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VIIL Settori di ricerca di speciale interesse per operatori sociali

Quest’ultimo capitolo ci riporta all’inizio del nostro discorso, e precisa- mente alla controversa questione circa i limiti da porre all’argomento che ci interessa. Esso infatti tratta della ricerca applicata al lavoro sociale, ponendo in rapporto la metodologia e l’oggetto di essa, cioè, mediante la dimostrazione degli strumenti usati nel processo di ricerca, implicita­ mente affronta il problema della definizione della ricerca applicata al lavoro sociale, esaminandone criticamente il campo di attività

Come abbiamo precisato nella nota introduttiva al primo capitolo, rite­ niamo che la ricerca di lavoro sociale sia definita più dagli scopi che non dai metodi. Se i problemi da affrontare risiedono nel cliente e nel suo ambiente, nei metodi di lavoro sociale e nella struttura in cui il lavoro sociale si esplica (ad esempio un ente), tre tipi di studi costituiranno necessariamente il punto di maggior interesse per chi voglia condurre una ricerca, e riguarderanno rispettivamente il bisogno, il costo dei servizi, gli effetti dei servizi.

E ’ difficile dire quale dei tre tipi sia il più importante. Sono stretta- mente correlati tra loro, perché, se non saremo in grado di determinai e il bisogno, sarà impossibile decidere circa il tipo di servizio da offrire, e soprattutto circa il criterio di priorità da seguire; se non conosciamo il

costo di attività che sono in corso o in programma, non possiamo far sì che

vengano approvate entro un organismo sociale; se non siamo in grado di dimostrare ¿’effetto- di un intervento passato, non avremo il diritto

—- e, speriamo, neppure molte possibilità — di continuare la stessa attività

in futuro.

Non c’è dubbio che tutti gli aspetti del lavoro sociale debbano essere periodicamente riesaminati. E non c’è dubbio pure che la misurazione degli effetti rappresenti il compito più arduo. Le difficoltà di caratteie meto­ dologico non si possono dire superate, ma sono state affrontate dagli autori che figurano in quest’ultimo capitolo, nel quale vengono presentate alcune tecniche di misurazione degli effetti, lasciando beninteso ampio spazio ad aventuali passi avanti compiuti da altri ricercatoli.

Gli organismi che non perseguono fini di lucro possono permettersi di proseguire in attività di cui non si sia valutata l’efficacia più a lungo di quanto non avvenga in organizzazioni industriali, i cui funzionari, per giustificare la loro presenza, sono tenuti a dimostrare i profitti. In un

campo in cui non è questione di profitti, l’incentivo a rivedere i programmi pei adattarli a nuove conoscenze acquisite e a nuove situazioni, dovrebbe di norma scaturire dall’impegno professionale del personale. Il che naturalmente implica che nelle strutture organizzative vengano assegnate agli assistenti sociali mansioni che mantengano vivi i loro interessi al di là dei fatti spiccioli del lavoro quotidiano, e che in definitiva diano loro modo di contribuire alla politica dell’ente (44).

-Se gli amministratori dell’ente non provengono dal campo del lavoro

sociale, si rende in questo caso necessario che abbiano come consulenti degli intelligenti assistenti sociali.

1. Misurazione del bisogno dei servizi

D a : Genevieve W . Carter

,

Measurement of Need

Il concetto teorico di bisogno è di importanza fondamentale sia nella for­ mazione degli assistenti sociali che nel loro lavoro pratico. Nella maggior parte delle pubblicazioni di assistenza sociale troviamo varie definizioni e descrizioni del bisogno. Si ammette resistenza di numerosi tipi di bisogno : il bisogno di riconoscimento manifestato da un gruppo, le parti­ colari necessità di un individuo in fatto di aiuto finanziario e di orienta^ mento in periodi difficili, il bisogno di una migliore illuminazione stradale in un determinato quartiere. La misurazione del bisogno, pertanto, può abbracciare un campo che è vasto quanto quello della stessa assistenza sociale intesa in senso moderno.

In questo capitolo ci limiteremo a considerare i bisogni delle comunità così come vengono studiati in termini di amministrazione dell’assistenza o di organizzazione comunitaria. La misurazione del bisogno per piani di sviluppo comunitario o per l’elaborazione di programmi di enti assisten­ ziali presenta elementi comuni a tutto il campo della ricerca sociale, nonché elementi più strettamente attinenti alla ricerca applicata al lavoro sociale. Nel fare la cernita degli elementi comuni o dissimili, si determinano le fonti cui ci ispiriamo nella formulazione delle teorie che guidano le attività di ricerca.

