• Non ci sono risultati.

Lo sfruttamento delle risorse idriche

Nel documento 8 Nuova Secondaria (pagine 43-46)

Le risorse idriche superficiali vengono sfruttate tramite

de-rivazioni dai corsi d’acqua o dai laghi (naturali o artificiali).

Le risorse idriche sotterranee, immagazzinate negli acquiferi, possono venire a giorno naturalmente (sorgenti in zone

ri-Figura 2. Carta delle precipitazioni medie annue sulla Terra Fonte (Rif. Web n. 3).

Figura 3. Carta dell’insolazione della superficie

terrestre: numero atteso di ore di sole pieno nelle diverse località della Terra. Un’ora di sole pieno equivale a 1 KWh per metro quadrato per giorno (Rif. Web n. 4).

Nuova Secondaria - n. 8 2013 - Anno XXX

43

S

TUDI

levate e risorgive in zone pianeggianti) o estratte tramite pozzi in zone di pianura o di fondovalle.

Un acquifero è un ambiente geologico saturo e permeabile. L’acqua che permea un acquifero prende il nome di falda

idri-ca sotterranea (il termine falda acquifera che ormai è di

do-minio pubblico grazie ai mass media non ha senso dal punto di vista etimologico). In periodi di siccità, nei paesi con ab-bondanti risorse idriche rinnovabili o, più comunemente nei paesi in stress idrico (cfr. par. successivo), si estraggono acque sotterranee accumulate in periodi molto lunghi, che fan parte delle riserve idriche. Se questo prelievo continua nel tempo, senza ritornare a una situazione di equilibrio, si parla di

so-vra-sfruttamento degli acquiferi In questo contesto è

emble-matica la realizzazione del grande fiume artificiale,

l’acque-dotto libico voluto da Muammar Gheddafi che preleva acqua dolce fossile dalle profondità nel Sahara libico (riserva idrica

oggi non più rinnovabile) per condurla ai paesi della costa

dello stato africano (Fig. 4).

La diseguale distribuzione

delle risorse idriche rinnovabili

Le risorse idriche rinnovabili, se ripartite in modo equo su tutta la popolazione mondiale, sarebbero sovrabbondanti per i bi-sogni dell’umanità: esse supererebbero di circa 10 volte

l’attuale domanda di acqua (Oelkers et al., 2011).

Il problema fondamentale relativo alle risorse idriche mondiali è generato dalla loro ineguale distribuzione nel tempo

e soprattutto nello spazio.

Figura 4. Il grande fiume artificiale sfrutta l'enorme

quantità di acqua fossile, presente a grande profondità nel Sahara libico, e la trasportar per centinaia di chilometri, verso le città costiere (Rif. Web n. 5).

Figura 5. Uso delle risorse idriche globali; percentuali

sull’intero prelievo mondiale (Rif. Web n. 6).

Pelle di bovino 16.600 Riso 3.400

Carne di manzo 15.500 Arachidi (con guscio) 3.100

Carne di pecora 6.100 Grano 1.300

Formaggio 5.000 Granturco 900

Carne di maiale 4.800 Mele o pere 700

Latte in polvere 4.600 Arance 460

Carne di capra 4.000 Patate 250

Pollo 3.900 Cavoli 200

Uova 3.300 Pomodori 180

Latte 1.000 Lattuga 130

Prodotto animale Litri/kg Coltivazione Litri/kg

Tabella 2

Il consumo d’acqua medio globale in litri per kg di prodotti d’origine animale e vegetale (Hoekstra & Chapagain, 2008).

Su un flusso annuale di 40.000 km3di acque continentali, le zone aride e semiaride contribuiscono ad esso solo per il 2%. Meno di 10 paesi si dividono il 60% delle risorse idriche na-turali del mondo, e sono i più estesi (in ordine decrescente in km3: Brasile 5670, Russia 3904, Cina 2880, Canada 2850, Indonesia 2530, Stati Uniti 2478, India 1550, Colombia 1112, Zaire 1020). All'estremo opposto, i paesi più poveri di risorse idriche sono quelli meno estesi o situati in regioni aride (in ordine decrescente in km3 annui): Cipro 1000, Libia e

Gior-dania 700, Singapore 600, Malta 25, Kuwait e Bahrein, risorsa

rinnovabile d'acqua dolce quasi inesistente (Sironneau, 1997). Quanto alla destinazione delle risorse idriche prelevate dal-l’uomo (consumo d’acqua o «impronta idrica» dall’inglese

water footprint), circa il 70% viene usato in agricoltura, il 19%

nell’industria e l’11% per scopi domestici (Fig. 5). Per quanto riguarda il preponderante consumo di acqua dol-ce per l’agricoltura, sono indicativi i dati riportati in

Tabella 2 che ci fanno riflettere sulle conseguenze che le

abi-tudini alimentari dei paesi sviluppati, basate su una dieta ricca di carne, in particolare bovina, possono avere sul consumo d’acqua mondiale (Hoekstra & Chapagain, 2008). Per comprendere la condizione di un paese rispetto alle ri-sorse idriche, sono stati studiati degli indicatori. Il più noto (Falkenmark & Widstrand, 1992) suddivide le risorse idriche per il numero di abitanti e utilizza i valori-soglia di 500, 1.000 e 1.700 m3/persona/anno per distinguere tra i di-versi livelli di stress idrico.

