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E TRATTAMENTO LIQUAMI ALL’INGROSSO IN TOSCANA

2.3 Strategie tariffarie per i grossist

La normativa analizzata nel primo capitolo35, si pone anche l’obiettivo di regolamentare il rapporto tra i grossisti che esercitano il servizio di depurazione delle acque reflue per conto dei gestori e quest’ultimi, ed in particolare su questo fronte si segnala che la disciplina è in evoluzione e rischia di lasciare alcuni elementi di soggettività.

Al riguardo, un passo fondamentale per garantire la continuità nel progresso della gestione della risorsa idrica è stata la conferma da parte dell’authority per il secondo periodo regolatorio del perimetro di applicazione (come già espresso nel DCO 406/2015/R/IDR), esplicitando che la regolazione economica ricomprende anche i soggetti che gestiscono ciascuno dei singoli servizi che compongono il SII, comprendendo i servizi di captazione e adduzione e dunque anche la gestione di invasi da cui consegue la vendita di acqua all’ingrosso.

Il sistema regolatorio adottato, però, presenta alcuni aspetti di criticità che possono pesare sia a riguardo di una corretta valutazione degli andamenti tariffari sia in relazione agli spazi concessi ai diversi soggetti interessati (gestore, grossista, regolatore regionale) per promuovere gli investimenti o la qualità del servizio.

Come già affermato, l’aspetto più importante della regolamentazione riguarda la determinazione della tariffa, aspetto assolutamente fondamentale questo per finanziare gli investimenti. Purtroppo al riguardo la disciplina non trova un’applicazione chiara e puntuale per via di alcune ambiguità che la stessa presenta.

35 par. 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6.

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Infatti il nuovo metodo tariffario idrico prevede l’adempimento dei suoi postulati anche per i grossisti ma alcuni aspetti vaghi del metodo, insieme ad un non sempre efficace controllo sulle realtà più piccole, hanno comportato che le tariffe applicate alle aziende in questione non siano allineate alle moderne tecniche basate su criteri nazionali e gestite dall’authority, ma rimangono legate invece ad un impianto più vecchio, che prevede una forte influenza delle autorità regionali nella determinazione della tariffa. Nello specifico la tariffa che il grossista concorda con il gestore, che in ogni caso non è basata su principi di libero mercato, si basa sulla vecchia legge regionale 20/2006 che prevede un metodo di calcolo ispirato al metodo normalizzato, entrato in vigore nel 1996 ed è calcolata e sottoscritta dall’Autorità Idrica Toscana.

Questo comporta che il ritorno sulla tariffa della loro attività di depurazione all’ingrosso, con particolare riferimento alla tariffa sui reflui civili, sia spesso iniqua o comunque inferiore a quella che i grossisti avrebbero potuto ottenere se avessero attuato il nuovo metodo tariffario idrico.

In tal senso, l’azione legislativa e di pianificazione attribuita alle regioni appare un anello debole della catena del processo di riordino e sviluppo del business della depurazione.

I maggiori dubbi che il metodo tariffario idrico comporta e che hanno condotto a questa inefficacia sono dovuti ad una non ben chiara distinzione tra l’attività di grossista e quella del common carriage36.

Infatti il nuovo metodo tariffario idrico definisce il grossista come “il soggetto che eroga ad altri soggetti, diversi dagli utenti finali domestici, il servizio di captazione e/o adduzione e/o distribuzione e/o potabilizzazione e/o fornitura di acqua all’ingrosso e/o i servizi di fognatura e depurazione” e sancisce che le tariffe applicate ai grossisti devono basarsi sugli stessi principi applicati ai gestori.

Ma l’articolo 26.3 del suddetto metodo stabilisce che “laddove il fornitore all’ingrosso fornisca il servizio al gestore del SII nell’ambito di un’attività di common carriage, in ragione dell’obiettivo di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, il costo addebitato al gestore del SII deve essere calcolato sulla base del costo marginale del servizio fornito”.

36 Guerrini A., Romano G., “Regulation of wastewater services in Italy: A double standard for wholesalers and retailers”, working paper 2016.

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Comunque non è specificato quando un grossista può essere catalogato come soggetto che opera in common carriage, infatti tale metodo tariffario idrico definisce all’art. 1 che un soggetto che svolge attività di common carriage non può essere un grossista. Per chiarire al meglio la problematica il grossista è colui che fornisce indirettamente un servizio ai consumatori finali e vende i propri servizi ad un gestore mentre si verifica il common carriage quando una water utility utilizza le infrastrutture di un'altra utility per trasportare la risorsa idrica alla sua area di servizio.

