• Non ci sono risultati.

E XXIII dei singoli elementi tecnici, nonché del quadro esigenziale-prestazionale dell’utenza e delle

specifiche soluzioni tecnico-costruttive da implementare.

Negli interventi sul costruito entrano inoltre in gioco una serie di fattori di natura operativa, connessi alla natura delle soluzioni tecnico-costruttive previste in fase di progetto e alle partico- lari condizioni logistiche e di contesto in cui si inserisce il cantiere, ossia l’accessibilità e la di- sponibilità di spazio operativo contiguo, la velocità di attuazione, l’entità e la durata dei disturbi arrecati all’utenza e altri ancora. I suddetti fattori, oltre a determinare un’ampia variabilità dei costi di intervento, assumono un peso importante nella selezione delle soluzioni e delle tecno- logie adottabili.

La fattibilità e l’opportunità di procedere all’ampliamento consegue infine da un’attenta analisi dei caratteri distributivi e della qualità funzionale-spaziale connessa all’intervento; se da una parte esso consentirà di incrementare la superficie utile a disposizione dell’unità immobiliare dall’altra potrà comportare una revisione, più o meno profonda, dell’impianto distributivo e delle soluzioni di affaccio verso l’esterno, in ragione della posizione reciproca e dell’uso cui verrà adibito. È importante al riguardo tracciare alcune considerazioni relative al rapporto fra tipo edilizio, posizione del corpo di fabbrica nel lotto di pertinenza e intervento di ampliamento: gli edifici isolati godranno di una maggiore libertà nella disposizione delle addizioni volumetri- che mentre gli edifici in linea e a schiera dovranno confrontarsi con la profondità dei corpi di fabbrica e la criticità di un intervento di estensione dei singoli piani. Gli interventi di sopraele- vazione comporteranno inoltre la risoluzione delle problematiche connesse alla distribuzione verticale delle nuove volumetrie con riferimento alla fattibilità tecnica e alle esigenze dell’utenza di utilizzo degli elementi esistenti o della realizzazione di nuovi.

In prima istanza è necessario verificare che la statica dell’edificio oggetto di intervento non sia compromessa dalle nuove volumetrie, ossia che l’introduzione di carichi gravanti sulle strutture esistenti sia compatibile con la loro capacità portante o che in alternativa sia possibile procede- re ad un intervento di consolidamento efficace; nel caso invece si operi un’estensione del fab- bricato si renderà necessario procedere alla realizzazione di una struttura indipendente. La leg- gerezza delle nuove volumetrie e dei dispositivi aggiuntivi sarà pertanto il requisito principale nella scelta delle soluzioni costruttive più idonee.

È interessante in tal senso esaminare i casi studio presentati nel progetto di ricerca europeo Su- RE-Fit (Sustainable Roof Extension Retrofit for High-Rise Social Housing in Europe) incentrato sulle opportunità connesse agli interventi di sopraelevazione nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici di edilizia sociale: nella gran parte dei casi si tratta di volumetrie realiz- zate con tecnologie stratificate a secco che consentono uno significativa riduzione dei carichi permanenti rispetto alle soluzioni tradizionali a umido. Tali soluzioni prevedono l’utilizzo di una struttura leggera a montanti e travi in profili di acciaio o legno disposti con passo ravvicinato, in analogia con il sistema balloon frame, ed un rivestimento realizzato mediante strati funzionali sovrapposti in grado di soddisfare gli specifici requisiti richiesti all’elemento costruttivo in esa- me. Costituiscono un’ipotesi suggestiva, sebbene di complessa realizzazione e difficile gestione unitaria, la dislocazione (apparentemente) disordinata e casuale di superfetazioni sulle chiusure verticali a cui si aggregano, che tanto successo riscontra nel progetto contemporaneo del nuo- vo.

Figura 10 – Ipostudio Architetti Associati, Progetto di Ricerca Europeo SuRE-FIT, Progetto Pilota, Firenze

Un’ulteriore elemento di criticità è costituito dai caratteri geomorfologici e sismici del territorio italiano e dai requisiti stringenti imposti dalle più recenti norme tecniche sulle costruzioni, lad- dove gli interventi previsti dalle disposizioni in esame siano consentiti è necessario un preventi- vo adeguamento strutturale e una verifica complessiva della rispondenza alla normativa tecni- ca.

