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Situazione attuale e previsioni future

Capitolo 4 – Analisi di due bolle speculative

4.3 Un cenno allo scoppio della bolla cinese del 2015

4.3.3 Situazione attuale e previsioni future

Ma come si evolverà la situazione della Cina? Guardiamo prima qual è la situazione attuale, ad oggi 26 gennaio 2016.

In quest’ultimo mese abbiamo assistito ad un continuo ribasso dei mercati finanziari cinesi, nonostante i risultati positivi diffusi dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino riguardo alla crescita della Cina nel 2015.

I dati diffusi riassumono che la crescita del 2015 è stata del 6,9%, dato che indica la peggiore congiuntura degli ultimi anni per la Cina ovvero da 25 anni (dal 1990), ma in linea con le aspettative di circa il 7%101. Su questo valore pesano fattori strutturali come le esportazioni deboli, l’eccesso di capacità produttiva, un mercato immobiliare morbido, elevati livelli di debito, investimenti che rallentano e la campagna anti-corruzione perseguita con tenacia dal Governo.

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Con la diffusione di questi dati si è avuta anche la notizia da parte della banca centrale (People Bank of China) di un’immissione di liquidità per 600 miliardi di yuan (91 miliardi di dollari) nei mercati finanziari del paese. Iniezione che avverrà attraverso uno sportello prestiti a medio termine.

Inoltre la Banca centrale ha reso noto che proseguirà con le “Pledged Supplementary Lending” operations, ossia operazioni mediante le quali fornisce credito a banche selezionate tramite accordi privati di cui raramente vengono forniti dettagli. Le misure annunciate oggi servono a prevenire i rischi di contrazione della liquidità per le vacanze del nuovo anno lunare previste a inizio febbraio.

Per quanto riguarda la trasformazione dell’economia cinese, questa transizione verso un nuovo schema di crescità in realtà non è ancora cominciata102. La difficoltà legata alla gestione della transizione sta danneggiando la reputazione delle Autorità cinesi, così come fu danneggiata la reputazione di finanzieri e policymakers in Occidente durante la crisi finanziaria 2007-2008. Pertanto è richiesta alle autorità maggiore trasparenza in quanto non è chiaro se sarà possibile e in che modo porre in essere una transizione verso un’economia più equilibrata.

Gli indicatori fondamentali di un cambiamento dovrebbero essere un calo dei risparmi e degli investimenti e un aumento dei consumi. Dunque c’è bisogno, per un aggiustamento misurato della struttura economica, un calo, in rapporto al Pil, degli investimenti (i quali sono associati all’indebitamento), e un aumento, sempre in rapporto al Pil, dei consumi. Ma tutto questo non sta avvenendo, o meglio sta avvenendo troppo lentamente. Infatti la quota degli investimenti è scesa di poco, mentre l'esplosione dell'indebitamento non si ferma: il rapporto debito-Pil era del 157% alla fine del 2007, del 250% alla fine del 2013 e del 290% alla fine del secondo trimestre 2015.

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La notizia che l’economia nel 2015 è cresciuta del 6,9% dovrebbe essere positiva, ma in realtà l’affossamento dei mercati azionari cinesi, il crollo delle materie prime globali e la pressione al ribasso nei confronti dello yuan hanno diffuso l’idea che il quadro economico sia in realtà più fosco103. Anche se le statistiche sono incorraggianti tante persone sono pessimiste nei confronti della Cina perché si fidano poco dei dati resi noti. Questo atteggiamento è il frutto del sospetto che la Cina manipolasse le statistiche per aggiustare le tendenze di crescita, dichiarando valori di Pil inferiori quando questo si surriscaldava e gonfiandoli in periodo di stasi economica. Pertanto il divario tra le statistiche ufficiali e la percezione dei mercati sta ormai diventando un baratro.

La principale preoccupazione a proposito della crescita cinese è che il peggio debba ancora venire, anche perché iniziano ad emergere alcune crepe: le fughe di capitale sono aumentate, i fallimenti sono più frequenti e i prestiti inesigibili sono in crescita.

Il futuro riserverà ulteriori problemi, anche se non è ancora chiaro quanto saranno grandi e come andranno esattamente le cose.

4.4 Conclusioni

Analizzando le due bolle speculative si può affermare che il mercato è guidato dall’emotività e dall’allarmismo dei media e che la psicologia in finanza ha un certo peso. Si è visto infatti con questa analisi comportamentale che le decisioni sono prese sulla base dell’intuito e delle emozioni. Pertanto l’investitore non è più una macchina che cattura dati e informazioni e sintezza con una decisione di acquisto o di vendita ma è una persona non razionale, ossia è un essere umano che prende le decisioni in base al sentimento del giorno.

