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LA SITUAZIONE IN PIEMONTE

Nel documento Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1979 (pagine 50-57)

DEL PIEMONTE E DELLA RHONE-ALPES INTERESSATI DAL TRAFORO DEL FREJUS

LA SITUAZIONE IN PIEMONTE

Con l'apertura del Traforo del Frejus si conclude l'attuazione di una delle prin-cipali infrastrutture di trasporto delle merci e delle persone destinata a modi-ficare in senso espansivo l'intensità del-l'interscambio italo-francese e più in ge-nerale dell'interscambio dell'Italia con la Comunità Economica Europea.

Proprio l'importanza di tale nuova via di comunicazione il suo impatto sulla struttura socio-economica regionale pon-gono con urgenza la necessità di un at-tento esame degli interventi in atto e previsti che si rendono necessari al fine di valorizzare le potenzialità di sviluppo socio-economico che possono scaturire da tale realizzazione.

Correttamente, l'impostazione del conve-gno intende focalizzare la discussione sui due problemi di fondo che condizio-nano la possibilità di uno sfruttamento ottimale del Frejus: da un lato l'ade-guamento ed il potenziamento delle strutture di trattamento e di servizio del traffico merci, e dall'altro l'adeguamento ed il miglioramento della viabilità in re-lazione al nuovo flusso di traffico che sarà indotto.

Vi è però da osservare che, almeno per quanto riguarda il Piemonte, la solu-zione dei problemi che sotto questi due

profili si pongono non può prescindere da una visione più ampia ed articolata non solo in termini spaziali, ma anche temporali che ricolleghi gli interventi che verranno o dovranno essere promos-si per rispondere alle nuove epromos-sigenze po-ste dal traforo con un disegno di rias-setto delle strutture e delle infrastrutture di trasporto funzionale all'obiettivo di riequilibrio territoriale e riqualificazione produttiva indicato nel Piano di svi-luppo regionale.

Sarebbe a mio avviso contradditorio ri-spetto ad una logica di programmazione affrontare i problemi posti dal traforo del Frejus in termini disgiunti dalle condizioni di funzionalità che caratte-rizzano e dovranno caratterizzare il si-stema del trasporto delle merci a livello piemontese. Se è vero che una siffatta impostazione risulta più agevole dal punto di vista operativo in quanto per-mette la definizione di interventi dimen-sionalmente e temporalmente adeguati rispetto allo specifico del problema, è anche vero che in assenza di un quadro di riferimento complessivo, questi stessi interventi possono tradursi in elementi di squilibrio e di distorsione del sistema complessivo dei trasporti.

Ed è in quest'ottica di riassetto e riqua-lificazione complessiva del sistema di tra-sporto delle merci che l'Amministrazio-ne regionale ha coinvolto a fil'Amministrazio-ne luglio

operativa nell'ambito della programma-zione: l'obiettivo affidatole è di indivi-duare proposte operative per la realiz-zazione ed il potenziamento delle strut-ture di trattamento delle merci nel com-prensorio torinese, con particolare at-tenzione alla individuazione di inter-venti che permettano, da un lato, di ga-rantire l'assorbimento dei nuovi volumi di traffico indotti dal traforo e, dall'al-tro, di dare prima attuazione al program-ma generale di realizzazione e potenzia-mento del sistema di trasporto merci a livello regionale indicato nel Piano di sviluppo regionale.

Prima di procedere alla illustrazione del-le ipotesi di intervento formulate dalla Amministrazione regionale e dalla Fin-piemonte relativamente alle strutture di trattamento delle merci che si renderan-no necessarie con l'apertura del Traforo del Frejus, è utile sottolineare come deb-ba sussistere una stretta connessione tra adeguamento delle strutture di viabilità e programmazione dei centri merci. La mancanza di un collegamento funzio-nale che renda congrue e compatibili, ri-spetto alla potenzialità di traffico resa possibile dal Traforo, le strutture viarie e le strutture di trattamento delle merci rischia non solo di originare una sotto-utilizzazione del traforo stesso, ma an-che di determinare un ulteriore conge-stionamento della rete dei trasporti con costi sociali ed economici non indiffe-renti.