Questa normativa che dunque non riesce a delimitare in modo chiaro e preciso il confine tra grossista e common carriage comporta una situazione di confusione ed incertezza. Questa opacità ha comportato che le nuove disposizioni non hanno migliorato la regolamentazione per i grossisti in tema di tariffa, lasciando una metodologia di calcolo che si basa ancora sul metodo normalizzato.

In questa situazione quindi i grossisti periodicamente tentano di rinegoziare le tariffe che applicano ai gestori. Il processo di rinegoziazione tuttavia, è più formale che sostanziale considerato che i grossisti non hanno potere contrattuale e che queste rinegoziazioni sono stipulate per mezzo di accordi privati.

L’unico grossista che ha tentato di seguire le previsioni del nuovo metodo tariffario è G.I.D.A. che ha proposto all’autorità nazionale un piano tariffario in regola con le nuove disposizioni, ma AEEGSI non ha ancora approvato tale piano.

Infatti l’elevata frammentazione degli operatori presenti sul territorio nazionale rende difficile un controllo efficace da parte di AEEGSI soprattutto verso gli operatori più piccoli e questo comporta che in Toscana la maggior parte dei grossisti non è ancora accreditata presso l’autorità.

Si rende necessario quindi instaurare dei “patti regolatori” tra i vari attori protagonisti del settore di riferimento che permettano l’esercizio dell’attività in modo stabile e continuativo, in attesa di percorsi più virtuosi che rimuovano le cause di inerzia che l’influenza delle regioni comporta.

Allo stesso tempo, la mancanza di una regolamentazione chiara nel mercato dell’acqua all’ingrosso italiano rende questi accordi privati incompleti, in quanto le tariffe e le altre condizioni sono negoziate in un contesto caratterizzato da asimmetrie informative, per cui sia i gestori che i grossisti incorrono in elevati costi di transazione quando rinegoziano le condizioni contrattuali.

Le tabelle 2.1 e 2.2 mostrano le conseguenze di questa poco chiara regolamentazione e mettono a confronto le tariffe che i gestori applicano per la depurazione di reflui civili ai

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consumatori finali con le tariffe che alcuni grossisti toscani applicano ai suddetti gestori per il medesimo servizio offerto.

Gestore Tariffa(€/m3)

Acque 0.86 €/m3

GEAL 0.42/0.50 €/m3

Publiacqua 0.75 €/m3

Acquedotto del fiora 0.61 €/m3

Gaia 0.62 €/m3

Tabelle 2.1: Tariffa(€/m3) per i gestori

Grossista Tariffa(€/m3)

GIDA (Publiacqua) 0.26 €/m3

Aquapur (Acque, GEAL) 0.25 €/m3

Cuoio Depur (Acque) 0.16 €/m3

Integra (Acquedotto del Fiora) 0.7 €/m3

Tabella 2.2: Tariffa(€/m3) per i grossisti

Come si evince, dalle sopra esposte tabelle, Integra è l’unico grossista che riesce ad ottenere un ritorno sulla tariffa vicino in termini quantitativi a quella dei gestori, a differenza di Cuoio Depur che invece ha una tariffa molto più bassa.

Questa situazione ha indotto molti grossisti ad iniziare un processo di contrattazione delle tariffe. A seguito di questa analisi quindi si deduce come le possibilità al momento siano solo due:

 Stimare una tariffa sulla base del MTI e poi presentarla all’AEEGSI;  Rinegoziare la tariffa corrente con l’AIT e con i gestori.

La prima è sicuramente quella più coerente e probabilmente più vantaggiosa con la normativa più recente, ma visto lo scarso successo ottenuto da G.I.D.A. che non ha ottenuto ancora un riscontro dall’autorità, probabilmente non è al momento quella più efficace.

La seconda invece potrebbe essere più efficace, visto che sia i gestori che l’autorità idrica, potrebbero essere più rapidamente coinvolti nel processo di revisione delle tariffe, anche alla luce della loro vicinanza geografica al grossista e interesse diretto a risolvere il problema.

36 2.4 Analisi delle forze competitive nel settore della depurazione e trattamento

liquami all’ingrosso

A conclusione di questo capitolo, si è ritenuto necessario proporre uno studio di settore tramite il modello di Porter che costituisce da tanti anni uno degli strumenti più noti nel campo dell’analisi strategica, utile a spiegare la posizione delle imprese in un determinato settore.

