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Gli aiuti di Stato compatibili o potenzialmente compatibili col mercato interno Il potere di controllo della Commissione.

L A DISCIPLINA DEGLI AIUTI DI S TATO E LA POLITICA EUROPEA DELLA CONCORRENZA

3.5 Gli aiuti di Stato compatibili o potenzialmente compatibili col mercato interno Il potere di controllo della Commissione.

Come affermato nel precedente paragrafo, l’art. 107 TFUE sancisce un generale principio di incompatibilità degli aiuti che rivestono determinate caratteristiche in esso stabilite, ma non pone, tuttavia, un divieto assoluto e generale. Infatti, gli aiuti che sono contemplati nell’ordinamento comunitario in quanto automaticamente (271) compatibili con il TFUE (c.d. compatibilità de jure), sono

quelli indicati dal medesimo art. 107 TFUE al pgf. 2, ai sensi del quale: «sono compatibili con il mercato interno:

a) gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che siano accordati senza discriminazioni determinate dall'origine dei prodotti, e ciò in quanto il consumatore finale non incide sul gioco della concorrenza (272);

b) gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali (273);

c) gli aiuti concessi all'economia di determinate regioni della Repubblica federale di Germania che risentono della divisione della Germania, nella misura in

(271) Questo non significa che tali aiuti sono sottratti al controllo della Commissione, in

quanto è comunque compito della stessa sorvegliare sul rispetto delle condizioni stabilite per la loro ammissibilità laddove, solo in caso di esito positivo di tale verifica, essa potrà autorizzarli. In tal senso v. C. giust. Ce, sentenza del 29 aprile 2004, Grecia c. Commissione, causa C- 278/2000, in Racc., I-3997.

(272) Si tratta, ad esempio, delle riduzioni di prezzo per alcuni beni o servizi in favore di

determinate categorie di persone, appunto consumatori finale, economicamente deboli. Cfr. STROZZI G., Gli aiuti di Stato, in AA.VV., Diritto dell’Unione europea – Parte speciale, cit., p. 365.

(273) Ci si riferisce, cioè, a quella tipologia di aiuti volti a ristabilire la situazione esistente

prima del verificarsi dell’evento nefasto, i quali, pertanto, devono essere proporzionati al danno subito, devono avere natura temporanea e devono essere concessi soltanto qualora venga dimostrato un nesso di causalità diretta tra il pregiudizio subito e l’evento calamitoso.

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114 cui sono necessari a compensare gli svantaggi economici provocati da tale divisione. Cinque anni dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare una decisione che abroga la presente lettera (274)».

Il successivo pgf. 3 dell’art. 107 TFUE prosegue con l’elencazione degli aiuti che possono considerarsi compatibili a seguito di un accertamento della Commissione o del Consiglio, ai quali, è di fatto attribuito un ampio potere discrezionale (275).

In sostanza, come osservato in dottrina, la valutazione operata dall’Esecutivo europeo mira a stabilire se, in nome del comune interesse, sia accettabile una temporanea distorsione della concorrenza al fine di garantire la sopravvivenza di una determinata impresa e, quindi, la stessa vitalità del settore economico-industriale in cui la medesima opera (276) e sempre che vengano rispettati i principi fondamentali dell’ordinamento dell’Unione europea, quali quelli di proporzionalità e di non discriminazione.

In ogni caso, le deroghe di cui si dirà di seguito, devono essere interpretate in modo restrittivo in sede di esame dell’aiuto, alla luce del principio di trasparenza e dell’interpretazione teleologica della norma in esame, nel senso che l’aiuto concesso

(274) Teoricamente questa disposizione dovrebbe ritenersi ormai superata in ragione della

riunificazione della Germania; ma poiché è stata mantenuta anche nel testo del Trattato di Lisbona, essa pare doversi mantenere ancora oggi. In realtà, in forza del principio secondo cui le deroghe devono essere oggetto di interpretazione restrittiva, affinché detta disposizione continui ad operare, sarà necessario dimostrare l’esistenza di un nesso causale diretto tra la situazione del settore in difficoltà in quella determinata regione dopo la riunificazione rispetto a quella preesistente. Così STROZZI G., Gli aiuti di Stato, in AA.VV., Diritto dell’Unione europea – Parte speciale, cit., p. 365.

(275) Al riguardo v. DELLA CANANEA G., Il ruolo della Commissione nell’attuazione del

diritto comunitario: il controllo sugli aiuti statali alle imprese, in Riv. dir. pubb. com., 1992, p. 399 ss.; TRIGGIANI E., I poteri di controllo della Commissione sugli aiuti alle imprese pubbliche, in Riv. dir. eur., 1990, p. 489 ss.