L'incarico affidato alla Finpiemonte di valutare le ipotesi di intervento neces-sarie a rispondere con tempestività al nuovo traffico commerciale generato dal-l'apertura del traforo del Frejus, previ-sta per la seconda metà del 1980, si è sviluppata nell'ambito di tre vincoli/ obiettivo e cioè:

— la necessità di razionalizzare e coor-dinare il trattamento dei flussi di merci in entrata ed in uscita dal comprensorio torinese;

— la necessità di una azione volta alla modificazione della ripartizione modale tra strada e ferrovia migliorando, attra-verso lo sviluppo di servizi intermodali il rapporto tra strada e rotaia;

— la necessità di valorizzare i program-mi di investimento presenti nell'area

to-rinese da parte delle Ferrovie dello Stato quali assi portanti di un nuovo assetto del trasporto merci a livello comprenso-riale e regionale.

Questo insieme di condizioni/obiettivo entro cui dovevano articolarsi le propo-ste operative della Finpiemonte si è ul-teriormente specificata con un'indicazio-ne regionale di riferimento geun'indicazio-nerale che localizza in Domodossola, Novara, Ales-sandria e Rivalta Scrivia le strutture portanti del trasporto intermodale cui dovranno collegarsi come strutture di supporto minori, centri di trattamento delle merci di più piccole dimensioni con funzioni tali da rispondere alle esigenze presenti a livello comprensoriale e sub-comprensoriale.

Proprio la presenza di un disegno pro-grammatico di interventi finalizzati alla realizzazione di un « sistema » di centri merci che rispondano con dimensioni e funzioni differenziate ma complementari alle esigenze attuali e prospettiche dello sviluppo del trasporto merci rende ra-gione dell'indicazione data alla Finpie-monte di predisporre interventi, che pur rispondendo alle esigenze poste da nuovi traffici indotti dall'apertura del traforo del Frejus, siano elementi di attuazione di un progetto più complessivo di rias-setto del sistema di trattamento delle merci a livello regionale e del compren-sorio torinese.

La valutazione delle modalità di inter-vento poste dall'apertura del traforo non poteva quindi svilupparsi se non paral-lelamente, da un lato, alle ipotesi di riassetto dei trasporti a livello compren-soriale che si concretano nella proposta di creare contiguamente allo smistamen-to di Orbassano un centro di trattamen-to intermodale delle merci, e, dall'altro, alle esigenze/necessità di rilocalizzazio-ne delle strutture ed infrastrutture di trattamento delle merci oggi presenti nel tessuto urbano torinese.

Al fine di definire concrete ipotesi di in-tervento la Finpiemonte ha promosso la costituzione di un apposito Gruppo di lavoro, cui hanno partecipato l'Unione regionale delle Camere di commercio, la Federpiemonte, l'Amministrazione re-gionale, con lo scopo di presentare alla

Regione un programma degli interventi necessari a far fronte ai problemi posti dall'apertura del traforo nel quadro di un riassetto complessivo dei trasporti nell'ambito comprensoriale ed in parti-colare dell'area torinese.

Il gruppo di lavoro si è mosso recepen-do le indicazioni che le diverse categorie interessate (autotrasportatori, ferrovia, dogana, responsabili dei controlli sani-tari e veterinari, spedizionieri) formula-vano sia in merito alle linee di raziona-lizzazione del sistema di trasporto del comprensorio torinese, sia in merito ai problemi posti dall'attivazione della nuo-va struttura di comunicazione del Frejus. A questo riguardo un significativo con-tributo in termini di proposta è venuto dal gruppo di lavoro del Consorzio degli spedizionieri del Frejus.

Gli elementi che sono emersi da tali in-dicazioni possono essere cosi sintetiz-zati:

a) la necessità di predisporre, in tempi adeguati, strutture specifiche che assor-bano il traffico merci indotto dall'aper-tura del traforo che nelle condizioni at-tuali originerebbe la quasi paralisi delle strutture di trattamento delle merci pre-senti nell'area metropolitana. In questo senso la realizzazione di un'infrastrut-tura intermodale rientra nelle aspettative degli operatori del settore.