La nuova volumetria, o l’intera unità immobiliare nel caso di riqualificazione complessiva, do- vrà garantire adeguate condizioni di comfort igrotermico, acustico e luminoso attraverso la pre- visione di efficaci soluzioni tecnico-costruttive, nonché morfologiche, e realizzare al contempo un’efficace integrazione con l’edificio esistente. Nei casi in cui le leggi regionali impongono un miglioramento del fabbisogno energetico dell’intero fabbricato, a prescindere dall’entità dell’ampliamento concesso, e tale incremento prestazionale non sia conseguibile intervenendo sulla componente impiantistica, diventa allora necessario un intervento sull’involucro in grado di conseguire una significativa riqualificazione dell’edificio esistente.

L’attrezzabilità e l’integrazione impiantistica rappresentano inoltre dei fattori fondamentali negli interventi di ampliamento laddove la concezione unitaria dell’edificio esistente può essere mes- sa in crisi dall’addizione volumetrica, per ragioni strettamente tecniche o di posizione reciproca. La manutenibilità e la reversibilità di tali soluzioni costituiscono infine dei requisiti essenziali nel- la fase di gestione degli edifici e nella disposizione ad accogliere trasformazioni successive. Tali considerazioni pongono l’accento sulla forte componente tecnologica connessa agli inter- venti sul costruito e sulla propensione delle differenti tecniche costruttive al soddisfacimento di una gamma di requisiti sempre più estesa. Le soluzioni costruttive a secco rappresentano in- dubbiamente una risposta flessibile alle diverse esigenze e ai principali ostacoli connessi all’ampliamento e alla riqualificazione degli edifici esistenti e costituiscono un campo di speri- mentazione e applicazione importante.

D I E XXIII

Figura 11 - Studio Albori, Sopralzo di un edificio residenziale comunale a Cinisello Balsamo (MI), 2004- 2007

Con riferimento allo specifico provvedimento in esame e al quadro più generale delineato nei paragrafi precedenti, si vuole concentrare l’attenzione sulle implicazioni di natura architettonica connesse all’ampliamento volumetrico degli edifici esistenti. Seppure caratterizzati da una con- sistenza limitata i suddetti interventi introducono un duplice grado di trasformazione, rispetto all’edificio su cui insistono ed in rapporto al tessuto urbano in cui si collocano; sono pertanto operazioni delicate e dalla valenza strategica, in particolare quando interessano edifici caratte- rizzati da valori d’immagine scarsi e contesti urbani degradati, in grado di innescare processi virtuosi di riqualificazione di ampia portata.

Agli adeguamenti e incrementi in esame è richiesto un inserimento organico e coerente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato, ma è altresì importante verificarne l’integrazione nel tessuto edilizio. È altresì possibile vincolare le percentuali consentite o la stessa ammissibili- tà degli interventi al miglioramento delle condizioni ambientali, rendendo per esempio cogente l’equipaggiamento arboreo o la costituzione di quinte arboree perimetrali come previsto dalle normative di alcune regioni.

La disciplina degli interventi di trasformazione alla scala edilizia costituisce la finalità principale degli strumenti di pianificazione attuativa dei centri storici e delle aree soggette a recupero ur- banistico e si confronta con la necessità di compendiare le esigenze di tutela dei caratteri stori- ci, culturali e ambientali con le necessità di fruizione e valorizzazione del tessuto sociale, resi- denziale e produttivo; la verifica puntuale della consistenza dei singoli lotti e dei corpi di fabbri- ca insieme ad una sistematizzazione dei principi insediativi e dei caratteri costruttivi e tipologici, governa la definizione dei gradi di intervento e delle prescrizioni cui ogni singola operazione dovrà conformarsi. Il livello di approfondimento di tali strumenti è connesso all’elevata sensibili- tà degli ambiti oggetto di intervento, pertanto il conseguimento degli obiettivi di riqualificazione in contesti ordinari, ma parimenti degni di attenzione, è legato alla definizione e al controllo di alcune regole di massima e, soprattutto, alla sensibilità dei progettisti e dell’utenza.