La matrice concettuale dalla quale deriva, è quella dell’economia industriale, che analizza il settore secondo il paradigma “Struttura-condotta-performance”: la struttura del settore è la causa principale della condotta delle aziende, la quale a sua volta ne determina le performance.

Nonostante la staticità che rappresenta il limite maggiore di questo schema, è possibile utilizzare il modello per definire la posizione competitiva di una certa azienda in un certo settore e formulare un giudizio sull’attrattività del settore stesso, cioè sulla convenienza che un’impresa riscontra nella possibilità di investire per iniziare ad operare in un certo settore.

Il modello si propone quindi di individuare le forze (e di studiarne intensità ed importanza) che operano nell’ambiente economico e che, con la loro azione, erodono la redditività a lungo termine delle imprese. Tali forze agiscono infatti con continuità e se non opportunamente monitorate e fronteggiate, portano alla perdita di competitività. Porter individua in particolare le seguenti forze:

 I RAPPORTI DI FORZA CONTRATTUALE DELLE AZIENDE CON I CLIENTI: i clienti sono coloro che acquistano i beni o i servizi offerti dell’impresa. Il loro potere contrattuale dipende da diversi aspetti, tra i più importanti vi è il numero e la dimensione degli ordini, infatti più elevato sarà il numero e/o la dimensione degli ordini effettuati da un singolo cliente in rapporto al fatturato totale, maggiore sarà il loro potere contrattuale. Anche il numero dei clienti influisce molto sul loro potere, infatti un numero ridotto di clienti implica una loro elevata capacità di imporsi sull’azienda. Tuttavia anche le dimensioni dell’impresa rispetto al cliente giocano un ruolo fondamentale in quanto una dimensione ridotta dell’azienda rispetto al cliente, la pone in una situazione di debolezza contrattuale.

 I RAPPORTI DI FORZA CONTRATTUALE DELLE AZIENDE CON I FORNITORI: i fornitori sono coloro ai quali l’impresa si rivolge per acquistare

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le materie prime, le materie accessorie e i semilavorati necessari per il processo produttivo. Così come nel caso dei clienti, la numerosità dei fornitori ne determina il potere contrattuale, infatti un unico fornitore di un determinato prodotto/servizio, comporta inevitabilmente l’assoggettamento dell’impresa alle condizioni imposte dallo stesso e così anche la dimensione del fornitore in quanto un fornitore di dimensioni consistenti rispetto all’azienda, comporta scarse possibilità di contrattazione. Si devono però prendere anche in considerazione i costi di cambiamento del fornitore e la capacità di integrazione a valle; infatti la possibilità del fornitore di realizzare il bene prodotto dall’impresa comporta il rischio di nascita di un nuovo potenziale concorrente.  LE RELAZIONI DI RIVALITA’ CON I CONCORRENTI DIRETTI:

i concorrenti diretti sono quelle imprese che offrono sul mercato, lo stesso tipo di bene o servizio offerto dall’impresa. L’intensità della concorrenza e la loro rivalità incide sulla redditività dell’attività svolta dall’impresa infatti strategie relative alle politiche dei prezzi, nuovi prodotti, servizi pre e post vendita, campagne pubblicitarie aggressive riducono la redditività dell’impresa. Le situazioni inoltre possono differenziarsi a seconda del numero dei concorrenti presenti sul mercato, delle quote di mercato possedute da ognuna, delle diversità dei concorrenti, della differenziazione dei prodotti, di eventuali costi di passaggio, di eccesso di capacità produttiva, di barriere all’uscita.

 LE RELAZIONI CON I PRODUTTORI DI BENI SOSTITUTIVI: i produttori di beni sostitutivi sono coloro che producono beni diversi da quelli immessi dall’impresa sul mercato, ma che soddisfano gli stessi bisogni dei clienti. Per valutare l’incidenza di questo aspetto occorre tenere presente la propensione del consumatore a sostituire il prodotto o servizio offerto dall’azienda e il rapporto tra prezzo e qualità dei prodotti sostitutivi. Più è favorevole tale rapporto, maggiore è la minaccia rappresentata dalla presenza di prodotti sostitutivi.  LA MINACCIA DI POTENZIALI CONCORRENTI: i concorrenti

potenziali sono quelle imprese che potrebbero entrare nel mercato in cui opera l’azienda. La minaccia rappresentata da potenziali concorrenti dipende soprattutto dalla presenza o meno di barriere all’entrata, quali: economie di scala, differenziazione prodotto (fedeltà del consumatore, identificazione con la marca), fabbisogno di capitale fisso e circolante, politiche governative

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(autorizzazioni, licenze), reazioni dei concorrenti (prezzi di dissuasione), costi di passaggio (costi di apprendimento), accesso ai canali di distribuzione.

