Quello susseguente l’industrializzazione ed antecedente la Grande Guerra, è un periodo di grande sviluppo. La seconda rivoluzione industriale per la mole e l’importanza delle innovazioni apportate dagli anni settanta del ‘800, è più comunemente compresa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del ‘900. Il termine della seconda industrializzazione quindi, tende a coincidere con l’inizio della guerra, che però è stato un periodo durante il quale vi è stata, una spinta tecnologica non solo dal punto di vista bellico (aereo). Durante la seconda rivoluzione industriale il ruolo della scienza diventava centrale e fondamentale per il progresso tecnologico, e per lo sviluppo dell’economia e della produzione ed era correlata con la tecnologia (Landes D., Liberato P., 2000). Se durante la prima rivoluzione le innovazioni partivano da processi empirici, durante la seconda, questo non accadeva. In quest’ultimo periodo infatti, la ricerca antecedeva la pratica, la scienza veniva applicata ai problemi. Le innovazioni apportate dal secondo periodo di industrializzazione, sono sicuramente più complesse rispetto a quelle precedenti (Fontana R., 2013).
Una delle più grandi invenzioni della seconda rivoluzione industriale è stata senz’altro il motore a scoppio (Otto 1876) e le sue evoluzioni: il motore alimentato a benzina, il carburatore e l’iniezione (1893), il motore diesel (1897), che permetteranno, agli inizi del novecento, lo sviluppo delle industrie automobilistiche, la Ford in primis, che negli anni pre-guerra vendeva circa duecentocinquantamila auto l’anno. Altre innovazioni nel campo dei trasporti sono state l’aereo (il primo prototipo nel 1903), ed i primissimi voli
32 commerciali attorno al 1910, essi diventeranno poi frequenti nel dopo guerra (Fontana R., 2013).
Nel secondo step d’industrializzazione planetaria, si è sviluppato un fenomeno detto “gigantismo industriale”, ovvero grandi imprese e industrie. Le grandi imprese hanno il vantaggio di poter diversificare i prodotti, di avere una maggiore rapidità di produzione (poiché tutto il processo si può svolgere nello stesso luogo), e soprattutto hanno una maggiore profittabilità grazie alle economie di scala. Ciò darà il via alla nascita delle prime multinazionali, le imprese automobilistiche sono state le prime che iniziarono a delocalizzare la loro produzione ed ad infrangere le barriere statali: Ford in Gran Bretagna, Fiat in America Latina e Russia. Nelle grandi fabbriche prese piede la teoria del Taylorismo, organizzazione scientifica del lavoro. Gli obbiettivi dell’idea dell’ingegnere statunitense Taylor erano: in primo luogo l’accentramento dell’autorità all’interno dell’impresa, aumentare il rendimento degli operai d’industria e anche la produzione di quest’ultima, inoltre, perseguire la scienza per avvalorare le innovazioni. Caposaldo del Taylorismo è la “one best way”, ovvero: la sicurezza che vi sia solamente un'unica maniera, migliore delle altre, per ciascuna determinata produzione o risoluzione di problema. In breve, la teoria impone di dividere la produzione in piccole fasi, semplici e controllabili, per eliminare spechi di tempo ed energia e massimizzare la produzione data la ripetitività della stessa azione, ed anche poter controllare e minimizzare i costi del processo produttivo (Fontana R., 2013). Il metodo di Taylor migliora in maniera netta l’efficienza, ma va a discapito degli operai. Con il termine Fordismo invece si descrive l’applicazione del Taylorismo (nell’industria Ford), e l’evoluzione pratica di questa. Un altro principio importante del metodo di Henry Ford, era la spinta alla meccanizzazione (Ling, Peter J.,1992), con conseguente semplificazione del lavoro dell’operaio, che svolgeva quindi in maniera ripetitiva sempre lo stesso compito e lo stesso procedimento,
33 effettuando gli stessi movimenti in continuazione. Elemento innovativo, nelle fabbriche Ford, era l’introduzione della catena di montaggio, attraverso la quale venivano separate le varie fasi dettate da Taylor ed inoltre, veniva ridotto nettamente il tempo di produzione (da 20 ore ad un’ora e mezza circa per la produzione della Ford T). Non inizialmente, ma solo in seguito a licenziamenti e proteste da parte degli operai, il proprietario dell’industria automobilistica, decise l’introduzione di salari più alti ed altri incentivi di tipo materiale agli operai, per garantire la massima efficienza durante le ore lavorative (Fontana R., 2013).
