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SPAZIATORE

Elementi costitutivi del Sistema locale dell’Educazione non formale degli adulti

Educazione non formale degli adulti (EDANF), Sistema e Territorio sono tre versanti di un medesimo insieme da esaminare nelle reciproche relazioni e nelle rispettive specificità. Tale esame fa da guida alla valutazione del Sistema di EDANF e alla esplicitazione del modello complesso

Figura 20 - Il Modello complesso

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Dall’analisi delle tre grandi variabili è possibile valutare come ciascuna influisce sull’altra. Sulla base di tali influenze è possibile esprimere un ulteriore grado di valutazione del Sistema in relazione all’EDANF ed alla specificità territoriale.

La prima variabile da sottoporre a valutazione è l’interpretazione assunta di Educazione non formale degli adulti.

Può apparire scontata la sua definizione: l’EDANF si riferisce a quelle attività formative rivolte a persone adulte fuori dai vincoli istituzionali di apparati, approcci curriculari, contenuti di programmi, metodologie e tecniche didattiche formali, valutazione e riconoscimento degli apprendimenti in termini di standard di guadagni formativi per l’acquisizione di un titolo di studio. Questa definizione per esclusione di ambiti porta all’altra per delimitazione di campo: l’Eda non formale degli adulti si realizza quando si svolgono attività formative rivolte a persone adulte all’interno di apparati che le legittimano, secondo approcci centrati sugli interessi dei beneficiari, che sviluppano sequenze di contenuti, secondo metodologie e tecniche didattiche non formali, con modalità di valutazione e spendibilità dei guadagni formativi.

Le due definizioni esplicitano somiglianze e differenze dell’educazione degli adulti formale e non formale, riportate nella tabella seguente48.

Requisiti per lo svolgimento di attività formative rivolte a persone in età adulta (EDA)

EDA Formale EDA Non Formale

Apparati istituzionali Apparati di legittimazione

Approcci curriculari Approcci centrati su problemi di interesse dei beneficiari

Contenuti di programmi disciplinari connessi ai saperi degli studenti

Contenuti alimentati da saperi soggettivi in relazione a saperi disciplinari

Metodologie e tecniche didattiche formali Metodologie e tecniche didattiche non formali Valutazione e riconoscimento degli apprendimenti

in termini di standard di guadagni formativi per l’acquisizione di un titolo di studio

Valutazione e spendibilità dei guadagni formativi

48 La tabella, costruita su ricerche e progetti formativi, di EDA in particolare,rimanda per un primo

riferimento a: Orefice P., Didattica dell’ambiente. Guida per operatori della scuola, dell’extrascuola e dell’educazione degli adulti, Firenze, La Nuova Italia, 1993. Per l’EDA si rimanda in particolare ai seguenti progetti europei, con il coordinamento scientifico di chi scrive: Indicateurs Transnationaux, in “ESTEEM. Boite à outils transnationale pour l’éducation des adultes à travers l’environnement, Project Socrates ESTEEM, CE, Comunità montana Mugello, Borgo S. Lorenzo, 2001, pp. 149-194 (anche su CD e su WEB) e Transnational Indicators, in ESTEEM. Transnational Tool Box for Environmental Adult Education, ESTEEM Socrates Project, EC, Comunità montana Mugello, Borgo S. Lorenzo, pp. 141-182, 2001 (anche su CD e sul sito: www.esteem-network.it); Guide des Itinéraires, in Itinéraires Meditérranéens pour l'éducation environnementale et culturelle du citoyen européen, Projet Socrates CE, Pacini & Regione Toscana, Pisa- Firenze (anche in catalano, in greco e in italiano). Pubblicato anche in Interlab, Projet Socrates, Regione Toscana, Firenze, 1999.

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Il rischio è che l’EDANF – che sembra un processo educativo più leggero, ma in effetti pesca più nel profondo nei processi trasformativi dei soggetti e dei contesti49 - possa tradursi in soluzioni tecniche che con il variare delle condizioni di contorno non riescono a riformularsi in maniera pedagogicamente sostenibile.

E’ un rischio possibile dal momento che la politica dell’EDANF è in fase di definizione anche a livello nazionale, in assenza di una Legge Quadro di riferimento, e trova al momento solo risposte regionali sulla spinta dalle scadenze degli obiettivi di Lisbona.50

In questo senso la comunicazione tra saperi d’uso e saperi scientifici e professionali è da migliorare, come anche la valutazione dei guadagni formativi in termini di conoscenze e competenze da spendere e riconoscere nel miglioramento della vita quotidiana.51

Il modello sostenibile

Parlando di EDANF si assume la modellizzazione compatibile di Sistema, che non può che riprodurre quella riferita al Sistema dell’EDAF: il modello di sistema da assumere deve essere compatibile con gli elementi strutturali dell’EDANF prima riportati. Altrimenti tra Modello di EDANF e Modello di Sistema assunto si determina un evidente incompatibilità o anche solo un rapporto non sostenibile nel tempo, breve o lungo che sia, che alla fine fa collassare il Sistema di EDANF.

Il primo gradiente di sostenibilità è dato dal rapporto tra Modello di EDANF e Modello di Sistema di EDANF.

