2.3 L’edge del giocatore: il conteggio delle carte
2.3.1 I sistemi base per il Blackjack
I sistemi di base per lo specifico gioco d’azzardo quale il Blackjack sono, come già
accennato, un insieme di strategie atte a contribuire ad un vantaggio al giocatore rispetto
al banco. Tali strategie presentano un livello di complessità molto basso e perciò alla
portata di giocatori con poca esperienza o con attitudini non troppo elevate. La tecnica
che ha generato poi le altre, facenti parte di questo sistema, è di certo la Basic Strategy la
quale ricopre un ruolo non indifferente. Essa è la base di partenza del gioco d’azzardo ed
è di grande importanza infatti se non la si conosce non è possibile procedere con le altre
tecniche di gioco del Blackjack.
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2.3 L’edge del giocatore: il conteggio delle carte
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La Basic Strategy, o Simple Strategy nella versione rivista e corretta, come prima cosa
lavora sulla base di due tipologie di totali: soft e hard. Un totale soft è mano in cui ogni
asso può essere considerato sia di valore 1 sia 11, mentre un totale hard la mano nella quale
ogni asso può essere considerato solo 1 e non 11 perché altrimenti il giocatore sballerebbe.
Le modalità di applicazione di tale strategia sono riassumibili nella tabella che segue:
Figura 2.1: La Basic Strategy per i totali hard. (Fonte: rielaborazione personale)
Partiamo dal presupposto che si sono stabilite delle basi su tale un tavolo di Blackjack in
cui:
• Si usano tre o più mazzi di carte
• Si ha la possibilità di raddoppiare su qualsiasi coppia di carte, anche dopo uno
split: ovvero la divisione di due carte iniziali in due mani differenti e quindi giocate
separatamente (ciò è permesso solo se le carte sono uguali).
• La vincita è pari ad un rapporto di 2:3 su ogni puntata
• Il banco ha l’obbligo di “Rimanere” se ottiene un punteggio 17 soft
Se sussistono dette condizioni, è possibile per il giocatore utilizzare il punteggio conosciuto
come “Hard hand”, la cui definizione, già presentata, è quella di avere una giocata senza
usare l’asso in valore di 11.
Notiamo bene dalla figura come, qualunque sia la carta scoperta del banco, se un giocatore
ha un punteggio che va da 17 a 20 per massimizzare la sua vittoria non deve far altro che
“Stare”. Ciò implica che egli non debba chiedere altre carte al banco, poiché se lo facesse
la probabilità di bust (ovvero di totalizzare un punteggio superiore al 21 e quindi perdere
la mano) sarebbe molto alta. Man mano che i valori delle carte in possesso diminuiscono
il discorso cambia, e varia in base alle carte scoperte del banco chiamate anche upcart.
Di fatto se in possesso di un punteggio pari a 16 e se il dealer mostra delle carte pari
ad un valore compreso tra 2 e 6 allora il giocatore farebbe bene ad agire con un “Stay”,
se invece il banco ha una upcart con valore di 7 o 8 per il giocatore la mossa migliore è
quella di chiamare un’altra carta, che in gergo si dice Hit. Nel caso in cui invece avessimo
di fronte un croupier con un 9, un 10, oppure un Asso allora la situazione si ribalta e la
cosa migliore da fare, per un giocatore, è quella di chiedere la resa, se concessa dal gioco
ovviamente, ovvero: decidere di perdere pagando un prezzo uguale alla metà della propria
puntata. Se ciò non fosse concesso la migliore alternativa è quella di chiamare un’altra
carta, sebbene comunque la situazione diventi alquanto delicata poiché è risaputo che le
carte dal 7 all’Asso per il giocatore sono assai pericolose in quanto diminuisce per dealer
la possibilità di sballare.
Le regole rimangono le stesse, o quasi, se il giocatore ottiene un punteggio da 13 a 15
con l’aggiunta id alcune eccezioni: con un 15 il giocatore è invitato al Hit se il banco ha
un 9 o un Asso, mentre se possiede un 13 o un 14 è consigliato chiamare anche se il dealer
presenta un 10.
