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La ricostruzione post-bellica e la spinta insediativa che interessa i grandi centri urbani italiani ed europei nell’immediato dopoguerra determinano una significativa discontinuità nel processo di costruzione della città moderna. Fattori di ordine economico e sociale, da una parte, e fattori di natura tecnologica e produttiva dall’altra, hanno influito in maniera importante sugli stru- menti a disposizione di architetti, urbanisti e tecnici e sulla loro articolazione.

La produzione di nuovi alloggi raggiunge il suo apice negli Sessanta e Settanta, concorrendo alla realizzazione di interi brani di città che a più di trent’anni di distanza necessitano di un pro- fondo ripensamento. Senza far riferimento all’idea di città evocata dai grandi complessi ad alta densità abitativa, si tratta in molti casi di un’edilizia diffusa che presenta importanti fenomeni di degrado, non risolta al proprio interno -in quanto oggetto architettonico- e nel rapporto con i livelli fisici ad essa sovraordinati -il quartiere, la città, il territorio-.

La stabilità e la durata sono fortemente limitate dal ricorso a soluzioni costruttive deficitarie sot- to il profilo tecnologico, energetico ed impiantistico. La funzionalità dei complessi è spesso condizionata dalla carenza di servizi e accessibilità, mentre alla scala dell’organismo edilizio la limitata flessibilità e varietà tipologico-distributiva rende gli alloggi inadeguati alla modificazio- ne della domanda abitativa. I valori di immagine di cui sono dotati sono scarsi; i tessuti edilizi debolmente strutturati e le tipologie edilizie ripetitive; gli edifici anonimi e privi di qualsiasi con- notazione. La qualità complessiva è quindi insufficiente e l’obsolescenza dei manufatti rende improrogabile un intervento di strutturale e profonda riqualificazione. Al degrado delle costru- zioni e dell’ambiente urbano si unisce un profondo disagio sociale legato alla criticità delle po- litiche abitative, alla realizzazione spesso parziale degli interventi e all’assenza di relazioni complesse alla scala della città.

La riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica è dunque un tema complesso e articolato nel quale convergono elementi di natura tecnologica e operativa, architettonica e urbanistica, economica e finanziaria, nonché sociale e politica. Se le numerose esperienze condotte in ambito nazionale ed europeo hanno permesso di analizzare approfonditamente le problematiche in gioco e mettere a punto efficaci soluzioni per ciascuna categoria di elementi coinvolti, resta l’estrema difficoltà del dare risposta alle molteplici componenti del singolo pro- gramma all’interno di misure di intervento non straordinarie. In tale direzione si collocano le politiche comunitarie in materia di prestazioni energetiche in edilizia e l’importante sforzo dell’Unione Europea nella promozione di ricerche e best practices finalizzate al superamento degli ostacoli esistenti alle attività di riqualificazione. La Direttiva 2002/91/UE ed in misura an- cora maggiore il suo recente aggiornamento (la Direttiva 2010/31/UE, che entrerà in vigore nel 2012) individuano nel patrimonio edilizio esistente un settore strategico per la riduzione dei consumi energetici, essendo responsabile del 40% dei consumi totali e delle emissioni di inqui- nanti in atmosfera, e definiscono specifiche prescrizioni da rispettare negli interventi di ristruttu- razione importante e nell’intervento sulle parti funzionali più direttamente implicate nel controllo del comportamento energetico. La nuova Direttiva inoltre abolisce il limite dimensionale dei 1000 mq riguardante la superficie degli edifici sottoposti a ristrutturazione importante al si so- pra del quale interviene l’obbligo di rispettare i requisiti minimi di prestazione energetica fissati

