e formulazione del problema
VII. Stesura della relazione sui risultati della ricerca
Non occorre soffermarci sul fatto ovvio che uno studio e utile soltanto se ne vengono comunicati i risultati a chi intenda basare su di esso il proprio lavoro futuro, oppure ad un più vasto pubblico, che voglia o
— secondo il nostro parere professionale — debba essere informato. Ne
consegue che la relazione su di uno studio non ne rappresenta soltanto lo stadio conclusivo entro il campo della ricerca di lavoro sociale, ma anche quello decisivo. Il presente capitolo tratta quindi del modo in cui si debba procedere alla stesura della relazione al fine di renderla efficace al massimo.
Teniamo a sottolineare che in questa fase della ricerca non si deve rispar miare né tempo né energia. E cominciamo col dire che cosa non deve essere una relazione: non deve essere un documento che soprattutto miri a rappresentare un brillante prodotto letterario. Se si raggiunge questo risultato, lo si deve unicamente al fatto che il ricercatore disponeva di una perfetta padronanza dell’argomento, e di conseguenza ha potuto com porre un rapporto di estrema chiarezza, il cui principale pregio sarà pro babilmente dovuto alla logica ed alla precisione. A questo livello, in genere, si giunge mediante la concisione, eliminando ogni parola inutile, e scegliendo i termini più semplici anziché quelli più complicati; il che significa che l’estensore della relazione non sente la necessità di « far colpo » sul lettore, ma si propone di comunicare con lui, perché ha imparato qualche cosa di nuovo, e desidera far parte ad altri delle sue conoscenze, in modo che possano
essere utilizzate.
L’interesse principale di una relazione di ricerca applicata al lavoro sociale consiste nella utilizzazione conclusiva dei risultati nella pratica del lavoro sociale stesso. La descrizione dei metodi mediante i quali i risultati si sono ottenuti contribuisce a renderli comprensibili ed a facilitarne l’utiliz zazione probabilmente anche in campi affini, o ancona se le risultanze dessero luogo a dubbi — a suggerire altri studi simili o complementari. Vale inoltre ad indicare quali tra gli assunti iniziali si siano rivelati errati, e dove e perché si siano commessi degli sbagli nelle diverse fasi dello studio (cioè dalla scelta delle variabili da verificare fino alla raccolta dei dati), nel caso che si tratti di errori pertinenti allo sviluppo delle teorie in questione.
futura presentati nel modo più convincente, cioè accompagnati dall’esposi zione dei ragionamenti su cui si fondano.
Poiché si tratta di uno strumento di comunicazione, il requisito princi pale è che sia presentato in forma accessibile al particolare tipo di lettori ai quali ci si rivolge. Gli assistenti sociali si esprimono nel linguaggio proprio dal lavoro sociale, servendosi, come avviene in molte altre profes sioni, di un linguaggio di « clan », il quale, per quanto è possibile, non dovrebbe essere usato nella relazione, a meno che tutti i lettori apparten gano alla categoria degli assistenti sociali; nel caso che non fosse possi bile ottenere la precisione senza servirsi di questi termini particolari, si rende indispensabile l’aggiunta di un glossario, in forma di note o di appendice. In Italia vengono attualmente compiuti notevoli sforzi nel campo del lavoro sociale, per stabilire le equivalenze terminologiche con la lingua inglese, ed il linguaggio professionale è quindi tuttora in via di formazione: ogni chiara definizione contenuta nei rapporti sulle ricerche contribuirà a comporre quel vocabolario preciso che è necessario in ogni campo.
D a : Rachel Marks, Research Reporting
Le parti che com pongono la relazione
Come il ricercatore dedica ore alla progettazione del suo studio prima di procedere alla raccolta di dati, così chi compila la relazione sulla ricerca deve dedicare un certo tempo alla programmazione di essa, prima di mettersi a scrivere. Dovrà prima considerare lo scopo della relazione ed il tipo di lettore cui è destinata. Dovrà poi decidere quali informazioni inserirvi e l’ordine della loro presentazione.
