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Il presente paragrafo è stato costruito su base tematica, con lo scopo di presentare i testi

gli argomenti principali della ricerca sono: il rapporto politico-diplomatico tra il governo

civile del Costa Rica, il vertice cattolico nel Paese e la Santa Sede, e il processo di

romanizzazione del clero e dei fedeli del Paese, così come la secolarizzazione e il laicismo.

Prima di presentare lo stato della ricerca si deve rivelare il percorso affrontato sui temi

principali sostenuti nel lavoro. Quando si arrivò a Pisa nel 2010, ci si prefissava di esaminare

solo due temi: il rapporto diplomatico Costa Rica-Santa Sede, con particolare attenzione al

comportamento della Santa Sede nei confronti dei liberali costaricani e la risposta del vertice

cattolico locale verso le indicazioni provenienti da Roma. Ingenuamente, si era creduto che

questi temi avrebbero rappresentato il nucleo principale del lavoro. Invece, dopo poche

settimane alla Normale e dopo aver compreso gli argomenti del corso impartito dal professor Menozzi, intitolato “Libertà religiosa e il cattolicesimo nella età Contemporanea”, si è capito

che per svolgere lo studio era necessario affrontare parecchi altri temi, argomenti e concetti

non solo per poter comprendere adeguatamente le questioni sollevate, ma anche per poter sviluppare compiutamente l’indagine. Grazie a quanto appreso nel corso e alle conversazioni

con il professore -nonché alle sue raccomandazioni-, e grazie alle prime visite agli archivi

vaticani e ai dialoghi con i compagni, il panorama cambiò notevolmente. Si cominciarono

così a cercare testi che contenessero la posizione della Santa Sede sui cosiddetti errori

moderni, come la laicità, la secolarizzazione, il modernismo, il rapporto Stato-Chiesa, il

liberalismo e la massoneria, tanto in Europa che in America. Si cominciò così a individuare

un tema indispensabile per un adeguato svolgimento della ricerca: la romanizzazione del

clero e dei fedeli, un concetto che venne affrontato per la prima volta proprio in quel primo

I primi testi a venire consultati furono quelli che si occupavano del rapporto Stato-Chiesa, sia nei paesi europei che in quelli americani. Per quanto riguarda l’Italia, si consultarono

diversi libri, tra i quali i più importanti furono essenzialmente tre. Il primo ad essere

analizzato è stato quello di Arturo Carlo Jemolo.6 Questo volume è stato il primo a esaminare in base a moderni metodi critici il rapporto tra la Santa Sede e l’Italia, durante il periodo che

va dalla proclamazione del Regno d’Italia alla nascita della Repubblica. Al suo interno viene

dapprima affrontata la reazione del papato nei confronti dell’unità italiana e la presa di Roma,

oltre al ruolo giocato dai protagonisti di quei giorni, come Cavour, Vittorio Emanuele e Pio

IX.7 Il testo poi va oltre e approfondisce il rapporto tra Leone XIII e Umberto I, analizzando

come i circoli cattolici giudicarono l’atteggiamento del Papa in relazione ai fatti successivi

al 1898.8 Infine, l’autore tratta i temi riguardanti la Chiesa cattolica nel quadro della Prima

Guerra Mondiale, e successivamente, il suo rapporto con il fascismo. Attenzione particolare

viene rivolta ai patti lateranensi e alla problematica relazione tra Stato italiano e Chiesa sviluppatasi all’indomani di quella firma, per giungere infine ai particolari della relazione

bilaterale durante la Seconda Guerra Mondiale e la elaborazione della Costituzione italiana.9

Dopo aver letto Jemolo, si è passati alla ricerca di altre opere che permettessero di acquisire un panorama più ampio sull’argomento già trattato dallo storico romano. Per questa

ragione si sono presi in considerazione i lavori curati da Antonio Acerbi10 e da Roberto

6 A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia dalla unificazione ai giorni nostri, Quinta edizione, Einaudi, Torino 1978.

7 A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia dalla unificazione ai giorni nostri, pp. 22-45. 8 A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia dalla unificazione ai giorni nostri, p. 66. 9 A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia dalla unificazione ai giorni nostri, pp. 232-283.

10 A. ACERBI, (a cura) La Chiesa e l’Italia. Per una storia dei loro rapporti negli ultimi due secoli, Editrice Vita e pensiero, Milano 2003.