I nuovi concorrenti sono attratti soprattutto quando i margini di profitto sono elevati e le barriere sono basse.37

Figura 2.2: Modello delle 5 forze (Porter 1982)

Andiamo adesso a individuare le caratteristiche del settore oggetto di analisi sulla base dello schema proposto dal modello di Porter.

Considerato il business di un’azienda che svolge attività all’ingrosso di depurazione e trattamento liquami, i clienti sono rappresentati nella maggior parte dei casi da:

 discariche;

 spurghisti che svolgono attività di trasporto rifiuti dalle fosse biologiche;

 aziende che occupano i distretti industriali vicini agli impianti e che nell’esercizio della propria attività (tessile, alimentare, chimico-farmaceutiche etc.) generano dei rifiuti liquidi che non possono smaltire autonomamente. La maggior parte di questi soggetti conferisco i rifiuti liquidi a degli intermediari, che si occupano di raccogliere e trasportare le acque agli impianti di depurazione. Questi soggetti svolgono un ruolo fondamentale, poiché stoccano e conservano i rifiuti liquidi

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per determinati periodi. Tali rifiuti possono poi essere conferiti alle aziende nei momenti di sottoproduzione, garantendo dunque il pieno efficientemento degli impianti. Questi periodi di sottoproduzione possono essere causati sia dalle condizioni climatiche, che influisco sulla generazione di percolato, sia dall’andamento dell’attività produttiva delle aziende che generano rifiuti liquidi nell’esercizio delle proprie attività.

Spesso comunque i clienti serviti sono in numero esiguo, e casi di una loro eventuale morosità possono incidere in maniera importate sull’economia delle società che svolgono attività di depurazione specialmente per quelle imprese che, come quelle oggetto di questo elaborato, svolgono attività all’ingrosso.

Il potere contrattuale quindi dei grossisti che operano nel business della depurazione risulta di poco rilievo. Può essere utile al riguardo tutelarsi da questi rischi allargando il proprio raggio di attività, ottenendo per esempio le autorizzazioni per la depurazione di diversi tipologie di rifiuti in modo tale da valorizzare la capacità produttiva degli impianti.

Per quanto riguarda i fornitori invece, questi sono rappresentati in gran parte da:  venditori di prodotti chimici necessari al processo di depurazione;  venditori di materiali di ricambio per gli impianti.

In genere, il potere contrattuale delle aziende nei confronti dei fornitori di prodotti chimici è elevato grazie alla notevole sostituibilità di tali soggetti fornitori.

Nel caso invece delle aziende venditrici di materiali di ricambio, il potere contrattuale degli operatori che svolgono la depurazione nei confronti di queste si riduce drasticamente poiché si tratta di società di notevoli dimensioni, che operano da molti anni nel settore e che hanno acquisito un notevole know how tecnologico (es. EUROTEC WTT S.r.l, Culligan Italiana S.p.A.).

La rivalità dei concorrenti che operano nel campo oggetto di analisi ha un ruolo di primo piano sulla capacità delle aziende di creare reddito nel lungo periodo e nel caso in questione si presenta come particolarmente accesa, principalmente a causa della numerosità degli operatori che svolgono attività di depurazione all’ingrosso.

Il settore infatti, si presenta come particolarmente frammentato e costituito da molte aziende che operano da diversi anni nel business della depurazione all’ingrosso (solo in Toscana se ne possono contare più di 10). Queste hanno sviluppato un forte legame con il territorio ed una sempre più efficiente integrazione verticale. Molti di questi grossisti infatti occupano diverse fasi della filiera produttiva del Servizio Idrico Integrato

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svolgendo attività quali distribuzione, depurazione e gestione delle reti fognarie e hanno aumentato notevolmente le loro dimensioni nel corso degli anni.