In riferimento alla norma in esame, all’autonomia regionale in materia di trasformazione e ge- stione del territorio si accompagna la specifica competenza dei comuni nella verifica di con- gruità e difformità degli interventi previsti con gli strumenti di pianificazione urbanistica vigenti. Se a livello comunale la verifica puntuale dei vincoli e delle opportunità connesse all’ampliamento volumetrico si rivela estremamente complessa e l’indirizzo degli esiti architet- tonici è di difficile gestione e controllo, a livello regionale le indicazioni previste esauriscono la definizione di un livello minimo di ordine e decoro degli interventi di trasformazione del pae- saggio urbano e caricano gli operatori del settore e l’utenza di una forte responsabilità.

Con riferimento ai principali tipi edilizi presi in esame dallo specifico provvedimento delle Re- gione Sardegna23, edifici uni-bifamiliari, pluriplano o schiere in lotto urbanistico unitario è pos- sibile definire la posizione ammissibile degli ampliamenti (in estensione nei diversi piani, me- diante sopraelevazione o con realizzazione al solo piano terra di pertinenze del fabbricato principale), le condizioni di prospicenza verso gli spazi pubblici (non modificabilità dei fili più esterni in caso di estensione, arretramento in caso di sopraelevazione ), la coerenza di inseri- mento e l’armonizzazione del disegno architettonico (in caso di estensione individuale in edifici plurifamiliari e a schiera). In un quadro di vincoli stringenti di natura normativa, tecnica, eco- nomica e, non ultima, operativa, al progettista è richiesto pertanto un grande senso di re- sponsabilità nel dare risposta alle esigenze dell’utenza in accordo con la tutela e il migliora- mento dell’immagine architettonica della città. È necessario pertanto rivendicare l’autonomia e la dignità architettonica di tali interventi che a livello programmatico devono proporsi come “ri- composizioni architettoniche integrali nel senso vitruviano, nel senso cioè di pienezza e integra- lità di concezione progettuale mirante ad una sintesi di tutti i fattori dell’architettura”.

Non si deve infatti correre il rischio di sottovalutare l’impatto di tali interventi con il contesto, più o meno consolidato e storicizzato, e parimenti di non riconoscerne l’autonomia, limitando- ne deliberatamente la carica formale e la potenzialità espressiva. Si tratta in molti casi di inter- venti puntuali in cui le strategie di progetto privilegiano l’ampia gamma delle posizioni inter- medie fra la continuità e il contrasto attraverso la caratterizzazione cromatica e materica dell’ampliamento e la cura minuziosa del dettaglio nel punto di contatto. È utile a tal fine pro- muovere e divulgare esperienze, piccole e grandi, che si distinguono per la sapiente interpreta- zione delle condizioni contestuali nella ridefinizione complessiva dell’organismo edilizio e nella cristallizzazione di un nuovo equilibrio, in una concezione dell’edificio come organismo evoluti- vo e non come un oggetto statico e immodificabile.

Figura 12 - MRVDV, Didden Village, Rotterdam, 2002-2007

Figura 13 - Henning Stummel Architect Ltd., N. 6 Shouldam Street., London, 2004

Nel suo primo periodo di validità dall'entrata in vigore, il Piano Casa la legge ha trovato una risposta applicativa decisamente debole rispetto alle previsioni - e quindi alle aspettative - di rilancio economico annunciate con grande clamore dal governo nazionale e dalle giunte re- gionali. E' possibile affermare che questo fatto sia dovuto, principalmente, ad un gran numero di difficoltà applicative di tipo pratico, concordemente riscontrate dai progettisti, nonché alle

23 Legge Regionale 23 ottobre 2009 n. 4, Regione Autonoma della Sardegna “Disposizioni straordinarie

per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo”

D I E XXIII

Outline

Documenti correlati