Da qui in avanti le mosse rimangono le medesime se non fosse che il giocatore abbia
un 12 allora, in quel caso, la Basic Strategy suggerisce di procedere con l’Hit se la carta
scoperta del banco ha un valore molto basso come 2 o 3, diversamente consiglia di procedere
come nei casi di punteggio pari a 13 o 14. Appare abbastanza ovvio, anche ai meno pratici,
che in presenza di un 11 il giocatore debba chiedere il raddoppio, chiamato nel gioco vero
con Double Down, se il banco presenta una carta che va dal 2 al 10. Se l’upcart invece è un
Asso allora il giocatore è chiamato a chiedere un’ulteriore carta, poiché un punteggio così
basso come l’11 consente al giocatore di non sballare e potrebbe permettergli di aggredire
il banco aumentando così l’asticella della puntata. Se la carta che abbiamo in mano noi
giocatori è un 10, allora, la situazione è molto simile alla precedente ma con una piccola
differenza: non si deve procedere con il raddoppio qualora il banco avesse un 10 ma si
andrebbe preferendo invece per l’Hit.
In maniera analoga si agisce con in mano una carta di valore 9, dove diminuiscono i
casi in cui si andrà raddoppiando la puntata (a meno che il dealer non abbia una carta di
valore compreso tra 3 e 6) e aumentano invece le occasioni in cui si chiamerà una carta
(fatta eccezione per i casi in cui il dealer abbia un 2 oppure una carta dal 7 all’Asso).
Diviene facile concludere come, man mano che il punteggio delle nostre carte si abbassa,
eviteremo il double down; di fatto notiamo bene grazie alla tabella sotto riportata che in
presenza di un punteggio tra 5 e 8 l’unica occasione possibile per il giocatore è quella di
chiamare carta.
Ora andiamo presentando il caso in cui il giocatore scelga di utilizzare i totali Soft, con
le stesse condizioni e presupposti iniziali dei totali hard.
Si nota subito come di fronte ad un 19 o ad un 20, al giocatore si consiglia di “Stare”
indipendentemente dalla carta che il banco presenta.
2.3 L’edge del giocatore: il conteggio delle carte
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Figura 2.2: La Basic Strategy per i totali soft. (Fonte: rielaborazione personale)
Mentre, scendendo con il valore delle carte, notiamo che con in mano un 18 i casi si fanno
più complicati poiché dipende tutto dalla carta del mazziere. Di fronte ad un 2, un 7 o un
8 la cosa migliore è non fare, quindi non chiedere alcuna carta. Nei restanti casi, quali dal
3 al 6, il suggerimento della Basic Strategy è quello di raddoppiare la posta mentre in caso
di upcart con valore che va da 9 all’Asso la soluzione più adatta è la richiesta di una carta
aggiuntiva.
Ugualmente si può trattare il caso in cui si abbia a disposizione una carta di valore
17, con le uniche minime differenze secondo le quali quando il dealer possiede un 2, un 7
o un 8 poiché anziché “Stare” qui è consigliato un “Hit”. Rimangono confermate le regole
per i valori di carte che vanno da 2 a 6, ovvero si raddoppia oppure se non consentito si
chiama una carta. Se ci trovassimo in mano delle carte di valore 15 o 16 ed il mazziere
presenta invece un 2, un 3 o delle carte dal 7 all’Asso, ciò può portare il giocare ad un hit.
Diversamente, invece, accade nel caso in cui avessimo un punteggio di 13 o 14, poiché in
quel caso è consigliato chiamare una carta se il banco possiede un upcart di un valore tra
2 a 4 oppure tra 7 e l’Asso. In tutti gli altri casi rimanenti è consigliato raddoppiare o, in
alternativa, chiamare una carta.
Per ultimo introduciamo la strategia base per il gioco in caso si presentino delle coppie,
ovvero due carte uguali. Partendo dal caso in cui si abbia due Assi, rimane costante il
consiglio di Split, ovvero la divisione delle carte trattandole come fossero due mai diversi
di gioco. Ciò avviene per delle ragioni molto semplici: due Assi possono valere o 2 oppure
12, perciò non stare o chiedere carte aggiuntive con tale coppia non avrebbe molto senso.