Altre società invece, al fine di ridurre il rischio legato alla stagionalità e all’incostanza dei conferimenti provenienti dai distretti industriali, hanno differenziato il proprio business, ampliando la propria attività di depurazione al trattamento di diverse tipologie di rifiuti. Seguendo una strategia dunque di differenziazione è possibile per i grossisti perseguire il pieno utilizzo degli impianti e garantire inoltre servizi di maggior qualità ad una vasta gamma di clienti.

A queste valutazioni circa le connotazioni industriali, che delineano un settore turbolento e molto complesso, si deve aggiungere la considerazione che la struttura del sistema regolatorio in vigore è ancora giovane e le possibilità che il mercato offre lasciano adito ancora ad interessanti possibilità di crescita.

E’ fondamentale quindi puntare sull’innovazione tecnologica e dotarsi di impianti che garantiscono la massima efficienza, capaci di trattare diverse tipologie di rifiuti, consapevoli che il ruolo della regolamentazione è primario e che un suo futuro consolidamento stabilizzazione potrà solo garantire un miglioramento del business della depurazione e trattamento dei liquami.

Per quanto riguarda invece la minaccia dell’ingresso nel settore di nuovi entranti, si deve sottolineare come, nonostante il mercato presenta delle barriere all’entrata difficili da superare, negli ultimi anni si è verificato l’ingresso nel settore di nuovi competitors attratti dagli elevati margini di profitto.

Le barriere all’entrata sono diverse ed uno di principali elementi da valutare al riguardo è costituito dalle licenze necessarie per l’utilizzo degli impianti. Questi possono essere affidati: a terzi selezionati mediante gare pubbliche; a società miste; o a società in house38. Sarà in ogni caso necessario ottenere le autorizzazioni necessarie come le AIA le quali sono connesse alle Valutazioni d’Impatto Ambientale (VIA) ed alle Autorizzazioni Uniche Ambientali (AUA, che incorporano in un unico atto diverse autorizzazioni ambientali applicate a tutte le categorie di imprese ed impianti non soggetti ad AIA o VIA)

38 Queste sono aziende pubbliche costituite in forma societaria, tipicamente società per azioni, il cui

capitale è detenuto in toto o in parte, direttamente o indirettamente, da un ente pubblico che affida loro attività strumentali o di produzione. La costituzione di tali società rappresenta una delle modalità con cui un ente può organizzarsi per erogare servizi di gestione interna (informatica, pulizie) o servizi pubblici (ad esempio trasporti, energia, igiene).

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A questi aspetti si deve aggiungere la considerazione che il sistema regolatorio in tema di tariffe non è ancora molto chiaro e rischia di scoraggiare i nuovi entranti, che potrebbero vedere le prospettive di ricavi futuri limitate da queste ambiguità legislative. Per operare in questo settore è inoltre necessario avere una perfetta conoscenza delle norme più moderne poiché una cattiva comprensione di queste possono comportare danni ambientali oltre che pesanti aggravi fiscali39.

Data anche la forte influenza di alcuni enti quali Regioni e Comuni in termini proprio di regolamentazione sarà fondamentale godere di un ottima reputazione ed un forte legame con il territorio per poter gestire con successo un attività di questo genere.

Il settore inoltre si caratterizza per essere ad alta intensità di capitale in quanto gran parte dello stock di capitale delle aziende è investito in impianti e macchinari che hanno una vita media molto lunga e che richiedono una continua ed efficace manutenzione. Da considerare inoltre che è molto complesso trovare un adeguata posizione per gli impianti per via anche degli odori che questi emettono e che possono essere fastidiosi per le popolazioni vicine soprattutto nelle stagioni estive.

Per garantire inoltre una profittevole gestione di questi è necessario dotarsi di un importante know how. Fondamentale infatti è il ruolo di ingegneri e ricercatori che devono comprendere pienamente le rigide disposizioni previste dalla normativa soprattutto in termini di emissioni evitando possibili sanzioni per via di casi di mala gestione e per garantire sempre un ottimale utilizzo degli impianti, considerato anche l’elevato consumo di energia elettrica che questi comportano.

Considerate queste barriere all’entrata, si deve precisare che negli anni più recenti sono state diverse le società che si sono affacciate all’attività di depurazione all’ingrosso. In questo mercato infatti coesistono tante aziende di piccole dimensioni con margini di profitto molto diversi e variabili tra loro nel tempo. In un contesto quindi dove nessun operatore si è affermato con un vantaggio competitivo evidente, molte sono le realtà che