3.5 La definizione del loss period nel calcolo dei lost profits
Capitolo 6: Il caso “Steven Smith M.D and Steven Smith M.D., P.A vs Some Broadcasting Corporation of Florida;
6.3 Calcolo dei danni economici subiti dal Dottor Smith e dalla sua attività
6.3.6 Stima lost profits e attualizzazione
Il passo successivo riguarda la stima dei lost profits ottenuta sottraendo i profitti persi dell’attività danneggiata dai profitti non danneggiati dalla diffamazione ottenendo la successiva tabella:
Figura 6.18 - (fonte: caso citato - www.trugmanvaluation.com)
Lo step finale consiste nel determinare i danni totali aggiustandoli al valore attuale alla data della valutazione che risulta essere quella del processo. Tale operazione consiste nel capitalizzare i lost profits passati fino alla data del processo utilizzando gli interessi legali (prejudgment interest) e attualizzando i lost profits futuri con il tasso di attualizzazione scelto.
Figura 6.19 - (fonte: caso citato - www.trugmanvaluation.com)
I tassi di interesse legali sono spesso stabiliti dalla legge infatti vediamo che la fonte da cui sono estrapolati risulta essere Il dipartimento dei servizi finanziari dello stato della Florida. Il tasso di attualizzazione scelto da Trugman viene definito sulla base dei tassi precedentemente utilizzati come media semplice. Tale tasso viene applicato agli anni 2008 e 2009 che sono prospettici rispetto alla data della valutazione.
La scelta del tasso potrebbe essere dovuta alla presenza di informazioni riservate o semplicemente per il fatto che un tasso di attualizzazione poco rischioso è adatto al caso in questione.
5.3.7 Conclusioni
Nell’opinione di Trugman il Dottor Smith e la sua attività medica hanno sofferto danni per un ammontare totale di 3’108’130 dollari. Tale cifra viene calcolata dall’esperto utilizzando i dati contabili storici dello studio medico prima e dopo la diffamazione. I lost profits sono calcolati come differenza tra i profitti non danneggiati e quelli ridotti in conseguenza del danno.
CONCLUSIONI
La materia della valutazione d’azienda ha sperimentato un crescente sviluppo negli ultimi anni perché si presenta come poliedrica ed applicabile a tanti tipi di analisi aziendali. La sua applicazione nel campo della stima dei danni indiretti risulta essere particolarmente utile ai fini della determinazione delle perdite sofferte dall’azienda nel caso in cui si voglia richiederne il risarcimento ad una controparte. La materializzazione di eventi che causano danni al patrimonio aziendale sono frequenti in un ambiente economico che presenta molteplici rischi, e per tale ragione, calcolare l’ammontare della perdita di valore a seguito di tali danni risulta essere utile per definire l’impatto e le conseguenze che si manifestano in termini di perdita di profitti o di valore aziendale. L’azienda deve essere a conoscenza delle conseguenze economiche che tali danni comportano soprattutto quando intende richiedere il corrispettivo monetario del danno subito. Tale corrispettivo viene definito in ambito di una richiesta di risarcimento all’assicurazione, ad un soggetto privato oppure pubblico. Una stima fondata su solide basi non può che essere un fattore che rafforza la validità di tale richiesta di indennizzo e che può dare un consistente aiuto ai fini del suo ottenimento. Tuttavia, è necessario definire quale sia la metodologia più efficace per la stima dei danni in relazione al caso oggetto di esame. Infatti, le variazioni della normale attività dell’impresa che presentano la caratteristica della temporaneità dovrebbero essere stimate tramite i lost profits mentre quelle che presentano una riduzione permanente e perpetua del suo valore dovrebbero basarsi sull’approccio del lost business value. La scelta dell’approccio più congruo al caso in esame risulta essere fondamentale, non solo per definire il corretto valore della stima, ma anche per poter vedere accolta tale richiesta quando viene presentata nell’ambito di un contenzioso tra due parti. Le componenti della stima e il processo di stima nei due approcci presentano delle differenze, pur trattandosi in entrambi i casi della perdita di flussi di reddito.
La materia della valutazione d’azienda applicata al risarcimento del danno si è sviluppata ampiamente nei paesi anglosassoni, soprattutto nell’ambito del processo tra due parti. L’esperto riesce in questo modo a concentrare la valutazione sugli elementi che sono rilevanti e che hanno impatto diretto sui profitti persi, fornendo una solida
analisi rispetto ai danni indiretti che sono stati sofferti dall’azienda. In tali paesi, il vigente sistema di common law fornisce un aiuto sostanziale in questo senso poiché le sentenze passate vengono utilizzate per la scelta della metodologia e per la scelta degli elementi fondamentali della stima quali il tasso di attualizzazione da applicare ai flussi stimati, il metodo di stima, la lunghezza del loss period, ecc.
Alla luce della letteratura in materia e della sua applicazione nella pratica, si può affermare che l’introduzione nel nostro paese di queste metodologie di analisi dei danni indiretti dovrebbe essere rafforzata poiché esse sono in grado di determinare la parte del risarcimento che determina il lucro cessante e cioè il mancato guadagno futuro che non verrà conseguito dall’azienda e che spesso risulta essere di entità superiore rispetto ai soli danni diretti.
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