Tutte le indagini sui bisogni hanno due aspetti basilari: da una parte la condizione di bisogno che può essere spiegata in termini diagnostici, e dall’altra il tipo di servizio sociale che può meglio alleviare la

situa-zione di bisogno diagnosticata. Nel primo caso dobbiamo rifarci ai prin­ cipi teorici propri delle scienze del comportamento, nel secondo dobbiamo invece ricavare le nostre impostazioni dall’esperienza pratica del lavoro sociale. Per esempio, per valutare il bisogno di consulenza su problemi coniugali da parte di una comunità, la nostra indagine sarà contenuta entro i limiti dell’attuale livello di conoscenza delle funzioni della famiglia, del ruolo svolto dai genitori, oppure delle diverse teorie elaborate in materia di consulenza alle famiglie.

Un’altra caratteristica delle indagini sulla pianificazione in relazione ai bisogni di una comunità è rappresentata dall’uso della ricerca applicata per la soluzione dei problemi sociali correnti. Notevole è pertanto la respon­ sabilità che grava sul ricercatore per la definizione dei problemi, l’analisi dei dati raccolti e la formulazione di suggerimenti che abbiano non soltanto^ un peso immediato, ma che possono essere anche attuati con un ragionevole grado di efficienza e di precisione.

Dobbiamo rilevare che nel passato non si è avuto un sufficiente pro­ gresso in questo settore a motivo del fatto che le indagini su problemi molto simili in comunità diverse raramente forniscono un contributo autentico al fondo comune di esperienza e conoscenza che si va accumu­ lando, In linea di principio, una buona inchiesta sociale dovrebbe far progredire le nostre conoscenze teoriche sul comportamento e le istituzioni di una comunità. Sfortunatamente i risultati di studi locali sono rara­ mente presentati in modo tale da poter essere comparati con quelli di inchieste simili condotte in altre comunità.

Esame del concetto di bisogno comunitario

I metodi e le misurazioni da adottare nella ricerca non rappresentano il problema principale di chi conduce un’indagine sui bisogni di una comunità. E’ l’identificazione del problema il processo di ricerca piu im­ portante e che richiede la massima abilità da parte del ricercatore. Molte sono le vie di accesso che ci si offrono nell’affrontare un problema di bisogno comunitario- ; l’abilità sta nello scegliere la più economica e

efficace. Gli aspetti dell’organizzazione comunitaria rappresentano di so 1 o

il fattore determinante, cioè permettono di valutare le risorse disponibili per la ricerca e il periodo più opportuno per effettuarla. La conoscenza dei servizi sociali istituzionalizzati e del comportamento che la comunità mani­ festa nei loro riguardi assume un’importanza decisiva nell inquadramento del problema di ricerca. Per il resto il ricercatore deve rifarsi allo stesso fondo comune di esperienze e di conoscenza usato dai ricercatori in campo di lavoro sociale per i più diversi settori di indagine.

Solo quando abbiamo una qualche prova dell’esistenza di un interesse da parte della comunità potremo tentare di specificare un particolare pro­

blema di bisogno1 comunitario. Il ricercatore interessato alla programmazione

dell assistenza può raramente permettersi il lusso dì affrontare un pro­ blema di propria iniziativa. Vi sono invece decisioni da prendere in merito a cambiamenti nella comunità che possano influire sulla situazione delle persone che hanno bisogno di assistenza e sulle risorse finanziarie! di una comunità. Le decisioni di questo tipo possono influire anche sulle con­ dizioni in cui operano gli enti assistenziali locali. Queste sono alcune delle questioni che il ricercatore deve affrontare, e il suo compito diventa quello di formulare il problema di ricerca in modo tale che possa costituire una base di azione immediata.

Prima che il problema venga formulato a fini di indagine, il ricerca­ tore dovrà esaminare alcune caratteristiche della comunità. Egli deve infatti cercare di impostare il problema in modo che una specifica situa­ zione possa essere chiarificata proprio sul piano in cui è possibile utilizzare le nostre attuali conoscenze teoriche.

Sono cinque i fattori insiti nella comunità che influenzano la formula­ zione di un problema: il tenore di vita della comunità; la particolare fase

storica di evoluzione dell’ambiente politico-sociale1 ; il valore relativo che

i membri della comunità danno alla situazione di bisogno e ad altre esigenze in concorrenza con questa ; il livello di coscienza sociale dei citta­ dini in genere e di coloro che sono in grado di influenzare e di deter­ minare cambiamenti sociali ; e infine i fondi disponibili o le fonti potenziali di finanziamento per i programmi suggeriti.

A questo punto dobbiamo considerare tre fattori che: sono in rapporto all’attuale grado di conoscenza professionale dei bisogni comunitari e dei relativi servizi : il grado di conoscenza professionale che rende possibile l’impiego di metodi appropriati per affrontare il problema; la capacità di identificare quei metodi che rientrano nel campo degli obiettivi del- 1 assistenza sanitaria e sociale ; e infine l’abilità nel determinare la natura del bisogno complessivo allo scopo di stabilire se l’interessamento da parte della comunità sia o meno giustificato.

