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CAP 4 ANALISI QUALITATIVA

4.1 Studi di caso di tipologia multipla

4.2.1.5 Simone, Esco ma ritorno

Simone era il più metodico, preciso negli orari dei nostri incontri ed organizzato sempre nei minimi dettagli sulle cose da fare o da portare. Spesso lo vedevo arrivare in anticipo e preparare il leggio, il poggiapiede e dei fogli e delle matite per non perdere del tempo nell allestimento quando fosse arrivata l ora d inizio. Dopo la prima lezione, visto che era capitato che fossimo disturbati da qualcuno (un altro studente che bussava, un collega, ecc), mi chiese se potevamo mettere un cartello fuori dalla porta per avvertire le persone fuori di non disturbare. Già dal nostro primo incontro Simone mi chiese costantemente spiegazioni di tutte le attività che gli proposi. Alla fine della scrittura della sua prima composizione gli spiegai che avrei registrato l audio della sua esecuzione.

Prof. perché la registra?

Perché così puoi riascoltarla e vedere il tuo brano da un altro punto di vista. Credo che quando uno suona sia concentrato sul fare le note giuste, leggere, ecc, mentre se ascoltiamo la registrazione e non siamo impegnati in altre attività possiamo rifletterci meglio .

Questo lo pensavo davvero ovviamente, pur scrivendo sul mio diario che non sapevo come dare un feedback che fosse in qualche modo stimolo critico e/o

riflessivo in quella circostanza e la registrazione era servita anche a me per prendere tempo e permettermi di riflettere meglio e trovare un qualcosa che permettesse una riflessione condivisa. )nfatti dopo l ascolto gli dissi:

Vedi, qui credo che tu abbia fatto una pausa per alcuni errori tecnici mentre suonavi, ma qui invece per tre volte che hai suonato è stata una tua decisione aspettare un pochino e fare in modo come se il brano fosse diviso in due .

Sì , annuì sorridendo.

Ovvero, qui c è quello che in musica si chiama respiro , e da lì cominciammo a vedere insieme alternative, cambiando la posizione del respiro e vedendo gli effetti che eventualmente aveva sull ascolto.

In generale, Simone si adattò facilmente al setting e trovò la sua modalità per interagire con me, chiedendomi anche incontri individuali aggiuntivi rispetto a quelli previsti. La difficoltà che mi sento di riportare in questo studio di caso e che mi sembra più incisiva è la differenza sostanziale tra il comportamento durante il nostro rapporto individuale e quello nel gruppo, che invece viveva quasi come una crisi sempre in agguato. Infatti anche il titolo del brano a due voci che scrisse per il laboratorio era indicativo: )o e il mio Prof (si veda appendice M) come per sottolineare che quello che a lui importava era lavorare con me, mentre il condividere con gli altri i suoi lavori fosse per lui problematico. Emblematico di questa situazione fu l ultimo incontro del laboratorio. Alcuni studenti mi avevano chiesto di partecipare ad un concorso musicale in un paese vicino suonando insieme tutti i brani che avevano composto per il laboratorio. A quella proposta, seppur generasse in me delle preoccupazioni dovute alla mia conoscenza delle realtà di quel tipo in cui si tende a suonare materiale di repertorio ed in cui si giudicava la qualità della performance nell ordine di errori, risposi accettando.

Va bene. )o sono a vostra disposizione, ma dovete essere tutti d accordo. Parlatene tra di voi. Se decidete di sì io sarò ben felice di accompagnarvi e venire con voi dove desiderate e farvi da supporto ma se qualcuno fosse contrario, essendo stato un lavoro di gruppo credo che sia meglio non andare. Tra le altre cose tanti brani insieme che compongono un lavoro più grande si chiama Suite. Quindi se decidete da andare dovreste discutere anche un titolo insieme da dare al lavoro generale .

Li lasciai da soli in classe (la telecamera era comunque ancora accesa) a discutere. e speravo, come scritto sul diario, che alla fine scegliessero di non andare. Preferivo proteggerli da quello che potevano essere giudizi nell ordine di bello o brutto che potevano essere in parte distruttivi di quello che eravamo riusciti a costruire insieme in quegli incontri. Riporto la discussione che hanno avuto. Silvia: Vediamo questa cosa. Se non suoniamo bene però non mi va di andare a fare brutte figure .

Simone: )o non vengo [e si alza dalla sedia, poggia la chitarra e si mette in disparte fuori portata della telecamera]

Giorgio: [molto arrabbiato] Simone, sul serio?

Silvia: Vabbè [rassegnata rispetto al comportamento usuale di Simone] ma chi vorrebbe andare?

Marianna: Niente. Se non vuole venire non andiamo nessuno. (ai sentito il Prof. Basta una persona

Giorgio: [sempre arrabbiato] E no. Se non vuole venire lo suoniamo noi il pezzo suo [alzandosi dalla sedia nervosamente]

Carla: (o capito. Ma se manca Simone chi suona la parte sua? Giorgio: La facciamo io e Michela

Marianna: E va bene. Ma a chi facciamo dirigere poi? Al Prof? E poi Simone perché non vuoi venire?

Simone: [serio] Non voglio venire. Silvia: Va bene ma il titolo?