In particolare è stato fatto rilevare co-me la realizzazione di un centro inter-modale permetterebbe un contenimento dei tempi e dei costi di raccolta e smi-stamento con un miglioramento rilevante della produttività a favore non solo dei vettori, ma anche degli utenti del tra-sporto;

b) il consenso unanime sulla ipotesi di

localizzazione di tale struttura intermo-dale ad Orbassano derivante:

b.l) dalla buona condizione di

accessi-bilità stradale, garantita dal sistema del-le tangenziali e dagli assi di penetrazio-ne in Torino;

b.2) dal sistema di comunicazione

ferro-viaria: da un lato lo smistamento in corso di realizzazione renderà possibile un'alta potenzialità di movimentazione dei carri e convogli e dall'altro lato la

attuazione del potenziamento della linea Torino-Modane garantirà una via di ra-pido collegamento con il sistema inter-nazionale di trasporto ferroviario; c) la possibilità di razionalizzare nel centro merci intermodale tutta una serie di funzioni e di servizi che oggi sono dislocati nell'area urbana torinese, per-mettendo un miglioramento delle condi-zioni di prestazione dei servizi stessi. A questo proposito è anche stata sottoli-neata l'importanza che il trasferimento ad Orbassano di numerose « funzioni » oggi disperse sul tessuto torinese (doga-na, scali merci, terminali containers) ri-vestirà per il capoluogo dal momento che si renderanno disponibili, in zone oggi assai carenti di infrastrutture di ser-vizio pubblico, ampie aree che la Città di Torino potrà recuperare ed impiegare per il perseguimento di importanti obiet-tivi di ristrutturazione del tessuto ur-bano;

d) la necessità di predisporre,

conte-stualmente alla realizzazione dell'ipotiz-zato Centro intermodale, una struttura di supporto in connessione all'apertura del traforo del Frejus che permetta ri-spondere ad esigenze di trattamento uni-modale.

In questo senso l'attuazione del progetto di Centro intermodale ad Orbassano è vista dagli operatori come una delle strutture di assorbimento del traffico merci determinato dal Frejus cui deve essere però associata la realizzazione di un centro di minori dimensioni atto a stornare quelle tipologie di traffici che possono essere più utilmente trattate in un centro minore;

e) la necessità di assicurare il

trasferi-mento nel Centro intermodale di Orbas-sano di alcune strutture determinanti per il riassetto dei trasporti quali la Do-gana Centrale. Tale presenza determina di per sé un fattore attrattivo di traffico e quindi la possibilità di garantire l'eco-nomicità degli investimenti realizzati; /) la necessità di definire tempi e funzio-ni di attuazione del Centro intermodale di Orbassano e dei centri a questo con-nessi, in particolare per quanto riguarda le strutture di supporto in relazione al

traforo, che permettano di sopperire al maggiore volume di traffico evitando du-plicazioni di infrastrutture;

g) l'opportunità di assicurare un coordi-namento tra il progettato centro inter-modale di Orbassano ed il Centro di supporto in funzione del traffico del Frejus, non solo in fase progettuale e di investimento, ma anche in fase gestio-nale per garantire lo sfruttamento otti-male delle potenzialità complessivamen-te presenti sul complessivamen-territorio.

Un pericolo è stato sottolineato da tutti gli operatori. La mancata predisposizio-ne di adeguate infrastrutture di tratta-mento delle merci si tradurrebbe non solo in una sottoutilizzazione tempora-nea della potenzialità di interscambio determinata dal Frejus, ma in un conso-lidamento di percorsi alternativi di tra-sporto merci con un contenimento sta-bile del ruolo che può essere svolto dal Piemonte nel sistema dei trasporti.

Le linee di intervento proposte dalla Finpiemonte

La definizione degli interventi proposti dalla Finpiemonte ha assunto come rife-rimenti:

a) l'anticipazione delle fasi di attuazione dello smistamento di Orbassano da par-te delle Ferrovie, che renderà possibile, già a partire dal 1983, l'attuazione di trasporti intermodali ad Orbassano;

b) l'accelerazione dei lavori di

raddop-pio della linea Torino-Modane che per-metteranno di elevare, al 1983, la poten-zialità della linea a 120/130 treni/ giorno;

