• Non ci sono risultati.

Tassonomia delle attività sostenibili e opportunità per le imprese

6 Finanza sostenibile: nuovi paradigmi verso una transizione ESG

6.4 Tassonomia delle attività sostenibili e opportunità per le imprese

Il “Green Deal europeo” rappresenta la strategia di crescita per i prossimi trent’anni adottata, come indicato in apertura del presente capitolo, attraverso il Piano di Azione Europeo per la Finanza Sostenibile dall’Unione Europea, per raggiungere l’obiettivo di diventare il primo continente ad impatto climatico zero.

La Tassonomia, come visto, introducendo un sistema unificato di classificazione delle attività per massimizzare i flussi finanziari destinati ad attività sostenibili nel territorio dell’Unione, consentirà agli investitori di indirizzare gli investimenti in tecnologie e im-prese più sostenibili, individuando i progetti e le attività economiche in base alle ricadu-te che gli sricadu-tessi hanno sul clima e sull'ambienricadu-te. Si tratta di standard di trasparenza e misurazione, basati su risultanze scientifiche, indirizzati alle imprese, agli investitori e al mondo politico. La finalità dichiarata è quella di garantire un’adeguata sicurezza per gli investitori, proteggere i risparmiatori dall’ecologismo di facciata13 e aiutare le imprese a diventare più rispettose del pianeta. In altri termini, la Tassonomia è una classificazione che permette di misurare i risultati climatici e ambientali al fine di attrarre investimenti.

La Tassonomia introduce obblighi informativi in relazione alla quota di attività sostenibili esercitate e che risultano allineate alle indicazioni europee. Questo strumento consenti-rà alle imprese di pianificare il proprio percorso di miglioramento in chiave di sostenibili-tà climatica e ambientale e, contemporaneamente, raccogliere le risorse monetarie ne-cessarie per questa transizione. Le società finanziarie potranno impiegare la Tassono-mia per definire prodotti sostenibili sotto il profilo ambientale, da proporre al mercato.

In relazione agli aspetti tecnici è stato istituito un tavolo di lavoro denominato Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG), un gruppo di esperti incaricati di fornire le proprie raccomandazioni, riguardo alle nuove normative per una finanza sostenibile e, più precisamente, individuare le attività economiche in grado di contribuire a raggiun-gere l'obiettivo emissioni zero entro il 2050 e i relativi criteri di selezione.

Il risultato è un documento intitolato “Taxonomy: Final report of the Technical Expert Group on Sustainable Finance”. Questo documento classifica i principali settori eco-nomici in base alla loro capacità di mitigare o di adattarsi ai cambiamenti climatici, se-condo le tre seguenti categorie:

a) attività già sostenibili (low carbon);

b) attività inquinanti, ma di cui non si può fare a meno, a cui si chiede uno sforzo di miglioramento (transition verso un’economia ad emissioni zero ma che ancora non si possono definire zero carbon);

c) attività che sono utili alle precedenti (enabling), che consentono, quindi, ad altre di avere performance low carbon o una significativa riduzione delle emissioni.

- - -

13 Per ecologismo o ambientalismo di facciata si intende la pratica di costruzione di un’immagine istituzionale falsamente positiva, finalizzata a celare le ricadute negative sull'ambiente delle proprie attività.

© Cesi Multimedia 133 Il documento prodotto dal TEG contiene, inoltre, l’individuazione dei settori che produ-cono la maggior parte delle emissioni di CO2 sul territorio europeo; l’indicazione delle attività che possono contribuire in maniera sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici, riducendo le emissioni di CO2; i criteri tecnici di selezione, basati su principi (perché un’attività contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici), metriche (come misurare il miglioramento della performance) e soglie, per cui le attività econo-miche possono essere considerate sostenibili.

Al fine di facilitare l’utente a districarsi tra le varie voci della Tassonomia, la Commissio-ne ha creato uno strumento informatico, la EU Taxonomy Compass, “bussola della Tassonomia”. Lo strumento consente agli utenti di verificare quali attività siano incluse nella Tassonomia dell'UE, a quali obiettivi contribuiscono e quali siano i criteri che de-vono soddisfare. La bussola della Tassonomia mira, inoltre, a semplificare l'integrazio-ne dei criteri citati con i database aziendali ed altri sistemi IT.

