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7. STORIE ACCOGLIENTI UNA PROPOSTA PROGETTUALE PER SAN

7.10 STORIE ACCOGLIENTI UN CONCEPT PROGETTUALE

Stando a quanto afferma Mirco Pallera, creatore di Ninja Marketing, in merito a come progettare il “Viral-DNA”, oggi non basta più promuovere il proprio prodotto “piazzando uno spot realizzato per la televisione all’interno di un banner in autoplay che si apre a tutto schermo”61.

Oggi, in un mercato turistico caratterizzato da turisti sempre più social, è cambiato anche la modalità di scelta e di fruizione di una determinata destinazione turistica. Il ciclo del viaggio nell’era web 2.0 (Fig. 7.8) ci fa capire come le 5 fasi del ciclo (Dreaming, Planning, Booking, Living, Sharing) caratterizzanti il Pre, During e il Post Travel, mentre prima dell’avvento di tecnologie web sempre più mobile, erano caratterizzate da una netta distinzione temporale, oggi esse si manifestano in modo quasi sincronizzato. A chiunque penso sia capitato di condividere (Sharing) un contenuto (foto, video o feedback) nel momento stesso che si era in vacanza (Living).

Questo per creare la consapevolezza di quanto sarebbero di fondamentale importanza, in un mercato turistico caratterizzato da viaggi sempre più brevi, più frequenti e sempre più tematici, la comunicazione e la promozione di un’offerta o di una destinazione.

61 Pallera M., Create! Progettare idee contagiose (e rendere il mondo migliore), Sperling &

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Figura 7.8: Il ciclo del viaggio nell’era web 2.0

Fonte: Propria elaborazione

Già dal titolo del paragrafo è facile intuire che la strategia di comunicazione del progetto Storie Accoglienti è quella di andare ad influenzare proprio la fase più suscettibile del processo decisionale (Dreaming).

Come già specificato anticipatamente, obiettivo sicuramente non di seconda importanza, è quello di creare un concept strategico di accoglienza e fruizione turistica che oltre ad essere applicabile sul territorio di San Gennaro, sia replicabile in tutti quei piccoli territori che decideranno di adottarlo per integrare e innovare il servizio di accoglienza turistica gestito dai locali IAT.

La comunicazione e la promozione del progetto Storie Accoglienti, sarebbero funzionali a due obiettivi:

1. Informare i potenziali fruitori dell’esistenza di questa tipologia di offerta; 2. Facilitare la diffusione e la replicabilità del format progettuale anche in

120 Il segreto per far rendere efficiente la comunicazione del progetto è sicuramente quello di renderlo contagioso; quindi di progettare, stando alle parole di Mirko Pallera: “il suo codice genetico virale”62 attraverso un approccio non tradizionale, che sappia utilizzare al meglio i linguaggi e le dinamiche del web.

Applicare una strategia di comunicazione virale è sicuramente la via da seguire, in quanto finalizzata alla comunicazione e promozione di idee, prodotti o brand che abbiano in sé la propensione a diffondersi spontaneamente. La progettazione di un DNA virale, cioè di contenuti caratterizzanti il progetto già di per sé propensi a diffondersi spontaneamente, deve essere accompagnata da una efficiente strategia di distribuzione dei contenuti stessi. Tra queste due variabili (contenuti virali e distribuzione degli stessi) la creazione di contenuti virali è sicuramente quella più importante, infatti un’idea o un progetto per avere successo, prima di basarsi su ingenti investimenti in pubblicità, deve puntare su contenuti straordinari in partenza, in grado di entusiasmare i possibili interessati e stimolarne dunque il passaparola spontaneo. Quindi più saranno virali i contenuti caratterizzanti il progetto, meno si dovrà investire risorse, anche economiche, nella diffusione dello stesso. (Pallera, 2012).

Sfruttare il potere dissuasivo dello storytelling territoriale insito nei racconti e nel savoir faire dei membri dell’Associazione culturale Storie Accoglienti a San

Gennaro, sarà sicuramente una base strategica dalla quale poter

implementare la diffusione e la comunicazione del progetto Storie Accoglienti. L’efficacia della comunicazione risiede nel fatto, che è il progetto in se ad essere stato elaborato, nelle sue funzioni e caratteristiche, a fungere da stimolatore nei confronti di un potenziale fruitore

In effetti, il sito web del progetto oltre ad essere funzionale al progetto stesso (come contenitore virtuale di storie che potranno poi essere “vissute” nella

62 Pallera M., Create! Progettare idee contagiose (e rendere il mondo migliore), Sperling &

121 realtà) fungerà da “attivatore” di conversazioni, scintilla che accende l’attenzione dell’utente e che lo induca ad usufruire di servizio estremamente unico ed autentico come l’essere accolto gratuitamente da un residente. La strategia dunque da adottare per far conoscere questo tipo di progetto è quella che punti più a conversare più che a promuovere e a coinvolgere più che a convincere.