Uso del concetto di bisogno comunitario. — Wayne McMillen, in una

sua recente indagine, esprime il seguente concetto : la programmazione dell’assistenza sanitaria e sociale ha lo scopo di assicurare requilibrio della comunità : ossia l’equilibrio fra i « problemi della gente » e le « istitu­ zioni incaricate di andare incontro ai loro bisogni ». L’obiettivo', per usare le stesse parole del McMillen, è quello di « arrivare a dare uguali oppor­ tunità e uguale trattamento' a tutte le persone che hanno gli stessi bisogni e gli stessi diritti a beneficiare dei servizi istituiti dalla comunità » (45).

Alla luce di questo concetto, possiamo concludere che la comunità ideale

non dovrebbe presentare squilibri fra bisogni e risorse1. Si avrebbe un

unico nucleo culturale e sistema di valori, con un conseguente accordo generale su che cosa costituisce bisogno e su come devono essere finanziati e amministrati i servizi intesi ad affrontare i bisogni riconosciuti. Sfor­ tunatamente si tratta di una utopia senza rispondenza nella realtà. Ogni studio sui bisogni e sulle risorse nell’ambito comunitario complessivo non può che riprodurre quella che è la situazione di un determinato momento. Ma la scena reale si evolve senza sosta e risente di quei concetti di bisogno comunitario di cui abbiamo parlato prima, ossia il livello di coscienza sociale della comunità, la portata delle varie situazioni di bisogno, la di­ sponibilità di servizi, il grado di conoscenza che delimita la diagnosi delle condizioni di bisogno, e il grado di capacità tecnica nella realizzazione degli opportuni interventi.

Non è possibile dare una risposta soddisfacente a coloro i quali ci pon­ gono una domanda apparentemente semplice come la seguente : « Quale è l’estensione totale del bisogno di servizi sanitari e sociali della comunità? » oppure « Quale è l’ammontare previsto dei finanziamenti necessari per i servizi richiesti dalla nostra città? ».

Non torneranno più i giorni ambiziosi delle grandi indagini comuni­ tarie che affrontavano tutte le situazioni di bisogno e miravano a valutare i servizi previsti da un centinaio o più di programmi di enti assisten­ ziali. La maggior parte di queste indagini riguardavano i servizi forniti, e la valutazione dei bisogni non coperti veniva fatta con metodi indiretti.

Vi sono anche stati tentativi di sistematizzare i dati riguardanti 1 bisogni

delle comunità e quelli riguardanti i servizi realizzati per affrontare tali bisogni. Tuttavia, se non esiste una base teoretica sulla quale sia possibile costruire la tipologia di un problema o di una situazione di bisogno, e se manca ogni tipologia parallela relativa ai servizi adatti ai bisogni stessi, ogni tentativo di sistematizzare i dati non può risultare che vano. L’impostazione più pratica sembra essere quella di fare un passo dopo l’altro in un solo settore alla volta, tentando poi una correlazione tra i vari settori. La grande inchiesta comunitaria supera spesso i limiti della praticità e della fattibilità, i dati divengono troppo difformi per essere usati in una analisi integrata, e i risultati o le indicazioni conclusive perdono ogni significatività.

Il sistema lento ma costante di affrontare bisogni della comunità uno alla volta, risponde a due requisiti : prima di tutto in questo modo e possibile affondare la sonda della ricerca fino alla profondità necessaria per acqui­ sire una sufficiente conoscenza della condizione di bisogno e dei relativi servizi; in secondo luogo la prognosi relativa al cambiamento è più facile

quando le caratteristiche dell’azione richiesta sono ben delineate e non offuscare da decine di altri cambiamenti che devono essere realizzati.

La maggior parte delle indagini sul bisogno hanno inizio su un piano che può essere descritto come il piano AeWinteresse generalizzato o del-

Vansietà nei riguardi di un determinato problema sociale della comunità

che comincia ad essere riconosciuto. Si va già profilando un numero suffi­ ciente di persone intenzionate a fare qualcosa e si ha una sensazione comune del fatto che la situazione di bisogno è abbastanza importante da meritare l’attenzione della comunità. Talvolta l’iniziativa parte da un volonteroso singolo oppure dall’opera di un ricercatore curioso'; ma oggi, nell’epoca dell’« uomo dell’organizzazione », questi interessi di solito si manifestano attraverso i canali istituzionalizzati della comunità.

All’inizio, inoltre, il bisogno comunitario può presentarsi in termini vaghi, sotto- forma di una generica preoccupazione espressa da un gruppo interes­ sato della comunità. Così ad esempio si sente dire che « bisogna fare qualcosa pei rimediare al continuo aumento del numero dei bambini di difficile affi­ damento disponibili per l’adozione ». In seguito si riesce a porre il problema a fuoco, e il discorso si restringe ai bambini o ragazzi di gruppi di minoranza o di origini miste. I bambini hanno bisogno di genitori, ma i genitori disponibili non sembrano avere bisogno di questi particolari bambini; gli adulti che desiderano adottare dei figli non chiedono consigli a chi di dovere; oppure l’ente assistenziale non riesce ad individuare i genitori adottivi potenziali o a fornire la dovuta assistenza a coloro che fanno domanda per adottare bambini.