2. Il contesto educativo fra spinte e cambiamento in ambito organizzativo e didattico
2.2 Riflessioni metodologiche sul sistema di apprendimento
4.2.1 Tassonomia per la progettazione degli ambienti didattici
Per spiegare il modo in cui vogliamo concepire la progettualità degli esterni, dobbiamo tenere in stretta considerazione gli assunti culturali come insieme di forze interterritoriali che si propongono di creare, a partire dagli ambienti con cui si presenta l’istituzione, un’esperienza di cultura, di comportamento individuale-collettivo e di organizzazione all’apprendimento, consentendo ai destinatari di rinnovare, mutare, arricchire, trasformare il proprio software of the mind e acquisire valore, in ultima istanza, da tutti i punti di contatto con l’intera organizzazione (ambienti e persone). Ne consegue che la cultura reca un profondo senso di missione e di identità che si basa sull’effetto congiunto di prospettive finalizzate ad esercitare, disciplinare e ordinare la strategie culturale esterna nel territorio:
a) prospettiva culturale: la cultura trova fondamento e sopravvivenza negli assunti profondi di ciò che un attore istituzionale ha appreso e assimilato durante il suo sviluppo storico. Questo sottolinea come le istituzioni culturali interiorizzano tutti gli assunti culturali espressi durante il corso del loro processo di sviluppo storico (Balboni, 2009). Una definizione che si ricollega rispettivamente a un fattore identitario e a una leva di natura strategica:
fattore identitario: esso si riferisce all’evoluzione storica, ai mutamenti politici e le trasformazioni linguistiche dell’Italia come componenti che si legano all’identità degli Istituti. Un esempio può essere offerto da istituzioni quali gli IIC che altro non sono che stratificazione non miope di questi aspetti appresi nell’arco della sua storia (Balboni, 2009); in tal modo, l’IIC si rende soggetto riconoscibile come primo prodotto-contenuto culturale e sociale dell’Italia che viene percepito, comunicato e discusso laddove ha deciso di operare;
leva strategica: la cultura predispone la sua strategia in relazione a quanto è presente nel territorio e a quanto di nuovo può essere compreso per offrire un valore aggiunto
alla natura del contesto; a questo proposito, sarà necessario operare in modo efficiente attraverso una comunicazione pertinente e appropriata al pubblico di riferimento;
b) prospettiva di marketing culturale: il prodotto linguistico svolge un’azione di scambio nel mercato delle lingue; per costruire consenso e avere un ruolo specifico, il bene immateriale deve disporre di una direttrice di senso logico e visivo e di comunicazione verbale e non verbale, da consentigli così di muoversi nello scenario con credibilità, con valore di ricerca e di sviluppo dell’ambiente; culturalmente significativo è far sì che il prodotto linguistico sia in sintonia coi bisogni dell’utenza e dentro il cambiamento che tale target avverte nel momento di iniziare-vivere-concludere-ritornare a compiere un’esperienza linguistica (ciclo di vita dell’apprendimento organizzato) in un medesimo luogo;
c) prospettiva di VM: la definizione di promozione culturale integra un livello di osservazione estetico basato sull’impatto emotivo-razionale che gli esterni hanno nei destinatari, in modo che tale architettura si adatti all’ambiente in cui si è deciso di operare e alla richieste/esigenze dei destinatari;
d) prospettiva storico-metodologica: un’attenta progettazione degli ambienti esterni e interni, consente di manifestare la personalità e il carattere dell’organismo. In questo senso, la promozione culturale di un’istituzione è disponibile al mercato nel momento in cui essa poggia la sua strategia su un indirizzo di pensiero efficace nel comunicare all’ambiente e con l’ambiente la cultura che la identifica e la differenzia dagli altri competitors;
e) prospettiva glottodidattica: organizzare un’esperienza didattica contestuale equivale a tenere in stretta considerazione un livello congiunto di:
percezione più profonda di ciò che si fa nel contesto per l’apprendimento delle lingue come LS; da questa conoscenza, occorre fondare una sinergia con il contesto in modo da attuare delle mosse tattiche fondate su un corpus metodologico in cui ogni elemento della didattica è in grado di innescare un processo di risposta innovativo, volto alla soddisfazione dei bisogni dei discenti (Titone, 1971; Balboni, 2004), di stimolo alla riflessione e alla discussione (Serragiotto, 2009) in ragione a dei contenuti sempre vari e motivanti, che vanno però attentamente definiti (Diadori, 2011) in rapporto ai significati culturali del luogo;
creazione di esperienze culturali condivise. Da questo fattore, acquistano significatività il metodo e le tecniche per l’apprendimento in quanto indirizzano attività e compiti verso una dimensione di piacere, di novità, di attrattività, di realizzabilità e di sicurezza psicologica (Schumann, 2004) fondata su una agire comune.
In questa dimensione valoriale, la cultura esiste come strumento visibile di aggregazione, la quale, per dispiegare le proprie convinzioni, i valori e l’insieme di credenze, di risorse emotive di cui si compone, necessita di costruire percettivamente il proprio posizionamento nel territorio e rendere in questo modo fruibile e duttile un bagaglio di esperienze culturali. Riconosciamo, perciò, un livello estetico nella cultura composto di artefatti che acquistano significatività e valore se sono propedeutici a rendere visibile i valori di una cultura dichiarata contestualmente; facciamo riferimento a design, arredi, atmosfera, che rivestono in maniera formale il prodotto linguistico. Da questi elementi si costituisce e prende forma nel territorio una cultura che poggia su ‘azione
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comunicativa mirata. Essa contempla un modo adeguato di presentarsi, di essere, di agire in relazione a certi principi della propria identità e del territorio in cui si colloca; tutto ciò si riflette dall’organizzazione dello spazio fisico, che nell’ambito della nostra discussione, è la prima istanza di un prodotto immateriale ad essere percepito, osservato attraverso la sua sede; poi ascoltato, discusso e valutato per ciò che si è compreso del contenuto nel contesto. Da questa prospettiva, l’organizzazione degli spazi di apprendimento riflettono la struttura della conoscenza dell’organismo.