Oggi, grazie ai sempre più evoluti canali social online, un’idea se ben progettata è in grado di diffondersi in maniera spontanea fra le persone attraverso il tam tam del web; infatti mai come adesso le persone con tutto il loro patrimonio informativo, sono diventate dei veri e propri media.

I Social Network, grazie al sempre più elevato numero di utenti, sono in grado di moltiplicare un messaggio e diventare una cassa di risonanza potentissima che può amplificare le idee migliori decretandone il successo.

Se oggi come afferma Mirko Pallera: “virale è la condivisione sociale delle emozioni”63, i contenuti prodotti dalle persone, che siano video, reportage o testi se si muovono sull’onda delle emozioni umane, possono competere con quelli creati da agenzie di comunicazione.

Dunque obiettivo principale per stimolare una comunicazione efficiente del progetto, tramite contenuti (video, foto, testi) caratterizzanti la pagina web del progetto, è quello di considerare i residenti di San Gennaro che prenderanno parte al progetto, come parte attiva dello stesso anziché come semplici spettatori.

La comunicazione del progetto e dei servizi altamente innovativi che lo caratterizzano, è intrinsecamente legata alle relazioni fra le persone e al loro mantenimento, infatti quando si segnala qualcosa a qualcuno lo si fa il più delle volte per alimentare un legame sociale e umano.

63 Pallera M., Create! Progettare idee contagiose (e rendere il mondo migliore), Sperling &

122 Affinché dunque, scatti il meccanismo della condivisione di un contenuto è necessario questo ingrediente chiave: le emozioni.

Possiamo infatti affermare che virale è la condivisione sociale delle emozioni e che alimentare il legame sociale tra residente e turista, oltre ad essere uno dei principali obiettivi del progetto Storie Accoglienti, è la strategia di marketing più efficiente affinché essi si scambino informazioni e contenuti.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Nell’elaborato si è analizzato, si spera in modo esaustivo, quanto sia fondamentale, affinché il nostro Paese riguadagni competitività turistica, dare valore ai piccoli territori, rendendoli protagonisti di una reale innovazione dell’offerta turistica territoriale.

Innovazione dell’offerta, che si pone come obiettivo quello di dare una nuova impronta strategica all’accoglienza e alla fruizione turistica a territori troppo spesso messi ai margini dei principali flussi turistici. Affinché una destinazione maturi un senso generalizzato di accoglienza nei confronti degli ospiti: territorio, persone e storie devono fungere da colonne portanti sulle quali andare a sviluppare un concept strategico progettuale che faciliti uno sviluppo territoriale sostenibile e soprattutto responsabile, nei confronti sia del territorio stesso, sia della comunità che lo abita.

Un piccolo territorio, com’è noto, differisce da una destinazione turisticamente già matura, principalmente per la sua struttura sociale interna, oltre che per una serie di difficoltà (in primis infrastrutturali ed economiche) che purtroppo, generano in molti casi spopolamento e abbandono. La popolazione del luogo rappresenta l’identità, la storia e l’espressione delle tipicità di un dato territorio; perdendo abitanti, le comunità locali perdono parte delle proprie radici e della propria diversità, generando un indebolimento dei valori tradizionali e della memoria storica. Questo comporta il deterioramento dei patrimoni locali e causa la perdita di interesse da parte della popolazione e l’abbandono delle attività economiche artigianali e agricole, frutto di tradizioni uniche e irripetibili. Affinché l’Italia diventi un Paese a “turismo diffuso”, I piccoli territori, grazie alle tante eccellenze che li rendono “diversamente unici”, devono rendersi protagonisti di una rivalorizzazione turistica incentrata su un’accoglienza di qualità, così da dare slancio ad un rapido processo di sviluppo e rivitalizzare territori altrimenti poco competitivi. Una pianificazione turistica responsabile e sostenibile nel tempo, oltre ad avere ripercussioni positive di tipo economico,

124 risulta essere lo strumento strategico più efficace per rendere nota l’identità, la storia, la cultura e le tradizioni di un luogo, e per evitare che queste risorse vadano perdute perché considerate, purtroppo molto spesso, non economicamente rilevanti.

Un progetto, che rendi la comunità locale consapevole delle potenzialità turistiche del proprio territorio, darà prova di un’accoglienza e fruizione turistica esperienziale di qualità e sarà propenso alla partecipazione proattiva alla vita del territorio stesso, mediante una condivisione creativa ed esperienziale delle tradizioni e dei saperi. Se i residenti, si dimostreranno davvero legati al luogo in cui abitano, allora qual territorio potrebbe sentirsi vivo grazie alla forza delle storie locali che andranno ad intrecciarsi con quelle dei turisti: sempre più residenti temporanei di un territorio.

La mission del progetto Storie accoglienti è proprio quella di dare voce ai piccoli territori, attraverso le storie dei residenti che li mantengono vivi, e permettere ai “residenti temporanei” una fruizione del patrimonio culturale locale incentrata sull’autenticità.

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