Sulla base di questo criterio, paesi o regioni sono considerati in carenza assoluta di acqua se le risorse idriche rinnovabili sono < 500 m3pro-capite per anno, in carenza cronica se le risorse idriche rinnovabili sono comprese tra 500 e 1.000, e

in stress idrico regolare tra 1.000 e 1.700 (Tab. 3).

La Figura 6 mostra il volume di acqua rinnovabile in m3/persona/anno per ogni nazione. Da essa si può valutare lo stato di carenza fisica di acqua dei diversi Stati.

Il Vicino Oriente, in particolare, è penalizzato da una strut-turale scarsità d'acqua ulteriormente aggravata da periodi di siccità ricorrenti che hanno messo in pericolo lo sviluppo eco-nomico e agricolo dei paesi di questa regione e li hanno resi consapevoli della precarietà delle loro risorse. Israele e

Gior-dania accusano un deficit idrico di almeno 300 milioni di m3

all'anno. In Giordania, per esempio, le falde rinnovabili ali-mentate dalle precipitazioni sono in diminuzione costante e le acque del lago di Tiberiade e del Giordano sono quasi inu-tilizzabili, soprattutto per l'irrigazione, se si tiene conto del-l'elevata concentrazione salina, ulteriormente in aumento a causa dei prelievi. La Striscia di Gaza vive una situazione par-ticolarmente critica in seguito allo sfruttamento eccessivo delle sue limitate riserve idriche sotterranee, che di conseguenza sono divenute salmastre e per di più contaminate dai nitrati di origine domestica e agricola.

La penuria colpisce gravemente anche il Medio Oriente (pe-nisola araba, Pakistan), l'Africa (Maghreb, Sahel, Africa orientale e meridionale) e il nord della Cina con la pianura semidesertica dove vivono 200 milioni di persone comprese le città di Pechino e Tien-Tsin. Attualmente 26 paesi, per un totale di 232 milioni di abitanti, possono essere considerati paesi con scarse risorse idriche. La maggior parte dei paesi e delle zone citate non raggiungono la soglia di 1000 m3d'acqua per abitante all'anno, fermo restando che a 500 m3 la situazione diviene critica e che al di sotto dei 100 è necessario ricorrere alla desalinizzazione o dissalazione dell'acqua marina (Fig. 7), soluzione molto costosa ma tecnicamente valida, già in funzione negli Emirati Arabi, o al riciclaggio delle acque reflue ormai in uso in quasi tutti i paesi sviluppati (normato in Italia dal Decreto 2 maggio 2006 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio).

Nuova Secondaria - n. 8 2013 - Anno XXX

44

S

TUDI

< 500 Carenza assoluta di acqua 500 - 1000 Carenza cronica d’acqua 1000 - 1700 Stress idrico regolare

>1700 Stress idrico occasionale o locale

Acqua dolce rinnovabile Livello di stress idrico nell’anno

(m3/persona/anno)

Tabella 3

Definizioni convenzionali dei

livelli di stress idrico (Falkenmark & Widstrand, 1992).

Figura 6 - Disponibilità di acqua dolce rinnovabile in

Nuova Secondaria - n. 8 2013 - Anno XXX

45

Tra i paesi maggiormente deficitari, con un aggravamento esponenziale della situazione da qui al 2020, possiamo citare il Kuwait, il Qatar e il Bahrein che dispongono attualmente dai 90 ai 120 m3per anno/per abitante (una stima per il 2020 prevede tra 36 e 50 m3per abitante), l'Arabia Saudita che ne dispone di 160 (stima per il 2020: 56), Israele (396; stima per il 2020: 258) e la Giordania (491; stima per il 2020: 91).

In Israele, per esempio, le risorse sono inferiori del 15% ri-spetto alla domanda prevista per il 2015. Paesi come l’Arabia Saudita o la sopra-citata Libia, peraltro, non esitano a basare il loro sviluppo economico su falde idriche fossili, cioè su ri-sorse idriche non rinnovabili (Sironneau, 1997).

L'aggravamento prevedibile delle disparità

Nel documento 8 Nuova Secondaria (pagine 43-46)