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E XXIIIvalore d’uso8 Sul fronte dell’intervento pubblico gli sforzi si concentrano sulla gestione del pa-

trimonio esistente, laddove la cronica insufficienza delle risorse impone una conoscenza appro- fondita dei livelli qualitativi del patrimonio al fine di consentire, sin dalle fasi di pianificazione e programmazione, la definizione di livelli di priorità e di opportunità di intervento e la conse- guente ottimizzazione degli investimenti.

La riqualificazione del patrimonio di edilizia sociale costituisce un campo di indagine significati- vo sulle problematiche e le opportunità di un miglioramento prestazionale complessivo del co- struito, anche in termini di conferimento di valori di immagine prima assenti, e sull’introduzione di metodologie di valutazione della qualità architettonica nelle differenti fasi del processo edili- zio. Tale interesse consegue dalla rilevazione di alcune condizioni: la significativa incidenza delle attività di recupero sul totale degli interventi edilizi, la consistenza del patrimonio di edili- zia residenziale pubblica (in termini quantitativi generali e in termini dimensionali dei singoli comparti o edifici) ed il frequente superamento del livello minimo di efficienza in assenza di interventi manutentivi (che favorisce la fattibilità di un intervento complessivo di riqualifica- zione). La debolezza iniziale di numerosi quartieri ed edifici di abitazione sociale può infatti consentire una maggiore libertà negli interventi di riqualificazione ed il conseguimento di eco- nomie che derivano dalla compresenza di esigenze di adeguamento di diversa natura.

Per il raggiungimento di elevati livelli qualitativi è fondamentale l’esplicitazione di una do- manda forte e condivisa, la cui costruzione si articola nella complementarietà dei momenti di analisi dell’ambiente fisico e sociale (dei suoi caratteri e bisogni, delle criticità e opportu- nità) e della sua sintesi attraverso un’idea di progetto pregnante, il cui valore formale costi- tuisce una componente significativa della qualità globale dell’intervento.

La precisa determinazione del quadro esigenziale-prestazionale riveste un’importanza fonda- mentale nella qualificazione degli interventi sul costruito, in particolar modo per le attività di programmazione e indirizzo alla progettazione, che hanno una forte influenza sul raggiungi- mento degli obiettivi di riallineamento o miglioramento prestazionale e di ottimizzazione della fase gestionale.

La differenza concettuale esistente tra interventi di manutenzione e di riqualificazione può essere individuata nel quadro stabile o mutato delle esigenze dell’utenza, ossia qualora la finalità dell’intervento consista nel ripristino del quadro prestazionale originario, o qualora, alla luce delle nuove esigenze intervenute, ci si proponga il miglioramento delle prestazioni erogate. Gli indicatori prestazionali definiti per l’elaborazione dei programmi e dei progetti di intervento so- no i medesimi, ed il margine di scostamento dal livello di riferimento o benchmark rappresenta un indice della necessità e dell’impegno connesso all’intervento di manutenzione o riqualifica- zione.

L’attività di progettazione, secondo quanto delineato dalla legislazione in materia di Lavori Pubblici, ed in modo significativo per l’intervento sul costruito, non può essere ritenuta come “il punto di partenza del processo edilizio bensì come il nodo centrale che porta a sintesi le prece- denti fasi di esplicitazione, confronto e verifica degli obiettivi, dei bisogni, delle risorse (fisiche ed economiche), dei vincoli e delle ipotesi di intervento ed apre verso la definizione / configu- razione / realizzazione delle soluzioni9”.

L’importanza delle attività preliminari alla progettazione risulta ancor più rilevante in rapporto ad una prassi generalizzata, nella gestione dei patrimoni immobiliari di criteri e modalità di in- tervento non adeguatamente strutturati e dettagliati. Il modello decisionale delineato dalla normativa in materia si fonda invece “sugli studi preliminari e sul progetto, come elementi es- senziali per l’identificazione delle scelte e per l’allocazione delle risorse10”.

8 Si veda Hegger (2010) 9

Di Battista V., Maria Fianchini M. (2007),

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Per quanto attiene le fasi di individuazione dei bisogni e di programmazione degli interventi la normativa sui Lavori Pubblici non fornisce indicazioni e strumenti particolari per la verifica dell’idoneità dei beni a disposizione per il soddisfacimento delle suddette esigenze. Alla com- mittenza sono pertanto richieste una consapevolezza dei propri bisogni e una capacità di con- trollo dell’iter progettuale e realizzativo maggiori.

Le norme UNI della serie 11150 definiscono infatti una gradualità di attività conoscitive del be- ne, definite attività analitiche, necessarie al supporto decisionale relativo a ciascuna fase del processo edilizio. La fase di programmazione degli interventi assume quale finalità la definizio- ne delle tipologia di intervento11 e la conoscenza del bene edilizio necessaria a tal livello è quella propria delle attività prediagnostiche; tali valutazioni consentono di orientare il tipo di intervento e/o le decisioni in merito alla destinazione d’uso ed inoltre di organizzare le succes- sive attività diagnostiche.

Per concludere, il conseguimento di livelli qualitativi elevati nell’intervento sull’esistente si ritiene possa essere tanto più agevolato quanto più l’intero processo edilizio sia fondato su una valu- tazione puntuale e mirata dei livelli prestazionali esistenti e sulla traduzione delle esigenze dell’utenza in requisiti coerenti con i caratteri dell’oggetto edilizio sul quale ci si appresta ad in- tervenire.

