binge drinking” o “binge eating”, a sottolieare l’abuso smodato di un prodotto. La maggior parte degli utenti afferma di vedere dai quattro episodi consecutivamente in poi, il 12,7% afferma di vederne addirittura più di nove di seguito:

Se teniamo in considerazione la teoria di Steven Johnson le serie attuali offrono premesse più stimolanti ai propri spettatori rendendo l’esperienza più gratificante, ma anche più ricca di riferimenti, di intrecci, di misteri. Rivedere più e più volte lo stesso episodio acuisce questa gratificazione, perché rivela sottigliezze sempre nuove.

Tuttavia la connotazione negativa del termine nasconde qualcosa di più profondo. Da non molto tempo circola la teoria secondo cui, chi fa un uso smodato delle piattaforme di visione nasconda patologie latenti: problemi a relazionarsi con il mondo esterno, pigrizia cronica e depressione. Questa teoria sta facendo molto discutere, per cui non è inusuale trovare tra i gruppi messaggi del genere:

Questa modalità di fruizione influenza il palinsesto che si arricchisce sempre di nuovi titoli, e parallelamente allunga anche la lista degli utenti, circa le serie seguite e di quelle da seguire. Diretta conseguenza una varietà di serie seguite simultaneamente, che a ben vedere conferma e anzi acuisce il concetto di Steven Johnson, di televisione come stimolo cognitivo:

La piena espressione di questa nuova comunità è legata ai social network, la dimensione in cui si esplica prepotentemente il coinvolgimento dei fan. In particolare è Facebook a dominare lo spazio post messa in onda, ed ad accogliere la maggior parte dei dibattiti, un ruolo precedentemente ricoperto dai forum.

I gruppi diventano luoghi collettivi di condivisione, ma anche fonte di relazioni personali. Il clima che si viene a creare è condizionato dalla presenza di un regolamento più o meno rigido, dalla

Illustrazione 21

presenza e partecipazione degli admin, dalla produzione di contenuti e dallo sviluppo di un discorso critico intelligente.

Un aspetto che vale la pena sottolineare – contrariamente alla credenza comune, che vuole il web come un luogo privo di controllo e soggetto a inciviltà generale – è il clima di uguaglianza e democrazia applicata (non solo millantata) che ho avuto modo di riscontrare, dopo aver frequentato per quasi un anno questo tipo di community sui social. Una delle regole più sentite ad esempio è quella del NO-Spoiler. Il ruolo di mediazione non è a esclusivo appannaggio degli amministratori, ma punire il comportamento scorretto è un dovere morale sentito da tutti gli appartenenti. E c’è differenza tra lo spoiler gratuito e intenzionale, punito con il ban immediato, e quello involontario che subisce la sola cancellazione del post incriminato.

In generale, nei gruppi frequentati nel corso della ricerca, ho riscontrato un clima piuttosto sereno e collaborativo, specie se la presenza dei fondatori e degli amministratori è puntale, non solo nei momenti di tensione ma anche nella discussione, nel confronto e nella creazione di contenuti. Nella maggioranza dei casi le regole vengono rispettate e lo scambio di opinioni e informazioni è costruttivo.

Di contro ho potuto constatare la presenza di fruitori compulsivi e autoreferenziali che mostrano un evidente senso di superiorità nei confronti del resto dei partecipanti. Questo tratto distintivo è tipico dei fan più affezionati, quelli che fanno parte della fandom ufficiale di una serie che hanno contribuito a rendere culto.

Game of thrones, Doctor Who, The walking dead, Sherlock – ma anche serie di minor impatto come Shameless e The vampiere diaries – sono state in grado di catalizzare l’attenzione di una grossa fetta di pubblico che seguendone le vicende nel corso di sei, sette, otto anni o più, ha finito per affezionarsi ai personaggi stimolando un’empatia che travalica i confini del mezzo e porta il fan a parteggiare per il proprio personaggio,a difenderlo a spada tratta fino ad identificarsi con esso. In molti casi i fan arrivano a identificare il personaggio con l’attore che lo interpreta finendo con il condannare gli attori per i comportamenti dei loro personaggi. Così è successo a Emma Kenney (Debs Gallagher-Shameless) o Laura Prepon (Alex Vause-Orange is the new black) della quale sembrava impossibile accettare l’eterosessualità.

3. Plot – il blog sulle serie TV. Dalla teoria

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