Di fatto una situazione come tale incorpora due conseguenze possibili: lo split ci per-
mette di avere maggiori possibilità di ottenere un blackjack ma allo stesso tempo anche di
creare un bust, ovvero sballare la mano di gioco.
Diversamente accade nel momento in cui ci troviamo di fronte una coppia di 10, poiché
il punteggio risulta essere già molto alto di fatto è a prescindere dall’upcart del banco
decideremo di stare e non chiedere alcuna carta. Molto più diversificato è il caso di una
coppia di 9, poiché la scelta della mossa da attuare dipende dalla carta del mazziere. Se
quest’ultimo avesse una carta da 2 a 6 allora il consiglio è quello di procedere con lo split, se
avesse un 7 il consiglio è di stare e così anche se avesse in mano un 10 o un Asso. Torniamo
a consigliare lo split nel momento in cui l’upcart fosse un 8 o 9.
Nel momento in cui la coppia di carte in possesso del giocatore fosse una coppia di
8 torniamo a splittare in ogni caso le carte, indipendentemente da ciò che ha il mazziere
in mano.
Ciò si ripete anche per il caso di una coppia di 7 con la differenza che se
il mazziere avesse delle carte con valore dall’8 all’Asso allora ciò che dovremmo fare è
chiamare un’altra carta. Tale e quale vale anche per le coppie di 2 e 3 e molto simile invece
per la coppia di 6 con l’unica differenza che si chiama una carta anche quando il dealer
fosse in possesso di un 7. Differente è invece il caso per la coppia di 5 in cui per quasi
tutti i casi è consigliato di raddoppiare, o eventualmente chiamare un’altra carta se ciò non
concesso, ed eventualmente chiamare per forza di cose se il banco avesse un 10 e un Asso.
L’ultimo caso di coppie da analizzare è quello della coppia di 4, in cui si procederà con un
hit fatta eccezione per il caso in cui l’upcart del nostro mazziere fosse un 5 o un 6 poiché
eventualmente chiederemo uno split.
La Basic Strategy è la principale tra i sistemi di conteggio carte basilari, ma se volessimo
potremmo utilizzare anche delle altre valide alternative, che qui di seguito mostreremo
brevemente.
1. Il metodo delle sette mani
Tale strategia sebbene non sia molto utilizzata è di gran lunga la più semplice e la più
efficace, sia nel Blackjack online sia dal vivo. Essa nasce da assunzioni di tipo statistico
perciò presenta delle solide basi scientifiche che ne provano il reale valore e la grande utilità.
Il metodo delle sette mani identifica un evento raro per cui uno stesso gioco di mani
vinte o perse si vada a ripetere in maniera identica nel breve termine.
Sulla base di
quanto appena affermato, la strategia delle 7 mani presuppone che nella giocata successiva
si desista dal puntare in quelle giocate che precedentemente furono vincenti calcando la
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mano invece su quei giri in cui vi sono state delle perdite. Diviene intuitivo pensare che ad
ogni giocata di sette mani lo scommettitore avrà delle probabilità più alte di vincita nelle
mani in cui precedentemente si era ottenuta una sconfitta; quello che dovrà fare perciò è
concentrarsi su tali mani puntando di più proprio su questi eventi negativi.
Va preciso che, il punto di forza di questa tecnica di gioco è proprio la sua natura
statistica ma ciò non deve diventare uno svantaggio per il giocatore, ovvero non si deve
cadere nella trappola di minimizzare la rischiosità del caso. Spesso viene spontaneo pensare
“questa la vinco sicuramente, lo dice la statistica delle sette mani" ma ciò sarebbe un errore
madornale sintomo di poca esperienza e sprovvedutezza. L’uso delle Sette Mani deve essere
costantemente accompagnato da un’osservazione critica del gioco ovvero delle carte che
escono nelle mani.
Un consiglio che si dà spesso è quello di affermare che sarebbe opportuno accompa-
gnarne l’utilizzo di queste strategie con l’applicazione della Basic Strategy e, contempora-
neamente, anche con facendo ricorso ad uno dei sistemi di conteggio delle carte.