Dal punto di vista agricolo, la seconda rivoluzione industriale, portava i trattori a vapore, le mietitrici e le trebbiatrici. Queste erano invenzioni della prima rivoluzione industriale ma si erano diffuse e venivano utilizzate, perché affinate durante la seconda. Il progresso in questo campo era però costituito dall’avanzamento di una nuova industria quella chimica. Quest’ultima apportava fertilizzanti chimici, ma anche pesticidi, che da un lato accrescevano la produttività del terreno e dall’altro lato, debellavano i parassiti ma anche i funghi ed altri agenti, rendendo più efficiente la produzione (De Simone E., 2014). La crescita demografica è stata ancora superiore a quella precedente, la popolazione mondiale cresce di cinquecento milioni di persone, quella europea arrivava a toccare i 460 milioni con un incremento del 27% (precedentemente 20%). Il progresso medico, i vaccini, i disinfettanti (industria farmaceutica), fecero crollare il tasso di mortalità ed aumentare la vita media fino a cinquant’anni. Nel periodo ha inizio l’emigrazione della popolazione per cercare migliori condizioni di vita. Le mete predilette dagli emigranti erano soprattutto USA ma anche America Latina, Canada e Oceania. (Pollard S., 2004). I flussi migratori avvenivano anche internamente all’Europa da Sud ed Est verso rispettivamente Nord e Ovest (Detti T., Gozzini C., 2009). Per i paesi di emigrazione lo svantaggio era perdere forza lavoro ma allo stesso tempo alleggerirsi dalla pressione
34 demografica, al contrario i paesi verso il quale la gente si sposta, ricevevano risorse umane già formate, ma almeno inizialmente riscontravano problemi di integrazione e quindi non potevano sfruttare di questa forza.
Lo spostamento della popolazione era favorito dal miglioramento dei sistemi di trasporto, che diventavano meno onerosi e più veloci. Ciò aveva favorito molto anche il commercio. Le linee ferroviarie erano state costruite rapidamente e migliorate dove già presenti. La costruzione del canale di Suez e di quello panamense permettevano (e ancora oggi) una riduzione dello spazio da percorrere immenso per alcune linee di navigazione. Gli stessi mezzi divenivano più veloci (locomotiva Rocket ed elica a pale), inoltre, sono stati sviluppati, nell’ambito navale, nuovi porti più grandi e attrezzati, navi di ferro e/o acciaio e senza per forza un itinerario fisso, ed anche venivano costituite delle società di navigazione.
Sul campo industriale poi si sono sviluppati come sopra citato (2.3), altri settori di grande importanza, il settore chimico e quello farmaceutico. Dall’unione dei due settori sono le innovazione di prodotti come anestetici e antisettici oltre ai disinfettanti e altri medicinali. Questo faceva aumentare le aspettative di vita, ed anche diminuire la percentuale delle morti da parto e di mortalità natale. Anche nel campo della siderurgia si è avuto un grande sviluppo, infatti si riesce a produrre acciaio in maniera molto più rapida e a basso costo (nuove tecniche di produzione), rispetto al passato. Inoltre venivano alla luce nuovi prodotti come il nichel o l’alluminio. Grande importanza sempre in campo dell’industria siderurgica riveste, durante questo periodo, l’introduzione del rame, eccellente conduttore, per la trasmissione di energia elettrica ed anche elemento fondamentale per lo sviluppo delle pile. Le nuove tecniche di produzione siderurgica e l’introduzione delle sostanze farmaceutiche dovevano il loro progresso alle innovazioni in campo chimico. La conoscenza chimica produceva, inoltre, altri nuovi prodotti come i fertilizzanti,
35 l’esplosivo (utilizzato negli scavi), la produzione di plastica (che diventerà di uso comune successivamente), ma anche la produzione della gomma (1888, primo pneumatico, Dunlop).
L’ industrializzazione fece crescere nettamente anche la produttività del lavoro, grazie alle innovazioni tecnologiche che apportarono (innovazioni di prodotto e di processo). La tabella 2, illustra come sia aumentata l’efficienza nella produzione di energia elettrica durante la seconda rivoluzione industriale (da quando è incominciata ad essere di uso comune) fino al 1930, considerando così anche il periodo della Grande Guerra che ha migliorato ulteriormente l’efficienza rispetto agli anni pre-guerra.
TABELLA 2