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I SOGGETTI DELL'ISTITUTO COINVOLTI NEL PROCESSO DI PREVENZIONE E REPRESSIONE DELLA CORRUZIONE PREVENZIONE E REPRESSIONE DELLA CORRUZIONE

I soggetti dell'Istituto coinvolti nel processo di prevenzione e repressione della corruzione e dell'illegalità (di seguito soggetti coinvolti) e, pertanto chiamati a partecipare attivamente all'elaborazione del piano e all'attuazione e controllo di efficacia delle misure con esso adottate sono:

• Il Direttore Generale;

• Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza;

• I Referenti per la prevenzione della corruzione per l'area di rispettiva competenza;

• Organismo Indipendente di Valutazione (O.I.V.);

• L'Ufficio Procedimenti Disciplinari;

• Tutti i dipendenti dell'amministrazione;

• I collaboratori a qualsiasi titolo dell'amministrazione;

• Gli stakeholder.

E' onere e cura del Responsabile della prevenzione della corruzione definire le modalità e i tempi del raccordo con gli altri organi competenti nell'ambito del P.T.P.C.T.

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Il Direttore Generale

Il Responsabil

e della prevenzione

della corruzione

I Referenti per la prevenzione

della corruzione per l'area di

rispettiva competenza

Organismo Indipendent

e di Valutazione

(O.I.V.) L'Ufficio

Procedimenti Disciplinari Tutti i

dipendenti dell'amministra

-zione I collaboratori a

qualsiasi titolo dell'amministra

-zione

Gli stakeholder interni ed

esterni

45 2.1. IL DIRETTORE GENERALE

Il Direttore Generale, nominato dal Presidente della Regione, rappresenta legalmente l’Istituto e ne assicura il perseguimento della missione avvalendosi dell’attività degli organismi e delle strutture organizzative.

Garantisce la gestione complessiva dell’Istituto, coadiuvato dal Direttore Scientifico, dal Direttore Sanitario e dal Direttore Amministrativo.

Il Direttore Generale presidia lo svolgimento di tutte le funzioni necessarie alla direzione, all’organizzazione e all’attuazione dei compiti nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza nonché dei criteri di efficacia, di efficienza e di economicità di gestione.

Il Direttore Generale, attraverso il coordinamento di tutte le articolazioni organizzative aziendali, assicura il recepimento degli indirizzi degli enti istituzionali, mantiene la complessiva coerenza dell’azione di governo dell’Istituto e sviluppa le relazioni interaziendali.

Avuto riguardo alle disposizioni di cui al d.lgs. 502/1992 e s.m.i., salva diversa indicazione da parte degli organi competenti, svolge le funzioni che la norma attribuisce all'organo di indirizzo politico delle pubbliche amministrazioni, e, pertanto:

 Individua il responsabile della prevenzione della corruzione;

 Adotta, su proposta del responsabile della prevenzione della corruzione, entro il 31 gennaio di ogni anno, il piano triennale di prevenzione della corruzione;

 Garantisce, al responsabile della prevenzione della corruzione, un adeguato supporto, mediante assegnazione di appropriate risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio.

2.2. IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) è nominato dal direttore generale, di norma scelto tra i dirigenti amministrativi di ruolo in servizio, con criterio di rotazione. Il relativo nominativo è comunicato alla Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l'Integrità delle amministrazioni pubbliche CiVIT (ora ANAC).

E' individuato, di norma, tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio.

La designazione del RPCT deve essere comunicata alla Autorità Nazionale Anticorruzione.

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Alla Autorità Nazionale Anticorruzione va anche comunicato l'indirizzo di posta elettronica certificata del RPCT individuato dal Direttore Generale.

L'incarico di RPCT si configura, di norma, come incarico aggiuntivo a quello già ordinariamente svolto dal dirigente individuato.

Non può essere nominato RPCT un dirigente che sia stato destinatario di provvedimenti giudiziali di condanna o di provvedimenti disciplinari e che non abbia dato dimostrazione nel tempo di comportamento integerrimo.

Nella scelta del RPCT va esclusa l'esistenza di situazioni di conflitto d'interesse.

In presenza di più aspiranti all'incarico, l'Istituto acquisisce la disponibilità e valuta.

Nell'affidamento dell'incarico di RPCT si segue un criterio di rotazione/alternanza tra più dirigenti.