Nel programmare la sua relazione, il ricercatore può di solito rifarsi ai modelli seguiti nella redazione di rapporti per riviste scientifiche. L’ordine degli argomenti può essere descritto più facilmente elencando la successione delle domande cui il compilatore della relazione deve fornire una risposta: che cosa ha studiato il ricercatore? come è stato condotto lo studio? quali sono le definizioni ed i materiali adottati? quali sono i metodi impiegati? che risultati sono stati raggiunti? che significato hanno le risultanze dello studio? come possono essere correlate alle
rilevazioni di altri ricercatori? a quali domande non è stata ancora trovata risposta ?
Questo modello di relazione di ricerca usato da un chimico o da un ingegnere è utilizzabile anche da parte di chi conduce uno studio in campo di lavoro sociale. Anche se vi è una notevole differenza di argomento e di strumenti di ricerca, la successione delle domande rimane più o meno la stessa.
In questo saggio presentiamo appunto un modello che viene spesso adottato nella compilazione di articoli per riviste scientifiche, modello che — con qualche modifica di cui parleremo più avanti — può essere usato anche per altri fini.
Si tratta di un metodo di presentazione che ha vantaggi piuttosto evidenti sia per l’estensore che per il lettore. L’estensore dovrà segui re una progressione ordinata nella presentazione del suo lavoro. Non gli si richiede di essere intelligente, originale o ispirato. Deve sempli cemente esporre quello che ha fatto, come lo ha fatto ed i risultati otte nuti. Il lettore viene così posto in grado di seguire la logica dello studio compiuto, considerarne una fase alla volta, e comprenderne e valutarne i risultati man mano che vengono presentati.
Modello elementare per relazione di ricerca
I. Introduzione:
a) natura del problema;
b) finalità, portata e metodo dello studio;
c) natura dei risultati. II. Materiali e metodi:
a) definizioni e strumenti adottati ; b) descrizione del metodo.
III. Presentazione dei risultati:
a) risultati derivanti dall’uso dei metodi sopra descritti ; b) analisi statistica dei risultati.
IV. Discussione dei risultati:
а) conclusioni da trarre (con riferimento ai dati rilevati a sostegno
di ciascun risultato);
б) spiegazione dei limiti o dei possibili errori nei risultati, c) confronto con i risultati di altri studi.
V. Sommario.
Nelle pagine che seguono esamineremo in dettaglio le varie parti di una relazione di ricerca. Non tutti i sottotitoli che prenderemo in esame vengono sempre usati: spetta al compilatore stabilire quali sottotitoli sono necessari.
L’ introduzione
L’introduzione può servire a diversi scopi : informare il lettore sui motivi dello studio ; esporre le circostanze nelle quali lo studio è stato intrapreso'; definire il contesto teorico' della ricerca; preparare in genere il lettore a quello che seguirà. In altre parole, l’introduzione spiega al lettore quello che egli deve sapere per poter leggere e comprendere il materiale che segue.
Finalità, "portata e metodo dello studio. — Nell’introduzione va com
presa una breve descrizione dello scopo, portata e metodo dello studio. Non è necessario che il ricercatore fornisca una descrizione dettagliata di tutti gli sforzi compiuti per arrivare ad una chiara enunciazione dello scopo e della portata della sua ricerca, ma può essere in qualche caso utile spiegare quale è la domanda fondamentale a cui si voleva dare una risposta.
In una relazione su uno studio riguardante questioni teoriche, la for mulazione del problema può richiedere un’intera sezione della relazione stessa. Nell’introduzione, tuttavia, pur tenendo conto del fatto che il pro blema verrà esaminato in dettaglio più tardi, l’estensore dovrà egualmente fornire al lettore almeno un’idea preliminare del problema.