Esistono alcuni limiti al Regolamento sulla Tassonomia, infatti, non sono previsti i criteri

“brown”, quelli che individuano le attività inquinanti e l’assenza di significativa traccia di criteri sociali.

In relazione ai settori individuati dal Regolamento Europeo sulla Tassonomia per le atti-vità Sostenibili, l’Italia evidenzia uno scarso valore aggiunto delle proprie aziende. Que-sto aspetto è confermato da una ricerca sugli impatti sull’economia reale della Tasso-nomia, condotta da Cerved14. Tale condizione può rappresentare un’opportunità, pro-prio nell’ottica della transizione ecologica in corso. Basti pensare che, solo nel settore energetico, sono circa duecentomila le società che dovranno aderire al processo di ri-qualificazione, finalizzato a produrre con modalità più sostenibili e rispettose per l’ambiente. Questo processo avrà anche interessanti ricadute a livello sociale, grazie alla creazione di nuove opportunità di lavoro e di crescita per l’intero sistema paese.

Anche in settori tradizionali e a forte impatto ambientale, come quello della lavorazione e trasformazione dei metalli, il processo di ristrutturazione da affrontare per poter esse-re conformi alle pesse-revisioni della Tassonomia richiederà una esse-revisione, in chiave sosteni-bile, dei siti e delle tecniche produttive. Saranno individuati come punti di riferimento quelle realtà in grado di agire minimizzando la produzione di anidride carbonica e, solo quelle aziende in grado di uniformarsi a questo livello di emissioni, saranno considerate verdi, secondo le previsioni europee. Inoltre, il Regolamento stimola la diffusione di tecnologie altamente sostenibili, creando una positiva rincorsa al ribasso delle emissio-ni, attraverso una revisione costante delle soglie di riferimento.

L’introduzione della Tassonomia rappresenta una bussola per orientare gli stakeholder verso quelle attività che favoriscono la conservazione del pianeta e la mitigazione del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, indirizza gli investimenti privati verso quelle imprese che saranno oggetto di incentivi, finalizzati a favorire la transizione ecologica.

- - -

14 EU Taxonomy for Sustainable Activities. Applicazione all’Economia Reale. Cerved 2020.

© Cesi Multimedia 134

I soggetti coinvolti direttamente dal Regolamento sono quindi le imprese e gli investito-ri, mentre quelli che ne beneficeranno indirettamente sono tutti gli stakeholder delle aziende stesse. Le imprese soggette agli obblighi di rendicontazione non finanziaria, grazie alla Tassonomia, disporranno di utili indicatori di riferimento da utilizzare come parametro per le proprie attività di reportistica. Di conseguenza, le pubbliche ammini-strazioni potranno integrare gli indicatori previsti dalla Tassonomia nella definizione del-le proprie politiche industriali e di incentivazione al settore privato. Gli investitori potran-no valutare i prodotti offerti dal mercato, attraverso parametri oggettivi, confrontabili e comparabili.

L’esistenza e la diffusione di sistemi integrati di imprese, come quelli che caratterizzano i vari distretti europei, comporta che l’adozione del Regolamento sulla Tassonomia so-stenibile provocherà una serie di ricadute anche sulle imprese di minori dimensioni, non tenute alla rendicontazione non finanziaria. Le PMI che forniscono prodotti e servizi ad aziende di grandi dimensioni saranno integrate nei processi di reportistica dei propri clienti e, pertanto, dovranno adeguarsi ai nuovi standard, al fine di poter mantenere il proprio ruolo di fornitori.