Pertici.11 Il primo testo è una raccolta di articoli di almeno 18 autori differenti che affrontano

tematiche riguardanti il rapporto tra Stato italiano e Chiesa cattolica, quali l’identità italiana e la cultura cattolica e i diversi ruoli del cattolicesimo nell’ambito della società italiana dalla

Prima Guerra Mondiale in poi. Il testo di Pertici presenta, invece, una nuova interpretazione

del rapporto tra il vertice cattolico e lo Stato italiano dalla Grande Guerra fino al 1984. Nel

nostro caso, il periodo da prendere in considerazione è quello compreso tra il 1914 e il 1936.

A proposito di questo periodo, Pertici tratta della integrazione dei cattolici italiani nello stato

unitario, degli sforzi diplomatici del papato per prendere parte alle trattative di pace a Parigi

del 1919 e sulle trattative condotte per sottoscrivere i Patti Lateranensi. Il punto più

importante presente in questo libro, oltre all’interpretazione delle vicende fornita da Pertici,

è rappresentato dalla presentazione e riproduzione di documenti tratti da fonti primarie, che

permettono di capire meglio il tenore dei dibattiti parlamentari tenutisi nel Parlamento

Italiano.12 Questo controllo, unito a quanto si era già attinto dal rapporto Stato-Chiesa in

11 R. PERTICI, Chiesa e Stato in Italia. Dalla Grande Guerra al nuovo Concordato (1914-1984), Il Mulino, Roma 2009.

Guatemala,13 Messico,14 El Salvador,15 Colombia16 e Argentina,17 ha permesso di capire che

il comportamento della Santa Sede cambiava secondo il governo e il Paese con il quale si

trovava a trattare. La Santa Sede non ebbe mai una sola posizione in merito alla politica

estera. Il suo comportamento variò secondo la situazione particolare di ogni Paese, che la

portava ad affrontare governi di volta in volta liberali, conservatori, liberali-massoni nonché

regimi totalitari, come dimostrano i lavori di Anthony Rhodes18 e Giovanni Micolli.19 Quest’ultimo autore spiega che il rapporto tra il vertice cattolico e i regimi totalitari fu il

risultato della convergenza su alcune linee, ad esempio la comune opposizione al liberalismo

13 R. BENDAÑA, La Iglesia en la Historia de Guatemala, Editer Artemis Guatemala 2011; E. CAL, Liberalismo, “Estado e Iglesia en Guatemala: Historia de una Ruptura: 1871-1878”, En: S. Ortelli y H. Hernández, (coord). América Latina en la época de Júarez. La consolidación del liberalismo, procesos

políticos, sociales y económicos, Universidad Autónoma Benito Júarez de Oaxaca y Universidad Autónoma

Metropolitana, México2007, pp. 17-76; D. McCREERY, Desarrollo económico y político nacional. El

Ministerio de Fomento de Guatemala, 1871-1885, Centro de Investigaciones Regionales de Mesoamérica,

Guatemala 1981. 14

E. DUSSEL (ed), Resistencia y Esperanza. Historia del Pueblo Cristiano en América Latina y el Caribe, DEI. San José, Costa Rica 1995, pp. 164-165, 173-210, 335-352. C. MORENO, Estado Nación laico y

secularización masónica en México, «REHMLAC 3», no. 2 (diciembre 2011 - abril 2012): disponible en

[rehmlac.com/recursos/vols/v3/n2/rehmlac.vol3.n2cmartinezI.pdf.] J. BAZANT, Los Bienes de la Iglesia en

México (1856-1875). Aspectos económicos y sociales de la revolución liberal, Ediciones Colegio México,

México 1977.

E. MASFERRER, (comp) Estado Laico y Contrarreforma al 24 Constitucional, Araucaria, Buenos Aires 2013. 15 R. CÁRDENAS, El Poder Político en El Salvador 1871-1931, CONCULTURA. Biblioteca de Historia Salvadoreña. Vol. 9. El Salvador 2001. E. DUSSEL, (ed), Resistencia y Esperanza. Historia del Pueblo

Cristiano en América Latina y el Caribe, DEI. San José, Costa Rica 1995, pp. 165-164, 373-380.

16 J. P. RESTREPO, La Iglesia y el Estado en Colombia (Tomos I-II). Biblioteca Banco Popular de Colombia. Bogotá, Colombia 1987. C. ARBOLEDA, Laicismo y Laicidad en Colombia, «Cuestiones Teológicas» Vol. 33, Nº. 79, pp. 69-95; E. CÁRDENAS, América Latina: La Iglesia en el siglo Liberal, Pontificia Universidad Javeriana, Facultad de Teología y Centro Editorial Javeriano, Santafé de Bogotá, Colombia 1996.