2. Il metodo del sesto
Il punto focale di tale metodo è rilevare quali siano le puntate vincenti e quali quelle
perdenti, con basi propriamente statistiche in cui vengono presi in considerazione dei cicli
di 6 mani ripetute una dietro l’altra. Queste non saranno mai uguali tra di loro, anzi la
tendenza sarà quella di mostrare risultati contrastanti.
A differenza del metodo delle 7 mani, precedentemente studiato, questo non va a foca-
lizzarsi su aspetti di tipo sequenziali, ovvero non presuppone che gli esiti delle 6 mani di
gioco si ripetano in maniera differente ma va, unicamente, a tener conto se il numero di
vittorie risulta superiore o inferiore a quelle delle perdite. Se le vincite si dimostrano infe-
riori alle perdite ciò comporta che, nel successivo ciclo, le mani vincenti saranno superiori
e di conseguenza il giocatore dovrà puntare di più in quei turni. Se il caso fosse inverso,
invece, per il giocatore è meglio saltare il ciclo, continuando, però, a monitorare le mani
vincenti e perdenti.
Volendo trarre delle conclusioni l’uso del Metodo del Sesto non fornisce al giocatore
una determinata quota di informazioni tali da indirizzarlo durante il gioco vero e proprio,
ma ciò non deve comunque essere considerata una lacuna del metodo o una mancanza di
chi si è impegnato realizzarlo e diffonderlo.
Questo sistema di gioco, in altre parole, non è stato introdotto con il fine di mostrare
delle mosse da compiere, poiché gli obiettivi sono differenti. A seguito di tale affermazione,
è doveroso precisare e affermare che tale strategia dimostri di avere il medesimo punto di
partenza del Metodo delle Sette Mani, ma diverge nelle conclusioni e pertanto deve essere
applicato in maniera diversa.
Naturalmente l’efficacia di questo metodo la si nota in un lungo arco di cicli poiché,
nel breve periodo, può sempre capitare che il ciclo che si discosti dalla media statistica.
Per concludere, quindi, ribadiamo che l’efficacia di questo metodo per Blackjack può essere
massimizzata affiancando al suo utilizzo anche l’applicazione dei principi propri della Basic
Strategy e di un adeguato sistema per il conteggio delle carte.
3. Il metodo della convenienza
Questa terza strategia presenta l’analoga caratteristica delle precedenti ovvero il vantaggio
di non dover memorizzare alcuna tabella. Anche esso si fonda su regole della statistica e
la sua efficacia va verificata nel lungo periodo. Buona regola, per tale strategia è che ci
si doti di un adeguato bankroll dove questo ammonti almeno a 100 volte il valore della
singola puntata.
Tale metodo è detto anche metodo della convenienza aritmetica e riprende a grandi
linee i presupposti della Basic Strategy, differenziandosi, però, in alcuni punti. Per far
capire bene quali siano i punti in cui le due si discostano si è deciso di presentare una
tabella riassuntiva, come avvenne per la strategia base.
Figura 2.4: Il Metodo della convenienza. (Fonte: rielaborazione personale)
In particolare, secondo questa metodologia, per vincere a Blackjack il giocatore deve
sempre rimanere fermo con carte del valore tra 18 e 20, mentre deve chiamare carta se ha
un 17, ma solo se il banco ha come upcard un 8, un 9 o una carta con valore di 10, mentre
nel resto dei casi è tenuto a stare.
Allo stesso modo, se si ha un 15 o 16, si chiede una carta solamente se il dealer mostra
una carta dal valore compreso tra 7 e 10 e opteremo per stare in tutti gli altri casi. Dal
12 al 14, il metodo della convenienza porta il giocatore a chiamare sempre una carta, fatta
eccezione nel caso in cui il banco abbia come carta scoperta un 6, sperando e confidando
sull’alto rischio di bust che, secondo la statistica, pende sul dealer quando ha questa upcard.
Diversamente dalla Basic Strategy tale metodo non opera distinzioni tra totali hard e
soft del banco e non dà suggerimenti riguardanti l’opportunità o meno di soluzioni come lo
split, il raddoppio o la resa; ciò rende lo studio molto più facile e così anche l’applicazione
stessa del metodo.