c) il prevedibile volume di traffico merci che, anche in relazione alle attuali carat-teristiche della viabilità, potrà presumi-bilmente transitare dal traforo e che può essere stimato, al 1983, non superiore ai 200/220 veicoli pesanti/giorno. L'intervento proposto dalla Finpiemon-te si articola sulla attivazione conFinpiemon-testua- contestua-le di due strutture di trattamento delcontestua-le

merci; la prima, localizzata ad Orbas-sano destinata sia ad assorbire una parte del traffico derivante dal traforo del Fre-jus sia a permettere il collegamento tra trasporto su strada e trasporto su rotaia, non appena sia possibile la connessione con lo smistamento; la seconda, di di-mensione più ridotta e da localizzarsi in Valle di Susa, destinata al trattamen-to di quella parte di traffico su gomma che non sia utilmente trattabile in Or-bassano sia in relazione al suo assetto provvisorio sia in relazione al complesso di funzioni che dovranno trovare « a re-gime » collocazione nel centro intermo-dale. In altri termini, è sembrato ade-rente agli obiettivi indicati dall'Ammi-nistrazione regionale un intervento com-plesso fondato sul rapido avvio del Cen-tro intermodale in Orbassano che ab-bia come sua prima struttura di suppor-to un centro da localizzarsi in Valle di Susa specificatamente destinato al trat-tamento del traffico merci che si svilup-perà lungo tale direttrice.

In quest'impostazione la creazione di strutture autoportuali in Valle di Susa per il trattamento dei traffici che lungo tale arteria si svilupperanno non è af-frontata in termini di risposta ad una domanda che non può essere temporal-mente, qualitativamente o quantitativa-mente, soddisfatta da una sollecita at-tuazione delle funzionalità del Centro merci di Orbassano, ma in relazione alle funzioni che correttamente possono es-sere svolte da una infrastruttura in Valle di Susa che per le sue caratteristiche va-lorizza e qualifica il ruolo che può es-sere svolto da Orbassano.

Lo schema di intervento proposto assu-me una ipotesi di sviluppo della poten-zialità del trasporto intermodale ed in particolare del trasporto merci su rotaia che è legato ai programmi di investi-mento e riqualificazione della rete com-plessiva delle Ferrovie dello Stato. Il raddoppio della linea Torino-Modane e la realizzazione dello smistamento di Orbassano sono indubbiamente interven-ti significainterven-tivi in questo senso, è però evidente che la efficienza complessiva di una rete di traffico e quindi le scelte al-ternative tra modalità di trasporto è le-gata non tanto a condizioni « locali »

del trasporto, ma all'assetto funzionale generale dei mezzi di movimentazione delle merci.

Ciò significa che adeguate strutture ed infrastrutture di trasporto delle merci in una area « terminale » per l'interscam-bio possono risultare di fatto sottoutiliz-zate qualora risultino insufficienti ed inadeguate le capacità della rete « a val-le ». Il potenziamento della linea To-rino-Modane, lo smistamento di Orbas-sano costituiranno delle opportunità per l'espansione del traffico ferroviario il cui sfruttamento è però legato ai tempi e alle caratteristiche di ammodernamento del sistema delle comunicazioni ferro-viarie nel suo complesso.

Rispetto a questo disegno di intervento che ha trovato l'adesione sia dell'Ammi-nistrazione Regionale, sia degli opera-tori, è stata sottolineata la necessità di procedere ad una attenta progettazione delle due strutture dal punto di vista dimensionale e funzionale in modo tale da garantire la complementarietà dei due centri, evitando per quanto possi-bile la nascita di aree di sovrapposizione e di concorrenzialità che potrebbe vani-ficare il disegno di promozione di un si-stema articolato di centri merci in rea-lizzazione alle diverse esigenze di tra-sporto e di trattamento delle merci. Se per la localizzazione del Centro in-termodale si è già individuata un'area di circa 200 ettari a fianco dello smista-mento di Orbassano attraversata dalla tangenziale e quindi con la possibilità di collegamento con le arterie autostradali, non è stata ancora definita la localizza-zione specifica del Centro in Valle. A questo riguardo la Finpiemonte ha for-mulato una serie di criteri che dovreb-bero essere rispettati lasciando però al-l'Amministrazione Regionale il compito di specificarne la localizzazione.