L’adeguamento a standard di sostenibilità e la conseguente attività di rendicontazione non devono essere visti come oneri ma come attività che porteranno indubbi vantaggi anche ai soggetti convolti indirettamente. Di seguito alcuni dei benefici conseguenti all’attività di divulgazione dei report non finanziari:

• il miglioramento del dialogo con i propri stakeholder;

• la consapevolezza e la successiva valutazione delle conseguenze della propria atti-vità sull’ambiente e sul pianeta;

• l’aggiunta di qualità alla comunicazione interna ed esterna con la conseguente qualificazione dell’immagine aziendale e l’acquisizione di consenso;

• il supporto alle scelte del vertice aziendale, grazie a un approfondito livello di inda-gine e di conoscenza, conseguente all’approccio integrato a livello economico, so-ciale e ambientale;

• la valorizzazione strategica a supporto della gestione e la riduzione dei costi opera-tivi;

• una migliore conoscenza dei rischi interni ed esterni e il relativo contenimento;

• l’identificazione tempestiva di opportunità e minacce.

Nell’ottica della Tassonomia, le imprese che, pur non soggette al Regolamento, si orienteranno sulla strada della sostenibilità, saranno in grado di attrarre risorse pubbli-che e private destinate alla transizione ecologica.

Chiaramente questo processo porta con sé alcuni rischi, sia per chi deciderà di pren-dervi parte su base volontaria, sia per chi sceglierà di rimanerne fuori. L’adesione, sia essa su base normativa o volontaria, comporterà la necessità di produrre report e indi-catori di sostenibilità altamente veritieri e tecnicamente adeguati, al fine di prevenire il rischio di ecologismo di facciata, c.d. greenwashing. Infatti, parallelamente alla diffusio-ne dei principi della sostenibilità e delle condiffusio-nesse norme, molti paesi si stanno

attivan-© Cesi Multimedia 135 do per tutelare cittadini e imprese dalle comunicazioni ingannevoli. Per quelle aziende non soggette agli obblighi previsti dal Regolamento sulla Tassonomia, che decideranno liberamente di non adeguarsi potrebbe sorgere il rischio di esclusione dal mercato, an-che alla luce dei recenti interventi di finanza pubblica, mirati a supportare solo le azien-de più sostenibili.

Operativamente, il percorso di trasformazione in chiave sostenibile dei processi e dell’organizzazione aziendale, dovrà seguire un preciso schema, al fine di massimizzar-ne l’efficacia e i ritorni. Il punto di partenza coinvolge la strategia e il vertice aziendale, al fine di una effettiva attivazione di processi di miglioramento. Solo all’esito di questo percorso sarà possibile dedicarsi all’attività di rendicontazione. Di seguito un elenco più dettagliato delle fasi operative, finalizzate alla realizzazione di un processo aziendale di miglioramento in chiave sostenibile:

1. identificare il profilo dell’impresa al fine di avere a disposizione le informazioni più aggiornate;

2. individuare le aree di rischio in ambito economico, sociale e ambientale;

3. fissare degli obiettivi di lungo periodo per il contenimento del rischio;

4. redigere una strategia di sostenibilità;

5. svolgere tutte le attività formative necessarie per diffondere i principi di sostenibilità a tutti i livelli aziendali e per far conoscere il piano di sostenibilità aziendale;

6. eseguire le azioni concrete previste dalla strategia di sostenibilità;

7. rendicontare quanto fatto e quanto ancora da fare;

8. valutare gli scostamenti rispetto agli obiettivi prefissati e gli eventuali correttivi da apportare.

Solo dopo aver completato la fase di autovalutazione in chiave sostenibile, sarà possi-bile procedere all’avvicinamento alla Tassonomia, seguendo le fasi di seguito indicate:

1. confrontare le attività aziendali con le attività riportate nel Regolamento sulla Tas-sonomia;

2. individuare le direttive e le norme pertinenti per il proprio settore;

3. stabilire un quadro per valutare le proprie attività in base ai criteri forniti dal Rego-lamento;

4. effettuare la valutazione delle attività aziendali;

5. stilare un report di valutazione.

Le fasi 1, 2 e 3 possono essere svolte solo occorrendo cambiamenti significativi a livel-lo aziendale e/o a livellivel-lo normativo, mentre le fasi 4 e 5, quelle di valutazione, richiedo-no una cadenza almerichiedo-no annuale.