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17

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18 A. RHODES, Il Vaticano e le dittature 1922-1945, Mursia, Milano 1973.

19 G. MICCOLI, Fra mito della cristianità e secolarizzazione. Studi sul rapporto chiesa-società nell’età

contemporanea, Casale Monferrato, Marietti 1985.

G. MICCOLI, Chiesa cattolica e totalitarismo, in V. Ferrone (a cura di), La Chiesa Cattolica e il Totalitarismo.

e al comunismo, e la condivisa prospettiva di costruire una società gerarchizzata e

corporativa.20

Con questo grado di conoscenza acquisita, si è passati a controllare i casi del rapporto

Stato-Chiesa relativi ad altri Paesi con l’acquisizione di ulteriori informazioni riguardanti

Messico,21 Spagna22 e altri Paesi del Sud America come Uruguay,23 Ecuador24 e Cile.25 Tutti

questi volumi, insieme ad altri testi sulla laicità26 e sulla secolarizzazione,27 ci hanno

20 G. MICCOLI, Chiesa cattolica e totalitarismo, pp. 13-20.

21 S. ROSAS, De la República católica al Estado Laico: Iglesia, Estado y secularización en México 1824-1914,

«Lusitania Sacra» n. 25, 2012, p.228. In: http://repositorio.ucp.pt/bitstream/10400.14/9838/1/LS_S2_25_SergioRosasSalas.pdf

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22J. CASANOVA y M. SANCHIS, España: de la Iglesia estatal a la separación de Iglesia y Estado, «Historia Social», n. 35, 1999, p. 137. In: http://www.jstor.org/stable/40340717

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23 N. DA COSTA, La laicidad uruguaya, «Archives de Sciences Sociales des Religions», n. 146, 2009, p. 138. In: http://www.jstor.org/stable/40386515

A. BIDEGAÍN, Secularización y laicización en el Uruguay contemporánea (siglos XIX y XX). En: J.P. BASTIAN, (coord), Europa latina y América Latina en perspectiva comparada, Fondo de Cultura Económica, México 2009, pp. 74-93

24 E. AYALA, La relación Iglesia-Estado en el Ecuador del siglo XlX, «Procesos Revista Ecuatoriana de Historia» (Ecuador) n. 6 (1996): 66. In: http://www.flacso.org.ec/docs/anthisayala.pdf

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Pueblo Cristiano en América Latina y el Caribe, DEI, San José, Costa Rica 1995, pp.413-426.

25 S. SERRANO, ¿Qué hacer con Dios en la República? Política y secularización en Chile (1845-1885) Fondo de Cultura Económica, Chile 2009.

26 F. DE GIORGIO, Laicità europea, processi storici, categorie, ambiti, Morcelliana, Brescia 2007. G. FILORAMO, La Chiesa e le sfide della Modernità, Editori Laterza, Roma-Bari 2007.

F. DE GREGORIO, Per una storia del rapporto tra Stato e Chiesa, considerazioni generali sul Cattolicesimo

liberale dell’Ottocento profili storico-giuridici, Editrice ARACNE, Roma 2006.

27 R. RÉMOND, La secolarizzazione religione e società nell’Europa contemporanea, Editori Laterza, Roma- Bari 1999.

A. BOTTI e R. CERRATO, (a cura di) Il modernismo tra Cristianità e scolarizzazione. Atti del Convegno

Internazionale di Urbino 1-4 ottobre 1997, Edizioni Quattroventi Urbino 2000.

J. LALOUETTE, La séparation des Églises et de l’État. Genése et developpement d’une idea 1789-1905, Editions du seuil, Paris 2005.

permesso di giungere ad una conclusione molto importante: i processi di secolarizzazione e

il laicismo non risposero a un disegno preordinato e non furono uniformi per tutti i Paesi

occidentali. Quindi, in considerazione del fatto che ogni Paese presentava le sue peculiarità,

Roma prendeva una posizione particolare a seconda dei casi, considerando prima tutti gli

aspetti della realtà di ciascuno e valutando specialmente la presenza e il ruolo dei cattolici in

quel contesto specifico. Ne è una dimostrazione l’eccellente libro sul caso cileno scritto da

Sol Serrano.