(276) Cfr. DIVERIO D., Gli aiuti di Stato al trasporto aereo e alle banche: dalla crisi di

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115 e che rischia di falsare la concorrenza viene compensato dall’interesse comune, ed apporta un beneficio per l’Unione e non un indebito vantaggio esclusivo dello Stato beneficiario (277). Tale disposizione, precisa che: «possono considerarsi compatibili

con il mercato interno:

a) gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché quello delle regioni di cui all'articolo 349 TFUE, tenuto conto della loro situazione strutturale, economica e sociale (278);

b) gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo oppure a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro nel suo complesso e non in riferimento a specifiche regioni o singoli settori (279);

(277) Al riguardo v. Dec. Ce n. 317/92, in G.U.C.E., L 171 del 1992 ed il Reg. Ce del

Consiglio n. 994/98 del 7 maggio 1998, in G.U.C.E., L 142 del 14 maggio 1998, p. 1 ss., che si ricorda è stato modificato dal Reg. Ce n. 1628/2006 della Commissione, del 24 ottobre 2006, relativo all’applicazione degli e degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato per investimenti a finalità regionale, in G.U.C.E., n. L 302, dell’1 novembre 2006, p. 29, a sua volta abrogato dal Reg. Ce n. 800/2008 della Commissione del 6 agosto 2008 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato (regolamento generale di esenzione per categoria), in G.U.U.E., n. L 214, del 9 agosto 2008, p. 3 ss., i cui effetti si sono prodotti fino al 31 dicembre 2013.

(278) La Commissione europea ha elaborato alcuni indici, quali la densità di popolazione, il

livello di disoccupazione, il potere d’acquisto ecc., in base ai quali deve essere rilevato il livello «anormalmente basso» del tenore di vita, con riferimento non al livello medio nazionale dello Stato membro ove l’impresa si trova, bensì al livello medio di sviluppo esistente nell’insieme dell’Unione. In tal senso si è espressa la C. giust. Ce nella nota sentenza del 17 settembre 1980, Philip Morris, causa 730/79, in Racc., p. 2671. Dette misure mirano a perseguire una soluzione durevole ed efficace per lo sviluppo regionale che, come evidenziato nel cap. I del presente lavoro, ai sensi dell’art. 174 TFUE dettato in materia di coesione economica, sociale e territoriale, è uno dei principali obiettivi dell’Unione e che risponde all’esigenza di mantenere un certo equilibrio tra la politica della concorrenza e quella di sviluppo regionale. Cfr. STROZZI G., Gli aiuti di Stato, in AA.VV., Diritto dell’Unione europea – Parte speciale, cit., p. 366.

(279) Al riguardo basti ricordare che un progetto può essere qualificato di interesse comune

europeo esclusivamente quando faccia parte di un programma transazionale supportato dai governi di più Stati membri o si inserisca in un’azione tra i medesimi concordata al fine di fronteggiare un’esigenza comune (quale, ad esempio, l’inquinamento ambientale). Così come in

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116 c) gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo economico di talune attività o di talune regioni economiche, per correggere gli squilibri regionali e sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (280);

d) gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non alterino le condizioni degli scambi e della concorrenza nell'Unione in misura contraria all'interesse comune (ad es. aiuti al settore audiovisivo o alla cinematografia);

e) le altre categorie di aiuti, determinate con decisione del Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento (281)».

A tal proposito, merita evidenziare come il sindacato della Corte di Giustizia e del Tribunale di primo grado sulle decisioni della Commissione è tutt’oggi limitato, in quanto non può abbracciare le valutazioni di merito, proprie della Commissione stessa, ma può solo vertere sul rispetto delle norme procedurali, sull’obbligo della motivazione, sulla correttezza materiale dei fatti posti a base della decisione, sullo sviamento di potere e sull’insussistenza di un errore manifesto nella valutazione dei fatti.

più occasioni affermato dalla giurisprudenza comunitaria, il grave turbamento deve coinvolgere l’intera economia dello Stato e non solo quella di singole regioni o di particolari produzioni e deve, altresì, essere valutato in un contesto comunitario. In tal senso si è espressa C. giust. CE, sentenza del 30 settembre 2003, Freistaat Sachsen, causa C-57 P/00, in Racc., I-9975.

