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Synergy è un progetto assistenziale realizzato, dopo una lunga gestazione, nel 2014, nel territorio di Cardano al Campo (Varese), con il contributo della Città di Cardano al Campo e della Fondazione Il melo Onlus Luigi Figini di Gallarate (Varese), fondazione che da tempo opera nel settore. Altri partners sono l’ALER e la Provincia di Varese. Questo progetto si configura, nelle intenzioni originarie, come un modello abitativo di housing sociale per anziani nella forma della “residenzialità leggera”. In esso vengono messe in sinergia (da qui il nome), cioè in relazione positiva, fragilità diverse legate a diverse generazionalità: da una parte anziani con necessità assistenziale e di sicurezza e dall’altra famiglie che, prima di entrare a far parte del progetto, vivevano in condizioni di fragilità abitativa e/o occupazionale. Queste differenti realtà sono integrate in un progetto stabile di solidarietà professionalizzata, e inserite nel contesto della comunità locale con la quale interagiscono.

L’ingresso della residenza in Via Mameli, 1 a Cardano al Campo (foto realizzata dall’autore)

L’aspetto innovativo del progetto, nelle intenzioni del suo ideatore Marco Predazzi, è dato proprio dalla presenza di queste famiglie di caregiver (attualmente 2), che si fanno carico dell’assistenza agli ospiti della struttura, risiedono all’interno di essa, sono state formate a tale scopo e dovrebbero essere regolarmente assistite e supervisionate da operatori professionali. Agli anziani ospiti vengono così garantiti supporti, anche intensivi e differenziati, per la loro attività quotidiana, assistenza sanitaria compatibile con la normale domiciliarità territoriale, un servizio di guardia 24 h/24 e un controllo attraverso un monitoraggio che, nelle intenzioni, dovrebbe utilizzare gli strumenti più aggiornati della domotica. Ma gli aspetti interessanti sono anche altri. Uno è la collocazione della struttura.

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Essa si trova nel centro della cittadina, aperta ad essa in una interazione che vuole essere positiva e feconda di rapporti. La residenza, denominata Paolo VI, si trova infatti nella centrale via Goffredo Mameli al n. 1, attorno ad un ampio cortile, è integrata con aree comuni fruibili dall’utenza territoriale della cittadina (una sala socio-culturale polivalente, una agenzia sociale, una caffetteria-pasticceria-ristoro cui si può accedere sia dall’esterno che dall’interno del cortile). Soprattutto è una struttura aperta, senza cioè porte e cancelli, ed attraverso il suo cortile si può accedere al parco-giochi cittadino. È quindi anche un luogo di passaggio frequentato da molte mamme e bambini.

La pianta del centro di Cardano al Campo (fonte Google maps) dove si evidenzia l’ingresso dalla struttura (in Via Mameli, 1). Si noti la vicinanza con il palazzo comunale, la chiesa parrocchiale, il parco a cui si può accedere dalla residenza, i numerosi esercizi commerciali situati nelle vicinanze

Dal punto di vista abitativo Synergy offre diverse possibilità di ospitalità tra loro collegate, diversamente riconducibili al modello delle Assisted Living Facilities e delle Independent

Living Facilities: vi sono infatti tre “alloggi-autonomia” per singole persone e due in cui

vivono coppie, e tre comunità-alloggio o case-famiglia sul modello dei cantou (due al primo piano ed uno al secondo) di un edificio a corte nella forma “a ringhiera”, come le case di un tempo, affacciato su cortile centrale. In totale la residenza può ospitare una trentina di

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persone. Questa contiguità tra diverse tipologie di alloggio costituisce un terzo motivo di interesse legato a questa struttura, che andrebbe esaminato più dettagliatamente. A

queste residenze si aggiungono appartamenti ALER153 in cui vivono famiglie che non

usufruiscono dei servizi di Synergy ma che interagiscono con gli anziani ospiti. Come detto vi sono inoltre due famiglie caregiver che usufruiscono di alloggi messi a loro disposizione in modo gratuito, percependo anche un riconoscimento economico.