Il testo della storica cilena Sol Serrano28 è un lavoro che presenta il processo di

secolarizzazione che i liberali cileni avrebbero voluto imporre nel loro Paese e la risposta

proposta da Roma (la romanizzazione), nonché i passi compiuti dal vertice cattolico cileno

per fermare oppure ritardare quel processo. La ricerca di Sol Serrano rappresenta un testo

fondamentale nel presente studio, una specie di luce e guida, perché è stato il primo contributo che ha permesso di comprendere sia l’operato dei liberali, che la risposta del

cattolicesimo davanti alla secolarizzazione della società cilena. Il libro presenta le proposte

di Roma e quelle delle autorità cattoliche cilene e consente di comprendere come, mediante le confraternite e l’assistenza sociale, il prete cercava di fare fronte al processo di

secolarizzazione promosso dai liberali all’interno della parrocchia che gli era stata assegnata. Il testo, inoltre, rileva l’utilità dell’invio di sacerdoti a prepararsi all’Università Gregoriana

di Roma, l’esaltazione della figura del Papa29 e, infine, rimarca come la propagazione della

devozione al Sacro Cuore e al Santissimo Sacramento fosse fondamentale nel contrasto cattolico alla secolarizzazione, reso possibile anche grazie all’apparizione di giornali che si

28 S. SERRANO, ¿Qué hacer con Dios en la República? Política y secularización en Chile (1845-1885), Fondo de Cultura Económica, Chile 2008.

29 S. SERRANO ¿Qué hacer con Dios en la República? Política y secularización en Chile (1845-1885), p. 83.

dedicavano a combattere gli errori della modernità. Il libro di Sol Serrano permette di

conoscere in profondità processi altrimenti astrusi come la romanizzazione del clero, che all’inizio dello studio risultava quasi un’astrazione. Grazie all’informazione e agli esempi

procurati dalla Serrano, il presente lavoro venne ampliato con la lettura e rilettura di

documenti che parlavano della risposta della Santa Sede nella sua lotta contro i liberali, così

come nel suo processo di romanizzare il clero e i fedeli.

Il testo della Serrano permette di capire più a fondo i testi di Daniele Menozzi30 e Roberto

Rusconi31 (questi due per il caso europeo) e di altri autori che hanno affrontato il tema della

romanizzazione in America Latina. Si tratta di una letteratura storiografica i cui risultati sono

convergenti: può essere dunque presentata complessivamente, senza dover scendere nell’analisi di ogni singolo lavoro. Ad esempio, Menozzi si occupò nei suoi testi della

reazione della Santa Sede nei confronti di quelli che considerava gli errori della modernità.

In questa reazione il Regno sociale di Cristo veniva presentato (mediante la devozione del

Sacro Cuore e della regalità di Cristo) come il metodo utile per eliminare i mali creati dal

liberalismo e precisamente nati dopo la Rivoluzione francese. Al Papa, erede in terra del

potere di Cristo, sarebbe toccato il ruolo di guida di questa nuova società. Inoltre, i santi come

30 Di questo autore sono stati consultati i testi che parlano del processo di romanizzazione: D. MENOZZI,

Intorno alle origini del mito della cristianità, «Cristianesimo nella Storia». Volumen V. Fascicolo 3 Ottobre

1984, pp. 523-562.

D. MENOZZI, Regalità sociale di Cristo e secolarizzazione. Alle origini della Quas primas, «Cristianesimo nella Storia» Volumen XVI. Fascicolo 1 Febbraio 1995. pp. 79-113.

D. MENOZZI, Sacro Cuore. Un culto tra devozione interiore e restaurazione cristiana della società, Viella, Roma, Italia 2001.

D. MENOZZI, Un patrono per la Chiesa minacciata dalla Rivoluzione. Nuovi significati del culto di San

Giuseppe tra Otto e Novecento, «Rivista di Storia del Cristianesimo» Semestrale, Anno II N.I Gennaio 2005,

pp. 39-68.

31 Di questo autore sono stati consultati: R. RUSCONI, Devozioni per il Pontefice e culto per il Papato al tempo

di Pio IX e di Leone XIII nelle pagine di “La Civiltà Cattolica, «Rivista di Storia del Cristianesimo» Semestrale,

Anno II N.I Gennaio 2005, pp. 9-37.

San Giuseppe avrebbero dato protezione non solo alla Chiesa e al Papa, ma anche al popolo

dei fedeli. I testi di Rusconi presentano la figura del Santo Padre come la guida perfetta per i

credenti. Il Papa, che soffriva per gli errori della modernità e il cui compito era quello, per l’eredità apostolica che gli era stata conferita di condurre alla salvezza eterna il suo gregge,

sapeva quale era la cosa migliore e giusta per i credenti. I testi di Menozzi, insieme a quelli

di Rusconi, permettono di comprendere il successo che ebbe la romanizzazione in America

Latina e come questa fu interiorizzata dal clero e dai fedeli, ma su questo aspetto ci

soffermeremo più avanti.