L’enunciazione introduttiva del campo di studio e del metodo seguito deve essere breve e senza eccessivi dettagli. Basterà, per esempio, che l’estensore spieghi che i dati si basano su interviste con un campione di clienti che abbiano goduto di un servizio durante un periodo di tempo specificato. Può anche spiegare il motivo per cui è stato scelto un deter minato periodo, senza tuttavia impegnarsi in una lunga dissertazione sulla scelta del campione, sull’elaborazione dei questionari o sul trattamento di specifici problemi incontrati durante lo studio. Il compilatore deve partire dall’ipotesi che il lettore conosce i metodi con cui vengono condotti questi studi e non ha pertanto bisogno di una cronologia dettagliata dei vari passi compiuti dal ricercatore nel preparare i questionari, nel compilare le istruzioni, nello sviluppare i piani di codificazione e nell’analizzare i dati. In altri termini, l’introduzione deve costituire una presentazione schematica e logica del piano di studio e non una cronistoria della vita giornaliera del ricercatore. L’analisi dettagliata dei questionari può essere affrontata successivamente.
Definizioni. — Il compilatore dovrà decidere se inserire o meno nel
l’introduzione la definizione dei termini usati. Spesso vi sono defini zioni così largamente accettate da non richiedere delucidazioni.
Se lo studio si impernia sulla definizione di un concetto, il compila tore potrà avvertire la necessità di dedicare una intera sezione della sua relazione ad una illustrazione della definizione usata. Spiegherà gli stru menti impiegati fornendo quelle delucidazioni che possano servire a chiarire il concetto al lettore.
Le definizioni usate nell’analisi di una particolare parte dello studio spesso vanno incluse nelle successive sezioni della relazione.
Informazioni di base sul problema. ■— Può sorgere la necessità di fornire al lettore informazioni suH’importanza del problema, sulla sua storia, su cenni bibliografici, ecc. Di solito, tuttavia, non è né necessario né opportuno approfondirne la storia in modo eccessivo o fare una rassegna troppo dettagliata della letteratura sull’argomento.
In passato gli articoli scientifici dovevano contenere una completa
rassegna cronologica O' per argomento1 della letteratura esistente. Questa
tendenza si è andata modificando di recente. Il compilatore che sappia tener presenti le esigenze del lettore inserirà nell’introduzione dei rife rimenti che riguardino solo il materiale bibliografico direttamente connesso con gli argomenti considerati nell’introduzione stessa, riportando nelle parti successive della relazione quei riferimenti bibliografici che possono essere necessari per una illustrazione dei metodi o dei risultati dello studio. Se, per esempio, i suoi risultati differiscono molto da quelli di altri ricercatori, potrà trovare l’opportunità di analizzare queste differenze nelle parti finali della relazione.
Il fatto che una lunga rassegna bibliografica sull’argomento non è più necessaria non esime l’autore dall’obbligo di compiere uno studio appro fondito dei lavori precedenti sull’argomento e presentare al lettore i rife rimenti bibliografici riguardanti le ricerche più significative.
Limitazioni. — E’ opportuno che l’estensore della relazione spieghi al let
tore non soltanto i fini dello studio ma anche i limiti dello stesso. Per quanto riguarda le delimitazioni più specifiche nonché gli svantaggi presentati dalla metodologia seguita, il compilatore avrà tempo di renderli chiari al lettore con la sua presentazione dei dati nelle parti successive della relazione. Nella introduzione l’estensore in effetti è tenuto solo a fornire un avvertimento di questo genere: «N on aspettatevi troppo. Tenete presente che lo studio si riferisce a questo e non a quest’altro argomento ».
Pur specificando i limiti del suo lavoro, il ricercatore non ha bisogno di cercare scusanti 0 giustificazioni. Sarà il lettore per proprio conto a giudicare il suo studio.
Natura dei risultati. — Nell’introduzione si può inserire una breve
descrizione dei risultati. Un lettore che sia stato già messo a conoscenza dei risultati più significativi di uno studio sarà in grado di leggere con maggiore obiettività e valutare il lavoro con maggiore approfondi mento, distinguendone le parti essenziali da quelle accessorie. In altri termini, l’introduzione serve a dare al lettore una giusta prospettiva dello studio.