Considerato il ruolo e le responsabilità che la legge attribuisce al RPCT la scelta deve ricadere su un dirigente che si trovi in una posizione di relativa stabilità, per evitare che la necessità di intraprendere iniziative penetranti nei confronti dell'organizzazione amministrativa possa essere compromessa anche solo potenzialmente dalla situazione di precarietà dell'incarico.

L'Istituto assicura al RPCT lo svolgimento di adeguati percorsi formativi e di aggiornamento.

L'Istituto assicura al RPCT, in considerazione del suo delicato compito organizzativo e di raccordo, un adeguato supporto, mediante l'assegnazione di appropriate risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio, creando un modello a rete, in cui possa esercitare poteri di programmazione, impulso e o coordinamento e la cui funzionalità dipende dal coinvolgimento e dalla responsabilizzazione di tutti coloro che, a vario titolo, partecipano all’adozione e attuazione delle misure di prevenzione.

Con Delibera del D.G. n. 177 del 24 aprile 2013, il Dott. Gianvito AMENDOLA, Dirigente dell’U.O.

AA.GG. e Personale, è stato nominato il Responsabile della prevenzione della corruzione.

2.3. FUNZIONI DEL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Competono al RPCT le funzioni di seguito indicate, da svolgersi in stretta e costante collaborazione con i responsabili dei centri di attività e di risorsa:

 Elaborare la proposta di piano triennale di prevenzione della corruzione, che viene sottoposta al direttore generale per l'adozione entro il 31 gennaio di ogni anno, (in fase di prima applicazione, gli enti adottano il P.T.C.P. e il P.T.T.I. entro il 31 gennaio e contestualmente provvedono alla loro pubblicazione sul sito istituzionale – Intesa tra Governo, Regioni ed Enti Locali per l'attuazione dell'art. 1 commi 30 e 61 della L. n.

190/2012);

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 Definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione;

 Verificare l'efficace attuazione del piano e della sua idoneità;

 Proporre modifiche al piano in caso di accertamento di significative violazioni o di mutamenti dell'organizzazione;

 Verificare l'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici o strutture preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;

 Individuare il personale da inserire nei percorsi di formazione sui temi dell'etica e della legalità;

 Pubblicare, entro il 15 dicembre di ogni anno, sul sito web aziendale, una relazione recante i risultati dell'attività svolta e la sua trasmissione al direttore generale e all’O.I.V.;

 Monitorare il rispetto dei termini di conclusione dei processi e/o procedimenti da parte degli uffici e delle strutture dell'Istituto;

 Monitorare i rapporti instaurati tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi, economici e non, di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione, attraverso appositi moduli da somministrare ai dipendenti, agli utenti, ai collaboratori esterni e ai fornitori in relazione agli importi economici in gioco;

 Garantire massima trasparenza a tutte le iniziative volte a prevenire, impedire contrastare il verificarsi di fenomeni di corruzione e ad assicurare l'osservanza della legalità e lo sviluppo della cultura dell'integrità;

 In materia di accesso civico, oltre ad avere la facoltà di chiedere agli uffici dell’amministrazione informazioni sull’esito delle istanze, si occupa, per espressa disposizione normativa (art. 5 c. 7, d.lgs. 33/2013, come novellato dal d.lgs. 97/2016, dei casi di riesame (sia che l’accesso riguardi dati a pubblicazione obbligatoria o meno);

 Al fine di prevenire e controllare il rischio derivante da possibili atti di corruzione il RPCT può, in qualsiasi momento, chiedere ai responsabili delle UU.OO. di fornire per iscritto adeguata motivazione circa le circostanze di fatto e le ragioni giuridiche che hanno sotteso alle scelte effettuate relativamente ai procedimenti e/o processi di competenza;

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 Il RPCT può, in ogni momento verificare e chiedere delucidazioni per iscritto e verbalmente a tutti i dipendenti su comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente corruzione e illegalità;

 Il RPCT accerta, altresì, che a tutti i dipendenti nonché al personale convenzionato venga consegnata, a cura dell'U.O. competente, copia del codice comportamentale, del codice etico e del piano della prevenzione della corruzione;

 I compiti attribuiti al RPCT non sono delegabili, se non in caso di straordinarie e motivate necessità, riconducibili a situazioni eccezionali, mantenendosi comunque ferma nel delegante la responsabilità non solo in vigilando ma anche in eligendo;

L'imputazione della responsabilità per il verificarsi di fenomeni corruttivi in capo al RPCT non esclude che tutti i dipendenti delle strutture dell'Istituto coinvolte nell'attività amministrativa mantengano, ciascuno, il personale livello di responsabilità in relazione ai compiti effettivamente svolti. Al fine di realizzare la prevenzione, l'attività del RPCT deve essere strettamente collegata e coordinata con quella di tutti i soggetti presenti nell'organizzazione dell'amministrazione.