I testi relativi ai casi latinoamericani del processo di romanizzazione (de Roux,32 Batista

García,33 Azzi34 e Plata Q.35), chiariscono un elemento in particolare, ossia che le indicazioni

provenienti da Roma furono accolte positivamente in America Latina e messe in pratica. I volumi consultati sono chiari sulla questione. Analizzano la preparazione di sinodi, l’invio

di seminaristi e sacerdoti a educarsi a Roma, la crescita nel rispetto e nella devozione della

figura del Papa, la creazione di giornali cattolici, e la diffusione di devozioni come quelle di

San Giuseppe, del Santissimo Sacramento, del Sacro Cuore e di Cristo Re, che divennero temi di riferimento nell’operato delle autorità cattoliche latinoamericane. La lettura dei testi

di Daniele Menozzi e Roberto Rusconi, dell’eccellente libro di Sol Serrano, e di quelli degli

altri autori che hanno ricostruito il processo di romanizzazione in America Latina, ha

permesso di capire gli snodi fondamentali di questo processo indicando come si doveva

32 R. DE ROUX, La romanización de la Iglesia católica en América Latina: una estrategia de larga duración,

«Pro-Posições». V. 25, N. 1 (73) p. 31-54, 2014. [http://www.scielo.br/pdf/pp/v25n1/v25n1a03.pdf]

33 C. BAUTISTA, Hacia la romanización de la Iglesia Mexicana a fines del siglo XIX, «Historia Mexicana»,

vol. LV, núm. 1, julio-septiembre, 2005, pp. 99-144, p.100 [www.redalyc.org/pdf/600/60055103.pdf] 34 R. AZZI, A neocristandade: um projeto restaurador, Paulus, Sao Paulo, Brasil 1994, p. 64.

35 W. PLATA, La romanización de la Iglesia en el siglo XIX, proyecto globalizador del tradicionalismo

procedere per studiare il caso costaricano. Si diede inizio, quindi, alla lettura e alla rilettura

di opere della storiografia costaricana, che potessero delucidare i dati che la bibliografia recuperata in Italia aveva offerto all’autore della presente ricerca.

Come si è già detto, il tema della romanizzazione del clero emerse mentre si frequentava

in Italia il primo corso del professor Menozzi. Oltre a questo argomento, il professor Menozzi

prendeva in esame anche come da Roma il vertice cattolico si sforzasse di dare una nuova visione del papato, così come di diffondere diversi culti dei santi per “lottare” contra i mali

della modernità come erano considerati il liberalismo, la massoneria, la secolarizzazione, il laicismo, l’indifferentismo, il razionalismo, il socialismo e lo stesso comunismo. Di

romanizzazione non si sapeva nulla, ragion per cui si tornarono a rileggere di nuovo i testi classici e nonché quelli nuovi che potevano fare riferimento all’argomento in Costa Rica. Il

risultato non fu incoraggiante, non solo per la mancanza della stessa parola “romanizzazione”

in quelle opere, ma anche perché gli autori non facevano alcun cenno a quanto veniva studiato

dalla storiografia italiana. Si era consapevoli del fatto che in Costa Rica non si ebbe mai una

vera separazione tra lo Stato e la Chiesa Cattolica, per cui si procedette alla consultazione dei

testi, verificando se il tema della romanizzazione venisse trattato almeno in maniera indiretta.

Ma anche questo controllo non portò a risultati significativi. Il primo testo preso in esame

per una verifica sulla romanizzazione è stato quello di monsignor Sanabria intitolato: “Bernardo Augusto Thiel, II Obispo de Costa Rica”.36 Il libro espone il lavoro compiuto da

Thiel come vescovo del Costa Rica tra il 1880 e il 1901 nel suo tentativo di migliorare l’educazione, la moralità e il comportamento del clero costaricano, all’interno del processo

di secolarizzazione avviato dal governo liberale del Paese. Sebbene Sanabria abbia usato

fonti e esempi che caratterizzano il processo di romanizzazione del clero, non usò mai questo

concetto nello svolgimento del suo lavoro. Inoltre, si può supporre che Sanabria in realtà non abbia mai sentito questo termine nell’uso che se ne dà per spiegare come Roma si comportava

in relazione ai problemi sorti con la modernità. Si sa che Sanabria consultò le fonti degli

archivi vaticani. Si può affermare quanto detto perché lo testimonia quanto da lui pubblicato