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4 VENEZIA E IL “MODELLO ITALIANO”

4.4 Specificità della situazione veneziana

Intorno al 1887 a Venezia vengono presentati quaranta piani di rettifica e ammodernamento con lo scopo di riportare la città in linea con le moderne norme igienico-sanitarie. L'opposizione si fa feroce, capitanata da Pompeo Molmenti (1852- 1928) e da Giacomo Boni, che si prodigano in eclatanti denunce per mobilitare autorità e opinione pubblica contro la minaccia di uno sventramento potenzialmente letale per la città. Nel 1889 il Comune è costretto a ridimensionare il piano e a sottoporlo all'approvazione di una commissione ministeriale composta da membri del mondo storico-artistico, tra i quali lo stesso Giacomo Boni, e funzionari statali incaricati dell'attuazione delle disposizioni sanitarie. Nel 1890 è l'intervento

48 GULLO T., Il diario di Canzoneri, l'uomo che colora la luce, in “Repubblica”, 31 marzo 2009. 49 DI STEFANO E., E per pennello un fascio di luce. Cefalù, vetrate nuove per il Duomo normanno, in “Art e dossier”, n. 5, 1990, pp. 20- 24.

del Ministero della Pubblica istruzione a bloccare definitivamente questo progetto, superando le insanabili divisioni tra le parti. Una situazione analoga si verifica parallelamente in quasi tutte le città storiche della penisola, che vedono il moltiplicarsi di associazioni e comitati impegnati ad opporsi ai violenti tentativi di ammodernamento promossi dalle amministrazioni municipali. Tuttavia il fronte dei conservatori non avrà sempre lo stesso successo, riuscendo spesso solo a contenere il potenziale distruttore dei progetti senza scongiurare irreversibili alterazioni della città antica50.

Questa situazione, oltre dare un'ulteriore prova di quanto il rapporto conflittuale tra vecchio e nuovo sia parte integrante della storia della tutela italiana, rivela il carattere assolutamente unico che Venezia riveste da sempre all'interno di questo dibattito, essendo riuscita a conservare ancor oggi la propria fisionomia di città medievale ed il proprio paesaggio monumentale anche a discapito delle insidie di una modernizzazione forzata51. Tuttavia questo fenomeno non è avvenuto

impermeabilizzando la città al cambiamento; uno sguardo ravvicinato rivela la complessità effettiva del suo tessuto urbano, che è il risultato di un intreccio di continue trasformazioni e stratificazioni.

Questo aspetto rappresenta uno dei caratteri più peculiari di Venezia, il suo essere città inclusiva, capace di inglobare le modificazioni senza dare l'impressione di esserne compromessa. Il suo aspetto unico ha affascinato i viaggiatori di ogni epoca ed è entrato a pieno diritto nella letteratura ottocentesca venendone a sua volta plasmato, deformato dal mito della distruzione imminente. Attraverso le suggestioni di Byron o di Ruskin, Venezia si costruisce quell'immagine di città in dissolvimento e diventa bella proprio perchè sul punto di decadere. Questa visione puramente contemplativa di Venezia come una realtà da esperire solo a livello

50 ZUCCONI G., La città contesa... op.cit., pp. 104- 106.

51 BARRAL i ALTET X., Venezia nella storia dell'arte e nell'immaginario europeo, in BARRAL i ALTET X. (a cura di), La storia dell'arte a Venezia ieri e oggi: duecento anni di studi, «Atti del convegno di studi, Venezia 5- 6 novembre 2012» Venezia, 2013, p. 20.

estetico, questo “equivoco romantico”52, come definito da Sergio Bettini, è alla base

della prassi di museificazione che ancora oggi affligge la città. L'accettazione nostalgica dello scorrere del tempo si è trasformata al volgere del secolo nel terrore della propria sparizione. In laguna il problema della salvaguardia ambientale è intrecciato per sua natura con quello della conservazione dei singoli monumenti e del tessuto storico della città, e alla difesa contro i sostenitori della modernizzazione a tutti i costi, essa ha sempre unito quella del precario equilibrio del suo ecosistema.

Dagli appelli accorati di Giacomo Boni contro gli sventramenti del tessuto storico alla odierna legge speciale per la Salvaguardia, Venezia dimostra quindi di aver vissuto gran parte del secolo nel timore della propria dissoluzione. In particolar modo dopo l'alluvione che ha colpito la città nel 1966, la tutela della sua unicità è passata ufficialmente ad essere un problema di interesse nazionale e mondiale. Oggi il processo erosivo della laguna, i fenomeni di subsidenza e di abbassamento dei fondali, il traffico crocieristico e i massicci flussi turistici, in costante incremento negli ultimi sessant'anni contro una popolazione locale in netta diminuzione, sono tutti elementi che sembrano rendere ancor più concreto questo pericolo.

I timori e l'impegno in prima linea dei conservatori non hanno potuto impedire lo sviluppo fisiologico dell'organismo urbano: un gran numero di palazzi storici ha cambiato destinazione d'uso, secondo il modificarsi delle abitudini e dei modi di abitare della popolazione nel corso dei decenni e le loro rinnovate necessità pratiche. Un fenomeno tipicamente veneziano è proprio quello della intensa frammentazione dello spazio interno dei grandi palazzi antichi in un numero sempre maggiore di appartamenti di piccole dimensioni, spesso destinati anche ad ospitare uffici o strutture alberghiere53. La necessità di adeguare queste strutture ai moderni

impianti e alle normative di sicurezza, analogamente a quanto avviene in qualsiasi altra città, si scontrano quotidianamente con la scarsa ricettività delle architetture

52 BETTINI S., Forma di Venezia, Venezia, 1953, p. 33.

53 MENICHELLI C., Le caratteristiche specifiche della tutela a Venezia, in CALEBICH E. (a cura di),

antiche e con la volontà di mantenere inalterato il loro aspetto storico. Oltre ai palazzi, hanno incontrato significative rifunzionalizzazioni anche molti siti come i Magazzini del Sale, la Punta della Dogana, l'Arsenale e i Lazzaretti, sedi di attività oggi dislocate altrove o non più praticate e quindi oggetto di restauri e sensibili trasformazioni, in molti casi in senso museale. Quando le ragioni dell'urbanistica diventano inevitabili, sulla laguna cala spesso anche l'ombra dei progetti firmati dalle grandi personalità del mondo dell'architettura; l'unicità e la rilevanza internazionale del contesto infatti rendono Venezia una vetrina tra le più ambite per chi vuole lasciare un segno, anche a discapito degli scrupoli conservativi.

Considerate queste caratteristiche, la soluzione per salvare Venezia non sembra comunque realizzarsi chiudendo le porte al nuovo. Frequentemente si sente riferirsi alla laguna come città-museo, o come città-opera, concetti che, mentre alludono alla generale uniformità del suo tessuto edilizio e monumentale e al suo aspetto morfologicamente concluso, la riducono al mito di sé stessa, rendendola un semplice oggetto del consumo turistico. In un contesto con caratteristiche così peculiari, si è rivelata dannosa sia la resistenza a qualsiasi tipo di intervento, che ha congelato la città in un passato senza tempo e nelle forme di un fenomeno da baraccone, sia l'apertura al cambiamento incondizionato e fuori controllo. Una gestione consapevole delle trasformazioni, realizzata attraverso una scrupolosa pianificazione, sembra porsi oggi come il giusto mezzo per riunire questi due estremi in una più coerente strategia di valorizzazione54.