Alessandro: Sonata salernitana. Marianna: No.

Giorgio: Le chitarre pazze di [dice il nome del paese] Marianna: E va bene va

Carla: Bello.

Alessandro: A chi piace?

Marianna: Alzate la mano [tutti, a parte Simone, alzano la mano] Simone: A me non piace.

Giorgio: E vabbè. La maggioranza vince. Marianna: A me piace

Simone: )o non conto.

Giorgio: Senza il nome del paese però. Carla: Simone a te piace?

Simone: [Non risponde]

Michela: [A Simone] Vieni a suonare però che proviamo il brano di Alessandro? Simone: [Non risponde e rimane esterno alla telecamera e comincia a fare versi durante la direzione di Alessandro del suo pezzo]

Giorgio: [arrabbiato a Simone] Però se non vuoi suonare devi stare zitto. [Cosa che non ha alcun effetto poiché Simone continua a fare dei versi]

Marianna: Simone puoi stare zitto? Se facevamo noi così durante il tuo pezzo cosa sarebbe successo?

Al mio rientro in classe Simone mi chiese di andare in bagno ed uscì. La classe mi comunicò tutte le loro decisioni ed il fatto che Simone non volesse andare.

Ma almeno gli avete chiesto perché? , chiesi.

Lo conosco da tempo. È diretto. Se dice così è così , rispose Giorgio.

Ripetei che se avessero cambiato idea sarei stato disponibile a portarli (ed in verità sperai di non andare e tirai un sospiro di sollievo).

Simone nel frattempo rientrò dal bagno e disse qualcosa all orecchio di Giorgio. Simone scherzava! urlò Giorgio di felicità. E la mia preoccupazione crebbe di pari passo con la loro eccitazione.

Due riflessioni. La prima riguarda Simone. Credo fosse un bel peso per lui da risolvere. Passò dentro l apice della sua crisi e forse nella paura di subire quell esclusione che sarebbe stata irreparabile poi col gruppo, così con agonia decise alla fine di andare. Tutto poi si risolse. Fecero il concorso ed arrivarono secondi. La commissione fece un bel commento dicendo che non era mai successo che studenti di prima media portassero e suonassero dei brani scritti da loro e che il loro giudizio di metterli secondi e non primi fu dovuto alle imprecisioni comunque tecniche durante l esecuzione. Questo provocò una leggera delusione negli studenti che però al contempo si resero conto che in effetti non avevano suonato come avrebbero dovuto ed il premio fosse dovuto al giudizio intercorso verso i loro brani cui avevano avuto il coraggio di condividere non solo tra di loro ma all esterno, in un altro contesto, di fronte ad una commissione e ad altri

studenti di scuole diverse (le mie paure si erano dimostrate infondate dopotutto. Mi avevano insegnato cosa volesse dire prendersi il rischio di condividere con altri le proprie idee con la fragilità ed al contempo la noncuranza rispetto al gradimento degli altri). Era quello che avevo cercato di fare con loro durante i nostri pochi incontri e loro al contempo lo avevano insegnato a me.

La seconda cosa, tornando a Simone, riguarda un evento che fu inaspettato. Alla fine della sperimentazione e dell anno scolastico mi telefonò la madre e mi disse dopo mille scuse per il disturbo che Simone la stava assillando per avere un incontro con me perché doveva con urgenza farmi vedere un brano che aveva composto. Io per non urtare la sensibilità di Simone, contento che nonostante la fine dei nostri incontri lui autonomamente suonasse e componesse accettai. Una mattina Simone arrivò a casa mia ho registrato fortunatamente l audio del nostro incontro).

Allora. (o preso vari pezzettini del pezzo nostro ,

)o e il mio Prof? , riferendomi al suo brano di musica d insieme. No, di Alessandro, Michela. Tutti.

E come? (ai preso i pezzi e li hai mescolati?

Sì. Allora, questo è l inizio e fino a qua è di Marianna, questa è Silvia, Giorgio, qui è quello di Carla, questo è il mio, qui pure sempre il mio, questo è di Giorgio, Michela e Alessandro e poi ho aggiunto qualcosa di mio (si veda appendice N).

Ma che bello! Me lo fai sentire?

Anche se questa parte di Michela l ho dovuta un pochino modificare io . E va bene l hai adattata. E come ti è venuta quest idea?

(o pensato di scrivere un pezzo insieme con tutti gli altri. L ho fatto anche con i pezzi che ho trovato sul libro di musica di scuola ma non era lo stesso son venuto qui così lo suonava Lei che è più bravo e lo registrava mandandolo agli altri per mail .

Che bel regalo. Vedrai che saranno contenti .

Simone ha trovato il suo modo per raccontarmi in un altro modo, che ci tenesse a stare con gli altri e non era stato indifferente né alla condivisione durante il laboratorio di insieme né al suonare i brani scritti dagli altri. In altre parole mi

stava dicendo che aveva una difficoltà, ma che stava provando a superarla, confermando quello che già avevo intuito, ma cui sviluppi mi lasciarono quel giorno senza parole.

Figura 22Simone TTCT Pre e Post

Figura 24Simone AMMA e CCTT Pre e Post