Gli alloggi-autonomia sono mini-appartamenti completi (sala, cucina, bagno, camera da letto) per ospiti che conservano un certo grado di autonomia (generalmente in una fascia di età non molto avanzata, salvo eccezioni che vedremo) e che consentono di mantenere un livello di vita piuttosto indipendente. In genere questi anziani ricevono un’assistenza variabile e ritagliata sulle esigenze personali (chi le pulizie personali, chi le pulizie della casa, chi il trasporto verso luoghi all’esterno) con servizi che vengono contrattualizzati. I pasti caldi che ricevono possono essere consumati sia nella loro sala da pranzo sia accedendo ad una sala condivisa con altri ospiti. A tutti è garantita un’assistenza nelle emergenze, 24 ore su 24. L’intensità dell’assistenza è modulata su ognuno degli ospiti (è “plastica” e “protesica”) e tendenzialmente consente un livello di rapporti col mondo esterno ancora abbastanza vivo.

I cantou invece sono appartamenti in cui vivono assieme più ospiti che condividono uno spazio comune (sala da pranzo, salottino e bagno) mentre dormono in stanze separate. Nella residenza di Synergy i cantou, come detto, sono 3 con una capienza fino a 7 persone l’uno. Nel primo, al momento dell’intervista, erano ospitati due uomini, che condividevano la stessa stanza, e una signora. Nel secondo erano ospitate due signore che avevano la medesima stanza ed un’altra signora che dormiva in una stanza separata. Nel terzo vi erano due signore nella stessa stanza e due che avevano stanze singole. I cantou sono ad alta intensità assistenziale perché gli ospiti presentano una ridotta o ridottissima autonomia. In qualche caso sono totalmente dipendenti. Nella struttura opera personale specializzato OSS, un cuoco e personale amministrativo. I servizi sanitari, garantiti per tutti gli ospiti, pur in presenza di un infermiere professionale e di una supervisione medica, afferiscono alle risorse territoriali. Le dimensioni variano dai 40 agli 80 mq.

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I destinatari del progetto sono quindi anziani che presentano diverse necessità assistenziali, di sicurezza e supervisione, con difficoltà diverse sul piano cognitivo, psichico e comportamentale ma comunque compatibili con la vita in comune, e che non presentano patologie tali da richiedere un monitoraggio sanitario intensivo. A questi anziani viene dato un supporto di tipo protesico, finalizzato a permettere e favorire il più possibile il mantenimento della loro autonomia, riducendo al minimo le situazioni di stress e supportandoli nelle loro relazioni con l’ambiente, anche sociale, valorizzando in tal modo le capacità residue di cui ancora dispongono. L’operatore sviluppa modalità di azione che non sostituiscono in toto le capacità della persona ma fanno da “complemento” ad esse, affiancandola nelle sue attività. L’operatore di turno, presente 24 ore su 24, è il perno della vita quotidiana dei residenti, con i quali condivide tutto: dal disbrigo delle piccole faccende domestiche alle attività ricreative. Con questo servizio di accompagnamento vengono garantite la gestione dell’alzata mattutina e l’accompagnamento serale al letto, l’igiene della persona, aiutata nella doccia settimanale, la fornitura di due pasti caldi giornalieri, il servizio di pulizia della stanza e quello della biancheria, a richiesta anche il servizio di trasporto esterno. Lo spazio di vita garantisce sicurezza e comfort con un forte riferimento alla domiciliarità che ne facilita, per le persone anziane, l’adattamento. A tutti i residenti viene proposta la partecipazione a momenti collettivi strutturati (teatro, cinema, intrattenimenti musicali) presso la sala comune.

Il cortile interno della residenza con l’accesso al parco. Si notino le case “a ringhiera” con il ballatoio che collega i vari alloggi (foto realizzata dall’autore)

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In un’intervista concessami all’inizio del lavoro, l’ideatore di Synergy, il dott. Marco

Predazzi154 ha spegato come il progetto Synergy sia nato a seguito di un grande convegno

internazionale organizzato nel 1999 in località diverse dell’Europa, convegno che ha raccolto numerosi studiosi, esperti ed operatori nel settore dell’assistenza agli anziani155. Da questo convegno, che ha visto un centinaio circa di interventi, sono emerse testimonianze di una grandissima vitalità e creatività, segno che in questo campo in Europa le cose si stavano muovendo da tempo. Importanti sono stati anche, per il sorgere del progetto Synergy, i pressanti inviti da parte della Commissione Europea a ripensare in maniera nuova all’habitat delle persone anziane (vedi cap. 2.5.1). Il nome del progetto, che ne esprime bene la natura, indica la volontà di proporre

“un habitat in cui ci fosse fin dall’origine un’intergenerazionalità strutturale, un’integrazione sociale che fosse già connaturata al progetto” (intervista a Predazzi).