(280) Rientrano in tale categoria i c.d. aiuti settoriali, ovvero quelli tendenti a creare

condizioni di competitività per i settori in crisi soggetti a forte concorrenza, o in crescita, riferiti, ad esempio, all’industria aereonautica, siderurgica o dei trasporti ferroviari e su strada. Cfr. a tal proposito gli Orientamenti in materia di aiuti a finalità regionale 2007-2013, in G.U.U.E., C 54 del 4 marzo 2006, p. 13 ss., nonché il Reg. generale di esenzione per categoria n. 800/2008 del 6 agosto 2008, in G.U.U.E, L 214 del 9 agosto 2008, p. 3-47;

(281) Si tratta sostanzialmente di una tipologia di aiuti residuale ed eventuale, consistente in

sistemi generali di interventi, che il Consiglio è chiamato a disciplinare a seconda delle particolari esigenze che si presentano nel mercato interno.

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117 Al contempo, la discrezionalità della Commissione in materia, risulta circoscritta dalla prassi che la stessa Commissione e la Corte di Giustizia hanno adottato negli anni, introducendo e cristallizzando vari principi relativi al giudizio di compatibilità (282). Con il Reg. Ce n. 659/1999 (283), recentemente modificato dal

Reg. Ue n. 734/2013 (284) e con il successivo Regolamento di esecuzione della

Commissione n. 794/2004 (285), a sua volta modificato dal Reg. Ce n. 1147/2008

(286), si è finalmente, addivenuti ad una procedura di controllo degli aiuti di Stato sulla base dell’art. 108 TFUE (ex art. 88 TCE) (287) così che, tutti i provvedimenti

(282) La Commissione, difatti, deve ad esempio considerare l’intervento pubblico in

prospettiva comunitario e non nazionale e può autorizzare l’aiuto in ragione di una contropartita costituita dalla partecipazione di una determinata impresa a soddisfare un interesse comunitario individuabile in uno degli obiettivi ricompresi nell’attuale art. 107, par. 3 TFUE. Sul punto cfr. MASALA L., Analisi delle forme di intervento pubblico nei traffici aerei di linea, cit., p. 119.

(283) Reg. Ce n. 659/1999 del Consiglio del 22 marzo 1999, recante modalità di

applicazione dell’art. 93 TCE, in G.U.C.E., L 83 del 27 marzo 1999, p. 1 ss. In tale materia si sono susseguiti i seguenti regolamenti di procedura: Reg. Ce n. 794/2004 della Commissione del 21 aprile 2004, recante disposizioni di esecuzione del reg. Ce n. 659/1999 del Consiglio recante modalità di applicazione dell'articolo 93 del trattato CE, in G.U.C.E., n. L 140, del 30 aprile 2004, p. 1 ss.; Reg. Ce n. 1627/2006 della Commissione del 24 ottobre 2006, che modifica il reg. Ce n. 794/2004 relativamente ai moduli standard per la notifica degli aiuti, in G.U.C.E., del 1 novembre 2006, n. L 302, p. 10 ss.; Reg. Ce n. 1935/2006 della Commissione del 20 dicembre 2006, recante modifica del reg. Ce n. 794/2004 recante disposizioni di esecuzione del regolamento Ce n. 659/1999 del Consiglio recante modalità di applicazione dell'articolo 93 del trattato CE, in G.U.C.E. del 30 dicembre 2006, n. L 407, p. 1 ss.; Reg. Ce n. 271/2008 della Commissione, del 30 gennaio 2008, che modifica il reg. Ce n. 794/2004 recante disposizioni di esecuzione del reg. Ce n. 659/1999 del Consiglio recante modalità di applicazione dell'art. 93 del trattato CE, in G.U.C.E. del 25 marzo 2008, n. L 82, p. 1 ss.

(284) V. Reg. Ue n. 734/2013 del Consiglio del 22 luglio 2013 che modifica il Reg. Ce n.

659/1999 recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del trattato CE, in G.U.U.E., n. L 204, del 31 luglio 2013, p. 15 ss.

(285) Cfr. Reg. Ce della Commissione n. 794/2004, del 21 aprile 2004, recante

disposizioni di esecuzione del Reg. Ce n. 659/1999, in G.U.C.E., L 140 del 30 aprile 2004, p. 1 ss.

(286) Cfr. Reg. Ce n. 1147/2008, della Commissione del 31 ottobre 2008, in G.U.C.E., n. L

313 del 22 novembre 2008, p. 1.

(287) Tale disposizione stabilisce che: «la Commissione procede con gli Stati membri

all'esame permanente dei regimi di aiuti esistenti in questi Stati. Essa propone a questi ultimi le opportune misure richieste dal graduale sviluppo o dal funzionamento del mercato interno.

2. Qualora la Commissione, dopo aver intimato agli interessati di presentare le loro osservazioni, constati che un aiuto concesso da uno Stato, o mediante fondi statali, non è

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118 nazionali diretti ad istituire o modificare gli aiuti, devono essere soggetti all’esame della Commissione, che ne verifica la compatibilità con la normativa europea.