La localizzazione del Centro in Valle dovrebbe a nostro avviso:

1) permettere il recupero non solo del traffico indotto dal nuovo traforo del Frejus, ma anche di quello dei valichi del Monginevro e del Moncenisio: in tal modo, oltre a garantire maggiore econo-micità all'investimento, si scoraggerebbe una disordinata e dannosa proliferazio-ne di altri centri che, per iniziativa

pri-vata, potrebbero sorgere al di fuori di qualsiasi politica di programmazione; 2) permettere l'inserimento diretto (sen-za, cioè, richiedere interventi integrativi di collegamento) sulla viabilità princi-pale, ad una distanza da Orbassano tale da garantire una reale complementarietà dei due centri e essere per quanto pos-sibile, prossima al nodo di congiunzione fra la viabilità ordinaria e quella straor-dinaria che dovrà essere predisposta in riferimento all'apertura del nuovo tra-foro;

3) essere coerente con la politica terri-toriale del comprensorio dei subpoli di riequilibrio;

4) poter contare sulla presenza di una dotazione di infrastrutture e di servizi nonché la presenza di attività econo-miche secondarie e terziarie tali da far fronte senza grosse difficoltà alle esi-genze connesse allo svolgimento delle at-tività del nuovo Centro;

5) trovare il consenso dell'Amministra-zione finanziaria dello Stato per quanto attiene ai problemi doganali;

6) trovare il consenso delle autono-mie locali (Comuni, Comunità montane, Comprensorio).

La definizione della specifica localizza-zione sulla base dei requisiti sopra elen-cati è però una scelta di ordine politico che spetta all'Amministrazione Regiona-le in accordo con gli Enti locali. Prima di individuare le fasi ed i tempi con cui la Finpiemonte intenda procede-re alla procede-realizzazione delle due struttuprocede-re intermodali ad Orbassano ed autopor-tuale in Valle di Susa, occorre sottoli-neare come sia stato manifestato dalle Ferrovie dello Stato un forte interesse ed una disponibilità per la partecipazione attiva all'attuazione del progetto nelle modalità che verranno ritenute più utili.

Modalità e tempi di attuazione

Per la realizzazione dell'intero progetto la Finpiemonte intende promuovere la costituzione di una specifica società ope-rativa, che veda oltre alla presenza pub-blica delle Ferrovie dello Stato, una

par-tecipazione finanziaria consistente degli operatori del settore. A tale società, sarà affidato il compito di progettare e rea-lizzare contestualmente il Centro inter-modale ad Orbassano ed il Centro com-plementare in Valle di Susa. La presenza degli operatori a partire dalla fase di progettazione dovrebbe garantire che il dimensionamento dei due centri e le funzioni loro attribuite siano tali da as-sicurarne una effettiva integrazione an-che al momento della gestione.

L'urgenza degli interventi che si rendo-no necessari, suggeriscorendo-no l'opportunità di sottolineare l'importanza di una uni-tarietà nella gestione dei due centri sen-za poter però definire in modo organico le modalità proponibili per garantire an-che in fase gestionale il collegamento funzionale e complementare del Centro intermodale di Orbassano con la strut-tura « leggera » di Valle. L'individua-zione delle più opportune strutture di gestione richiede una attenta analisi e può essere definita contestualmente alla attuazione progettuale ed esecutiva del primo nucleo del Centro intermodale di Orbassano e del Centro complementare in Valle.

In questo senso la Finpiemonte sta ela-borando uno schema di società mista di intervento che pur avendo come obiet-tivo prioritario quello della progettazio-ne e realizzazioprogettazio-ne dei due Centri di trattamento delle merci, possa trasfor-marsi, ove lo si ritenga opportuno, da struttura di investimento in struttura di gestione.

È chiaro che la complessità del Centro intermodale di Orbassano richiederà tempi di attuazione più dilatati rispetto a quelli prevedibili per il Centro com-plementare in Valle di Susa. L'attua-zione del centro intermodale dovrà quin-di realizzarsi per moduli in relazione alle effettive esigenze di trasferimento di fun-zioni dal tessuto urbano torinese.

In questa logica il primo nucleo di at-tuazione dovrà riguardare quell'insieme di strutture e di funzioni che saranno

Nel documento Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1979 (pagine 50-57)