Molti rapporti di enti assistenziali destinati agli organi direttivi, contengono fin dall’inizio (prima dell’introduzione) un breve riassunto dei risultati più importanti. Tutto questo ha uno scopo- molto impor tante. In molti casi la relazione viene preparata per persone che hanno preso parte allo studio o che hanno una buona conoscenza del problema in esame. Si tratta di persone molto indaffarate che spesso- non hanno il tempo di leggere l’intera relazione, ma che desiderano avere a portata di mano una esposizione chiara e concisa dei risultati più importanti. Nel caso in cui abbiano bisogno di dati di appoggio o della discussione dei risultati, potranno sfogliare il rapporto ed individuare i capitoli che interessano. Questa breve esposizione preliminare dei risultati più im portanti può stimolare la curiosità di qualche lettore che altrimenti non si interesserebbe al resto della relazione.
Schema della relazione. — L’introduzione dovrebbe anche dare al lettore
una chiara idea di quello che egli potrà trovare nel resto della relazione. Non c’è bisogno di fornire un’elencazione completa di tutti i titoli e sottotitoli; basta uno schema generale.
Se la relazione fa parte di una serie, o se si tratta di una relazione « intermedia » (progress report), è necessario far riferimento alle altre relazioni della serie nell’introduzione. In una monografia o- in un libro questo tipo di informazione appare nella prefazione o in prima pagina. La si può anche inserire nell’introduzione deH’articolo o in una nota a piede di pagina.
L’introduzione deve fornire al lettore una chiara idea di quanto potrà trovare nella relazione, ma non deve essere tale da soddisfare compieta- mente la curiosità. Si tratta di fornire una breve descrizione della portata e del metodo della ricerca, di spiegare quali sono i limiti dello studio. Si tratta in fondo di fornire al lettore un orientamento preliminare.
D escrizion e dei m etodi e dei contenuti
La parte essenziale della relazione, pur essendo strutturabile in modi diversi, dovrà sempre contenere una descrizione del materiale e dei metodi impie gati, e dei risultati ottenuti. Spetterà al compilatore scegliere il materiale da presentare nella parte centrale della relazione, e stabilire l’ordine di questa presentazione. Dovrà esporre i suoi metodi senza tuttavia sovracca ricare il lettore di dettagli eccessivi e non importanti. Tuttavia non dovrà omettere nulla che possa essere essenziale per assicurare la comprensione di chi legge.
Nella sua descrizione del metodo il compilatore dovrà fare una espo sizione chiara dei metodi stessi e definire i termini usati. Non c’è bisogno di elencare una per una le voci dei suoi questionari. Basterà fornire una descrizione generale di questi strumenti e, se necessario, ripor tare in appendice una riproduzione dei questionari e di altri strumenti impiegati.
A meno che il metodo seguito non presenti qualcosa di insolito, l’autore della relazione dovrà partire dall’ipotesi che al lettore servirà soltanto una descrizione generale del metodo stesso con qualche riferi mento alle fonti di rilievo.
In uno studio complesso, la sezione riguardante contenuti e metodi potrà contenere solo una esposizione metodologica di carattere generale, rimandando il lettore alla sezione sui risultati per una più dettagliata descrizione dei metodi.
Se il ricercatore ha fatto uso di un campione, sarà necessario spiegare come è stato scelto questo campione e fornire la giustificazione del parti colare metodo seguito. Sarà bene indicare la popolazione da cui il cam pione è stato estratto descrivendo anche i limiti stabiliti per tale popo lazione.
In questo, come in ogni altro caso, l’estensore dovrà adattare il suo mate riale al lettore cui è destinato. Se si scrive per altri ricercatori, potrebbe essere opportuno inserire nel testo, in una nota tecnica oppure in appendice, qualche riferimento agli errori di campionamento nonché una citazione delle fonti più importanti per altri dati sui problemi metodo- logici da considerare. Se la relazione invece è indirizzata ad un pubblico di carattere più generico, l’estensore dovrà aver cura di far presenti le incertezze costituite dall’uso di un campione piuttosto che dell’intera popo lazione, senza tuttavia servirsi di una quantità eccessiva di termini tecnici. Potrebbe essere opportuno in questo caso riportare in nota qualche riferimento a fonti da cui il lettore potrà trarre informazioni di maggior dettaglio.