Ed invero, è proprio l’esecutivo europeo che, attraverso l’esperimento di una procedura speciale che deroga agli artt. 258 e 259 TFUE, esercita la propria competenza esclusiva in ordine alla decisione sulla compatibilità o meno degli aiuti. Qualora, infatti, uno Stato non abbia ottemperato ai propri obblighi sopprimendo o modificando l’aiuto conformemente alle indicazioni della Commissione, quest’ultima o qualsiasi Stato membro interessato (288), può adire direttamente la

Corte di giustizia senza esperire necessariamente la fase precontenziosa.

Il controllo esercitato dalla Commissione ex art. 108 TFUE concerne due particolari categorie di aiuti: quelli esistenti ed i progetti aventi quale obiettivo l’istituzione di aiuti nuovi o modifiche agli aiuti esistenti e segue le modalità di cui al citato Reg. Ce n. 659/99 del Consiglio, come modificato dal Reg. di esecuzione della

compatibile con il mercato interno a norma dell'articolo 107, oppure che tale aiuto è attuato in modo abusivo, decide che lo Stato interessato deve sopprimerlo o modificarlo nel termine da essa fissato. Qualora lo Stato in causa non si conformi a tale decisione entro il termine stabilito, la Commissione o qualsiasi altro Stato interessato può adire direttamente la Corte di giustizia dell'Unione europea, in deroga agli articoli 258 e 259. A richiesta di uno Stato membro, il Consiglio, deliberando all'unanimità, può decidere che un aiuto, istituito o da istituirsi da parte di questo Stato, deve considerarsi compatibile con il mercato interno, in deroga alle disposizioni dell'articolo 107 o ai regolamenti di cui all'articolo 109, quando circostanze eccezionali giustifichino tale decisione. Qualora la Commissione abbia iniziato, nei riguardi di tale aiuto, la procedura prevista dal presente paragrafo, primo comma, la richiesta dello Stato interessato rivolta al Consiglio avrà per effetto di sospendere tale procedura fino a quando il Consiglio non si sia pronunciato al riguardo. Tuttavia, se il Consiglio non si è pronunciato entro tre mesi dalla data della richiesta, la Commissione delibera.

3. Alla Commissione sono comunicati, in tempo utile perché presenti le sue osservazioni, i progetti diretti a istituire o modificare aiuti. Se ritiene che un progetto non sia compatibile con il mercato interno a norma dell'articolo 107, la Commissione inizia senza indugio la procedura prevista dal paragrafo precedente. Lo Stato membro interessato non può dare esecuzione alle misure progettate prima che tale procedura abbia condotto a una decisione finale.

4. La Commissione può adottare regolamenti concernenti le categorie di aiuti di Stato per le quali il Consiglio ha stabilito, conformemente all'articolo 109, che possono essere dispensate dalla procedura di cui al paragrafo 3 del presente articolo».

(288) Cfr. C. giust. Ce, sentenza del 30 gennaio 1985, Commissione c. Francia, causa

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119 Commissione n. 794/2004 (289) e dal Reg. Ce n. 1147/2008, nonché, da ultimo, come

già evidenziato, dal Reg. Ue n. 734/2013, che sostanzialmente hanno trascritto le regole sviluppate e perfezionate negli anni dalla prassi della Commissione e dalla giurisprudenza europea.

Per quanto riguarda gli aiuti esistenti, basti in questa sede ricordare che la Commissione procede d’intesa con gli Stati membri – che annualmente le inviano una relazione al riguardo – ad un esame permanente degli stessi, al fine di accertare e confermare la loro compatibilità col mercato interno, in un’ottica di cooperazione regolare e periodica. Qualsivoglia progetto di concessione di aiuti nuovi, ivi compresi i progetti di modifica di aiuti esistenti, invece, deve essere previamente notificato alla Commissione in via preventiva affinchè essa possa, prima della sua adozione definitiva ad opera dell’organo nazionale competente, vagliare la sua compatibilità con il mercato interno ed evitare che produca effetti distorsivi della concorrenza.

(289) Reg. Ce della Commissione n. 794/2004 del 21 aprile 2004, recante disposizioni di

esecuzione del Reg. Ce n. 659/1999, in G.U.C.E., L 140 del 30 aprile 2004, p. 1 ss., a sua volta modificato dal Reg. Ue della Commissione n. 1125/2009 del 23 novembre 2009, in G.U.U.E., L 308 del 24 novembre 2009, p. 24 ss.

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