dai singoli stati1, ampliando in misura significativa l’ambito di applicazione della norma e sti- molando lo sviluppo di nuove strategie di intervento su complessi ed edifici alla piccola scala. La consistenza complessiva del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, in termini dimensio- nali e di risorse necessarie ad un complessivo adeguamento tecnologico e funzionale, ha por- tato alla riorganizzazione e all’ampliamento del campo di operatività delle strutture tradizio- nalmente deputate alla realizzazione e gestione dell’edilizia residenziale pubblica insieme alla previsione di nuovi soggetti e strumenti in grado di ampliare l’offerta di alloggi sociali attraver- so forme di negoziazione ed il ricorso al capitale privato. Ciononostante, i caratteri peculiari di tale patrimonio fanno sì che le politiche di intervento non possano limitarsi alla verifica della fattibilità tecnico-economica delle operazioni ma debbano farsi carico di una serie più ampia di aspetti caratterizzati da una maggiore complessità e una meno immediata valutazione. Allo stesso tempo una buona qualità architettonica ed edilizia degli insediamenti può contenere il degrado fisico dei luoghi ma non è in grado di garantire da sola l’assenza di degrado sociale. Le principali esperienze condotte in campo nazionale ed europeo rivelano infatti che il successo di tali realizzazioni è strettamente connesso all’adozione di un approccio integrato e condiviso, in cui le singole soluzioni sono in grado di incidere su ambiti e livelli differenti, concorrendo al- la definizione di nuovi scenari e ad un complessivo ripensamento degli equilibri alla scala ur- bana.

La riqualificazione del patrimonio di edilizia sociale costituisce un campo di indagine significati- vo sulle problematiche e le opportunità di un miglioramento prestazionale complessivo del co- struito, anche in termini di conferimento di valori di immagine prima assenti, e sull’introduzione di metodologie di valutazione della qualità architettonica nelle differenti fasi del processo edili- zio. Tale interesse consegue dalla rilevazione di alcune condizioni: la significativa incidenza delle attività di recupero sul totale degli interventi edilizi, la consistenza del patrimonio di edili- zia residenziale pubblica (in termini quantitativi generali e in termini dimensionali dei singoli comparti o edifici) ed il frequente superamento del livello minimo di efficienza in assenza di interventi manutentivi (che favorisce la fattibilità di un intervento complessivo di riqualifica- zione). La debolezza iniziale di numerosi quartieri ed edifici di abitazione sociale può infatti consentire una maggiore libertà negli interventi di riqualificazione ed il conseguimento di eco- nomie che derivano dalla compresenza di esigenze di adeguamento di diversa natura. Per il raggiungimento di elevati livelli qualitativi è fondamentale l’esplicitazione di una domanda forte e condivisa, la cui costruzione si articola nella complementarietà dei momenti di ana- lisi dell’ambiente fisico e sociale (dei suoi caratteri e bisogni, delle criticità e opportunità) e della sua sintesi attraverso un’idea di progetto pregnante, il cui valore formale costituisce una componente significativa della qualità complessiva dell’intervento.

Per governare la complessità e la variabilità dei fattori in gioco è necessario partire da una co- noscenza approfondita dei livelli qualitativi alla scala dell’intero patrimonio al fine di consenti- re, sin dalle fasi di pianificazione e programmazione, la definizione di priorità e di opportunità di intervento e la conseguente ottimizzazione degli investimenti. È pertanto necessario definire preliminarmente una serie di indicatori che attesti la qualità dell’abitare, su cui valutare le pre- stazioni residue e livelli di performance attesti. Il ricorso a metodi di valutazione e strumenti di supporto decisionale può fornire un ausilio strategico nell’ambito della gestione dei patrimoni

1 La Direttiva 2010/31/UE stabilisce una nuova definizione di “ristrutturazione importante” in cui si rica-

de quando il costo complessivo della ristrutturazione, per quanto riguarda l'involucro dell'edificio o i si- stemi tecnici per l'edilizia, supera il 25 % del valore dell'edificio, escluso il valore del terreno sul quale questo è situato, oppure quanto la ristrutturazione riguarda più del 25% della superficie dell'involucro dell'edificio.

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