Note bibliografiche Note bibliografiche Note bibliografiche Note bibliografiche

Braghieri N.(2009), Sociale, economica popolare, in Casabella, n. 774: 16-21

De Franchis M., Del Nord R., Latina C., Legnante E., Torricelli M. C. (1987), Abitare. Progetto e con-

trollo della qualità. Ricerca finalizzata alla formazione della normativa tecnica regionale per l’edilizia resi- denziale, Alinea, Firenze

Della Spina L. (1999), Procedure di valutazione della qualità abitativa, Gangemi, Roma

Di Battista V., Maria Fianchini M. (2007), a cura di, Procedure preliminari alla progettazione sul costrui-

to, Alinea, Firenze

Hegger M. (2010), a cura di, Wohnwert-Barometer, Fraunhofer IRB Verlag, Stuttgart Lemma M. (2008), Qualità e sicurezza negli edifici, Il Sole 24 Ore, Milano

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Ordinati per complessità di intervento in manutenzione, riqualificazione, recupero, restauro, riuso e demolizione.

D I E XXIII CAPITOLO 4

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La gestione dei patrimoni immobiliari, pubblici e privati, è un settore che negli ultimi decenni è stato oggetto di significative e importanti trasformazioni: la scarsità delle risorse a disposizione, per i primi, e l’esigenza di conseguire la massima redditività, per i secondi, hanno determinato una riorganizzazione generale delle prassi operative con l’introduzione di strategie complesse improntate ad una maggiore efficienza. È possibile infatti registrare un trasferimento al settore immobiliare di processi e metodi applicati tradizionalmente in ambito industriale, in cui l’entità del danno connessa al guasto di particolari componenti ha spinto il perfezionamento di strate- gie di manutenzione preventiva, programmata o secondo condizione.

Da servizio interno alla struttura aziendale, il settore della gestione si evolve progressivamente verso l’attività di una figura imprenditoriale autonoma, con la comparsa sul mercato di opera- tori specializzati nel property management e con la diffusione dei contratti di global service di manutenzione immobiliare. L’esternalizzazione dei suddetti servizi impone al soggetto proprieta- rio la formulazione di precisi livelli prestazionali, richiesti a seguito di un’analisi approfondita delle esigenze da soddisfare e del quadro quantitativo e qualitativo del proprio patrimonio. Sul fronte opposto, quello dell’offerta, si rende necessaria una verifica preliminare di fattibilità delle condizioni richieste, cui far eventualmente seguire il progetto di offerta tecnica ed economica; l’attuabilità e la redditività di una simile organizzazione gestionale si fonda sul maggiore livello di efficienza conseguibile a fronte di un ricorso a metodi e strumenti evoluti.

L’assenza generalizzata di pacchetti documentali e conoscitivi completi e strutturati, impedisce tuttavia la costituzione e la sistematizzazione delle basi di dati che rappresentano l’elemento fondamentale per la definizione di strategie gestionali efficaci ed efficienti. Le attività di censi- mento immobiliare e di due diligence tecnica hanno la finalità di colmare le suddette lacune in tempi brevi e consentire alle parti contraenti di determinare la propria richiesta e la propria of- ferta, in caso di esternalizzazione del servizio di gestione o di dismissione di parte del proprio patrimonio. Se l’applicazione di tali procedure attiene prevalentemente la gestione dei patrimo- ni privati, per quanto attiene il parco edilizio pubblico l’implementazione di sistemi informativi di gestione immobiliare generalmente non prevede procedure avanzate di censimento dello stato manutentivo.

Il legislatore ha voluto sottolineare l’importanza delle problematiche manutentive attraverso l’obbligo di redazione, in fase di progetto esecutivo di un’opera pubblica, di un piano di manu- tenzione. Tale piano si basa essenzialmente sull’organizzazione di un base di dati nel quale vengono raccolte tutte le informazioni inerenti la programmazione della manutenzione al fine di mantenere, per quanto possibile, per l’opera in generale e per il componente in particolare, le funzionalità originarie1.

Alle nuove disposizioni legislative in tema di manutenzione edilizia si accompagna l’attività di normazione tecnica con la creazione di un quadro organico articolato in due direzioni principa- li: la definizione di una struttura generale e di un quadro terminologico unificato da una parte, e la definizione di criteri guida, procedure e apparati strumentali di supporto alla definizione di politiche di manutenzione programmata dall’altra2. La UNI 10604:1997 individua l’obiettivo

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Si veda Domini S. (2009)

2

della manutenzione di un immobile nel “garantire l’utilizzo del bene, mantenendone il valore patrimoniale e le prestazioni iniziali entro limiti accettabili per tutta la vita utile e favorendone l’adeguamento tecnico e normativo alle iniziali o nuove prestazioni tecniche scelte dal gestore o richieste dalla legislazione”3.

Figura 1 - Formulazione e inserimento a bilancio di un piano di manutenzione in una situazione a regi- me (UNI 10604-1997)

Per quanto attiene la manutenzione del patrimonio esistente bisogna tuttavia correlare le op- portunità di una manutenzione programmata con le condizioni del parco immobiliare e l’esigenza di un riallineamento prestazionale preliminare all’adozione di tali strategie.

Sulla base delle esperienze evolute di paesi come l’Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti, l’impegno della ricerca si concentra da una parte sulla previsione della vita utile in opera dei componenti edilizi e dall’altra, sulla scorta dei risultati della prima, sulla stima dei costi medi annui di manutenzione e della rispettiva incidenza sul costo globale in funzione delle differenti tipologie di manufatti edilizi. I risultati di una ricerca condotta in ambito italiano rileva che

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