Trattandosi di un Sistema “leggero”, nel senso che non costituisce un nuovo Sistema istituzionale, ma si inserisce nei Sistemi operanti nel territorio (da quello delle Amministrazioni locali a quello degli organismi associativi), la sua struttura portante è data dal “collante della Rete”. La sua specificità e la sua solidità si misurano dalla capacità di “connessione virtuosa”, e dunque sostenibile nella tessitura e nel tempo, che le sue componenti riescono a realizzare: ai livelli normativo, strategico/politico, gestionale, dei servizi e delle attività.

Del resto il modello del Networking è quello che ha maggiori possibilità di successo in ogni tipo di attori e azioni educative e formative.52

49 Orefice P., Il cambiamento nella RAP: teoria e pratiche di creazione dei saperi personali, relazione

al Seminario dell’Università di Siena sulle pratiche riflessive (Arezzo, 3 giugno 2007).

50 Il Memorandum del Lifelong learning di Lisbona del 2000 prevedeva l’innalzamento percentuale

dei livelli di istruzione e di formazione professionale al 2010 e negli anni successivi, che a oggi non sono stati raggiunti dal nostro Paese e possibilmente anche nella regione Toscana.

51 Cfr. Orefice P., Pedagogia Scientifica, Editori Riuniti, Roma, 2009. 52 Cfr. Orefice P., Pedagogia, ed. cit., e Ricerca azione partecipativa, ed. cit.

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Modello sostenibile di EDANF e Sistema a Rete

Educazione degli Adulti

EDA Non Formale Sistema a rete

Normazione locale dell’EDANF

Apparati di legittimazione Norme plurisettoriali regionali e locali

Strategie e politiche locali dell’EDANF

Apparati di legittimazione Organismi di Governance integrata locale

Gestione locale dell’EDA NF

Approcci centrati su problemi di interesse dei beneficiari

Reti codificate di organismi di interesse locale e di operatori dell’EDANF

Servizi e attività locali dell’EDA NF

Approcci centrati su problemi di interesse dei beneficiari

Contenuti alimentati da saperi soggettivi in relazione a saperi disciplinari

Metodologie e tecniche didattiche non formali Valutazione e spendibilità dei guadagni

formativi

Metodologia della domanda locale composita Metodologia dell’accompagnamento e della cura

Metodologia didattica della ricerca azione partecipativa

Metodologia di valutazione e riconoscimento delle

Life and NF Skills

Il modello di sviluppo umano

Il dibattito e le politiche europee, nel più ampio contesto internazionale del Villaggio della Conoscenza globale e delle Sfide del Millennium53, sulla costruzione dello Spazio europeo del

Lifelong learning e sull’investimento indispensabile sul capitale umano pongono al centro due

dimensioni delle politiche del Lifelong learning degli approcci territoriali dell’EDA, sia formale che non formale:

• la dimensione soggettiva,

• la valenza socioculturale

La prima postula l’attenzione ai saperi individuali dei cittadini e dei residenti in un contesto territoriale. La seconda richiede che i saperi soggettivi siano visti anche nelle componenti sociali e culturali dei gruppi umani che abitano in un’area intercomunale.

Nell’uno e nell’altro caso la priorità va data ai soggetti e ai gruppi che sono maggiormente ai margini del contesto di vita del territorio.

53 Si vedano i documenti dell’ultima Conferenza internazionale UNESCO dell’ EDA (Amburgo, 1997)

e dei suoi sviluppi, ma anche i documenti preparatori della prossima Conferenza UNESCO dell’EDA in Brasile nel 2009, ma anche i documenti delle NU su Millennium Development Goals (2000 e segg.).

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L’attenzione ai saperi individuali e collettivi non va vista solo secondo la concezione tradizionale anglosassone dell’EDA “disinteressata”54, ma anche nei termini dell’Educazione della comunità locale, che in Raffaele Laporta trova la prima compiuta teorizzazione.55

Il filone dell’educazione della comunità locale negli ultimi decenni del secolo scorso e ancora più nell’attuale del nuovo secolo si va sempre più inserendo nelle teorie e nelle pratiche dello sviluppo locale integrato, che assume lo sviluppo materiale di un territorio con tutti i suoi problemi (ambiente, urbanizzazione, assetto produttivo ed economico, …) come parte del suo sviluppo immateriale: in tale approccio integrato ( che per altro è nelle linee di fondo della citata legge della Regione Toscana sull’integrazione) il Lifelong learning costituisce l’investimento indispensabile per la realizzazione dello sviluppo umano endogeno e sostenibile della società locale.

54 Cfr. Orefice P., Il lavoro intellettuale in educazione. L’operatore della formazione tra l’intellettuale

separato e l’intellettuale partecipativo, Firenze, La Nuova Italia, 1991 e Politiche e interventi culturali e formativi in Italia nel secondo Novecento, Napoli, Ferraro Ed., 1991 (edizione ridotta del volume Gli anni della Repubblica. Cultura e formazione in Italia. Materiali di ricerca, Napoli, Ferraro Ed.,1988.

55 Laporta R., L’autoeducazione delle comunità, Ed. La Nuova Italia, Firenze, 1979.

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