Il Metodo della Convenienza è pertanto perfetto sotto questo punto di vista, perché
essendo meno articolato risulta molto più sbrigativo da interpretare e quindi da applicare.
Senza contare comunque che la sua affidabilità è in ogni caso elevatissima e permette ai
giocatori di Blackjack di aumentare le proprie chance di vincita.
2.3 L’edge del giocatore: il conteggio delle carte
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4. Il sistema della taglia
Questa è una strategia che prende questo nome dal fatto di utilizzare un intero mazzo di
carte durante una partita di Blackjack. Più precisamente deriva dalla carta di taglio, o
cutcart, ovvero una carta in plastica utilizzata per tagliare il mazzo e coprire l’ultima carta
evitando che questa sia visibile a tutti. Ciò in cui essa consiste è quello di astenersi, in
primis, dal puntare tenendo solo traccia delle partite vinte o perse dagli altri giocatori, da
queste però vengono escluse le partite concluse con un push, ovverocon un pareggio.
Alla fine della taglia, si fa un conteggio delle mani vinte dal giocatore e di quelle vita
dal dealer: se quest’ultime superano le prime, allora, il giocatore avrà più possibilità di
vincita nella taglia successiva, potendo fare puntate più alte. Se accadesse il contrario,
invece, allora dovrà limitarsi a conteggiare nuovamente le mani. In fin dei conti si tratta
di un discreto metodo anche se, obiettivamente, è palese il fatto che non possa risultare
affidabile al 100% poiché un evento raro di una serie di mani non è detto che non sfugga
alle leggi statistiche facendo saltare i piani del giocatore.
Il sistema della taglia sostanzialmente ricalca altri sistemi come il Sette Mani o il
Sesto, ma amplia il proprio orizzonte in quanto prende in esame un arco di mani molto
più ampio. Si limita a identificare quando entrare in gioco, senza dare per altro alcuna
rassicurazione sul fatto che quelle specifiche mani saranno sicuramente vincenti: ovvero si
ha una previsione statistica che comunque può sempre discostarsi dalle medie per svariate
ragioni.
Per aumentare l’efficienza del Sistema della Taglia è di sicuro buona cosa abbinarlo ad
un’affidabile strategia come ad esempio la Strategia di Base e, se esperti, al metodo per il
conteggio delle carte.
5. Il metodo del casellante
Tale tecnica mostra, come per le precedenti, il vantaggio di essere di facile apprendimento
e basata su discipline scientifico statistiche. Riprende una legge della statistica di base
quale la “Legge dei grandi numeri”, introdotta dal grande Bernoulli il quale studiò e dimo-
strò il comportamento della media di una sequenza di "n" prove di una variabile casuale,
indipendenti e caratterizzate dalla stessa distribuzione di probabilità (n misure della stes-
sa grandezza, n lanci della stessa moneta), al tendere ad infinito della numerosità della
sequenza stessa (n).
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In altre parole, grazie alla legge dei grandi numeri, possiamo fidarci che la media che
calcoliamo a partire da un numero sufficiente di campioni sia sufficientemente vicina alla
media vera. Ciò significa che un campione di variabili indipendenti ha, in media, un trend
di un campione con un numero di variabili di gran lunga superiore; il primo campione
si avvicina numericamente al secondo.
Per di più, man mano che ciò accade, la loro
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tendenza propenderà ad approssimarsi, fino a coincidere in extremise così che i campioni
si eguaglieranno.
Tornando alla nostra tecnica di gioco, in questo caso non dovremmo far altro che
memorizzare le carte uscite e fare attenzione agli eventi negativi e positivi. Nel metodo
del Casellante la situazione cambia leggermente poiché non vi è un assortimento di mani
precedentemente stabilito, sarà sufficiente scegliere il giro di mani che più si adatta alle
nostre esigenze e aspettative di vittoria. La scelta peggiore sarebbe quella di prendere
Nel documento
La Formula di Kelly: dal gioco d'azzardo al money management, un'applicazione empirica
(pagine 64-76)