In campo finanziario però queste emozioni danneggiano sia l’investitore stesso che i mercati in sé. Nella finanza infatti quando si hanno ondate di ottimismo e di euforia tutti scalpitano per

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entrare nel mercato, al contrario invece se si hanno ondate di pessimismo, depressione e panico dove tutti vogliono uscire immediatamente dal mercato per paura di perdere tutto il denaro. Ma se l’andamento dei mercati segue un ciclo economico alternandosi tra fasi positive e fasi negative bisognerebbe tenere da parte le emozioni in quanto rappresentano un ostacolo.

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Conclusioni

John Maynard Keynes, il primo ad introdurre il concetto di animal spirits, è stato uno dei primi economisti a porre l’incertezza al centro del pensiero economico e così facendo ha abbattuto implicitamente il concetto di “uomo economico” della tradizione neoclassica, la quale pensava che gli agenti economici fossero perfettamente razionali e che quindi massimizzavano l’utilità e minimizzavano i sacrifici.

Secondo Keynes, a causa dell’incertezza, le scelte degli agenti non sono guidate dalla “mano invisibile” del mercato ma sono gli stati d’animo, la fiducia, gli animal spirits degli imprenditori che svolgono un ruolo essenziale nel determinare le aspettative degli agenti e quindi le decisioni di investimento.

La macroeconomia keynesiana però attraversò una crisi negli anni Settanta soprattutto a causa dello studio sulla formazione delle aspettative razionali. Infatti un gruppo di economisti, guidati da Robert Lucas, sostenne che gli economisti avrebbero dovuto basarsi su aspettative razionali ovvero che avrebbero dovuto utilizzare tutte le informazioni rilevanti a disposizione per prevedere in modo efficiente il futuro, in modo tale da non compiere errori sistematici.

L’ipotesi della presenza di aspettative razionali è alla base della Finanza Tradizionale, nella quale l’ipotesi dei mercati efficienti (EMH) è un pilastro fondamentale. Secondo questa teoria, infatti, gli investitori sono persone razionali che valutano i titoli del mercato secondo il loro valore fondamentale. È grazie alle anomalie riscontrate nell’EMH riguardo alla presenza della razionalità degli agenti che si ha la nascita di un nuovo filone di ricerca ossia la Finanza Comportamentale, la quale acquista una certa importanza solo negli anni Novanta grazie alla pubblicazione di libri sull’argomento che hanno raggiunto l’ambito accademico e quindi il grande pubblico.

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Dunque con la Finanza Comportamentale si introduce il fattore psicologico nella scienza economica, che servirà a studiare il comportamento degli operatori in modo da avere una visione il più realistica possibile del complesso mondo finanziario.

Anche Keynes, a suo tempo, ammetteva che le attività economiche fossero il risultato di motivazioni razionali ma riteneva anche che molte di queste attività fossero guidate dagli animal spirits ovvero da motivazioni non economiche, oltretutto causa delle fluttuazioni dell’economia. È proprio grazie a questa influenza nelle fluttuazioni economiche, caratterizzate da movimenti ciclici, che si può andare ad analizzare e comprendere come gli animal spirits possano influenzare l’andamento del ciclo economico.

Dall’analisi effettuata si è riscontrato che gli animal spirits spesso sono indicati come causa dei cicli economici.

Nello studio effettuato da Paul De Grauwe si definisce gli animal spirits come ondate di ottimismo e di pessimismo che investono investitori e consumatori.

Si è visto che queste ondate di ottimismo e di pessimismo sono imprevedibili e si susseguono alternativamente ossia i periodi di ottimismo sono seguiti da periodi di pessimismo creando delle fluttuazioni cicliche. Questo alternarsi si ha grazie ad un meccanismo autorealizzantesi o meglio si ha un “effetto-contagio” tra gli agenti che fanno le proprie previsioni. Un certo numero di agenti, che prevedono un risultato positivo, possono creare un ottimismo generale e quindi un’espansione. Per avere un’inversione di tendenza, invece, ci possono essere due meccanismi: il primo riguarda la presenza di uno shock stocastico negativo; il secondo fa riferimento alla reazione della banca centrale che, applicando la regola di Taylor, può decidere di aumentare il tasso di interesse in modo da creare un andamento negativo che porta al pessimismo e quindi ad una frenata. Infatti si è constatato che gli animal spirits, data una correlazione significativa tra questi e le previsioni effettuate dagli agenti, crescono rapidamente quando si raggiunge un livello positivo e diminuiscono rapidamente quando ci si muove verso

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un livello più basso. Inoltre da questo studio è stato possibile capire in quale situazione gli animal spirits possono emergere ovvero questi emergono sia quando gli agenti imparano dagli errori precedenti ed hanno dunque un livello minimo di razionalità sia quando hanno qualche dimenticanza e quindi una limitazione cognitiva; invece non emergono assolutamente in situazioni né di super-razionalità e né di irrazionalità.