Il provvedimento di revoca dell'incarico amministrativo di vertice o dirigenziale conferito al soggetto cui sono state affidate le funzioni di RPCT, comunque, motivato, è comunicato all'Autorità nazionale anticorruzione che, entro trenta giorni, può formulare una richiesta di riesame qualora rilevi che la revoca sia correlata alle attività svolte dal Responsabile della prevenzione della corruzione.

Nel caso in cui nei confronti del RPCT siano avviati procedimenti disciplinari o penali si procede all’applicazione dell'obbligo di rotazione ed alla conseguente revoca dell'incarico.

2.4. RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA E DISCIPLINARE DEL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

A fronte dei compiti che la legge attribuisce al RPCT sono previsti consistenti responsabilità in caso di inadempimento.

In caso di commissione, all'interno dell'amministrazione, di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato, il RPCT risponde ai sensi dell'articolo 21 del d.lgs. 30 marzo 2001 n.

165, e s.m.i, nonché sul piano disciplinare, oltre che per il danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione, salvo che provi tutte le seguenti circostanze:

a) di aver predisposto, prima della commissione del fatto, il piano di cui all'art. 1 comma 5 della legge n. 190/2012 e di aver osservato le prescrizioni di cui all'art. 1 commi 9 e 10 della stessa legge;

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b) di aver vigilato sul funzionamento e sull'osservanza del piano.

In tal caso, la sanzione disciplinare a carico del RPCT non può essere inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad un massimo di sei mesi.

In caso di ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste dal piano, il RPCT risponde ai sensi dell'articolo 21 del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, e s.m.i., nonché, per omesso controllo, sul piano disciplinare.

La mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione per la selezione e la formazione dei dipendenti ad operare in settori particolarmente esposti al rischio della corruzione, da parte del RPCT, costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale. La previsione di questa responsabilità dirigenziale rende necessaria la creazione di un collegamento tra l'adempimento normativamente richiesto e gli obiettivi individuali in sede di negoziazione dell'incarico dirigenziale e nello stesso inseriti. Parimenti tali obiettivi devono essere inseriti nel Piano della Performance in modo che siano oggetto di adeguata valutazione della performance individuale.

Le recenti modifiche apportate dal d.lgs. 97/2016 precisano che in caso di ripetute violazioni del PTPC sussiste la responsabilità dirigenziale e per omesso controllo, sul piano disciplinare, se il RPCT non prova di aver comunicato agli uffici le misure da adottare e le relative modalità e di aver vigilato sull’osservanza del piano. I dirigenti, pertanto, rispondono della mancata attuazione delle misure di prevenzione e corruzione, ove il RPCT dimostri di aver effettuato le dovute comunicazioni agli uffici e di aver vigilato sull’osservanza del Piano.

Al fine di assicurare l’effettivo inserimento dei dati nell’Anagrafe unica delle stazioni appaltanti (AUSA), il RPCT è tenuto a sollecitare l’individuazione del soggetto preposto all’iscrizione e all’aggiornamento dei dati e a indicarne il nome all’interno del PTPC.

In caso di mancata indicazione nel PTPC del nominativo RASA, previa richiesta di chiarimenti al RPCT, l’Autorità si riserva di esercitare il potere di ordinare ai sensi dell’art. 1, c. 3, della l.

190/2012, nei confronti dell’organo amministrativo di vertice.

L'incarico di RPCT si configura come incarico aggiuntivo a quello già ordinariamente svolto dal dirigente individuato e non dà luogo ad alcuna remunerazione.

Con Deliberazione del D. G. n. 650 del 17 novembre è stato nominato Responsabile RASA dell’IRCCS CROB, l’Ing. Maria Gelsomina LAULETTA – Dirigente Responsabile dell’U.O.S.D. – Gestione Tecnico Patrimoniale.

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La legge non individua la durata dell’incarico; considerato il suo predetto carattere