Presentazione dei risultati
I risultati devono essere presentati con chiarezza e precisione. Piut tosto che esporli nello stesso ordine in cui sono stati ottenuti, è spesso più opportuno riordinarli secondo una sequenza che ne faciliti la com prensione da parte del lettore. Spesso il compilatore comincia il suo lavoro con una serie di tabelle: dovrà in questo caso aver presente che, mentre alcune contengono dati di scarsa importanza, altre invece pongono in luce aspetti essenziali dell’argomento in questione. Dovrà consi derare attentamente l’ordine in cui vanno esposti i punti principali e il peso da dare a ciascuno. Alcuni dei risultati dello studio sono così semplici da non richiedere spiegazioni dettagliate, eppure devono essere presentati, se si vuole che altri risultati vengano' compresi. Per esempio, una tabella riguardante l’età e il sesso dei fanciulli ospitati in un istituto, può non richiedere spiegazioni. Sarà tuttavia necessario inclu dere la tabella nella relazione se si vuole porre il lettore in grado di com prendere le risultanze dello studio in merito a quanto è stato conseguito con la terapia seguita. In una monografia che tratta di un gruppo di clienti è spesso necessario includere una sezione in cui venga descritta la popolazione presa in esame. Si tratta di solito di una sezione breve, ma importante, che serve a tornire al lettore l’informazione di base che gli permetterà di valutare meglio tutto ciò che segue.
Una descrizione della popolazione non deve essere necessariamente una indicazione impersonale del numero di persone comprese in deter minate categorie. L’estensore della relazione dovrà scegliere quelle caratte ristiche che sembrino più significative per il suo studio e organizzarne- la presentazione in modo che il lettore possa avere una chiara idea di tutto il gruppo studiato.
I risultati vanno presentati con la maggiore completezza possibile, e vanno forniti dati di appoggio onde permettere al lettore di valutare i fatti. Nel presentare i risultati dei loro studi, molti ricercatori com piono errori in due direzione opposte. Talvolta ritengono che alcuni ele menti siano così ow ii da non richiedere menzione alcuna, oppure seguono la tendenza opposta, cioè quella di perdersi in eccessivi dettagli che hanno scarso rilievo per quanto riguarda la tesi che si vuol presentare. Se il compilatore riesce a mettere opportunamente a fuoco l’argomento che desidera far comprendere al lettore, gli sarà più facile trovare un giusto equilibrio fra la prolissità e la schematicità eccessiva.
Talvolta il compilatore dimentica che il lettore può non comprendere la terminologia usata nel corso dello studio. Si può verificare il caso di una relazione nella quale l’insufficienza delle definizioni dei termini o dei simboli usati crei confusione nella mente del lettore. Altre volte
si richiede al lettore di prendere per buoni i risultati di un processo di classificazione di cui non viene data una adeguata spiegazione. Serve a ben poco dire al lettore che « determinate tendenze sono- state iden tificate » o che « sono emerse delle categorie ». Il compilatore di una relazione deve sempre tener conto del fatto che Io stile telegrafico o eccessivamente astratto non è sinonimo di impostazione « scientifica » della relazione.
Il ricercatore che ha subito delusioni nel collaudo di determinate sue ipotesi, può soggiacere alla tentazione di presentare il materiale in modo da giustificare la logica delle ipotesi iniziali. In una situazione del genere la strada migliore da seguire è invece quella di enunciare con la massima semplicità le previsioni da cui si era partiti e le risultanze a cui si è giunti, perché anche le risultanze di tipo negativo sono im portanti. Il ricercatore che presenta le risultanze del suo lavoro con chia rezza e senza tentativi di giustificazione riscuote sempre la stima e il rispetto del lettore.
Vi sono degli estensori che per eccessivo amore di obiettività evitano di sottolineare la coincidenza c la divergenza fra le risultanze dello' studio e le enunciazioni o ipotesi iniziali. In effetti non bisogna tracciare una