Oltre a questi risultati, nella ricerca effettuata da Rhys Bidder e Matthew Smith, i quali definiscono gli animal spirits come oscillazioni nel clima di fiducia dei consumatori, si è riscontrato che questi influenzano il ciclo economico. Pertanto si è notato che i cambiamenti nella variabilità dell’economia, combinati con l’incertezza delle persone riguardo alla visione standard dell’economia, possono creare un fenomeno come quello degli animal spirits e possono quindi influenzare il ciclo economico, causando gli alti e i bassi in esso.

Il concetto degli animal spirits è stato ripreso da molti economisti, tra cui George Akerlof e Robert Shiller, i quali nel loro libro del 2009 hanno descritto come funziona realmente l’economia quando le persone sono davvero umane e possiedono quegli umanissimi spiriti animali. È importante rendersi conto che le cause dei principali eventi economici sono di natura mentale e molto spesso non sono causa di fattori tecnici o di decisioni governative incoerenti. Se con Keynes animal spirits rappresenta l’intuito, l’istinto che guida l’imprenditore di successo che vuole sfruttare l’affare, caratterizzato da una irrazionalità che lo porta a seguire uno schema non riconducibile al modello della scelta razionale, con Akerlof e Shiller sta ad indicare il comportamento istintivo del risparmiatore, di ogni essere vivente, che disorientato, inerme e irrazionale effettua delle scelte agendo d’istinto, per eccesso di fiducia o per rancore. È sicuramente evidente che entrambi si basino sull’irrazionalità presente nel pensiero economico e che vanno dunque a porre l’attenzione sull’Economia Comportamentale, la quale ritiene che, raramente, gli individui si comportino rispettando i canoni prescritti dalla teoria economica.

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Grazie alla nascita della Finanza Comportamentale si può capire la significatività tra i modelli comportamentali e i fatti reali ed è rilevante non trascurare la conoscenza di questa connessione che può essere utilizzata sia nella previsione di eventuali crisi sia nella formazione della normativa economica.

Effettuando un’analisi comportamentale sullo scoppio delle due bolle speculative trattate in questo elaborato, la crisi del 2007 e la crisi cinese del 2015, si è ricordato che l’economia è una scienza sociale e per questo analizza la società, che è costituita da persone. È importante, infatti, che la scienza economica si basi su quei tratti specifici dell’essere umano e cioè la psicologia, la ragione e il funzionamento della mente umana.

Nell’analisi effettuata, riguardo alla bolla immobiliare del 2007, si è riscontrato che uno dei motivi che ha acuito la crisi finanziaria è stata l’euforia irrazionale sia degli agenti, i quali credevano di guadagnare dalla situazione creatasi, sia dei policymaker, che hanno pensato di risolvere le difficoltà inondando il mercato di liquidità. In realtà si è potuto notare che il problema riguardava soprattutto la fiducia, la quale era venuta meno a livello sistemico, e il “contagio sociale”, che ha portato tutte le persone a fidarsi delle decisioni altrui ignorando l’informazione disponibile. Dunque si può dire che le crisi economiche sono causate da mutamenti mentali degli agenti, cosa che va contro il pensiero economico corrente, ma si è potuto analizzare che la crisi del 2007 è stata provocata dalla sfiducia, dalle tentazioni, dalle illusioni e dalle narrazioni sulla natura dell’economia, in altre parole dagli animal spirits. Anche nella recente crisi cinese iniziata con lo scoppio della bolla speculativa nel Giugno 2015, si è potuto studiare le dinamiche comportamentali che hanno portato allo scoppio della bolla. Tra queste dinamiche comportamentali, un elemento che ha influenzato maggiormente è il panico che si è creato tra gli investitori. Pertanto si può affermare che anche in questa situazione l’emotività si trova al centro del mercato, avendo un ruolo significativo nell’andamento dei mercati finaniziari.

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Dunque è vitale capire che il mercato siamo noi, che siamo noi stessi a determinare e a influenzare l’andamento del mercato attraverso le nostre scelte. Quindi come fare a dimenticare i comportamenti delle persone, che sono molto differenti dallo schema razionale?

Con questo non si vuole dire che analizzare solo il comportamento umano sia sufficiente per spiegare l’andamento economico e la nascita delle crisi finanziarie, ma si vuole sottolineare l’importanza della componente emozionale nell’economia. Sicuramente i numeri, i grafici e i modelli macroeconomici sono fondamentali per analizzare l’andamento dell’economia, in modo anche da fornire una valenza concreta.

In conclusione, questo elaborato non vuole criticare i modelli economici basati sulla razionalità, che sono una base di ogni analisi economica e quindi necessari e fondamentali, ma vuole far capire che questi modelli andrebbero adattati al contesto contemporaneo, dove il mercato molte volte non si basa sui numeri o sui grafici ma si basa sugli animal spirits degli investitori, caratterizzati da impulsi, paure ed euforie.

Sarebbe auspicabile avere un sistema economico più equo, o meglio una finanza più etica, in modo tale che l’economia non sia un obiettivo ma uno strumento.

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