Quand’udìlanovella,immantenente Sidispensòognisualegione.
La leggeliera assai contradieente;
DigitizedbyGoogle
30 L’INTELLIGENZA Pensòdiessere in
Roma
alastagione, Quand’ella dispensavainuov’onori, Poieli’ieran cassiisuoi procuratori,\E
non poteanperlui farderaandagiode.Evvi
come
dasanatorigravato Sitenne,escrisse loro in cotal guisa,E mandò
duetrebuni ’nanzi’lsanato, Chiese’ltrionfo sanz’ altracontesa: Dipintov’ècome
fue refusato,E
laguerra chefueper quello impresa.GiunseinRavennaenonfecedimoro; * Fecetagliardall’unaparteilmuro, Sìchel’uscita no’lifuecontesa.
E
di làmosse ogni sualegioneQuando
lanotte fuscuravenuta,E
no’ restòsìvenne a Rubicone,Un
fiumech’ieradigrandeparuta.Evvilalegge, eh’ a quella stagione lera dal
mondo
dottataetemuta.Chicontra
Roma
armatolàpassasse.Nemicode’
Roman
sìs’appellasse;E
nullascusan’iera ricevuta.Cesare standoalariva pensoso, Dipinto v’è
come
vide apparireUna
formad’aspetto assai dottoso:Feminascapigliata iera’n parere
E
dicevacon granpianto pietoso:«Figliuoli,ovevolete voi venire? uRecatevoiincontra
me
mie’nsegne?DigitizedbyGoogte
f '
POEMA
31«Perpacemettersarebber piùdegne.
«Pensateben che ne puote avenire(1).» Cesare, ch’iera pienodigrand’ingegno,
Sipropensò ched imaginefosse Che' presentasse
Roma
incotalsegno;Ad
altavoce sueparotemosseE
disse:««Roma,incontratenon vegno;«Ma
torno, ch’ioson tuopiùc’anchefosse,*
E
tudovrestiaccogliermi,pensando«C’hosottomisoil
mondo
altu’comando,«Si
mi
deionorareovunqu’iofosse. « Evvicome
sivolsea’cavalieriE
disselor:«Signori, se noivolemo,«Noi potenritornareperlisentieri:
«Senoi passiam, parràchenoifaremo.»
Allorvid’apparire
un
businieri.L’altraformaspariochedett’
avemo
:Questisonavaforteunatrombetta,
E
poisonòun
cornoagrandefretta.Poipassòl’acquaenondal latostremo.
Quando
Cesarlovide,immantenente Fedì’l cavalloaifianchidelisproni;E
passòRubiconpiùvistamente, Ches’egliavessecuorper treleoni.E
dissea’suoi:«Passate arditamente.»Allorpassar tuttesuelegioni
Poi disse:«Ornai
non
voglioamor, nèpace.(i)Luean. Pharsal.,I:
lngens visa duci patri» trepidantisimago, Clara perobscuramvultumestissimanoctem,etc.
DigitizedbyGooglc
32 L’INTELLIGENZA
«La
guerra con Pompei* moltomi
piace;«Fortunafieconnoialestagioni.»
A
Rimine giugnendoicavalieri, Dipinto v’échetue di notte scura;Trombetteecornisonavansifieri-,
CheiRiminositremardipaura.
Curio trebunoparlò primieri,
E
disse;«la sonper te dtRoma
fuora;••Nostrafranchigia énelatua speranza:
«Cavalca, Cesar,sanza dimoranza;
•«Ituoinemicinon avranno dura(1).« Cesare, intalentato di battaglia,
Parlamentòedisseaisuoi:lontani
«Per
me
soffert’avetegrantravaglia«A
conquistare molti paesi strani.«Or
siamnoi in altressìgran scomunaglia,«
Com’
Anibaldore faco’Romani. *«Signor’,prendiam vistamentelaguerra;
«La
soveranavirtùchenonerra• «Si tienconnoi, elidiisovrani.»»
Quando
Cesarebbesìparlato, , , lipopulo cominciòtutto a fremire•••»Perlapietà delbuon
romano
stato,.Cheitempli elemagioni convienperire*
E
ipiùarditiavean cuor ammollato.Ma
Cesarlisormontaingrand’ardire, Poichel'amavantuttioltremisura.Leliussotrassiavantiallora, Ch’aiprimofronte solea tuttor gire.
(1)Pharsal.,I:*
Audasvenalicomitatur Curio lingua,etc.
DigitizedbyGoogh
POEMA
33 Dipintov’ èc’avcaun
dardoinmano
Quelfortecavaliersìvigorito;
E
tuttordavailcolpoprimerano,Quando
lostormofossestabilito.E
disse ingrandegridosoverano:<*Cesare,grandeduca, prò’eardito,
«Perché dimore tuetarde tanto? -Dimostrailtu’poder,che n’haicotanto:
«Sicchéda’Sanatornonsieschernito.
«Quantol’animaflenelemie vene
“
E
miobracciopotràdardoportare,«Iononrefuseròguerra nè pene:
«Pertefarò crudei cose saggiare.
«Ciò che comanderaiflefattobene,
«Com’i’hofatto in Sithiaedoltremare;
•Pertedispoglierò templiemagioni,
«A Roma
torròloggieepadiglioni:«Io faròquantovorrà’addimandare(1). «
Quando
Cesarlivide intalentati, Chelisembravacosa destinata,Mandò
per tuttiicavalier pregiati Di su’conquistoperognicontrata.FranceschiePotevinvifuormenati,
E
d’Alamannivifugran masnata, FuorviFiamminghi,eLombardi,e Toscani, LimozieSasognesi,eque’de’Rani, Che sanfondare e lanciar per usata.(i)Phartal.,I:
Laelius
«Silicei,cxclamat.Romani maximercctor
«Nominis,eie.»
DinoCompagni 3
DigitizedbyGoogle
34 l’intelligenza Dipintisonvi quei eh' aCesarfuoro.
Que’cavalieridiStainepernatura;
E
que’diBelviginvenner conloro,E
gliArvernazzivivenneroancora, Beicari, eGuascognesi,e diBigoro.Cesarpromisesoldo oltremisura.
La sua speranzafue sol ne’Franzesi, Que’eh’ierandiprodezz’ accortie ’ntesi, Perché’nbattagliafaceanlunga dura(1).
Mosse la’nsegna ad aguglia premente,
E
icavalierientrar perlapianura, Ardendoedibrusciandovilleegente;Templie
magion
mettevano adarsura.Come
inRoma
siseppe,immantenenteI
buon Roman
s’uscirfuordelemura,E
perpaurasìn’uscioPompeo Che
giammaiRoma
piùnonrivedeo, Catone,eBruto,edaltria dismisura.E
tuttov’é,com’ne
parlòLucano, Propiamentedilor partimento.Colorchetutto’1
mondo
non temiàno,A
grandiassedjconmolt’ardimento Sicurinelelortendedormiàno,E
inRoma
dimorareebber pavento.Sede’temeròinsìforte fortezza,
Dove
credeangiammai
trovar salvezza?Fidàrsi nellontan dipartimento.
(1)Phartal.,I:
Inde ruendi In ferrimimens pronaviris.. .
DigitìzedbyGoogle